Archivio dei musicisti e gruppi casertani

Pasquale D'Aiello
chitarra 

Intervista e foto di Dario Crocetta

 

 

 

Pasquale d’Aiello è da decenni conosciutissimo a Caserta: vuoi per il fatto che il suo negozio, Best Music, rappresenta oramai per tutti un punto di riferimento per ogni novità in fatto di strumenti musicali, vuoi per la possibilità di incontrare spesso e volentieri musicisti anche importanti per discutere, farsi due chiacchiere. Soprattutto, però, Pasquale è un ottimo chitarrista, dal bellissimo tocco e dallo stile solare e avvincente.


Chi scrive lo ha sentito suonare in tantissime occasioni, vedendolo dimostrare ai clienti di turno, sempre con grandissima disponibilità, chitarre ed amplificatori di ogni tipo, sciorinando tutto lo scibile chitarristico degli ultimi 40 anni passando con disinvoltura da Van Halen a Wes Montgomery, con qualche puntatina a Larry Carlton (sua grandissima passione) passando per i vari SRV, Henderson, Benson ma anche Steve Vai, Satriani etc etc…Tutto sempre con grandissima personalità e competenza.


Lo abbiamo incontrato una mattina di settembre nel suo negozio, cogliendo l’occasione per fargli qualche domanda e sapere qualcosa di più su di lui…


D. Crocetta: Come hai iniziato a suonare la chitarra?
P. D'Aiello: Ho iniziato come tutti per caso, ma molto tardi: avevo già 18 anni!
Rimasi colpito un giorno, sentendo due ragazzi che, armati di chitarra acustica, improvvisavano un blues, così decisi di cominciare a suonare anche io.
Purtroppo ai miei tempi non era facile come oggi anche solo procurarsi una chitarra: esisteva solo un negozio a Caserta e non c’erano maestri a cui rivolgersi per qualche lezione. Così, mi feci prestare una 6 corde da un amico e cominciai a imparare i primi giri armonici.
Ben presto approfondii sempre di più la passione, cercando di imparare, un po’ come tutti, sia dai dischi dei grandi della chitarra, che dai tantissimi chitarristi di talento che c’erano a Caserta (tra cui Lello Panico, Max Gaudio, Emilio Di Donato, Tullio Pizzorno…).
 

D. Crocetta: Qual è stato il tuo primo gruppo?
P. D'Aiello: La mia prima band si chiamava “Strato”, era composta da me, Emilio Di Donato al basso, Tullio Pizzorno alla chitarra e Stefano De Blasio alla batteria. Ricordo che provavo una profonda stima nei confronti di Tullio Pizzorno, che già all’epoca era un chitarrista di gran talento, da cui cercavo di imparare i trucchi della chitarra. La cosa sorprendente era che mentre noi facevamo una fatica enorme per imparare nuovi brani (Police, Dire Straits, Pink Floyd e Deep Purple vari..), per lui invece sembrava sempre tutto semplicissimo. Era davvero stimolante suonare insieme!


D. Crocetta: Come hai cominciato a lavorare professionalmente?
P. D'Aiello: Beh, innanzitutto, ho dovuto studiare davvero duramente, anche 8 ore al giorno, per raggiungere i livelli tecnici a cui aspiravo. Questo mi fece migliorare notevolmente, permettendomi di entrare finalmente nei circuiti della musica live locale. Feci così un provino per una nota band dell’epoca chiamata “Milk&Coffee”, che suonava disco music. Fui subito preso e facemmo una tourneè estiva di 40 date circa, in giro per l’Italia, facendo così tantissima esperienza di palco e migliorando ulteriormente. Successivamente fui così chiamato a suonare per Ivan Cattaneo, che all’epoca era popolarissimo. Anche con lui girai l’Italia in tour..Gia all’epoca usavo una Stratocaster del ’79 che posseggo tutt’ora e a cui sono molto affezionato. Oggi suono prevalentemente con una strat del 1980 dal suono stupendo, nonostante abbia un bel po’ di difetti tecnico-costruttivi. In definitiva mi considero un fenderiano anche se amo le Gibson (soprattutto le semiacustiche).


