Napoli. Giovedì 4
Maggio. E’
proprio vincente il balletto “Filumena Marturano” tratta liberamente
dall’omonima commedia di Eduardo De Filippo da Beppe Menegatti
con musiche di Nino Rota, divenuto leggendario per le colonne
sonore dei più celebri film di Federico Fellini.
Lo
spettacolo è vincente per la grazia, la consumata esperienza, la dolorosa
partecipazione femminile al dramma (“non sono Titina, ma ho provato le
stesse sensazioni”), la lievità della danza che fanno sempre più
somigliare Carla Fracci ad
una lievissima farfalla.
E’
stata quindi felice l’assegnazione alla diafana Fracci del “Premio
Vanvitelli” alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione a
Caserta, premio assegnato lo scorso anno a Riccardo Muti.
L’assenza
del Soprintendente ha dato la stura a pettegolezzi inutili e dannosi per
la buona immagine di Caserta, che, nonostante tutto e tutti, riesce a
consolidarsi sempre più.
Nella
motivazione dell’assegnazione del premio (“esempio di perfetta armonia
tra l’etica, l’arte, la vita”; “la danza, il gesto, quali
espressioni di una tecnica, diventano arte”) c’è anche la motivazione
del successo di “Filumena Maturano”, che ancora si replica al San
Carlo di Napoli.
I
quadri del balletto si aprono sulla fine della rappresentazione della
commedia per subito seguire, sull’onda dei ricordi, i bassi della
fanciullezza subito triste perché “venduta” appena signorinella; poi
la vita nel postribolo; quindi la conoscenza di Soriano e le gravidanze;
la burrascosa convivenza con Soriano; il sovrintendere agli affari di
Soriano; l’infatuazione del Soriano per la sciantosa; la finzione della
morte di Filumena ed il matrimonio; la presentazione dei figli e
l’accettazione che “i figli sò figli”.
Il
bravissimo Mauro Gioia ha sottolineato col canto, quasi sempre triste e
drammatico, struggente e coinvolgente, alcuni quadri del balletto:
applauditissimo in “nu’ cardillo” e “munasterio ‘e santa
Chiara”.
Al
termine applausi calorosi per tutti in una continua pioggia di fiori.
Accanto alla Fracci
c'è
il ballerino Stephane Fournial, nella parte di Domenico Soriano. La
coreografia è di Luc Bouy, mentre
le musiche sono di Nino Rota, divenuto leggendario per le colonne sonore
dei più celebri film di Federico Fellini
L'opera
Il balletto “Filumena Maturano” è
liberamente tratto dall’omonima commedia di
Eduardo De Filippo, presentata a teatro nel 1946, ridotta poi a film con
l’interpretazione di Eduardo nel 1951 e finalmente a balletto nel 1977 e
rappresentato nel Teatro Tenda.
Ed il san Carlo di
Napoli non poteva commemorare e festeggiare
meglio i cento anni dalla nascita del grande Eduardo ( il 24
maggio) , includendo nella “Stagione 2000”
questo balletto che ha una
interprete tanto eccezionale che, dopo la prima rappresentazione
del 1977, fece scrivere ad Eduardo: <Adesso meravigliosa Carla, dopo la
tua “Filumena”, ti voglio
bene pure come sorella>. La Fracci era stata ospite, anni prima, di
Eduardo a Li Galli e, durante quella permanenza, si erano scambiati
opinioni sui loro rispettivi teatri, con reciproco arricchimento
artistico.
Il
balletto è costruito per quadri che si
susseguono in una successione temporale ciclica:
da un tetro napoletano del 1945 si passa al vicolo del 1925 che
vide l’infanzia amara di Filumena. Poi la scena si sposta in una casa di
tolleranza dove Filumena incontra Domenico. A seguire le scene della finta
morte, dell’apparizione dei tre figli di Filumena, di cui uno solo di
Domenico Soriano, quindi alla vestizione della sposa, ambientate
nuovamente nel 1945, nel teatro da cui era partita l’azione scenica.
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