Chiusa la Stagione Teatrale 2001/2002?

Metamorfosi di un suonatore ambulante

di Lorenzo Di Donato

Caserta. La Stagione Teatrale 2001/2002 del "Teatro classico e partenopeo" è terminata con lo spettacolo tenuto sabato 16 e domenica 17 febbraio da Luigi De Filippo. La commedia "Metamorfosi di un suonatore ambulante", di Peppino De Filippo e datata 1960, si rifà alla commedia dell'arte e presenta una comicità leggera ed accessibile, con spassosi personaggi e caratteristiche macchiette che si muovono su una esile trama che è leggibile sin dall'inizio. Gradevoli le musiche dello stesso Peppino e buona la regia di Luigi De Filippo, nonostante una forzatura finale: la ripetizione della tarantella, che festeggia l'amore sulla spilorceria e sulla grettezza, con il solo scopo di prolungare gli applausi, peraltro meritati dalla giovane e valida Compagnia. Questa breve Stagione Teatrale può essere ricordata non solo per quest'ultimo gradevole lavoro -a cui auguriamo un felice prosieguo di rappresentazioni, anche in teatri esteri, come già avvenne per l'edizione interpretata in modo pirotecnico dal compianto Peppino, che fu richiesta a Parigi, Londra e Mosca e poi alla Televisione italiana- ma anche per la stupenda interpretazione degli anziani leoni Anna Proclemer, Lauretta Masiero, Mino Bellei e Mario Maranzana in "Bella figlia dell'Amore di R. Harwood; di Alba Parietti, scoperta non solo bella bambola "Nei panni di una bionda"di G. Axelrod; di Giacomo Rizzo, confermatosi sempre uomo di palcoscenico nei due piacevoli atti unici di Petito "Francesca da Rimini" e "Al Salone Margherita". Al di sotto delle aspettative "Sarto per signora" di G. Feydeau con Antonio Salines e "l'Avaro" di Molière con Alessandro Haber. Giacomo Rizzo, come è sua buona abitudine, volle rivolgere agli spettatori un fervorino al termine del suo applaudito spettacolo del 3 febbraio. Dopo aver ringraziato il pubblico per gli applausi, che premiavano il lavoro suo e della sua Compagnia, si augurò di poter essere presente anche alla prossima Stagione Teatrale "al Teatro Comunale, del quale auguriamo il termine dei lavori. Quando ciò avverrà, potremo dire <Ti ricordi quando iniziarono i lavori al Comunale ? Chissà in quale anno avvenne?!…. >". E giù uno scroscio di applausi liberatòri. Proprio così, perché questa Stagione teatrale è stata vissuta a Caserta in attesa della "Inaugurazione del Nuovo Teatro Comunale di Caserta" con una Stagione Teatrale da febbraio ad Aprile in prosecuzione di quella svolta al teatro Izzo e al Teatro Duel. Quando ci si incontrava in attesa dell'inizio degli spettacoli, i sorrisi erano sempre un poco "tirati", perché si sapeva che la domanda "Apre?" sarebbe stata posta o scambiata inevitabilmente durante un qualsiasi discorso. Si sperava tanto che la promessa, fatta dal Sindaco Falco con un piccolo proclama al tempo della sottoscrizione degli abbonamenti, fosse davvero l'ultima nel tempo delle nostre variamente colorate Amministrazioni succedutesi negli ultimi quindici anni al palazzo Castropignano. Ed invece non è così e non sarà così chissà per quanto tempo ancora perché nessuno può prevedere, oggi, la fine e l'esito del contenzioso tra il Comune e la vecchia ditta appaltatrice dei lavori. Poiché i mali non vengono mai soli (e forse ce li meritiamo perché a Caserta riusciamo a banalizzare quasi tutto e spaccare i capelli in quattro mentre ci sfugge la testa tra le mani), ecco la disputa tra alcune Associazioni cittadine ed il Comune sul nome da dare al Teatro e la contestazione della nuova facciata "che proprio così non va bene", seguita dall'invito al Sindaco di far ripristinare quelle quattro colonne che fino a ieri l'altro aborrivano profondamente perché "cafone". Naturalmente ci auguriamo che gli eventi smentiscano da subito queste nostre non allegre note conclusive della Stagione Teatrale perché, facendo nostro quanto scrive il Sindaco sul depliant de "Il Teatro a Caserta", Caserta non può aspettare ancora dopo una emergenza ininterrotta da metà degli anni Ottanta.

Luigi De Filippo

 

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