S. Rita e ... le automobili
Come s festeggiava a Caserta la ricorrenza della santa
Articolo di Lorenzo Di Donato
Oggi, 22 Maggio, è la festività di santa Rita da Cascia, la santa degli impossibili e
forse perciò la patrona degli automobilisti.
Le nostre tradizioni si sono perse nel tempo ma non nella mia memoria ed in
quella di tanti anziani casertani.
Il giorno di santa Rita, alle dieci, le auto si radunavano in piazza Duomo,
piccola in verità: é quasi uno slargo. Dopo una breve processione del quadro di
santa Rita, ben infiorato di odorose rose e posto su una luccicante Berlina, al
ritorno in piazza Duomo le auto venivano benedette tra lo strombazzare dei
clacson e gli applausi dei curiosi, me tra questi, naturalmente.
Ogni anno il numero delle auto aumentava e il raduno di esse in piazza Duomo
divenne perciò poco ordinato, anche, se non anche, con la presenza delle guardie
municipali. La processione divenne più rumorosa e meno solenne: alla fine della
cerimonia i sorrisi erano di gran lunga inferiori dei rimbrotti che si
scambiavano gli autisti-proprietari dei veicoli.
E così il raduno del 22 maggio, con la processione del quadro di santa Rita,
delle auto presenti e la finale benedizione delle auto, fu spostato in piazza
Carlo III, nelle strade dei campetti davanti alla Reggia.
Per qualche anno la cosa più o meno funzionò, ma, con l’aumento costante delle
auto, gli ingorghi davanti alla Reggia divennero sempre più grandi ed
incontrollati e le benedizioni furono accompagnate da maledizioni di quanti,
inviperiti per eventuali ritardi o non condividendo la manifestazione di fede,
inveivano contro quei fanatici, così li gratificavano, che volevano – forse,
dicevano- fare benedire la loro auto o la volevano mettere in mostra come
affermazione di un nuovo status sociale od economico, visto che ormai non era
insolito mandare alla processione l’auto facendola guidare dall’autista, perché
i proprietari delle auto dovevano…fare soldi e non potevano perdere tempo.
E così la ricorrenza non divenne più evento religioso e partecipazione di
popolo, ma anzi causa di malcontento. Per cui le autorità civili e religiose, di
comune accordo, non la festeggiarono più.
Oggi c’è ancora chi porta la sua auto nuova davanti alla chiesa per farla
benedire dal proprio parroco al termine della santa Messa. Ma è un fatto
privato: visto con curiosità da qualcuno, sottolineato a volte da un sorriso di
sufficienza da qualche altro.
Ma oggi siamo in un altro tempo.