Il
Ballo dei “Zamberi”: La Tammurriata
Dal "Cerchio Magico" all'abbigliamento agli elementi necessari per una
riuscita tammurriata
Articolo e foto di Alberto Virgulto
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(pubblicato il 24 Apr. 2006). La gioia sensuale che regna nei riti e nelle feste delle tammurriate è
fortemente coinvolgente e partecipativa ed in quest’aria di “festa” si
percepisce il senso di liberazione dal quotidiano, una sorta di azione
purificatrice attraverso la quale si cerca di esorcizzare le varie paure e
frustazioni.
Maggiormente sentito quando le varie “Paranze” (Gruppi di persone provenienti
da aree diverse della Campania) formano il cosiddetto cerchio “magico” dove si
delimita lo spazio di trasmissione e ricezione, e cantori, ballatori, suonatori
e spettatori diventano una sola cosa. Questo suggestivo ballo ha attirato
l’attenzione di molti giovani amanti delle tradizioni, dotati di particolare
sensibilità e motivazione, pronti e attenti a riscoprire e rivalutare, in
maniera decisa, usanze, riti e voci arcaici di origine contadina della nostra
Campania.
In questi particolari raduni devozionali i giovani vestono in maniera
originale: le donne con lunghi e ampie gonne colorate, gli uomini in maniera
decisamente bizzarra, incuranti di seguire la moda imposta dai mass media,
hanno tra le mani "tammorre" e castagnette e senza timore, ma con riverenza, si
mescolano tra chi del ballo più antico della Campania ha conservato la memoria.
Testimonianze di tammurriate si trovano già nel periodo precristiano: al Museo
Archeologico di Napoli è conservato, infatti un mosaico eseguito tra il secondo
ed il primo secolo a. C., proveniente dalla Villa di Cicerone di Pompei, in cui
sono raffigurati dei “Musici Ambulanti” con in mano delle castagnette, tammorre
e doppio flauto. In epoca latina si adorava Cerere, dea anch’essa della
vegetazione e delle messi, e in suo onore si celebravano le “Cerealia”, feste
che si svolgevano nel mese d’Aprile, care ai contadini.
Le danze e i canti orgiastici, che accompagnavano queste feste propiziatorie,
rappresentano l’anima delle attuali manifestazioni di fede nelle feste popolari
in onore della Vergine.
Gli elementi necessari per una riuscita tammurriata sono: il canto, il ballo e
il ritmo imposto dal tammorraro. La tammurriata è principalmente un ballo di
corteggiamento e le diverse posizioni del corpo assumono chiaramente diniego e
consenso nei confronti dell’altro sesso. Spesso è stata giudicata oscena e
oltraggiosa, visto la carica erotica che sprigionano le parole e le licenziose
movenze. Il tipo di linguaggio musicale, per lo più cadenzato sul ritmo imposto
dal tammorraro, presenta delle flessibili diversità ritmiche tra località e
località ma rimane sostanzialmente uguale nelle movenze e nel testo. I gesti
delle varie coppie di ballatori, a volte di solo uomini, di sole donne o di un
maschio e una femmina, assumono un significato altamente simbolico: eseguono
movimenti dapprima sinuosi e dolci, poi, nel prosieguo dello stesso diventano
aggressivi e minacciosi, quasi di sfida specialmente nella “votata” dove il
ritmo della Tammarra è in “Uno”.
La tammurriata è diventata tuttavia una fortissima espressione di fede
cristiana; si potrebbe pensare che i contadini campani, una volta abbracciato
il cristianesimo, avessero adattato antiche usanze, con cui adoravano le
divinità protettrici dei raccolti, ai simboli e alle icone della nuova
religione. Il repertorio infatti parte dai rituali dei canti di lavoro,
testimonianza concreta della tipica cultura contadina che rimane la più grande
risorsa di questo sapere antico e, per nostra fortuna, ancora custodita nella
tradizione delle comunità più semplici e isolate. E’ evidente che questa umile
gente si serve di un canale di comunicazione privilegiato che è rimasto intatto
per millenni: quello della musica, del canto del ballo. La tammurriata è
notoriamente legata a devoti pellegrinaggi che i “Zamberi” usano fare in onore
delle feste Mariane ed essendo di origine contadina tramuta inevitabilmente la
maggior parte delle movenze l’imitazione dei gesti di lavoro e l’imitazione di
animali da cortile, soprattutto gallinacei.
Movimenti ritmici che ricordano la terra, il raccolto, la vita nei campi, la
morte e il sesso ma, soprattutto, la liberazione dalla tensione imposta dal
logorio della vita moderna a cui si è sottoposti.
Nelle contrade di Sessa Aurunca, tracce di Tammurriate sono visibili durante i
riti di addio al celibato che gli anziani parenti, a volte, usano fare in onore
degli sposi in segno di prosperità. |
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Una paranza
Il ballo
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