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(pubblicato il 17 Nov. 2006). Una nostra compagna di viaggio, s’infortuna mentre cammina su una strada piena
di grossi massi resi scivolosi dalla pioggia mattutina: andavamo a vedere le
cascate del Nilo azzurro quando si riversa nel lago Tana, in Etiopia. Perciò
deve essere accompagnata al più presto all’ospedale per una radiografia per
poter decidere, poi, il da farsi.
A dirsi è facile ma … siamo a Bahr Dar, in Etiopia, sul lago Tana.
L’ospedale della cittadina subito appare fortemente carente di igiene e di
capacità di piena assistenza.
La radiografia rivela una frattura all’omero destro ed il dottore chiede che
uno degli accompagnatori vada in farmacia a comprare il necessario, bende e
cerotti, per immobilizzare l’arto, onde permettere alla nostra compagna di
viaggio di rimpatriare il giorno dopo e far sistemare il suo omero in Italia.
Mentre uno di noi va ad acquistare quanto richiesto dal dottore, arriva
all’ospedale una donna etiope, Lula, con un braccio che presenta profonde
ferite e l’avambraccio rotto. E’ accompagnata dalla figlioletta di 7-8 anni,
Maryam, che la conforta e la sostiene pur apparendo claudicante.
Il medico di guardia nell’apprendere che Lula non ha i soldi per pagarlo o
pagare l’intervento di cui ha bisogno, la scaccia in malo modo tra i pianti,
dignitosi in verità, della donna e della bambina.
Eugenio, il responsabile del nostro gruppo, tramite la guida Ashu, s’informa di
ciò che sta accadendo e come si è ferita Lula. La donna racconta che è stata
così conciata da Jackob, suo marito, che, disoccupato da molto tempo,
pretendeva da lei del denaro per poter andare a passare la serata al caffè con
gli amici.
La povera Lula non aveva potuto soddisfare la richiesta del marito perché al
mercato quella mattina aveva venduto solo due piccoli lavori di intreccio che
lei fa abitualmente per cercare di aiutare la famiglia a procurarsi almeno la
farina di tef con cui fare l’ingera, il caratteristico pane etiope.
Ma Jackob dalla richiesta passa alle minacce ed infine alla violenza dando un
ceffone a Maryam, verso la quale ha un sordo rancore da quando era nata in
quanto femmina e con una gambetta offesa. Lula, conoscendo i sentimenti del
marito verso la figlia, subito si é interposta tra i due per non fare picchiare
ulteriormente la bambina, provocando così l’ira incontrollata di Jachob che ha
scagliato contro di esse i pochi oggetti che erano in casa, provocando le
ferite e la frattura a Lula, che però è riuscita a fare da scudo a sua figlia.
Eugenio subito si offre di sostenere le spese per la cura della donna ed anche
Ashu, che è molto turbato, è pronto a farlo. Eugenio però rompe ogni
discussione recandosi subito dal dottore e versando quanto gli viene richiesto
per curare Lula. Non è una gran somma per noi italiani, ma è una somma enorme
per Lula che ha difficoltà a sbarcare il lunario.
Alla donna così vengono prestate le cure del caso dal medico di guardia, mentre
la bambina la esorta continuamente a farsi coraggio.
Eugenio, ancora sdegnato per quanto ha sentito di Lula, chiede ad Ashu perché
questo marito manesco non viene denunziato e questi, quasi ad occhi bassi, lo
informa che se la donna facesse ciò decreterebbe la sua morte civile.
Successivamente abbiamo saputo perché quanto accaduto a Lula aveva così turbato
Ashu: sua madre subiva dal marito continue percosse, anche per futilissimi
motivi, tanto che, quando Ashu era ancora nel seno materno, i familiari di sua
madre denunziarono suo padre per i continui maltrattamenti verso la moglie. Si
badi bene: la denunzia fu fatta dai parenti della madre di Ashu e non da lei,
altrimenti lei sarebbe stata esclusa dalla vita civile, praticamente
condannandosi a morte perché nessuno avrebbe aiutato una donna capace di
denunziare il proprio marito.
Si fece la causa ed il Tribunale assolse il marito. Intanto il figliuolo era
nato ed a lui il padre mise il nome Ashenafi, che significa “il vittorioso”,
perché il papà era uscito vittorioso dalla causa intentagli dai parenti della
moglie. Ashu è il diminutivo di Ashenafi.
Ashu ha oggi ventotto anni. Quindi anche i due episodi sono distanti ventotto
anni, ma nulla è cambiato nella condizione della donna in Etiopia. E Ashu ne è
consapevole e non ne è fiero. |
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Ragazza etiope
Il mercato
Ashu al lavoro
Lavori di intreccio al mercato
foto © Casertamusica
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