Michele Placido in "Beffe della vita e della morte" - tratto dal racconto "La carriola" (I° atto) e dall'atto unico "L'uomo dal fiore in bocca" (2° atto) - ha dato una ulteriore lezione di recitazione, anche affrontando due testi ostici, il primo dei quali un racconto di
Pirandello, difficilissimo da rendere sulla scena.
Certamente più incisiva è stata la resa scenica de "L'uomo dal fiore in bocca" pur risultando addolcita la disperazione del "condannato a morte" da un epitelioma in bocca.
Senz'altro positiva l'incontro tra pubblico ed attori al termine dello spettacolo di domenica 13 febbraio al Teatro
Izzo, allorchè Michele Placido, dopo aver rivolto parole di apprezzamento al pubblico presente per aver avuto un comportamento capace di "sciogliere" gli attori, ha raccontao il suo incontro, 10 anni fa, con il bravissimo Nino
Bellomo, siciliano amante della sua Sicilia, che a settantotto anni gli è stato ottima spalla. Nino Bellomo ha parlato di esser stato strappato dalla sua Sicilia e dal suo lavoro di dirigente INPS dalle affettuose insistenze di Michele Placido, dell'amore di Pirandello per la sua Sicilia, dell'amore che lui ha per la sua Agrigento, che festeggia il mandorlo in fiore, ed ha dedicato ad un giovane amico di Caserta la lirica "Ritorno" di
Pirandello, recitandola con commossa partecipazione di siciliano lontano, oggi, dalla sua terra.
Meritati gli applausi finali rivoldi a Michel Placido ed a Nino Bellomo dopo questo inaspettato finale.
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