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Io c'ero di Michele Casella

Intervista esclusiva col giovane regista (e scrittore, e attore) casertano

Articolo di Pia Di Donato e recensione di Lorenzo Di Donato

Michele Casella è giovanissimo (quanto? Non lo diciamo!) ma alle spalle ha già un curriculum di tutto rispetto che parte dalle prime esperienze teatrali proprio nel contesto  artistico casertano. Dopo queste prime esperienze come attore passa poi a progetti propri che seguono anche un percorso di fede ma senza limitarsi a quello solo.
Una serie di circostanze fortuite lo porta a conoscere e quindi a stringere una solida amicizia con Claudia Koll con la quale, a Natale di quattro anni fa, riesce a organizzare uno spettacolo nel Duomo di Casertavecchia. Questa circostanza, insieme ad altri incontri con personalità artistiche lo porta ad intraprendere un percorso artistico particolare.
Questo in breve il ritratto artistico di un ragazzo che è solare, ironico e abbastanza vulcanico: un po il contrario di quello che, negli stereotipi, è il concetto che ci si fa di una persona che, molto semplicemente, non fa mistero della propria fede.

Pia Di Donato: Cominciamo dalla fine, ovvero dal tuo ultimo lavoro: un libro. Due domande: Hai cambiato mestiere? Come è nato?
Michele Casella: (ridendo) Non ho cambiato mestiere. Il libro è nato in seguito ad una performance teatrale. Ti racconto la storia. Ero in Puglia con Mariella Nava per una manifestazione  e, mentre pranzavamo, lei mi ha detto "Possibile che durante la passione di Cristo nessuno abbia alzato un dito, abbia detto la sua? Eppure era un uomo che non aveva fatto del male a nessuno. Ci sono tutta una serie di personaggi che ruotano intorno a questo evento e sono li, imprigionati nel ruolo che la storia ha loro assegnato, e non ne conosciamo i pensieri. ..." Da questa riflessione è poi nato l'abbozzo di uno spettacolo che ho presentato a Matera a Luglio in occasione di un evento CEI. E' piaciuto talmente tanto che hanno fermato le repliche che già erano in programma... ma non perchè fosse impresentabile (ride) ma perchè le Edizioni San Paolo hanno voluto subito farlo diventare un libro e quindi ho passato l'estate a dargli una forma compiuta

P.D.D.: Gli 11 monologhi come nascono? sono tutta fantasia?
M. C.: Parto dal brano del vangelo che li riguarda e poi mi calo nei personaggi. Ho fatto anche ricerche storiche e mi sono avvalso - per la correzione della bozza - di un valido biblista. Considera che il mio primo pubblico è stato un consesso di cardinali, vescovi e prelati vari! E ne sono uscito vivo!

P.D.D.: Mi parlavi del fatto che lo stai proponendo come reading..
M.C.: Si. Dopo lo stop per la stesura del libro e poi l'attesa della pubblicazione ho cominciato a proporlo in giro e, per la prima volta, mi cimento in uno spettacolo totalmente da solo. E' un reading ma ho previsto un vero e proprio  "allestimento". E' molto semplice: un tappeto con tanti orologi, a testimoniare il tempo che passa e, a volte, ti blocca in un'immagine. E poi tanti strumenti etnici: cimbali tibetani, il bastone della pioggia, bongos, maracas senegalesi che mi aiutano nell'interpretazione dei personaggi. Ad esempio per Pilato uso il bastone della pioggia immaginando che lui sia ossessionato dall'acqua, mentre i bongos mi servono per le donne che accompagnano la croce e che si battono il petto.
Gioco molto con la voce infatti il reading si chiama "Io c'ero  - voce di voci sotto la croce". In provincia di Caserta l'ho presentato al Festival "Teatri d'Anima" a Teano

P.D.D.: Che altro sai facendo?
M.C.: Mi divido, come sempre, fra qui, Roma e il resto dell'Italia. A Roma ho appena finito di essere ospite della trasmissione "Mentre" di TV2000 per una settimana e ho una serie di progetti che sto portando avanti.
Sto scrivendo i nuovi testi teatrali per bambini che usciranno con edizioni Paoline. Eh sì, il teatro ragazzi è una delle mie più belle soddisfazioni. Il primo testo pubblicato "Il viaggio del Girasole" ha avuto un ottimo riscontro. Ora in libreria c'è "Una sirena di nome Serena" , e presto ne arriveranno altri. Mi piace scrivere per i bambini, perché a dire il vero sono un po' Peter Pan!  
Qui a Caserta ho avuto la  direzione artistica oltre che del festival della Comunicazione dello scorso anno, anche della manifestazione per il Centenario di Isabella De Rosis, fondatrice delle Suore Riparatrici: un evento nazionale che si svolge in cinque diverse città. Ma qui a Caserta ho fatto anche molte repliche dello spettacolo per bambini "Il viaggio del girasole" al Don Bosco e nell'ambito della rassegna "A teatro con mamma a papà"
Non posso lamentarmi, sono in continua attività. In estate, invece, andrò in Spagna per un progetto radiofonico. Prima avevo paura di uscire dal teatro per sperimentare tv e radio, oggi invece no, e sto guardando con una certa curiosità queste nuove (per me!) forme di comunicazione. Ma non temete . mi ricordo bene di essere "casertano".

La nostra recensione a cura di Lorenzo Di Donato

"Io c’ero” di Michele Casella,edito quest’anno dalla Società san Paolo, si fa leggere in un subito, perché  le voci e i sentimenti di Giuda, Pietro, Caifa, Ponzio Pilato, Simone di Cirene, le donne di Gerusalemme, Maria, Giovanni, la Maddalena, il malfattore, il centurione, li trovi lì, messi nero su bianco in profonda evidenza, come tu li hai sempre intravisti nei passi dei Vangeli che ne parlano ma dei quali non sei stato sempre in grado di immaginare i pensieri e sentire le voci.

Perciò il sottotitolo “Voce di voci sotto la Croce” del volume di Michele Casella in cui l’autore è riuscito ad essere con quei “personaggi” biblici sotto la  Croce, ad entrare nei pensieri che in quei drammatici momenti li permeavano e segnavano, e, poi, dare “voce alle voci”.

E alla fine della lettura, ricominci a rileggere lentamente tutto, monologo per monologo, voce per voce, per più intimamente "sentire, vedere, vivere ciò che avevano sentito, visto e vissuto quegli  uomini sotto la croce” .

 

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