Archivio dei musicisti e gruppi casertani

One Hundred Club
post punk group 

100Club-1.jpg (17040 byte)
Gli One Hundred Club in una foto del settembre 86. Da sinistra:
Massimo Pieri: chitarra
Sergio Buzzone: batteria
Davide del Vaglio: basso
Daniele Landolfi: voce

genere:post punk
attività:dal 1982 al 1993

Scheda a cura di: Massimo Pieri, Emilio Di Donato, Nicola Di Caprio

nella foto: concerto al Jazzy (CE), Aprile 91

Nicola Di Caprio: "Il gruppo dei 100 Club nacque per scherzo in quanto io ed Agostino (che,  insieme a del Vaglio suonavamo con i Countdown, fino a quando gli Avion non  me li soffiarono) decidemmo che per il solo fatto che Landolfi fosse il solo  punk praticante di Caserta avrebbe dovuto cantare. Poi ci fece sola   Silverio d'Aria al basso (con manico a forma di banana) e Emilio fu la nostra   salvezza"

Emilio: Il 26 Ottobre 1982 andai a trovare il mio amico Nicola Di Caprio, che stava suonando con un gruppo nella sua cantinola ad un volume allucinante. Daniele Landolfi e Agostino Di Scipio avevano appena messo su un gruppo punk che avrebbe dovuto nascere e morire nel giro di una settimana (poichè Agostino era a quel tempo impegnato a tempo pieno con gli Avion Travel), giusto il tempo di fare un concerto il 30 di quel mese. Mi trovai bassista per caso, e nelle prove che seguirono più volte pensai di aver perso l'udito (il volume era veramente, ma veramente alto). Daniele e Agostino avevano le idee molto chiare e in poco tempo misero su una ventina di pezzi tiratissimi.

Nicola: "Il concerto dei 100 Club era all'Embassy di via Maielli regno dei filonisti di mattina e locale di serie B di sera per acchiapponi indefessi e spesso e volentieri solo fessi"

Emilio: Sia io che Nicola eravamo dei punk alquanto improbabili (Nicola era timoroso del giudizio del suo maestro di batteria Gino Izzo, io invece suonavo con uno spartito davanti, non avendo avuto il tempo di memorizzare tanti brani). Agostino e Daniele erano invece perfetti nel loro ruolo: la chitarra di Agostino è la più moderna e aggressiva che abbia mai sentito, e Daniele urlava i suoi testi con una rabbia a me sconosciuta.
    Ho ritrovato una vecchia cassetta delle prime prove, con la scaletta della prima serata che riporto di seguito: Anarchy in UK (Sex Pistols), Holidays in the sand (Sex Pistols), Public Image (PIL), No one is innocent (Sex Pistols), Fear in the western world (Ultravox!), Never trust hippy (100 club-Di Scipio), Seventeen (sex Pistols), Police on my back (Clash), I'm so bored with the USA (Clash), We must bleed (Germs), Bodies (sex Pistols), Fun Time (Iggy Pop), Someone (100 club-Di Scipio).
    Comunque il concerto andò benissimo, e la mattina dopo ci vedemmo tutti e quattro di mattina presto, a piazza Vanvitelli, per raccogliere i commenti "a caldo" della esibizione, e più di una persona pregava Daniele e Agostino di non sciogliere il gruppo, ma loro furono irremovibili.

Massimo Pieri: Il 30 ottobre del 1982 mi telefonò Davide del Vaglio, allora bassista negli Avion Travel, per invitarmi a un concerto all'Abbassy Club, una discoteca che ogni tanto apriva alla musica dal vivo. Era la prima esibizione dei One Hundred Club ed avrebbe dovuto essere anche l'ultima. In quella serata autunnale fu segnato il mio destino di appassionato "musicista-artigiano".

Viterbese di nascita, dopo varie peregrinazioni al seguito della famiglia, mi ero stabilito a Caserta già dal 1976, cercando subito di entrare in contatto con la scena musicale cittadina. Pur considerandomi un mediocre musicista al basso (con cui avevo esordito in un festival a Viterbo) e peggio ancora alla chitarra, in quella serata fatidica maturai la convinzione che ciò contasse fino ad un certo punto. Seppur importante è saper suonare, molto di più mi sembrò la voglia di farlo. Così, malgrado le dita ruvide di autodidatta, nel giro di qualche mese mi ritrovai in sala di registrazione, chitarra nei One Hundred Club al posto del mitico Agostino di Scipio. Tutto per partecipare alla "Caserta Compilation", antologia di gruppi e musicisti casertani dell'epoca prodotta dall'altrettanto mitico Fausto Mesolella.

