Il botanico Graefer, salese di adozione
Qualche nota sul botanico artefice del Giardino all'inglese
Articolo di Lorenzo Di Donato
Altrove, la presenza a Caserta, ed a Sala in particolare, del botanico inglese
Graefer certamente avrebbe avuto maggior risonanza di quella che ha qui da noi
ed in suo onore qualche lapide o targa davanti ai palazzi, in cui abito' e
lavoro', non sarebbero mancate.
La regina Maria Antonietta di Francia
ricevuto come dono di nozze dal consorte il Petit Trianon a Versailles, passo'
moltissimi anni a ristrutturarne i giardini ed ad abbellire l'edificio, e ne fu
tanto conquistata da trasferivisi successivamente in modo permanente al fine di
immergersi completamente in una vita pseudo bucolica.
Poteva la sorella,
Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, moglie di Ferdinando IV, non cercare di
mettersi "'a coppa" una volta persuasa dalle suadenti e stuzzicanti parole di
Lord Hamilton, a lei piu' che simpatico?
E cosi' fu chiamato il migliore
botanico sul mercato, l'inglese John Andrew Graefer, noto nell'ambiente
internazionale per aver introdotto in Inghilterra numerose piante esotiche.
Il Graefer arrivo' quindi a Caserta, ovvero a Sala, dove era stato costruito un
palazzo appena dopo il ponte, oggi palazzo Aloja-Pacifico, perche' il botanico
potesse con piu' comodo seguire i lavori di costruzione del vicinissimo Giardino
inglese, visto che esso confina con via Mulini Reali,: insomma Maria Carolina
aveva predisposto un duro "casa e bottega" per il Graefer.
Ma il botanico
inglese non ha mai abitato questo palazzo, forse perche' non ancora completato o
per essere un poco piu' libero, preferendogli prima il palazzo Forgione in via
san Donato (allora Via alla Cappelluccia), e, poi, una residenza ad Ercole,
sfruttando, solo saltuariamente, anche il casino all'inglese o del giardiniere
-fabbricato a due piani, con basamento e pilastri dorici che sostengono un
cornicione ornato da medaglioni- proprio accanto ai Mulini Reali e alle quattro
grandi serre nelle quali Graefer metteva a dimora le piante che ricercava a
Capri, nel Salentino o a Palermo, valorizzando le risorse del Regno, cosa sempre
gradita a Ferdinando IV.
Nel 1782 si diede avvio ai lavori del Giardino
nell'area in prossimita' della vasca di Venere ed Atteone. Il Graefer nel
giardino all'inglese cerca di emulare la natura e quindi anche il suo apparente
disordine: corsi d'acqua, laghetti, cascatelle, "rovine" (di moda dopo le
scoperte pompeiane), piante autoctone ed esotiche popolano il giardino e offrono
visioni mirabili e "scoperte" inaspettate al visitatore: il criptoportico, con
le statue provenienti dagli scavi di Pompei e dalla collezione Farnese, il
piccolo laghetto del bagno di Venere, con le finte rovine pompeiane, il laghetto
delle ninfee, complessi statuari, alberi ora secolari, passaggi inusuali, etc.
Nel 1798, in seguito all'arrivo dei francesi, John Andrew Graefer lascio' la
Reggia di Caserta.
Le vicende storiche successive oscurarono molto i Borboni
e, di conseguenza, anche il botanico che fu l'artefice del bel Giardino
all'inglese della Reggia di Caserta.