Luigi De Filippo in "Un ragazzo di campagna"
di Peppino De Filippo
Al Teatro Izzo - 17 Dicembre
2000
di Lorenzo Di Donato
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Secondo appuntamento al teatro Izzo per la stagione teatrale 2000/2001 "Il Teatro a Caserta" nei giorni 16 e 17 della settimana appena trascorsa. Luigi De Filippo, con la sua compagnia teatrale "I due della città del Sole", ha presentato la commedia di Peppino De Filippo "Un ragazzo di campagna", firmandone anche la regia.
Questa commedia non è certamente tra le migliori di Peppino che, dopo una lunga attività teatrale con il fratello Eduardo e la sorella Titina, formò una sua propria compagnia, recitando in dialetto ed in lingua copioni suoi ( forse il più famoso è "Non è vero ... ma ci credo") ed opere di
Molière, Pirandello e Goldoni.
Luigi De Filippo oltre a mettere in scena lavori di Molière e di
Pirandello, recita le commedie del padre Peppino: é quindi figlio d'arte oltre che attore di notevole talento.
La commedia rappresentata la scorsa settimana al teatro Izzo da Luigi De Filippo, è incentrata su una visione particolare del matrimonio, con un tema svolto a senso unico, "un
teorema", come si direbbe oggi: il matrimonio è solo una unione di interessi, mentre gli affetti e l'amore hanno possibilità di svilupparsi e consolidarsi solo al di fuori di esso. E il "teorema" è dimostrato dalle diatribe ed alterchi continui tra coniugi che sembrano solo intenti a cornificarsi reciprocamente: non è presentata alcuna coppia di coniugi capaci di vivere in armonia tra loro.
La debolezza della commedia è anche nella scarsa importanza data ai personaggi minori, a volte solo povere macchiette. Comunque buona l'interpretazione di Luigi De Filippo nel ruolo del grossolano Giorgio e valida ed incisiva Clara Bindi nella parte della sua spregiudicata moglie, mai dimentica di essere stata una "ballerina" a Tunisi.
Il prossimo appuntamento è al Teatro Duel , in via Borsellino, con Monica Guerritore in "Madame
Bovary" di Gustave Flaubert e regia di Giancarlo Sepe, martedì 9 e mercoledì 10 gennaio 2001, alle ore 21. |
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Peppino
De Filippo
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