Graffiti animati. I cartoon da emozioni a gadget
In libreria il nuovo lavoro di Marilena Lucente
Comunicato stampa
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Immaginiamo una grande parete di televisori accesi. Tutti, in contemporanea,
trasmettono cartoon: serie tv, videocassette di vecchie favole, contenuti
speciali in dvd. Un mondo di storie. Un mondo che schiude mondi. Con euforia e
ironia, irruenza e furore, allegria e dolcezza. Rapiti e incantati gli sguardi
degli spettatori bambini. Apprensivi, nostalgici, divertiti gli sguardi degli
adulti. Irriverenti, i personaggi escono dalle storie per approdare su scatole
di giocattoli, confezioni di merendine, vetrine di negozi e abiti di alta moda:
la realtà si parcellizza in migliaia di schermi televisivi che ospitano eroi,
supereroi, character. Arriva in libreria per i tipi di Vallecchi, “Graffiti
animati. I cartoon da emozioni a gadget” di Marilena Lucente, nella collana
con/testi (pagg. 176, euro 15.00), dedicata ai nuovi segmenti della
comunicazione e alla loro capacità di incidere nei processi di trasformazione
della società in cui viviamo. Con un colpo di coda, l’immaginario cartoon ha
avvolto il mondo in una pellicola trasparente. Gradualmente, insistentemente,
lo ha trasformato. Ha messo su casa: con i parchi a tema, le sale
cinematografiche, i megastores Guardare i cartoon vuol dire osservare quello
che accade in video, ma anche partecipare e farsi travolgere dall’insieme delle
storie che le narrazioni animate sono capaci di creare e inventare. Perché i
personaggi di cortometraggi e di film sono compagni di gioco, gadget, miti e
talismani della fantasia. Con loro, il patrimonio narrativo della tradizione
popolare si è sintonizzato sulla modernità e si rinnova continuamente. Sono
cresciuti e sono cambiati insieme, pubblico e cartoon. L’animazione esce dai
confini sempre più labili della finzione e si inoltra nei territori della
realtà. Alle storie gli spettatori chiedono emozioni esclusive, tattili,
percettive. Indossano, mangiano, camminano in compagnia dei cartoon.
Un’esperienza ad altissimo tasso di creatività. Graffiti animati compie
un’ampia ricognizione sui mondi dell’animazione, sulle poetiche e sui linguaggi
degli autori. Dalla satira corriva dei Simpson alla cosmogonica fantasia
disneyana, dai tapis roulant su cui scorazzano gatti, topi e conigli ai cieli
immensi degli anime giapponesi, dai morbidi pupazzi di Carosello agli effetti
speciali che trasformano in milioni di pixel gli attori in carne e ossa.
Il libro scorre da un monitor all’altro e il racconto delle storie animate si
intreccia alle biografie dei principali cartoonist, con incursioni sia negli
studios dell’animazione sia nelle sale cinematografiche. Prosegue poi indagando
mode e manie, in compagnia di libri e giocattoli, rivelando in che modo le
forme della visione hanno intercettato quelle del consumo, riconoscendo
nell’animazione un collante emotivo che coinvolge spettatori di tutto il mondo
e di tutte le età. Il percorso metodologico dell’analisi dei cartoon si avvale
di un approccio originale, attraverso il recupero di materiali diversi: dalle
notazioni critiche degli specialisti dell’animazione alle pagine di cronaca,
dai volantini pubblicitari alle interviste degli autori. Infatti, la storia
della animazione è fatta anche di esperienze di visione. Vi confluiscono le
indicazioni normative della pedagogia e della psicologia (che sovente lanciano
i loro anatemi contro alcuni cartoon), il recupero affettivo dei programmi
televisivi che hanno costellato la nostra infanzia, e la condivisione
spasmodica e quotidiana nei fans club e nei siti internet specializzati. Tutto
questo è cartoon.
Un saggio che si legge come un romanzo. Una passeggiata lungo cento anni di
storia dell’animazione – intercettando vie maestre e luoghi meno convenzionali
- per raccontare come, anche attraverso i cartoon, noi stessi siamo diventati
racconti, ospitando i personaggi della fantasia nei nostri spazi di vita,
arricchendo il nostro tempo con quello che scorre dentro gli schermi.
Un linguaggio semplice e scorrevole, capace di delineare con precisione il
mondo cartoon. Sicuramente il più sfrenato e irriverente degli universi
narrativi.
Marilena Lucente (1967), insegnante e dottore di ricerca in pedagogia, ha
condotto ricerche sul rapporto tra cinema, televisione e immaginario giovanile.
E’ autrice di numerosi saggi in riviste e volumi collettanei e di testi di
narrativa.
Tra i più recenti: Lo sguardo e l’immagine. Per una pedagogia del cinema, Pensa
Editore, 2004; Scritto sui banchi, Cargo - L’ancora del Mediterraneo, 2005. |
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