E' disponibile il nuovo prodotto artistico del chitarrista, di origini
casertane, Angelo Barricelli, artista orami affermato a livello nazionale. (n.d.r)
Comunicato
La grande produzione per liuto del XVII secolo, con esempi che vanno dal
Rinascimento Italiano a John Dowland; la musica tradizionale irlandese di
Turlough O’ Carolan e le composizioni attuali di Fausto Bottai, che pure
riecheggiano atmosfere ‘celtiche’; la musica popolare della nazione slava,
qui presente nella veste arcaica di Roman Turovski e nell’omaggio tributato
al popolo slavo da Roberto Fabbri; il chitarrista Angelo Barricelli ha
voluto raccogliere, in questo insieme all’apparenza eterogeneo, musiche
appartenenti ad epoche e regioni lontane del nostro continente, con lo
spirito assolutamente attuale di dimostrare l’appartenenza di stilemi
culturali diversi ad un'unica matrice europea. Da qui il titolo del cd: From
Borderlands, dai territori di confine, poiché in quest’ottica si vogliono
rimarcare gli innegabili elementi di continuità e contiguità fra ciò che a
prima vista appare, appunto, così distante nel tempo e nello spazio.
La fortuna del liuto in Italia a partire dagli inizi del ‘500 fu immensa e
coincise con una delle prime significative fioriture di una produzione
musicale specificamente dedicata ad uno strumento. All’inizio si trattava
soprattutto di trascrizioni di canzoni e mottetti, cioè delle forme tipiche
della coeva musica vocale polifonica. Ma nello stesso momento si andava
affermando una musica strumentale destinata o meglio ispirata dalla danza,
che contribuì non poco a determinare le caratteristiche salienti del
repertorio, in quanto più funzionale ad una pura esecuzione strumentale,
accanto ai primi esperimenti di composizione specificamente concepiti e
realizzati per e con lo strumento (la fantasia, il ricercare). Pietro Paolo
Borrono, fra i liutisti della prima metà del XVI secolo, fu forse colui che
con maggior profitto trasse ispirazione dalla danza: la sua produzione
consta infatti prevalentemente di pavane e saltarelli, spesso dai nomi
fantasiosi ed allusivi, ma sempre caratterizzati da una notevole incisività
melodica e ritmica, come dimostra la Pavana detta la Milanesa. Non disdegnò
per altro neanche il genere colto del ricercare, di cui era sommo maestro il
suo amico e conterraneo Francesco da Milano: la Fantasia che Barricelli
esegue egregiamente in questo cd ce lo conferma. Prevalentemente alla danza
si ispira anche la produzione di Giulio Cesare Barbetta, del quale si
ricordano, oltre alle danze che fanno parte del repertorio più tradizionale,
come la Padoana detta la dispettosa, le Moresche, con il loro caratteristico
sapore esotico.
Vero e proprio linguaggio sopranazionale, quello della letteratura
liutistica nell’Europa del ‘500 ed oltre, se è vero che trascrizioni da
musica vocale e danze e fantasie le troviamo in tutte le raccolte a stampa o
manoscritte dell’epoca, in Italia, in Francia, in Inghilterra e altrove… Di
questo repertorio la vetta più alta è rappresentata senza dubbio dalle
composizioni per liuto solo di John Dowland, di cui il cd propone alcuni
significativi esempi. Questo grande musicista, ‘il cui celeste tocco sul
liuto rapiva i sensi umani’, come diceva un poeta suo contemporaneo,
condusse una vita errabonda ed inquieta attraverso gran parte dei paesi
europei nell’ultimo scorcio del XVI secolo; e ‘s’era inzuppato come una
spugna di quella tassesca malinconia che serpeggiava allora in Europa’ (M.Mila).
Fossero la ricchezza e la complessità delle sue esperienze umane e
artistiche piuttosto che le doti innate di versatilità e fantasia.. fatto
sta che la produzione di Dowland spazia all’interno di una gamma stilistica
immensa: dalla ripresa di rigorosi elementi imitativi di antica ascendenza
contrappuntistica a motivi di danza semplici e vivaci, dall’eco di temi
popolari splendidamente adattati alle esigenze tecniche dello strumento alle
fantasie che fanno invece ricorso a cromatismi e frammenti fugati. Di fronte
a tanta ricchezza, però, ci piace qui richiamare l’attenzione su un aspetto
che, secondo noi ingiustamente, a qualcuno potrà sembrare secondario della
musica dowlandiana.
Un esempio: se prescindiamo, analizzando un brano come ‘The Frog Galliard’,
dai frammenti in cui il compositore si abbandona al gusto della variazione
con i suoi aspetti virtuosistici ed ornamentali, scopriamo che questa
composizione si articola secondo una semplicissima struttura: tema con
semicadenza, ripresa del tema e conclusione alla tonica, breve inciso,
ritorno al tema e conclusione. Sembrerebbe la struttura di una ballata ‘celtica’..
Se qualcuno, commentando l’uscita dell’ormai famoso cd dowlandiano di
Sting-Karamazov ‘Songs from the labyrinth’, si è spinto ad affermare che ‘la
musica di Dowland racchiudeva già in sé i protogermi della grande scuola del
folk che enne secoli più tardi sarebbe finita negli USA e in UK’, bisognerà
gridare allo scandalo? Musica colta, musica popolare? Contaminazioni di cui
è sconveniente parlare? Se così fosse, per assurdo, non bisognerebbe citare
la singolare figura di Turlough O’Carolan, il più famoso ‘ bardo moderno
d’Irlanda’. La sua musica per arpa, infatti, si presenta come il risultato
perfettamente riuscito della contaminazione delle tre tradizioni musicali in
voga in Irlanda fra il XVII e il XVIII secolo: la musica popolare, la
tradizione arpistica e la musica colta di derivazione europea, soprattutto
italiana (si parla infatti in particolare dell’influsso esercitato sulle
composizioni di O’Carolan dai grandi musicisti barocchi italiani, Vivaldi,
Corelli, Geminiani).
