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A me piace la Befana!

Riflessione sulle tradizioni nostrane notializie

Articolo di Lorenzo Di Donato

Non parlatemi di Babbo Natale! Quell’uomo dai colori della Coca Cola, che sta già impazzando in TV e per le strade, non lo sopporto proprio!
Aveva ragione don Giuseppe Maria Ganci, direttore dell'Oratorio salesiano quando ero ragazzino! All'arrivo di Babbo Natale al seguito delle truppe Alleate ed al diffondersi dell’albero di Natale nelle famiglie più ambienti di Caserta, ci metteva in guardia da queste usanze “nordiche e protestanti” che cercavano di scalzare il nostro “cattolico” Presepe e la rinsecchita Befana, tanto cara perché legata all’arrivo dei re Magi alla grotta di Betlemme ed al loro portare doni al Bambino Gesù.
Chissà cosa direbbe oggi nel sentire i ragazzini rispondere “Babbo Natale!” alla domanda “Chi arriva il 25 dicembre?” rivolta dalle loro stupefatte catechiste.
La Befana l’ho conosciuta da quando succhiavo il latte di mamma e l'ho amata subito. L’attendevo con ansia ed anche con un poco di timore perché io, ragazzino, non ero uno stinco di santo (“anche oggi”, dirà chi mi conosce bene) e temevo di trovare cenere e carbone nella calza che appendevo al mio lettino. Ma la Befana in definitiva mi voleva bene e non mi ha fatto mai mancare qualche caramella e qualche cioccolattino. Qualche volta mi portava poveri giocattoli ma io non ce la tenevo con lei perché sapevo che era poveretta. Altrimenti volava vestita di vecchi stracci, a notte fonda, ed a cavallo della sua scopa (oggi consentita solo a Harry Potter e compagni di magia) senza luci ammiccanti nè galoppo di scampanellanti renne?

Mi piaceva il suo arrivare discreto, infilandosi nelle cappe dei camini laddove c'erano. E, perché mi trovasse e non mi scambiasse per altro ragazzo, io accendevo sul comodino una piccola candela su suggerimento di mamma. E la vecchia, cara Befana, pur con gli occhi stanchi ed affaticati, mi ha sempre trovato e portato i regali che io le avevo scritto di desiderare. Proprio sempre no, ma, mi diceva mamma, che la poverina non era riuscita a trovarli! E io la perdonavo.
E come era tenera con i suoi piccoli e mirati doni, anche se malamente infilati nelle calze della mamma che ponevo a capo del mio lettino! E come era capace di portare calda gioia a tanti bambini che accoglievano i piccoli doni con una allegria che i nostri nipoti- coccolati, ricchi di giocattoli e di vestiario, tifosi del più rutilante e consumistico Babbo Natale o Santa Claus o san Nicolaus ed altre astruserie portate da lontane consuetudini - non riescono né a manifestare né a provare.
Non so se sono più fortunati loro con il grasso Babbo Natale dall'abito rosso nuovo nuovo e dalla candida barba o siamo stati fortunati noi con la nostra povera Befana dalle vesti stracciate e rattoppate.
Ma la Befana ricambia il mio amore ed anche quest’anno, per me molto triste, mi porterà un regalino, un amore di regalino, come ai vecchi tempi, anzi meglio: caramelle e cioccolatini, bomboloni e lecca-lecca. Debbo fare schiattare d’invidia i miei nipoti sventolando tutto davanti ai loro increduli occhi: “Andate dal vostro Babbo Natale! “.
Poi avrò pietà di loro perché gli voglio un sacco di bene, e dividerò con loro la mia “befana”.
Grazie, mia gentile e dolce Befana!
Non ti lascerò mai per quel chiattone di babbo Natale!

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