D. Crocetta: Come mai quindi la decisione di aprire un negozio?
P. D'Aiello: Beh, ad un certo punto mi trovai ad un bivio, scegliere se continuare a fare il musicista o optare per una vita “normale”. All’epoca avevo già 30 anni e le prospettive musicali non davano molta sicurezza, soprattutto economica: come ben saprai il mestiere del musicista è fatto di alti e bassi e se vuoi crearti una famiglia devi garantirgli una certa stabilità.
Così decisi di abbandonare la carriera di session man restando però nell’ambito musicale, aprendo quindi un negozio. Da quel momento ho cominciato a vendere strumenti e dare lezioni cercando di trasmettere tutto quello che sapevo.


D. Crocetta: Tu hai avuto molti allievi in questi anni, alcuni anche molto bravi, ce ne vuoi parlare?
P. D'Aiello: In campo didattico ho avuto tantissime belle soddisfazioni! Molti miei allievi di talento sono poi emersi creandosi una buona reputazione. Mi piace pensare che anche grazie ai miei input questi musicisti siano poi riusciti a trovare una propria dimensione. Questo è confortato dalle frequenti visite di ex allievi che a distanza di anni, mi ringraziano ancora per quello che gli ho insegnato. Cito con piacere fra i tanti, Elvezio Fortunato, oggi chitarrista nell’orchestra di Demo Morselli, che quando venne qui a soli 14 anni dimostrava già un grandissimo talento. Ricordo ancora la sua tenacia, la voglia di emergere e di andare via da Caserta, una città che purtroppo musicalmente parlando, offre pochissimo ai tanti talenti che ci sono.


D. Crocetta: Sappiamo che ti occupi anche di liuteria…
P. D'Aiello: Beh, nel corso degli anni la mia passione per lo strumento mi ha portato ad approfondire le tematiche della liuteria, cercando quindi, attraverso vari esperimenti (più o meno fortunati!), di imparare il più possibile sulla regolazione e la riparazione di strumenti, soprattutto elettrici, arrivando anche a costruire bassi e chitarre, appagando la mia innata curiosità che mi spinge a capire e a studiare le materie da cui sono stimolato.


D. Crocetta: Ultima domanda: tu che hai attraversato varie generazioni ed hai conosciuto tantissimi musicisti casertani, come vedi la generazione attuale?
P. D'Aiello: Essendo titolare da più di 15 anni di un negozio di strumenti musicali, in questo periodo ho avuto la possibilità di osservare la nascita e l’evoluzione di tanti talenti locali.
Mi spiace dire che tantissimi ragazzi oggi sprecano il loro potenziale copiando gli eroi chitarristici di turno e tralasciando invece aspetti importantissimi della musica e dello strumento come l’originalita e l’espressione. Infatti, quando ascolto questi pur bravi chitarristi, non riesco a distinguere il loro stile perché non si discostano dai loro idoli.
Spesso mi capita di ricevere complimenti da clienti che dicono che tra le mie mani qualsiasi strumento, anche di bassissima qualità, suona benissimo. Questa cosa mi fa sempre sorridere perché in realtà è proprio il tocco che distingue un musicista dall’altro. Non mi stancherò mai di consigliare ai giovani di lavorare sul suono, sulla scelta delle note cercando di tirare fuori la propria personalità..

Beh, l’intervista finisce qua. Pasquale imbraccia la chitarra e intona un bel blues ”A proposito Dario, l’hai sentito l’ultimo di Scott Henderson? CHE ANIMALE!”.
E intanto la chitarra urla!


10 DISCHI PREFERITI:
1- Larry Carlton – Room 335
2 - Scott Henderson – Uno qualsiasi (sono tutti bellissimi!)
3 - Allan Holdsworth – Metal Fatigue
4 - Donald Fagen – Nightfly
5 - Stevie Ray Vaughan – Texas Flood
6 – Robben Ford - Talk to your Daughter
7 – Pink Floyd – Dark Side of the Moon
8 – Dire Straits – Sultans of Swing
9 – George Benson – Weekend in L.A. Live
10 – Jeff Back – Who else?

Aggiornato il 14/09/06

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Pasquale d'Aiello

 

Fotografie di Dario Crocetta /

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