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Una vecchia canzone popolare, ancora presente nella memoria degli anziani
veniva cantata tra i filari di grappoli d'uva, durante la festa della
vendemmia.
Questo canto rituale, che evoca il rito e la tradizione che si conserva ancora
oggi nonostante l'avvento della meccanizzazione e la sua progressiva
espansione, serviva anche per alleviare la fatica e scacciare le forze
malefiche.
"Tengo 'na vignarella e nun saccio addone,
la voglio veregną e nun saccio quanno,
ri vignaturi miei ce so de Ponte (frazione di Sessa A.)
ri cestrellucci so de' mo fa janno......"
Gią nella Roma Imperiale, con feste in onore di Dionisio e di Bacco, si
solennizzava e magnificava l'uva e la sua preponderante simbologia.
La storia narra che il pastore Falerno invita un viandante stanco ed affamato
nella sua dimora e gli offre i doni della propria terra, miele e latte. Sotto
gli abiti dello sconosciuto si nasconde il dio Bacco che, commosso, trasforma
tutto il declivio del Monte Massico (monte sito nel territorio aurunco) in un
florido vigneto, e il latte che il pastore
gli aveva offerto, in vino.
Benedetto da un dio, magnificato dai cantori e festeggiato dai riti pił
antichi, l.ebbrezza mistica del dono pił grande che gli dei abbiano fatto agli
uomini..
Ogni anno, con il rinfrescarsi dell'aria e l'accorciarsi delle giornate, arriva
il momento tanto atteso. "Mo' se po' veregną, 'a luna č calante!", e il
popolo del vino si ritrova a festeggiare un'usanza vecchia come il vino stesso
con sagre, assaggi e ricorrenze varie.
Non sapremo mai quando l'uomo ha scoperto il frutto della vite. Eppure da
allora, in ogni angolo del mondo, si ripetono gli stessi antichi gesti.
Nella societą contadina, il vignaiolo decreta l'inizio della vendemmia quando
passando tra i filari d'uva, grazie a ripetuti assaggi, "sente" il
momento fatidico della raccolta.
Da questo momento in poi una frenetica eccitazione si propaga nell'aria. Grandi
e piccini, uomini e donne di ogni estrazione sociale, si incontrano da sempre
durante la vendemmia e riscontrano, in questo momento di aggregazione e di
partecipazione, qualcosa di magico e coinvolgente.
I vendemmiatori sono uomini di natura allegra a cui piace gozzovigliare,
festeggiare e stare in allegria con gli amici. Il fascino della solennitą č
dato dalla completa armonia tra la natura ed il perpetuarsi della cultura
vinicola, dove il frutto della tradizione secolare č parte integrante di un
sapere tramandato.
Mentre mi accingevo a scrivere questa breve nota sulla vendemmia per gli amici
di Casertamusica Maria Rosaria Nocera di Pagani trasmetteva al popolo di
Casertafolk questa tammurriata:
"L'anno passato m'accataie na vigna,
me l'accataie n'copp'a na muntagna.
Piantaie na noce, na nucella e na castagna,
oie, bella vigna mia n'copp'a muntagna.
Chi se ne fa nu ramo, chi se ne fa na pigna
povera vigna mia, povera vigna.
Na noce, na nucella e na castagna,
povera vigna mia, chi coglie e magna" |
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