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effetti volevamo andare a vedere la mostra sui gioielli dei Borboni ma poi ci
siamo imbattuti nell' ingresso di “Terrae Motus” che per la prima volta,
dopo 15 anni di precariato, finalmente ha una riconoscibilità immediata e pare
di entrare in un antro della sibilla con tutto il fascino e l’orrore che può
suscitare un ingresso modernamente nero incastonato in una porta settecentesca
e così noi si entra e subito si capisce che un saggio ha messo mano
nell’organizzare degnamente un percorso con tutte le luci al posto giusto e
le opere ordinate per analogia formale, comunicando il senso del viaggio nelle
emozioni scaturite nei più grandi artisti contemporanei in seguito al
terremoto dell''80 e anche la mancanza di didascalie ha un che di avventuroso
così dobbiamo chiedere l'aiuto di Caronte nell’attraversamento di questo
fiume nell’arte e Caronte scopriamo essere tale Vincenzo Mazzarella che è
disponibile e simpatico e mica ci avevano ragione gli antichi a raccontarcelo
brutto e venale che infatti non gli abbiamo promesso nessun obolo e lui lo
stesso ci ha fatto da guida tra opere che sono moderne ma di una modernità
antica che per il mercato dell’arte sono una vera manna perché hanno una
riconoscibilità autorale quasi immediata, mica come le opere dell’ultima
Biennale di Venezia, quella di quest’anno per intendenderci, che non trovi un
pittore che pitta nemmeno a pagarlo e qui invece trovi quadri di Warhol e
Haring e informali, transavanguardisti e concettuali nostrani legati alla
materia o alla figura come Giulio Paolini con l'efebo che si contempla i suoi
frammenti e pensi che nella reggia di Caserta non poteva esserci opera più
adatta a comunicare la continuità dell’arte nei secoli e Paolini li unisce
tutti e gli altri autori terremotati fanno capire che da una disgrazia come il
terremoto può nascere arte della migliore e basta girarsi intorno che di
distruzioni vicine e lontane ne vedi a iosa e ti auguri che possano tutte
suscitare il senso creativo basta trovare un Lucio Amelio santo protettore e un
porto sicuro come la Reggia e staresti lì a discutere sull'allestimento di
Beuys con quell'uovo appoggiato su un tavolo in bilico su bottiglie precarie ma
poi si rischia di fare tardi e allora andiamo a vedere questa mostra di
gioielli che chissà quante cose preziose ci saranno e che manifattura
napoletana e che sfarzo e compagnia bella e entriamo nella sala del trono e
c’è un vestito e vicino a ‘sto vestito un totem con una didascalia che
pensi che sia uno scherzo del curatore e ti dici magari hanno scherzato e alla
sala successiva vedi i quadri di tanti mamozi e ti chiedi i gioielli dove sono
e poi capisci che di gioielli ne vedrai pochini, e poi a forza di guardare i
mamozi reali comprendi che sono loro a testimoniare la moda rococò e poi
impero che attraversa il secolo e passa che ha visto la reggia regnata dalle
dinastie ispano-asburgiche e vedi qualche gioiello con corallo rosso del
mediterraneo e ti domandi dove si trovano le barriere coralline nel mare
nostrum ma questa è un’altra storia che magari era più interessante
raccontare invece di quelle didascalie illeggibili che accompagnavano questi
preziosi e mentre cerchi di ricordarti di come la bella sorella della
cinematografica Sissi abbia sposato un panzone borbone si fa tardi e il museo
chiude le porte per riaprirle nel mistero della notte e allora eccoci a
raccontare i percorsi di luce nella reggia di Caserta e la prima cosa che
colpisce è il prezzo di 20 euro 20 che tu dici secondo me non ne vale la pena
ma poi vedi che ci sta tanta gente e ti dici magari è organizzato bene, meglio
della presentazione sul pieghevole della mostra dove per fare un esempio è
scritto:”Quest’anno due ulteriori novità, l’apertura della
Castelluccia dopo anni di restauri.” proprio così, col punto alla fine e
senza dire qual’è l’altra novità, e ti chiedi se magari questo dante
alighieri delle brochure sia parente del poeta dei totem sulla mostra dei
gioielli, ma le foto sul pieghevole sono suggestive e dici speriamo bene e vedi
che le hostess che ti accolgono all’ingresso del percorso sono carine e
professionali e allora iniziamo questo nuovo viaggio nella notte della reggia e
una voce narrante ti accoglie lungo il percorso del viale del parco e dici
“però che bella acustica” e poi vedi la reggia che tramuta colori a suon
di musica e dici “però che belle luci” e poi vedi le proiezioni degli
attori recitanti in costume e pensi che sia tutto davvero ben fatto e ben
curato e diventi euforico e poi rivedo la Castelluccia dopo tanti anni e sono
felice che le cose vadano bene e me le godo e poi vengono proiettati dei video
da mozzafiafiato con un lunghissimo piano sequenza che parte a volo d’uccello
sulla reggia e penetra nel finestrone centrale dei piani nobili attraversa le
sale e esce sul finestrone che dà sul parco e prosegue lungo le vasche in un
turbinio di statue e natura e cascate e raggiunge il torrione e ti dici che
Caserta con questo spettacolo ci farebbe un figurone cogli stranieri che
stasera non ci sono e speriamo per domani e poi non vi racconto il viaggio che
segue allo specchio di Diana e nel giardino inglese perché ci dovete andare di
persona e vi assicuro che sono 20 euro 20 benedetti.
“Terrae
Motus “, collezione d’arte contemporanea. Mostra permanente
“I
Gioielli Regali” fino al 30 Ottobre all’interno del percorso delle sale
della reggia
“Percorsi
di luce nella Reggia”, dal 10 al 15 agosto e dal 17 al 22 agosto tutte le
sere dalle ore 21. |
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