Napoli,
14 Febbraio 2001. Sembra quasi che Canessa e Maier, rispettivamente
Sovrintendente e Direttore artistico al Teatro di san Carlo di Napoli,
abbiano formulato la programmazione di questo primo scorcio di
stagione con il calendario alla mano per rispettare il susseguirsi delle
ricorrenze.
Così
in questa quindicina di febbraio, in cui cade san Valentino, “Il marito
disperato” di Cimarosa ha tratteggiato con virtuosismo settecentesco
l’amore coniugale e le difficoltà per conservarlo o rinvigorirlo e, subito
dopo, “Il sogno di una notte d’estate” di Britten,
sempre in bilico tra il mondo della fiaba e quello ugualmente magico
dell’amore giovanile.
“A
Midsummer night’s Dream” ovvero “Sogno di una notte d’estate”
è la commedia shakespeariana più
frequentemente rappresentata ed ha ispirato anche numerose opere liriche,
alcuni balletti nonché opere pittoriche e musiche di scena, fra cui
famosissime, tra queste, quelle di Mendelssohn che comprendono anche la
celebre Marcia nuziale, quasi immancabile durante la celebrazione e/o
la festa matrimoniale.
Anche
Benjamin Britten si è ispirato alla bella commedia shakespeariana e la sua
mano è stata felicissima tanto che la sua opera è probabilmente la più
popolare tra le versioni musicali della commedia, oltre che una tra le più
fedeli all’originale.
Britten
svolge con linguaggio suggestivo ed originale, sempre caratterizzato da abile
eleganza, il tema dell’amore giovanile con le sue zone buie e con le sue
armonie faticosamente conquistate.
Quella
di Britten é una favola, misteriosa come le fiabe della notte, leggera,
ironica, lieve, godibilissima. Come all’inizio del terzo atto, in cui i rustici Comici
mettono in scena (teatro nel teatro) la storia di Piramo e Tisbe. Britten ci
scherza su, con una parodia dell’opera belcantistica italiana, con
risultati divertenti e gradevolissimi. Ma tutta l’opera è diffusa di
grazia e amore per il racconto e la fiaba.
La
direzione dell’orchestra di Steuart Bedford è stata più volte
applaudita; la regia di Paul Curran ha puntato a mettere a fuoco la
trama e non i dettagli
spettacolari. Gli interpreti (Lilion Watson-Tytania; Brian Asawa-Obero;; Erla
Kollaku-Helena; Claudia Nicole Bandiera-Hermia e i piccoli, deliziosi elfi)
hanno sostenuto la scena con grande bravura per tre ore di gioioso
spettacolo.
La
trama
L’opera
si articola su quattro gruppi di personaggi: la corte di Atene con Teseo ed
Ippolita di cui si stanno
celebrando le nozze; un quartetto di innamorati separati da bisticci,
malintesi e competizioni; un gruppo di buffi artigiani che prepara una
rappresentazione di Piramo e Tisbe per le feste nuziali; il mondo
delle fate con Oberon, re degli elfi, in lite con Tytania; il folletto Punk,
volenteroso ma capace solo di fare guai. Difatti gli incantesimi di Punk
provocano i più assurdi accoppiamenti (la stessa Tytania con l’artigiano
Bottom mutato in asino; variazioni di amori tra i componenti il quartetto
degli innamorati) fino a che, allo spuntar del giorno, Oberon non riesce a
ristabilire, magicamente, l’armonia giusta tra le persone giuste.
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Bottom, mutato in asino, con Tytania (Lilion Watson)
benjamin Britten
William Shakespeare
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