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L'interno della Basilica


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Una giornata … particolare a S. Pietro ad Montes

Il complesso ex-monastico ospita una comunità di recupero tossicodipendenti

Articolo e foto di Pia Di Donato

Il centro “Le ali” si apre alla città, festeggiando con una serie di eventi il ventennale della presenza sul territorio. Una presenza ma troppo pubblicizzata ma ben nota a quanti, purtroppo, direttamente o indirettamente (perché familiari stretti) hanno avuto e hanno problemi legati all’uso di sostanze stupefacenti.
Entro per la prima volta nel centro in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento di apertura dei festeggiamenti (il 1 dicembre al Teatro Caserta Città di Pace): incontro breve, ma denso di notizie, che si conclude con un “informale” invito a pranzo insieme agli operatori e agli ospiti del centro.
Per prima cosa vorrei raccontarvi del luogo. Il centro occupa quello che era un vecchio convento inizialmente dei padri benedettini, poi da questi abbandonato e lasciato in tale stato per circa un secolo, quindi abitato per un quarto di secolo dalle Suore Oblate di Gesù ed infine, dopo l’abbandono anche di queste ultime, “occupato” con un atto di forza (con un tacito beneplacito della Curia?) da quanti, venti anni fa guidati da Pino Gambardella, si stavano occupando (fra moltissime difficoltà) di tossicodipendenti.
Il bene architettonico è di notevole valore e, anche se non lasciato in abbandono, non riceve, per oggettive difficoltà, le cure di cui necessita. Lungi da voler fare polemiche, non so ipotizzare quale sarebbe stata la conservazione se lo stato di abbandono fosse perdurato.

l'esterno della basilica

Quello che ho potuto constatare, e questa è la seconda cosa da dire, è il lavoro portato avanti con abnegazione dagli operatori, la relativa serenità che si respira in quel luogo silenzioso e un po’ appartato.
Questa serenità contrasta con il percorso che gli ospiti devono affrontare. Un percorso con canoni precisi dal significativo nome “Progetto uomo” e che prevede step diversi che vanno dalla semplice “disintossicazione” alla costruzione di un nuovo progetto di vita.
L’accoglienza degli ospiti è assicurata attraverso i canali classici ovvero attraverso il Sert o la richiesta individuale (anche fatta tramite le strutture carcerarie) e quindi la permanenza viene finanziata (per un tempo limitato) dal Servizio Sanitario.
“Ovviamente”, ci racconta Anna Borghi direttrice del centro, “i tempi di recupero possono anche variare e in questo caso non si interrompe certo il percorso e questo significa che i costi aggiuntivi devono essere sostenuti direttamente dal centro”.
E qui, come in tanti altri casi, entra in gioco l’Associazione delle Famiglie che dal ’97 opera di concerto con il “Le Ali” preoccupandosi di raccogliere fondi e organizzando attività culturali e di incontro con il mondo esterno
Ecco in breve tratteggiata questa realtà complessa che ha bisogno anche di un certo isolamento ma che non vuole essere isolata. Questa è quindi la ragione della serie di eventi che da qui a giugno saranno posti in essere col preciso scopo di farsi conoscere e di pubblicizzare anche i successi ottenuti.
Anche la possibilità di visitare la Basilica (di S. Pietro ad Montes) potrebbe rientrare, in un futuro, negli eventi di “apertura” verso l’esterno. Per ora il complesso è visitabile solo dietro precisa richiesta e per gruppi selezionati (Per chi fosse interessato telefonare allo 0823 279597)

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