Toni
Servillo affronta da regista e interprete il Tartufo di
Molière, dopo la messinscena de Il
Misantropo e de Le false
confidenze di Marivaux.
“Tre opere in cui individuo come protagonisti tre giovani – scrive in
una nota Servillo - e il
racconto del loro rapporto con la società. I due testi di Molière, poi,
sembrano nascere l’uno dall’altro: l’Alceste del Misantropo è un
giovane rabbioso di sincerità, calato in un mondo ipocrita e ciarliero.
Lo stesso mondo permette a
quelli, come Tartufo, di vivere e prosperare in un clima di ipocrisia,
carezzata e sfruttata per il raggiungimenti di
fini personali. Alceste urla, ama, combatte. Tartufo finge,
desidera, minaccia”. Strade
diverse per condurre la propria giovinezza, scaturiti dalla fervida
immaginazione di autori omai appartenenti alla storia della nostra civiltà,
eppure tanto attuali e capaci di riassumere comportamenti e intenzioni del
nostro tempo. “Quei due differenti modi di vivere un’età della vita
- sottolinea Servillo - si riflettono ancora oggi in maniera così
chiara nelle nostre esperienze da costituire per me tutto il fascino di
queste messe in scena”.
Servillo,
insieme a Daniele Spisa, disegna per lo spettacolo un’ inusuale spazio
di rappresentazione: su un palco di teatro, naturalmente, che in questo
caso accoglie però, tra le scene e gli interpreti,
anche il pubblico disposto su due gradinate a destra e a sinistra
di una pedana centrale. Qui si sviluppa la vicenda di Orgone (interpretato
dallo stesso Toni Servillo), il patriarca, irretito dai modi garbati che
abilmente celano la profonda ipocrisia del giovane Tartufo (Peppino
Mazzotta), un social climber, un arrampicatore sociale ante
litteram che fingendo abilmente sentimenti profondi lo convince ad
offrirgli tutto il suo patrimonio e in più la mano della figlia Marianna
(Monica Nappo). Solo l’intervento della moglie Elvira (Licia Maglietta)
smaschera le vere intenzioni di Tartufo. In scena, oltre a Toni Servillo,
Licia Maglietta, Peppino Mazzotta, Monica Nappo, a ricoprire gli altri
ruoli Mariella Lo Sardo, Tony
Laudadio, Enrico Ianniello,
Andrea Renzi, Teresa Saponangelo, Roberto De Francesco, Antonio Marfella.
I costumi sono di Ortensia De Francesco, il disegno luci di Pasquale Mari,
il suono di Daghi Rondanini.
Al
Teatro Storchi di Modena (Largo Garibaldi) dal 6 al 10
febbraio. Orario spettacoli: 21.00 (Giovedì 7, venerdì 8 e domenica 10,
doppio spettacolo, ore 15 e ore 21.00). Info: tel. 059 223783
oppure www.emiliaromagnateatro.com
Dopo
le recite allo Storchi, lo spettacolo sarà in tournée : al
Piccolo/Teatro Studio di Milano (dal 13 al 20 febbraio); al Teatro
Nuovo di Torino (dal 22 al 25 febbraio); al Teatro Comunale
di Ferrara (dal 27 febbraio al 3 marzo 2002). Info Teatri Uniti
tel. 081 412875, http://digilander.iol.it/temacomunicazione o ancora www.teatriuniti.net.
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Toni
Servillo, Peppino Mazzotta e Licia Maglietta
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