La Festività della Madonna del Popolo
Sessa Aurunca (CE), 3° domenica di Novembre
Articolo di Alberto Virgulto
Sono le cinque del mattino, di una terza domenica di novembre, in questa
coinvolgente realtà del Sud.
Ascolto in silenzio l'aria ancora densa, greve, dopo una pioggia incessante e
monotona.
Sono colpito dalle insistenti e pungenti folate di vento che frustano il viso.
Mi accingo a raggiungere i componenti del corpo bandistico, diretti verso la
monumentale Cattedrale di Sessa Aurunca per il rituale e devozionale saluto
musicale che da sempre la banda offre, come segno di
riconoscenza filiale alla Popolare Madre Celeste.
Cammino evitando l'acqua ristagnata nelle fossette tra le commessure del basolato.
Taccio: nel buio non sono solo; in questo vibrante silenzio mi sembra quasi di
sentire la voce dei miei avi quando, bambino, tranquillamente raccolti davanti a
ceppi ardenti dell'accogliente camino, mi narravano fatti e cose che solo la
fantasia popolare sa raccontare: di personaggi leggendari, di gesti eroici, ma
soprattutto di Santi ed in particolare della Madonna del Popolo, il cui culto è
radicato nell'animo dei Sessani e dell'intera Diocesi già dal 1500.
Raggiungo la Cattedrale: è illuminata a giorno. Davanti ai miei occhi si
presenta uno scenario incredibile, una moltitudine di gente assiepata in ogni
dove, invoca cantando la Madre Celeste. Non si può rimanere insensibile ad un
richiamo di fede così forte. La mia mano trasforma in iscritto una preghiera in
musica, da me composta per due voci pari.
La leggenda narra che la sacra icona, che noi oggi veneriamo, fu trovata da
alcuni fedeli abbagliati da una luce accecante, e posta in venerazione nella
piccola Chiesa di S. Anna traendo a sé tutto l'affetto del popolo sessano.
Volendole dare giusto decoro, la prodigiosa icona fu poi
traslata nella Cattedrale di Sessa.
E' un'immagine sacra sicuramente diversa dalle altre. Ciò che colpisce nel
dipinto raffigurante la Madonna del Popolo, è la semplicità espressiva e l'atteggiamento che assumono il volto e gli occhi della Madonna e del Bambino
nudo sulle ginocchia della Madre, l'acconciatura dei capelli e il costume tipico
indossato dalle popolane dell'epoca.
In origine le celebrazioni cadevano il 17 Novembre e, quindi quasi sempre in
giorno feriale, quando il calendario liturgico festeggia S. Elisabetta, figlia
di Andrea II° d' Ungheria, al cui ordine, appartenevano le suore del convento di
S. Anna dove fino al 1700 (circa) era custodito la sacra icona. Presumibilmente
l'origine della celebrazione della S. Messa alle prime ore del mattino è
riconducibile all'uso liturgico della celebrazione delle lodi del mattino e all'esigenza dei contadini (vista la natura popolare della tradizione) di
recarsi poi a lavorare. Mentre la novena si celebrava all'imbrunire, dopo il
rientro dai campi, così da permettere al popolo di manifestare la sua devozione
verso la Madre di Dio.
Sessa è terra fertilissima di usi, credenze e riti ispirati a devozioni, unici
nel proprio genere, attraverso i quali la tradizione popolare, sin dall'età più
remota, ha caratterizzato un popolo fiero delle proprie radici, in cui spesso è
difficile separare il sacro dal profano: folclore, religiosità e tradizione
popolare sono così strettamente legati, da essere difficilmente distinguibili.
Anno dopo anno, secolo dopo secolo, nelle famiglie sessane si rinnovano riti che
conservano gelosamente i loro legami antichi.
In questo giorno di devozione, in ogni casa, per tradizione, dopo la Messa
del Mattino, la padrona di casa farà trovare ai componenti della famiglia, a
parenti e amici, una buona tazza di cioccolata calda. A mezzodì provvederà
ad imbandire il tavolo di gnocchi fatti in casa con ragù di cotiche e
spuntature di maiale ravioli dolci di ricotta, caldarroste e del buon vino nuovo,
augurandosi di ripetere il tutto per cent'anni ancora.
Mamma bella re' chistu Popolo di Alberto Virgulto - Sessa A. - 31/01/2007
Mamma bella re' chistu Popolo
Chesta gente a te' è devota
Facci razia avvucata mia
Facci salvi e così sia.
Tutti vonno tucca' la chiù bella,
ca' sta chiusa rint'a la Cappella,
Facci razia avvucata
mia
Facci salvi e così sia.
Dent'a 'stu quadro incuronato,
c'è sta'
la regina de ru Creato
Facci razia avvucata mia
Facci salvi e così sia.
Sta' folla in prucessione,
te prega cu cummozione,
Facci razia
avvucata mia
Facci salvi e così sia.
A te' venimmo cu tanta gioia,
Maronna mia, mitteci le mani toie!
Facci razia avvucata mia
Facci salvi
e così sia.
Visto ca' tu lu' puo' fa',
sti figli tuoi ai da' salva'
Facci razia avvucata mia
Facci salvi e così sia.
Maria Avvocata
Concezione,
racci la Tua benerizione
Facci razia avvucata mia
Facci
salvi e così sia.