|
|
Caserta 11 Maggio. Elisa è la mia nipotina palermitana. Ha 4 anni e
qualche settimana fa l’ho portata con me alla Reggia. Mentre salivamo lungo lo
scalone principale mi ha detto: “Ah, è qui che Cenerentola ha perso la
scarpetta!”.
Ai bambini basta poco per entrare nel mondo dei sogni: il confine tra fantasia
e realtà è impercettibile e la loro mente è libera di vagare nel tempo che non
è ancora “nemico”, scorre con lentezza e si alimenta di immaginazione.
E’ un tempo che abbiamo vissuto tutti e che incredibilmente ci è di nuovo
appartenuto, ieri sera, quando siamo andati a visitare la reggia in “versione”
notturna, partecipando all'iniziativa "Tempo reale" per essere
protagonisti di un sogno, quello di Carlo di Borbone, Ferdinando, Carolina,
Vanvitelli.
Invitati dalla voce di Giancarlo Giannini e dalle guide che ci hanno
accompagnato, ci siamo lasciati alle spalle il nostro tempo, quello reale, e
abbiamo ridato vita a quei personaggi che la Reggia l’hanno vissuta per
davvero.
Tra musiche, giochi di luce, dignitari di corte, marchesi e gente del popolo,
anche noi abbiamo vissuto la nostra favolosa avventura senza tempo: i re e le
regine sono tornate a parlare, a danzare, i dipinti si sono animati e hanno
raccontato le loro storie, i busti di marmo ci hanno sorriso mentre un
menestrello giocoso e ironico ci ha portato nel tempo regale, nel “royale
time”.
Le immagini incantevoli dei giardini, dei giochi d’acqua, simbolo di prosperità
e vita, ci hanno stregato con la loro bellezza; le stanze, nella loro
maestosità, ci hanno accolto facendoci sentire protagonisti di una Reggia, non
più dimora di pochi privilegiati, ma luogo aperto a tutti.
Lo specchio della regina ha riflesso le nostre immagini, la sala del trono si è
animata al ritmo delle nostre danze (certo, non proprio regali…) il tempo,
anche se solo per un attimo, si è fermato.
Con gli occhi al cielo, ad ammirare la preziosità degli affreschi illuminati,
allegorie di un tempo felice forse mai esistito, quando perfino Marte, il dio
della guerra, sembra godersi il meritato riposo e osserva il suo esercito
pigramente sonnecchiare sul prato di una Campania felix (ahimé, troppo spesso,
oggi, infelix!), con gli occhi al cielo, dicevamo, abbiamo lasciato l’ultima
stanza del percorso guidato.
Quello scalone regale che, nell’entrare al Palazzo, avevamo percorso
lentamente, con l’emozione di una bambina che dà vita al suo sogno, ora si
scende veloce. La musica si fa più lieve, le luci si spengono. Le voci commosse
dei visitatori si fanno chiacchierio distratto: il vortice del tempo, quello
reale, ci ha di nuovo rapito. E’ durato un attimo, quel tanto però da
permetterci di veder specchiata la nostra immagine di re e regine in uno
specchio senza tempo.
All’Associazione Arethusa va il nostro doppio e sentito grazie: il primo per
aver dato a me e al gruppo di studenti di croati, ospiti degli allievi del
Liceo Scientifico “A. Manzoni”, di apprezzare uno spettacolo straordinario (la
mia collega croata aveva le lacrime agli occhi quando è uscita); il secondo per
l’accoglienza e la disponibilità nei confronti dei nostri ospiti, giunti a
Caserta in occasione di uno scambio culturale tra il liceo italiano di Fiume e
il “Manzoni” di Caserta, felicemente sorpresi e colpiti da tanta generosità.
Non sempre capita!
Consulta l'iniziativa:
Percorsi di Luce: Tempo Reale |
|
|
Foto e testo, ove non
diversamente specificato, © Casertamusica
Diritti riservati
|