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Recensione di "Rivoluzione d'amore" di Marilena Lucente

Teatri di Carta, Edizioni Caracò

Articolo di Raffaella Pagliaro

Ti lascia col fiato sospeso Rivoluzione d'amore, monologo in un atto di Marilena Lucente, rappresentato al Teatro Civico 14 di Caserta, nell'intensa interpretazione di Ilaria Delli Paoli.
Protagonista del dramma è la moglie di Masaniello, Bernardina Pisa, donna “d'amore e di libertà”, fiera, indomabile, fedele al suo uomo oltre la sua morte, fino alla follia finale.
La rivoluzione napoletana del 1647, l'appoggio iniziale e poi il tradimento del popolo, la morte raccapricciante di Masaniello, il carcere in cui Bernardina viene rinchiusa e, infine, l'umiliante condizione di prostituta a cui la donna è costretta dalla miseria sono i quadri in cui si articola il dramma. Quadri solo accennati, in un impianto a scena fissa, in un fondo senza luce in cui protagonista assoluta è la parola: gli atteggiamenti del volto sono appena intuiti mentre i gesti meccanici, ripetuti con ossessione nell'accensione delle candele – unico barlume di luce fisica e mentale nell'oscuro cerchio della prigione – alludono al continuo ritorno del pensiero su se stesso, la sola attività concessa alla prigioniera sopravvissuta alla sua storia.
Sono pensieri che attraversano il testo con un ritmo vorticoso, che incalza momento su momento, nel quale le incoerenze e le urla della folla, i cortei, le violenze degli Spagnoli che spadroneggiano in una Napoli affamata e poi appestata rivivono nel monologo intenso, vibrante, in un crescendo di pathos e di allucinazione.
A dominare è l'amore di Bernardina per Masaniello: nella “teatralità” tipicamente napoletana della donna, i sentimenti non sono – non possono essere – mai misurati. Esplodono, si dilatano, ammutoliscono nel silenzio, si traducono in un registro linguistico colorito e denso, reso ancor più icastico dall'uso di un dialetto barocco, a volte violento: come quando racconta dello smembramento del corpo del marito: “Sono venuti a trovarti miez'e fogne. Per attaccarti la testa. 'E capito, Masanie'... t'hanno cucito!... T'hanno azzeccato carne su carne. T'hanno azzeccato: 'e capito?”.
Un ritratto di donna complesso, costruito a strati successivi fino alla composizione a tutto tondo, in cui, accanto alla passione d'amore, la mano sapiente dell'autrice fa emergere quella chiaroveggenza, quel senso di realismo che si rivelano nel giudizio severo su di una rivoluzione voluta e sofferta, analizzata con acuta intelligenza da una popolana priva di cultura, ma capace di guardare in prospettiva, oltre le promesse effimere del presente, prevedendo la parabola discendente di un'avventura tentata con forze ed esperiene inadeguate.
Ilaria Delli Paoli è stata una superba Bernardina: ne ha rivestito panni, pensieri e sentimenti. Assai suggestive la scenografia e la regia di Roberto Solofria.

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