ETNIE: "La vita, la terra, la musica"
a cura di Emilio Di Donato

(1 Luglio 2001). È da pochi giorni stato pubblicato il CD "La vita, la terra, la musica" (etichetta MAP), opera prima del gruppo casertano Etnie. Ho avuto occasione di poter commentare il lavoro discografico con l'intero gruppo, che tra l'altro si esibirà il 28 Luglio alle Leuciane.

Mentre scorrono le prime note del disco, il percussionista Franco Faraldo mi introduce al tema principale del lavoro: "A sedici anni vidi il mosaico di Pompei che ritrae dei musicisti che suonano flauti e tammorra. Mi impressionò molto, sembravano vivi ed attuali. Oggi immagino che, dopo duemila anni, siano fuorisciti dal mosaico e hanno iniziato a ballare lo stesso ballo in cui erano stati ritratti". 
E quindi nella "Introduzione" si ascoltano i suoni antichi del doppio flauto, cembalo e tammorra, suonati da quegli stessi musici che ripercorrono vari luoghi dal mare ai monti. L'intero disco descrive, nella successione di tutti i brani, il viaggio di questi antichi musici pompeiani.


"Foresta umbra" di Franco Faraldo ha una lenta introduzione di chitarra e mandoloncello.

Faraldo: "la foresta umbra (umbra=ombrosa) si trova sul Gargano, una zona tipicamente asciutta, eppure c'è questa improvvisa e fitta vegetazione, ricca di animali e uccelli. Ed è strano trovare lì tanta vita, lì dove non dovrebbe esserci, e questo intendo evocare nel brano a partire dal canto iniziale degli uccelli."


Il bellissimo arpeggio di una chitarra battente, suonata dal chitarrista Francesco Natale, apre il brano "Sona a battenti" di Claudio e Giuseppe De Vittorio. Natale: "Abbiamo scoltato il disco 'Le tarantelle del Gargano' ed era un brano che eseguiamo spesso dal vivo. Lo abbiamo porposto in una forma il più vicino possibile alla tradizione popolare."

Francesco è una specie di "liutaio musicante", appassionato di strumenti tradizionali: "Posseggo una quindicina di chitarre ed una decina tra mandole, mandolini e mandoloncelli, oltre ad zampogna e ciaramella. Anzi sto iniziando anche a ripararmeli e costruirli da solo."

Il successivo brano "Saltando in Aracne" è una tipica pizzica tarantata che è stata eseguita insieme alla tarantella di Montemarano, con cui condivide lo spirito di danza e di gioia. In questo brano Gianni D'Argenzio, ospite al sax soprano, si produce in un lungo e gioioso assolo su una base musicale che cresce poco a poco con l'aggiunta di un nuovo strumento ad ogni cambiamento di tonalità. Difficile star fermi con i piedi nell'ascoltare questo ritmo ipnotico e incalzante.

Gli strumentali "Terre" e "Attaranta" sono basate sull'organetto diatonico di Andrea Russo, che mostra la sua maturità interpretativa anche nel successivo brani tradizionale venezuelano "la partida" 

Inizia ora un brano di sole percussioni, "Sogno", composto da Franco Faraldo: "L'ho eseguito da solo, per narrare una specie di film che avevo in testa. Descrivo il sogno di un pastore che sta con le sue pecore su una strana montagna. Il pastore sogna che la montagna improvvisamente inizi ad eruttare costringendolo a cercare rifugio in una caverna. Terminata l'eruzione il pastore esce fuori per rifocillarsi, confortato dal canto delle cicale. Giù da basso c'è la città con il suo brulicante mercato, con navi che vanno e vengono per commerciare, e il pastore immagina che in quella città tutte le razze convivano pacificamente."
Questo turbinio di immagini sono perfettamente rese dalle varie percussioni che narrano questa storia. "Ho riempito lo studio di registrazione di quaranta strumenti a percussione e li ho registrati tutti. È stato un incubo per Ferdinando, che doveva registrarmi, ad ad ogni momento minacciavo di volerne aggiungere un altro".

Il brano "All'acqua all'acqua" appartiene alla tradizione popolare ed è stato originariamente raccolta ad Ailano (Ce), e quindi rielaborato dal bassista Vincenzo Faraldo.
Nell'ultimo brano "…e tutto ricominciò" gli antichi musicisti, dopo aver suonato tramite gli Etnie in questo viaggio nella musica etnica mediterranea, ritornano nel loro mosaico silenzioso, in attesa di un ulteriore risveglio.

Gli Etnie erano stati contattati sul finire dell'anno scorso da un consulente artistico dell'etichetta MAP, per essere inseriti in una collana di etno-musica. Il gruppo gli inviò un demo, dopo di che entrarono in sala di registrazione (lo studio "la signora" di Ferdinando Ghidelli) in cui hanno registrato dall'Ottobre 2000 al Marzo 2001. I brani del disco sono quelli che gli Etnie eseguono normalmente dal vivo.
Questo "La vita, la terra, la musica" non mancherà di dare soddisfazioni agli Etnie, perché sintetizza magistralmente la passione e l'esperienza di artisti che hanno dedicato la loro vita alla riscoperta e rivisitazione della cultura popolare.

 

Articolo e foto ©  "Caserta Musica & Arte"  2001.

Il disco

 

Franco Faraldo

 

Francesco Natale

 

Andrea Russo

 

Vincenzo Faraldo

 

Tutte le foto sono di Emilio Di Donato /
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