La ricerca spirituale rappresenta uno dei più forti ed insopprimibili bisogni
dell'uomo, maggiormente sentito dall'umile gente del Sud.
La venerazione ad un Santuario miracoloso fa sbigottire il popolo nordico;
manifestazioni di culto così appariscenti e partecipative, non risultano
spiegabili, secondo la loro educazione, né riferibili a schemi razionali;
suscitano incredulità le visioni di ritualità così astruse, a forme magiche e
superstizione, che resistono tenacemente alle trasformazioni imposte dalla
civiltà dei nostri tempi.
Religione, magia e, in alcuni periodi storici, anche l'astrologia, sono state,
per il genere umano, tramite e confronto nel complesso rapporto tra l'uomo e la
sua sete di conoscenza e comprensione.
L'ingenuo, l'umile uomo del Sud sente la fragilità della sua esistenza in un
mondo che gli si presenta ostile, opprimente, ingiusto; chiede protezione a
chiunque mostri di potergliela accordare ed è per questo che maghi, indovini,
profeti, veggenti sono sempre stati riveriti, temuti, adulati e rispettati. Si
contorce la "tarantolata", durante la funzione di particolari cerimonie,
l'ossesso mostra i segni della presenza del maligno, la gente urla al Santo
Protettore, al miracolo, alla continuità, invoca la sua presenza, la sua
protezione, molto spesso fonde il sacro al profano.
Le casalinghe del Sud, che hanno problemi di far quadrare i conti della
spesa, per eliminare l'emicrania sostituiscono il medico con "il malocchio",
atavico rito magico, appreso dalle anziane donne. Lasciano cadere alcune gocce
di olio di oliva in un piatto 'schiano' e recitano particolari preghiere che le
iniziate hanno imparato la notte di Natale. Pare che questa "trasmissione e
ricezione" non sortisca effetto alcuno se trasmessa in altro tempo dell'anno
che non sia il 24 Dicembre, giorno di nascita del Bambinello.
La 'nciarmatura per la vermenara (verminazione) invece si tramanda,
anch'esso oralmente, la notte di Sabato Santo e la Domenica di Pasqua. La
ritualità inizia strofinando sull'addome del bambino malato uno spicchio
d'aglio segnato con tre segni di croce al tramonto del sole.
Questa operazione si ripete tre volte consecutive recitando le preghiere.
Così anche per la 'nciarmatura del dolore ai denti: lo 'nciarmatore
appoggiava il suo dito sul molare dolente declamando questa orazione:
Sant'Antuono iva pe' mare,
Gesù Cristo lo 'ncuntraie;
dove vai, uomo dolente?
Mi fa male questo dente!
e di lì a poco si calmava il dolore, mentre il molare, dopo qualche giorno,
se ne cadeva a pezzi.
Alla caduta di un dente, che si adagiava nella fessura di un muro, si usava
recitare una preghiera a Sant'Antonio Abate, santo che si festeggia il 17
gennaio.
Sant'Antuono , Sant'Antuono teccote ru viecchio e damme ru nuovo,
dammillo forte forte comme ru catenaccio delle porte.
Secondo la credenza popolare, una causa di morte improvvisa di un bambino, 'ru
riscienzo' veniva attribuita alla cattiveria della Janara, (sorta di
strega malefica). Per proteggersi da questa, si soleva mettere alle finestre,
alla porta, o al collo del bambino, quale elemento protettivo, l'abetino
(sacchetto pieno di sabbia di fiume con dentro delle immagini sacre alle quali
la famiglia era devota, di sale e di un ramoscello di ulivo benedetto, 'la
palma' cucito a mano).
Queste avevano l'abilità di presentarsi, durante la notte, passando sotto le
fessure delle finestre o dei balconi nella stanza del 'fatturato'; si adagiava
placidamente sull'addome del malcapitato al punto di farlo rimanere senza forze
e senza fiato. Se per casualità si riusciva ad acchiapparla, la Janara
lestamente domandava:
che tieni in mano!
"Ri capigli ' me ne scappo comm'e n' anguilla.
Alla Janara è contrapposta la figura positiva di 'Mazzamaurieglio' ,
folletto buono che, se in grazia, riusciva ad arricchire la famiglia che lo
ospitava facendo trovare loro tesori nascosti, nei meandri inaccessibili e
impensabili dell'abitato ma che diventa cattivo, appena si svelava la sua
presenza a persone estranee.
Le origini di questi riti e credenze si perdono nella notte dei tempi, a noi è
dato l'obbligo morale di non perdere questa meravigliosa memoria storica che ha
sempre contraddistinto e caratterizzato la nostra gente. |
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