Le prove
Santa Maria C.V, 22 Marzo 2001. Quante
delicate emozioni ha offerto lo spettacolo “La Notte di San Donnino”,
presentato il 22 e 23 Marzo al Teatro Garibaldi di Santa Maria C.V., sulla
infanzia di Giuseppe Verdi. Prima
dello spettacolo incontro i quattro animatori - attori - cantanti del
Teatro Gioco Vita, durante una pausa delle prove in cui stanno mettendo a
punto tutte le posizioni di luci e ombre (create da Sergio Bernasani, che
dello spettacolo é anche scenografo e fonico).
Fabrizio Matteini mi chiarisce:“’La Notte di San Donnino’ è una
Operina Musicale, in cui concorrono tante forme artistiche (canto,
animazione di ombre, recitazione ), ed è consigliato per un pubblico dagli
8 ai 90 anni. Sono immagini oniriche, quadri musicali, che piacciono a
gente di ogni età. La storia è molto semplice, ma può essere letta a
differenti livelli: ad esempio la zingara Azucena che accompagna il piccolo
Giuseppe nel viaggio nel mondo degli zingari è la metafora della scoperta
del dionisiaco mondo della fantasia e del caos. E’
chiaro che poiché dell’infanzia di Verdi non si sa quasi niente, molte
situazioni sono inventate o ispirate alle sue opere. Non mancano però
elementi biografici, come il parroco Don Giulio o il regalo di una spinetta
al compleanno di Giuseppe."
Un ritmo ‘da orologio’ (ottima la regia
di Fabrizio Montecchi) scandisce le scene della vita del piccolo Giuseppe
Verdi, protagonista in “La notte di San Donnino”, attraverso l’uso di
molteplici fari che proiettano le grandi ombre delle sagome animate
in scena sui molteplici piani di proiezione. I vari quadri, più onirici e
d’invenzione che realmente biografici, scandiscono la fine della
fanciullezza del piccolo Giuseppe, la scoperta della sua passione per la
musica e per una ragazza (Azucena) e il suo mondo di zingari.
Margherita
Cazzuffi anima il piccolo Giuseppe, a cui presta una credibilissima voce di bimbo.
“Ci abbiamo
messo molto tempo per accettare l’idea che un bimbo fosse rappresentato
da una ragazza, ma Margherita nel provino è stata così brava che non
abbiamo potuto farne a meno” racconta Massimo Albarello, da molti
anni animatore del Teatro Gioco Vita, compagnia nata a Piacenza circa 20
anni fa e specializzata in “teatro delle ombre”.
Gli attori
I quattro ragazzi hanno in comune un grande
e contagioso sorriso, lo stesso che li accompagna mentre improvvisano,
divertiti, una sorta di autopresentazione per “Caserta Musica & Arte”.
Fabrizio Matteini:
“Ho fatto la scuola del teatro Stabile di Genova per alcuni anni, in cui
ho lavorato in modo continuato. Poi ho collaborato col “Teatro della
Tosse”, il “Teatro del Fuoco” a Napoli, il Teatro dell’Elfo ed
altri. Per metter su l’opera che vedrai stasera, abbiamo fatto due mesi
di prova a partire dal 7 Gennaio di quest’anno.”
Margherita
Cazzuffi: “Sono di Como,
recito canto e animo le sagome. Stasera sarò il piccolo Giuseppe Verdi a
dieci anni, a cui darò la voce. Ho frequentato l’accademia dei
filodrammatici di Milano, e sono una cantante professionista. Ho vinto il
festival di Castrocaro nel ’90, sono cantautrice, e ho inciso un mio
disco nel ’94. Sono anche stata corista per Vecchioni, Baccini, Neffa ed
altri cantanti."
