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Quando si entra nella parrocchia di Succivo il nostro sguardo si perde tra le
varie bellezze che il suggestivo tempio conserva, prestando attenzione si
osservano quadri, statue, altari, ma sicuramente i nostri occhi sono obbligati
a non ignorare l’altare maggiore, dove domina l’imponente Organo a canne che si
eleva con tutta la sua grandiosità nella magnifica cassa lignea finemente
lavorata con oro zecchino.
Magistralmente in cantoria, l’organo succivese è uno dei pochi strumenti tra
tutte le chiese cattoliche, collocato nella posizione frontale. Basta farsi un
giro tra le parrocchie della sola Diocesi di Aversa e si noterà che buona parte
vengono collocati sul portone d’ingresso.
Questo gioiello è frutto della scuola organaria napoletana dei Fratelli
Marcellini – Abate del XVIIII sotto il Regno delle due Sicilie.
Da un inventario della parrochia si legge:
“Nel 1894 il parroco Davide Di Martino volle vedere abbellita
la chiesa e fece arricchire di lavori di intaglio la cassa dell’organo e la
cantoria.
Fece pure costruire due grandi bussoloni ai lati dell’altare maggiore; e tutto
poi fece dorare e dipingere.
I lavori di intaglio furono eseguiti dall’artista Sig. Francesco Tafuri. Le
dorature dell’artista Sig. Francesco Galante.
I bussoloni furono costruiti dal falegname Antonio Ercolano.
La spesa in Lire 2200 fu sostenuta dal solo parroco, il quale registra questa
copia per una memoria, conoscendo di non aver fatto nulla non dovuto da lui.
Succivo, lì due luglio 1894 – Davide Di Martino”
L’antico Organo, negli anni che vanno dal 1931 al 1973, periodo nel quale vi era
parroco don Daniele Giametta, fu completamente sventrato da ladri. L’impianto
fonico e le complessive canne, circa 500 di rame e stagno puro, furono rubate.
Per il parroco e l’intero popolo non fu sicuramente una bella scena da vedere.
Vi era rimasta la sola cassa armonica, con un solco vuoto e nero, essendo
impossibilitati a smontarla per la visibile grandezza.
Nel 1973 è nominato nuovo parroco di Succivo don Carlo Maria Annibale
Cinquegrana.
Oltre ad affrontare i numerosi lavori di restauro, nel 1981 prese a cuore anche
l’organo facendo ampliare la parte fonica con l’aggiunta di altri registri per
un totale di 1000 canne, venne sostituito il vecchio manuale (tastiera), con
una secondo per l’harmonium, quindi due tastiere.
I lavori furono curati dalla pregiata ditta organaria dei F.lli Tamburini di
Crema.
Nel 2001 termina il cammino pastorale del caro don Carlo e viene succeduto
dall’attuale parroco don Crescenzo Abbate.
Nuovamente si procede verso una serie di lavori, da restauri, costruzioni di
nuovi edifici, impianti elettrici, etc.
Tra i numerosi impegni viene preso in considerazione anche l’Organo maggiore.
Ancora una volta è viva la partecipazione del popolo
succivese dimostrando grande generosità e sensibilità.
Così nell’anno 2003, viene delegato come responsabile dei lavori Stefano
Patricelli, attuale organista ufficiale della parrocchia, il quale dopo vari
preventivi e contatti con le più prestigiose ditte organarie italiane (F.lli
Mascioni, ditta Zanin, etc) commissiona nuovamente il restauro e l’accordatura
agli eredi della ditta Tamburini di Crema.
I lavori durano circa 3 mesi alla fine dei quali l’organo ritornò a suonare nel
suo splendore la sera del 10 luglio 2003 in occasione del concerto di
inaugurazione eseguito dal M° Vincenzo De Gregorio, direttore del Conservatorio
San Pietro a Majella di Napoli.
Il concerto venne preceduto da una presentazione e relazione di Stefano
Patricelli con l’allestimento di una mostra fotografica intitolata “Prima e
dopo il restauro” e l’esposizione di alcune vecchie canne surrogate e documenti
storici tratti dagli antichi registri parrocchiali.
Dal 2003 l’organo è stato affidato nelle mani del giovane organista Stefano
Patricelli, con il solo compito della parte solistica e lo si ascolta
esclusivamente in occasioni importanti o per concerti organistici.
“Uno strumento del genere merita rispetto ed è giusto che il popolo di Succivo
riservi gelosamente questo prezioso capolavoro infierendo contro mani inesperte
e soprattutto incoscienti atti vandalici”.
E’ giusto terminare questo breve racconto artistico con la chiara precisazione,
capitolo VI del Sacrosantum Concilium Vaticano II, sull’importanza dell’organo
in chiesa, di fronte a tamburelli, chitarre e strumenti inopportuni.
“Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l'organo a canne, strumento
musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole
splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a
Dio e alle cose celesti”. |
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L'organo
Particolare della tastiera
M° Stefano Patricelli
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