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Uno squarcio di vita Sanleuciana

Accadde nel 1799: tradimento o "male minore"?

Articolo di Ferdinando Ghidelli

A proposito di San Leucio e della sua peculiare caratteristica di “Società utopica”, di cui si è tanto scritto e dibattuto, vorrei dare un modesto contributo sia come appassionato di storia che come appartenente a quella comunità. Avendo avuto, per motivi di studio, la possibilità di consultare gli atti del notaio Pezzella di Caserta, mi sono imbattuto in alcuni documenti molto interessanti, riguardanti i primi anni di vita della Colonia di San Leucio (1775-1800). Uno, in particolare, mi ha particolarmente colpito e riguarda alcune dichiarazioni fatte da cittadini Sanleuciani in occasione del previsto ritorno dall'esilio siciliano di re Ferdinando dopo la tempesta napoleonica abbattutasi sul regno nel 1799.

Vale la pena di fare, prima, qualche considerazione al riguardo per capire meglio il senso di questo documento. Come è risaputo i francesi, sull'onda emotiva della rivoluzione avvenuta nel 1789, pensarono di esportarla anche in altri paesi e grazie alle capacità militari di Napoleone Bonaparte, in effetti, riuscirono a dettare legge in Europa, per qualche anno. Questa bufera non risparmiò neanche il regno di Napoli, invaso da truppe francesi che - portatrici di valori quali “libertà”, “eguaglianza” e “fraternità”- si macchiarono, invece, di furti e depredazioni.

La sera precedente la loro entrata in San Leucio, mentre erano accampati sul Volturno, accadde qualcosa di poco chiaro, stando alle deposizioni spontanee fatte al notaio da alcuni cittadini sanleuciani. Sembra che il Sovraintendente della colonia, Domenico Cosmi, abbia avuto un incontro segreto con alcuni ufficiali per consegnarla in mano francese senza dover ricorrere alla violenza. Va detto che la Colonia era presidiata da una guarnigione, detta dei “Calabresi” alloggiata nel quartiere Trattoria. Gli accusatori del Cosmi interpretarono il gesto come un tradimento mentre quest'ultimo ebbe a giustificarsi, in seguito, motivandolo come un tentativo di evitare spargimento di sangue, vista l'inutilità di uno scontro tra forze impari.

Fatto sta che i francesi entrarono in San Leucio senza combattere e non trovarono altro che qualche calice in chiesa: ogni cosa era già stata portata via dagli stessi cittadini che si erano dati, già da qualche giorno, alla fuga. Questo episodio, insieme ad altri, viene raccontato nell'atto sopracitato con relative firme di 139 persone (alcune delle quali con il segno della croce).

Quando poi, grazie agli inglesi, il re tornò dal breve esilio, diede credito a queste accuse: il Cosmi ed i suoi collaboratori furono rimossi da tutti gli incarichi che, naturalmente, passarono proprio nelle mani dei principali accusatori.
Si potrebbe dire "cose di altri tempi" se non avessimo sotto gli occhi i vari avvenimenti dei giorni nostri....

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