Serena Bandoli:
“In questa opera animo Azucena, la giovane zingara di cui si innamora il
piccolo Giuseppe Verdi, e sarò anche la mamma del piccolo Giuseppe. Sono
cantante professionista e organizzatrice teatrale, ma non mi capita spesso
di recitare. Ho inciso un mio lavoro discografico, e lavorato col Ravenna
Teatro. Mi piace ricordare che ieri sera per caso siamo andati a cena nel
pub “Il Crostone” di Capua, e abbiamo finito per cantare insieme al
pianista del locale, ci siamo divertiti un mondo.
Emilio:
Caspita, allora la vera notizia è “Trionfale debutto del Teatro Gioco
Vita al ‘Crostone’ di Capua.”
Serena:
Ha ha! Accidenti, che titolo pomposo.
Massimo Albarello:
Sono danzatore, e da dieci anni sono nel teatro Gioco Vita. Nello
spettacolo animo Graci, il fidanzato di Azucena. E poi il parroco di
Roncole, Don Giulio. Lo spettacolo è stato inizialmente concepito due anni
fa, e ci ha messo due anni di progetto, scrittura e ripensamenti per aver
vita. Nello stile della nostra compagnia, quest’opera usa mezzi del
teatro, della danza e della musica.
Emilio: C’è
in Italia una scuola di Teatro delle Ombre” per imparare l’arte della
animazione con le ombre?
Serena:
No, non c’è. Abbiamo avuto Massimo come insegnante, che per due mesi ci
ha insegnato questa arte meravigliosa. E lui stesso ha imparato questa arte
“sul campo”.
Lo spettacolo
La sera è il momento dello spettacolo: cala
il buio in sala, e colorati raggi di luce riflettono sul grosso telone le
affollate sagome di una fanfara, una processione e poi di un campo di
zingari, a cui prestano voce, corpo e sentimento quattro bravissimi
artisti, che sanno contemporaneamente cantare, recitare, proiettare ombre
di piccoli intensi personaggi su grandi stendardi retroilluminati. E’ un
teatro davvero “multimediale” quello proposto dai ragazzi del Teatro
Gioco Vita, che hanno saputo incantarci, complici anche le intense e
delicate musiche degli Avion Travel. Belle le loro voci, perfetti i tempi,
meritati gli applausi.
Tra gli spettatori è presente Fausto
Mesolella, quarantotto anni portati benissimo “perché sono un fortunato,
a poter ricevere così tante soddisfazioni che mi fanno continuamente star
bene”, chitarrista, autore e membro degli Avion. Le musiche e le
animazioni sono riuscite addirittura a tener buoni la sua piccola Gaia, di
4 mesi, e il mio piccolo Lorenzo, di 5 mesi. Potenza dell’Arte.
Fausto Mesolella:
“Noi Avion Travel abbiamo composto molte musiche separatamente, puoi
riconoscere nei miei brani uno stile più vicino al rock, mentre ad esempio
D’Argenzio e Tronco hanno musicato alcune scene più gioiose come quelle
per la Banda del Paese o della nascita del piccolo Giuseppe. Alcuni brani
giacevano già da tempo nel cassetto, e alcune melodie le abbiamo poi
adattate alle voci dei protagonisti, che sono bravissimi”.
La musica è un fondamentale elemento
narrativo dello spettacolo, e molti casertani sono stati attirati proprio
dal nome degli Avion Travel quali autori della colonna sonora.
Fausto Mesolella:
“Vedi, il fatto che noi casertani non possiamo presentare uno spettacolo
così bello anche nel teatro Comunale di Caserta, chiuso da vent’anni,
segna una grande sconfitta. Io intanto, spinto dalla bravura dei ragazzi
del teatro Gioco Vita, sto sognando uno spettacolo musicale su un altro
zingaro, il famoso chitarrista Django Reinhardt, la cui vita è un vero
romanzo. E sarebbe bello se noi Avion Travel potessimo eseguire dal vivo la
colonna sonora, accompagnando in tour la compagnia teatrale”
Articolo
e fotografie di E. Di Donato / "Caserta Musica & Arte"
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Scene dallo spettacolo
Sergio
Bernasani, scenografo e curatore delle luci |