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Marco Proto (Atletico PKH Caserta TB) tira a pannello


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Non solo Calcio: il curioso caso del Tchoukball a Caserta

Playoff di Serie B al PalaNewSystem di Casagiove nel week-end del 18 e 19 Aprile 2015

Articolo di Giuseppe Vuolo, foto per gentile concessione dell'Atletico PKH Caserta Tchoukball

Pochi sanno che questo mese Caserta ospiterà un evento sportivo di rilevanza nazionale che richiamerà nella nostra Provincia quasi un centinaio di atleti provenienti da Lombardia, Toscana ed Emilia-Romagna. Non solo: oltre ad organizzare tale competizione, la città di Caserta vi parteciperà con una propria squadra, contendendosi la vittoria finale con altre 7 formazioni. Eppure sarà difficile che vediate la cronaca delle gare al TG regionale o che ne sentiate parlare più di Cagliari-Napoli, perché si tratta di uno sport semisconosciuto ma che ha tanto da insegnare alle altre discipline, felicemente controcorrente ed underground, il cui codice etico si apre con un significativo "Questo gioco esclude ogni ricerca, personale o collettiva, di prestigio".
Si tratta del tchoukball (si legge "ciùkbol"), i cui Playoff di Serie B si terranno al PalaNewSystem di Casagiove nel week-end del 18 e 19 Aprile. In ogni caso sarà un evento storico per questo sport, la prima volta che si giocheranno partite ufficiali di tchoukball al Sud Italia (al Nord è abbastanza praticato, venendo in alcuni casi addirittura insegnato nelle scuole), una grande occasione per la diffusione di questo gioco divertente e dinamico che si propone espressamente di riportare nell'attività sportiva "lo spirito olimpico originario".

 Partita Ferrara Donuts-Caronno Sharks (Aprile 2013, playoff a Montelupo Fiorentino)

"Sì, ma come si gioca a tchoukball?", qualcuno si starà giustamente chiedendo a questo punto. Le regole principali sono queste: una partita ufficiale è divisa in tre tempi da 15 minuti, si gioca in 7 contro 7, con squadre obbligatoriamente miste (solo per le nazionali esiste il tchoukball maschile e quello femminile), su un campo delle stesse dimensioni di un campo da basket. Al posto dei canestri (così come delle porte nella pallamano, ad esempio) ci sono due pannelli quadrati con al centro dei cavi elastici intrecciati, di modo che la palla, tirata contro il pannello, vi rimbalza. Per fare punto, un giocatore deve lanciare la palla - senza calpestare la piccola lunetta che sta davanti a ciascun pannello - in modo che ricada al di fuori della lunetta stessa (non a caso detta "area proibita"). Poi ci sono altre regole che fanno del tchoukball uno sport veloce e spettacolare: ogni giocatore in possesso palla non può fare più di 3 passi e non può trattenerla per più di 3 secondi, ogni squadra non può fare più di 3 passaggi per azione. Una caratteristica pressoché unica del tchoukball è che non esiste, come nel calcio, "la porta della squadra A" e "la porta della squadra B", ma ciascuna squadra attacca e difende entrambi i pannelli, quindi se si riesce a recuperare palla dopo un tiro avversario (cioè se si riesce a non farla cadere a terra), un'azione di difesa può trasformarsi immediatamente in azione d'attacco sullo stesso pannello. È da notare anche che i contatti tra gli atleti sono azzerati, in quanto non si può fare ostruzione (nemmeno involontariamente) a danno degli avversari né intercettare i loro passaggi ma solo i tiri e solo dopo che la palla sia rimbalzata sul pannello.

Atletico PKH Caserta Tchoukball

 

Insomma, è un sistema di regole abbastanza diverso da quello a cui ci hanno abituati sport molto più popolari - il calcio in primis - che col tempo sembrano aver dimenticato il lato più sano dell'agonismo, quello che porta a vedere l'avversario come un compagno di giochi anziché come un nemico da abbattere a tutti i costi. Il tchoukball si basa proprio su tali aspetti di lealtà e fairplay indicati nella "Carta del tchoukball", codice etico di questa disciplina (citato all'inizio di quest'articolo) che ad esempio vieta di infierire sugli avversari più deboli e sancisce che durante la partita "bisogna opporre un gioco adeguato ma che non deve mai ispirare dei sentimenti di ostilità, di nessun tipo". Tali concetti, proponendosi come regole di condotta tanto dentro quanto fuori dal campo, finiscono spesso per dare un'impronta profonda ai "tchoukers", e di questo ci si può rendere conto assistendo alle varie manifestazioni anche non ufficiali a cui prendono parte, come i Mondiali Antirazzisti di Castelfranco Emilia (MO), dove questo sport ha debuttato due anni fa, oppure il Rimini Beach Tchoukball Festival, che a Maggio giungerà alla sua tredicesima edizione con più di 1300 ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo. In queste occasioni le squadre danno vita a un bellissimo "terzo tempo" in un clima di grande aggregazione e condivisione, altra dimostrazione di quanto questa disciplina meriti il titolo di "Sport a sostegno della pace e della fratellanza", assegnatole dall'ONU nel 2001.

... dopo la partita... foto di gruppo con le squadre impegnate nella terza giornata di campionato (18 gennaio): Caserta, Forlì, Ravenna e Rimini!

Sono gli stessi tchoukers a scherzare sul fatto che la loro disciplina si presenta un po' come un oggetto misterioso, una "Cosa da un altro mondo" ma che vale la pena conoscere, e se tra due settimane Caserta avrà l'occasione di apprezzarla dal vivo, ciò è dovuto soprattutto alla storia e alla tenacia della sua squadra.
L'Atletico PKH Caserta Tchoukball è un'orgogliosa anomalia nel panorama di questo sport, una folle idea nata per gioco e cresciuta con impegno e passione. Nati da una costola dell'Atletico PKH Caserta, squadra dilettantistica di basket, i casertani sono arrivati in meno di 4 anni a ritagliarsi un posto rilevante nelle competizioni ufficiali, da squadra materasso ad insidiosa pretendente alla promozione in Serie A, partendo letteralmente da zero. Lontani centinaia di km da ogni altra squadra (attualmente le più "vicine" sono quelle di Empoli), si sono allenati per due stagioni quasi senza fare amichevoli, partecipando ai soli playoff (qualificati di diritto come unica squadra del Sud Italia) e autofinanziandosi per sostenere, tra le altre cose, le trasferte a Perugia, dove finora hanno giocato tutti i match casalinghi. Nel frattempo hanno affiancato all'attività agonistica quella divulgativa, in particolare organizzando alcune lezioni dimostrative nelle scuole. Infine quest'anno sono riusciti a dimostrare di aver drasticamente ridotto il gap con le ben più esperte squadre del Settentrione disputando l'intera regular season di B e conquistando punto dopo punto la qualificazione per questi playoff; un traguardo importante che sembra dire che ogni impresa è possibile - non solo nello sport - se al sogno si affiancano dedizione e costanza e che non bisogna scoraggiarsi per la strada ancora da percorrere, perché anche il viaggio più lungo e difficile comincia pur sempre col primo passo. Nel suo piccolo, è una storia che fa bene alla nostra terra.

Per info la pagina Fb: Atletico PKH Caserta Tchoukball

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