Caserta, Domenica 11 Marzo
2001.
Questa è proprio una stagione teatrale un po’ speciale.A febbraio ci fu
l’annullamento dello spettacolo “Come tu mi vuoi” con Elena Sofia
Ricci e lo scorso fine settimana c’è stato l’annullamento dello
spettacolo di Moni Ovadia “Mame-mama-mamme-mamma-mamà” per
sopraggiunti imprevisti tecnici, ovvero, come ha spiegato lo stesso Moni
Ovadia, perché il teatro Duel non poteva sopportare il peso della
scenografia dello spettacolo!
E
così lo spettacolo “sulla mamma”, “sul crepuscolo della mamma”,
è stato sostituito dalla rappresentazione ”Altrove. Canti e
musiche dall’esilio”, dello stesso Moni Ovadia e del
Theaterorchestra presentato dal Crt Artificio di Milano.
Non conosco il lavoro di
Moni Ovaia che era in cartellone né quale sarebbe stata l’interpretazione
dello stesso attore-cantore in esso. E’ certo che in “Altrove”,
per due ore, Moni Ovadia ha cantato, pianto, pregato, saltellato, ballato,
imprecato, sussurrato, gridato, fischiato, alternando canzoni tragiche a
barzellette sugli ebrei, lui ebreo bulgaro di grosso spessore, e canzoni
gioiose a brevi racconti tragici o malinconici connessi alla lunga e
penosa Diaspora ebraica. E, nonostante che le canzoni fossero in Yiddish -
lingua ebraica basata su un dialetto alto tedesco, ancora oggi parlato in
diversi paesi con varietà dialettali locali (Bielorussia, Estonia,
Lituania, Polonia, Ucraina, Romania, Bulgaria, Turchia, Russia, Stati
Uniti, etc)- anche noi abbiamo cantato, pianto, pregato, imprecato per due
ore, accompagnati dai suoni a volte struggenti e a volte amari, quando
dolci e quando allegri, ma sempre trascinanti, della Theater orchestra
formata da undici solisti d’eccezione, oltre alla brava cantante Lee
Colbert: Luca Bonvini col bombardino, Gianni Cannata col contrabbasso,
Amerigo Daveri col violoncello, Vladimir Denissenkov col bajan, Cosimo
Gallotta colla chitarra, Janos Hasur con il violino, Aleksandar Karlic con
plettri e percussioni, Massimo Marcer con la tromba, Patrick Novara con
oboe e clarinetto, Vincenzo Pasquariello al pianoforte ed Emilio Vallorani
col flauto.
Il repertorio (Di Silberne
Rasene, Der Rebbe Elimelek, Di Grine Kusine, Yiddish Tango, Danijuva Mama,
Trello, Avreiml der Marviker, El Mole Rahmin, Phisema, Faccine, Yoshke
Yoshke, Cintec de Dragoste, Zogt Nit Kain Mol, Blues, Mame Meig, Friling,
Rumenia) ha abbracciato canti e ritmi degli ultimi due secoli sia dell’Est
Europa sia delle Americhe, fatti propri e rielaborati dalla cultura
ebraica.
Non sono stato il solo ad
aver compreso maggiormente l’anima e la cultura ebraica grazie ai “Canti
e musiche dall’esilio” di Moni Ovadia, spettacolo che meritava un
pubblico ben più numeroso.
© "Caserta
Musica & Arte" |
Biografia
di Moni Ovadia
Moni Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraica.
Studia a Milano dove si laurea in Scienze Politiche e incomincia la sua
attività artistica come cantante e musicista nel gruppo dell' Almanacco
Popolare sotto la guida dell'etnomusicologo Roberto Leydi. Nel 1972 fonda
e dirige il Gruppo Folk Intemazionale che si dedica allo studio della
musica tradizionale di vari paesi, in particolare dell'area Balcanica. Nel
1978 il gruppo cambia struttura e diventa "Ensemble Havadià",
dedicandosi a musiche di propria composizione.
Il lavoro teatrale vero e
proprio inizia nel 1984 quando avvia una serie di collaborazioni con
numerose personalità teatrali tra cui Pier'Alli, Bolek Polivka, Tadeusz
Kantor, Giorgio Marini, Franco Parenti.