Come il concerto, anche la partecipazione alla compilation, sembrò essere un episodio isolato. Davide del Vaglio era impegnato con gli Avion Travel, Sergio Buzzone ne era appena uscito e sembrava non volerne più sapere di batteria. Daniele Landolfi ed io cercammo di dare continuità alla cosa provando alla celebre "Tenuta Cavallo", ma non riuscimmo a far di più che interminabili set con musicisti sempre diversi, ciascuno dei quali non resisteva più di qualche prova.

Qualche tempo dopo si ricompose il nucleo che aveva partecipato alla compilation e, nonostante stridenti contrasti di vedute, il periodo che seguì fu molto intenso. Avevamo una tale voglia di suonare che andavamo spesso fuori giri, perdendo la cognizione del tempo e del ruolo stesso della musica: indefinibile se non estrema, frutto di ascolti assai diversificati, che suonava come alchemica miscela di gruppi seminali degli anni settanta e ottanta (Bauhaus, Can, King Crimson, KMFDM, Killing Joke, Pil). In ogni caso estremamente umorale, straniante a tal punto che non ci ponevamo neanche tanto il problema di registrarla e/o suonarla dal vivo. L'attività live del gruppo decollò, infatti, in maniera continuativa solo intorno al 1986 e, fino al 1993, anno in cui ne sono uscito, i One Hundred Club hanno eseguito circa 30 concerti. Tutto sommato pochi e quasi esclusivamente fuori città, qualcuno anche all'estero (Berlino, giugno '89). La scena musicale di riferimento, nell'ambito del quale si era formato il nostro stile, era troppo lontana da Caserta e, nonostante il sostegno dell'Energeia, una piccola ma agguerrita etichetta di Napoli gestita con passione da Davide Morgera ed Antonio Escalona, continuavamo a vivacchiare, realizzando piccole produzioni, a nostro parere eccellenti, ma apparentemente "senza futuro".

nella foto: Berlino, Giugno 89

Nel 1991 si verificò la svolta. Rimasti in tre, a seguito del temporaneo abbandono di Sergio Buzzone, dopo una ventina di serrati ingaggi sotto le mentite spoglie di Barnum (cover band che ci servì a racimolare qualche lira), partimmo alla volta di Firenze. Qui entrammo in contatto con i Pankow, storica band del post-punk italiano ed europeo, ed in particolare con Paolo Favati, bassista e programmatore, che produsse "Vacant", ultimo lavoro in studio cui ho partecipato. Il mini CD in questione, preceduto da un Ep promozionale, fu recensito benissimo in Germania e Inghilterra, tanto che l'etichetta discografica (Dunerecords-Contempo) progettò subito una nuova produzione e un tour come supporter dei Pankow stessi, che avrebbe dovuto toccare prevalentemente il nord Europa e, addirittura, gli Stati Uniti. Fu allora che, travolti dall'eccitazione di questi eventi positivi, emersero inesorabili tutti i contrasti, le gelosie e la fragilità interna che il nostro furore e passione per la musica avevano mascherato per anni.

Emilio: Il loro mini-CD "Vacant", risentito oggi a dieci anni di distanza, è ancora bello, moderno e estremamente professionale. Il gruppo aveva un sound modernissimo, punk e sperimentale nel contempo.Gli One Hundred Club sono una delle principali "promesse mancate" della scena musicale casertana.

Massimo: Nell'agosto del '93, persistendo uno stato di continue tensioni, dopo quattro mesi passati a registrare (in compagnia dei soli computer) le partiture di chitarra per un nuovo disco, giunse il momento di smettere. Ho mollato tutto, senza rimpianti e senza nulla rinnegare di quella straordinaria avventura che custodisco in me come un valore inestimabile.

PRODUZIONI (Cassette, Dischi e Cd)

Titolo

Supporto

Anno

Etichetta

"Caserta Compilation"

(Lp)

1983

Mediterranea Records

"One Hundred Club"

(K7)

1986

Autoproduzione

"Colori Incontaminati"

(K7)

1987

Energeia Produzioni

"Der Bau - Vol.II"

(K7)

1987

Aspect d'un certaine industrie (F)

"U.Q."

(Ep)

1989

Energeia Produzioni

"Are You Beat Too?"

(Ep)

1992

Dune-Contempo

"Vacant"

(CD)

1992

Dune-Contempo

 

www.casertamusica.com e www.locali.caserta.it. Portali di musica, arte e cultura casertana  
Mail: redazione@casertamusica.com; Articoli e foto ©  Casertamusica.com  1999 / 2006
In assenza di espressa autorizzazione è vietata la riproduzione o pubblicazione, totale o parziale, degli articoli.