Nonostante, anzi forse proprio in ragione di questa complessa e multiforme
personalità, egli è oggi uno dei punti fermi nel repertorio dei musicisti
che si dedicano al ‘revival’ della musica celtica. E poiché dei suoi brani è
giunta fino a noi la sola linea melodica, non esiste musicista interessato a
questo repertorio che non si sia cimentato con l’arrangiamento di queste
stupende linee melodiche. Particolarmente apprezzate, perché varie e
complesse ma nello stesso tempo rispettose del presumibile impianto armonico
delle composizioni per arpa celtica, sono le trascrizioni per chitarra di
Pascal Bournet, scelte da Barricelli per questo cd.
A questa antica e gloriosa tradizione si ricollega idealmente Fausto Bottai
che coltiva, sì, una sua personale ricerca all’interno di un modalismo di
prevalente impronta ‘celtica’, ma non si limita mai, per altro, al gusto
puro e semplice della citazione esteriore. Si potrebbe parlare, nel suo
caso, di un processo di assimilazione interiore di moduli melodici
‘arcaicizzanti’ che riecheggiano certe arie e danze rinascimentali di
ispirazione popolare o forse anche di epoche più remote. Musica semplice,
aliena da ogni complicazione, da ogni asprezza armonica ‘moderna’, che
perciò potrebbe sembrare, a prima vista, sorpassata, inattuale. Eppure, a
guardar meglio, la ricerca si spinge a volte, senza strappi o contraddizioni
visibili, fino ad esiti che paradossalmente sembrano negare in radice quel
‘modalismo arcaicizzante’ che abbiamo appena evocato. Vi sono brani
concepiti e scritti nei canonici modi antichi, con una particolare
predilezione per il dorico e l’eolico; ma qualcuno di primo acchito si
accorge, ascoltando un brano come Giullaresque, che ci troviamo davanti a
una struttura modale artificiale, che nessun musicista ‘celtico’ si sarebbe
mai sognato di usare?
A questo punto il programma del cd prevede una brusca ed imprevista virata:
ci spostiamo inopinatamente da un estremo all’altro del vecchio continente e
nello stesso momento ripercorriamo a ritroso il tempo fino a riapprodare al
periodo rinascimentale. Roman Turovsky ha pubblicato sul web un’ampia
raccolta di musica folklorica cinquecentesca del suo paese d’origine,
l’Ucraina, da lui arrangiata per liuto rinascimentale. La cosa potrebbe
sembrare a prima vista piuttosto singolare, per non dire arbitraria, ma in
realtà ha una sua profonda giustificazione storico-culturale. Infatti la
musica popolare ucraina affonda le sue radici nei leggendari kozbar, i
menestrelli erranti del XVI-XVIII secolo, le cui canzoni, che narravano
episodi eroici, erano accompagnate dal kozba, uno strumento simile al liuto.
Il torban, uno strumento più grande che poteva avere fino a 45 corde,
sostituì il kozba nel XVIII secolo: si può dire comunque che, passando dal
kozba al torban, il liuto sia lo strumento nazionale ucraino. Turovsky ha
arrangiato i semplici e brevi temi musicali di cui sono composte le antiche
‘Cantiones sarmaticae’, invitando i musicisti ad offrire la loro
interpretazione di questi meravigliosi brani, non solo, ma anche ad
abbandonarsi, volendo, all’antica e nobile arte della variazione del tema in
modo da sviluppare partendo da queste piccole cellule melodiche composizioni
nuove e vitali. Egli stesso ne offre un brillante esempio con le Variazioni
sopra ‘Zibralysja Vsi Burlaky’. Analogo discorso può essere fatto a
proposito della musica del periodo barocco, di cui pure Turovsky ha
compilato un’ampia silloge e cui appartiene l’altro brano presentato nel cd
‘Jarom Jarom’, ovviamente arrangiato originariamente per liuto barocco.
A questo filone di musica ‘orientale’, di origine, genericamente parlando,
slava, si possono riallacciare gli ultimi brani che Angelo Barricelli
presenta nel cd. Sono composizioni per chitarra di Roberto Fabbri, che
vogliono ‘essere estroversione delle immagini di una vita in giro per il
mondo, fra uomini con culture, approcci, sonorità e empatie diverse’, come
si legge nell’introduzione al volume ‘Fra classico e..’ in cui quei brani
sono presentati.
Norman.C
Track list “from borderlands”: (24 tracce)
P.P Borrono da Milano: Pavana chiamata “La Milanesa”, Fantasia
G.C.Barbetta: Padoana detta la dispettosa, Moresca detta le canarie
J.Dowland: The frog galliard, Tarleton’s riserrection, Fortune, The most
sacred Queen Elisabeth,her galliard, Mrs.Winter’s jump
T.O’Carolan: Colonel John Irwin, O’Carolan’s draught, Sir Charles Coote, O’Carolan’s
farewell to music, George Brabazon (first air-second air), Dolly Mac Donough,
Miss Murphy
F.Bottai: The dream of the sad minstrel, Giullaresque, Il vento fra i pini
d’autunno
R.Turovsky: Variazioni sopra "Zibralysja Vsi Burlaky", "Jarom, Jarom"
R.Fabbri: Notte a Belgrado, Hammam, Dance for Dale
per acquistare:
http://www.mapmusic.it/Barricelli/Barricelli-ita.htm
per informazioni sull'artista:
http://www.angelobarricelli.com,
http://www.chitarraedintorni.eu
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