La storia di Gennaro Vitrone, cantautore e interprete casertano,
parte dal metal, passando dal coutry folk e dal duo Vitronemaltempo, per
approdare al cantautorato melodico che si agghinda di un vestito
elettronico.
"Piccole partenze" è il primo album del progetto Vitrone, ed è un disco
maturo nella sua essenzialità. Il lavoro si inserisce perfettamente nella
scena musicale contemporanea italiana, con uno sguardo deciso alla
tradizione cantautorale, per l'attenzione ai testi e alle melodie, ma anche
all'Europa degli anni 2000, per il gusto e per il ritmo cadenzato.
Le canzoni dell'album sono prodotte dal musicista Mimmo Cappuccio, con la
collaborazione del chitarrista Gianpiero Cunto e del batterista Peppe
Vertaldi. L'album vanta al suo interno una rosa di collaborazioni di tutto
rispetto: da Vittorio Remino/Avion Travel, a Marta Argenio e Maurizio
Stellato/the Actions, il pianista Fabio Tommasone, la tromba di Almerigo
Pota, lo scrittore Ivan Montanaro e l'attore- autore teatrale Roberto
Solofria/Teatro Civico 14.
Quella che si respira all'interno del disco è una malinconia spezzata da
accenti e ritmi, che vanno e vengono, portando lontano e poi riportando a
casa, in un oscillare di emozioni che non smette di essere dalla prima
all'ultima nota. E' un cantautorato che vuole sperimentare, che non si
accontenta di chitarre, pianoforti e melodie leggere, ma vuole innescare un
corto circuito emozionale, e per questo si serve dell'elettronica, che dona
a tutto il disco una nota quanto mai moderna e innovativa. La realtà
quotidiana indagata in ogni sua più piccola piega è al centro del disco,
esplorata, sfiorata, pensata. Le canzoni sono studiate nei minimi dettagli,
nulla è lasciato al caso.
Si sente il meglio del cantautorato italiano degli ultimi anni, da Riccardo
Sinigallia, Niccolò Fabi e Max Gazzè, fino a Pacifico. La distensione
melodica e l'attenzione al testo sono centrali in questo album ricco di
sfumature. Tutto il disco si compone di immagini, come un puzzle al quale
ogni canzone aggiunge un pezzo nuovo, rispettando sempre il mood intimista e
riflessivo che appartiene a tutto l'album, disegnando un'atmosfera da
pomeriggio di pioggia autunnale. Possente il pianoforte di Fabio Tommasone,
che sicuramente regala al disco una marcia in più.
"Piccole partenze" è il disco del ritorno, dell'assenza e dell'osservazione.
Da incorniciare "Inverno", "Arcobaleni" e "Piccole partenze", il cui prologo
costituisce un bellissimo pezzo lirico, magistralmente letto da Roberto
Solofria.
- inverno
- arcobaleni (feat. Marta Argenio voce, Maurizio Stellato chitarre, Fabio
Tommasone piano)
- ti ritroverò
- piccole partenze (prologo) di Ivan Montanaro (feat. Roberto
Solofria voce narrante)
- piccole partenze
- ventiparole
- torno al giardino
- odio
- dellestate (feat. Fabio Tommasone piano)
- sentinelle |
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