E proprio con il Teatro Franco Parenti crea, in collaborazione con Mara
Cantoni, lo spettacolo Dalla Sabbia dal tempo in occasione del Festival di
Cultura Ebraica nel 1987. E' questa per Moni Ovadia l'occasione di fondere
le proprie esperienze di attore e di musicista,dando vita alla poposta di
un "teatro musicale" Iungo il quale ancora oggi opera la sua
ricerca espressiva.
Nel '90 fonda la
TheaterOrchestra e inizia a lavorare stabilmente con il CRT Artificio di
Milano che produce lo spettacolo Golem
messo in scena con la collaborazione di Daniele Abbado. Dopo il debutto al
Petrucelli di Bari viene presentato con successo a Milano, Roma, Berlino,
Parigi e New York.
Ma è con Oylem Goylem , una creazione
di teatro musicale in forma di cabaret, che Ovadia si impone
all'attenzione del grande pubblico. Sempre con Mara Cantoni dà vita nel
gennaio del l995 a Dybbuk , spettacolo
sulla Shoah che viene accolto come uno degli eventi più importanti della
stagione teatrale.
Sempre nello stesso anno
con Pamela Villoresi, che ne firma anche la regia, debutta con lo
spettacolo Taibele e il suo demone ,
una coproduzione Piccolo Teatro di Milano. Rinnovando la collaborazione
con il Piccolo Teatro e con Mara Cantoni, nel febbraio '96 dà vita allo
spettacolo Ballata di fine millennio ,
grandissimo successo di critica e di pubblico e un'impegnativa tournée
nelle principali città italiane.
Nel 1994 inizia il
sodalizio artistico con Roberto Andò debuttando nell'opera multimediale Frammenti
sull'Apocalisse di Daniele Abbado, Nicola Sani e dello
stesso Andò presentato al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, e in forma di
spettacolo al Festival Roma Europa nel giugno 1995. Nel febbraio 1995
nasce Diario ironico dall'esilio scritto
a due mani con Roberto Andò e coprodotto dal Teatro Biondo Stabile di
Palermo. Partecipa insieme all'attore tedesco Bruno Ganz al primo
lungometraggio di Andò Diario senza date (Diary with no dates),
presentato alla 51° Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Finestra
sulle immagini. Da non dimenticare nell'89 Progetto Ritsos Delfi Cantata,
ispirato al poeta greco Ghiannis Ritsos con le musiche di Piero Milesi e
ripreso nel 1994 in una nuova edizione per Suoni e Visioni. Per le
Orestiadi di Gibellina del 1993, a memoria del venticinquennale del
terremoto che distrusse la valle del Belice, costruisce con la
collaborazione di Studio Azzurro e le musiche di Alfredo Lacosegliaz Ultima
forma di libertà, il silenzio ambientato
sull'inquietante scenario del Cretto di Burri. Sempre per il Festival di
Gibellina del 1996 presenta lo spettacolo evento Pallida madre tenera
sorella con la regia di Piero Maccarinelli. Nel 1997 mette in scena Il
caso Kafka , scritto a quattro mani con Roberto Andò e diretto
dallo stesso Andò. Realizza poi, di nuovo come regista, nel 1998 Mame,
Mamele, Mama, Mame, Mamma, Mamà , spettacolo che è tutt'ora
in tournée in Italia.
Per il cinema presta il suo volto partecipando a Caro Diario di
Nanni Moretti e, con il ruolo di coprotagonista a Facciamo Paradiso
di Mario Monicelli. Grande successo la serie radiofonica per RAI 2 nella
primavera del 1994 Note Spettinate, di cui anche conduttore,
rinnovando la collaborazione con Mara Cantoni. Nel luglio '95 gli viene
conferito dal sindaco di Firenze il "Sigillo per la pace".
Premio speciale UBU 1996 per la sperimentazioni su teatro e musica. Sempre
nel 1996 pubblica per Bompiani il libro "Perchè no?" che entra
nelle classifiche dei libri più venduti. Nel 1998 sono stati pubblicati
l'autobiografia "Speriamo che tenga" (Mondadori) e l'antologia
"L'ebreo che ride" (Einaudi). |