Ma voi, vi fate il nocillo?

Articolo e foto di Lorenzo Di Donato


“Prufessò, mi dovete scusare, ma pure chest’anno, a san Giuvanni, mi dovete dare le noci fresche. Sennò come faccio ‘u nocillo a mio marito, che tanto gli piace?” .

E la signora Maria, il 24 giugno, sarà qui di primo mattino per prendere dall’albero di noci del nostro giardino quelle che le serviranno per fare il nocillo a suo marito.

Perché proprio il 24 giugno? Perché di primo mattino?

Ma è meglio andare con ordine.

La ricetta del nocillo è semplice perché richiede 20 noci con il mallo verde per ogni litro di alcool purissimo a 95 gradi e, oltre a acqua e zucchero nel rapporto dettati dai gusti personali, una miscela ( il "pisto") di aromi di cannella, noce moscata, chiodi di garofano, china nelle proporzioni che ognuno ha segrete e tramandate da madre in figli o fornite dal droghiere di fiducia in una busta già pronta all’uso.

Ma le noci, qualunque sia la ricetta del nocillo, debbono essere rigorosamente col mallo verde, in numero di venti per ogni litro di alcool e, dalle nostre parti, colte la mattina del 24 giugno, festività di san Giovanni Battista.

Questo festività, che coincide quasi con il solstizio d’estate, ha fatto diventare la notte di san Giovanni una notte magica in cui i più incredibili prodigi possono verificarsi, quasi come la notte del Natale del Salvatore del mondo, contrassegnata da eventi eccezionali e perciò magica, tanto che i segreti dell’alchimia , della cabala, della cartomanzia, delle “fatture” erano rivelate (lo sono ancora?) la notte di Natale. Ciò era così d’uso comune che noi bambini, quando i nostri genitori non volevano o non potevano o non sapevano rispondere a qualche nostra domanda, ricevevamo la risposta: ”Te lo dirò la notte di Natale!”.

E volete che la notte della nascita di san Giovanni Battista -precursore e cugino del Salvatore, preannunciato a Zaccaria dallo stesso arcangelo Gabriele che portò l’Annuncio alla Vergine Maria - non sia anch’essa magica? In quale città non vi è una chiesa o cappella dedicata al santo? Quale chiesa non ha l’immagine o un simulacro di san Giovanni, giovane, emaciato, vestito di una pelle di montone, iconografia ispirata dalla descrizione di Matteo: “si cibava di locuste e miele selvatico e aveva un vestito di peli di cammello”?

Anche Caserta ha una cappella dedicata al santo- quella all’angolo formato da piazza Duomo e via san Giovanni (vedete come ricorre san Giovanni?), che vanta la Congrega più antica della città con patrono il Santo. Inoltre, la notte magica di san Giovanni Battista è ricordata ancora adesso dai festeggiamenti notturni in suo onore nelle città in cui san Giovanni è patrono.

Allora, per la raccolta delle noci per il nocillo proprio il 24 giugno, c’entra il solstizio d’estate o la magia della notte di san Giovanni?

E perché di primo mattino? L’ora della raccolta è parte integrante della personalissima ricetta del nocillo o è causata dall’insofferenza delle ore calde della giornata?

Per la signora Maria, che è un poco grassottella, siamo propensi a pensare che la scelta dell’ora della raccolta delle noci non sia dovuta alla ricetta personale..

Noi con i malli di noci e gli aromi residui dal filtraggio della miscela del nocillo prepariamo il cosiddetto Vino moscato, un vino aromatico da servire con i dolci o, specialmente nel tardo pomeriggio delle giornate estive, da bere in meditazione. Cosa che, purtroppo, non si usa più.

Ma voi, scusate, vi fate il nocillo?

Un bellissimo albero di noci

La Cappella di S. Giovanni

 

 

 

 

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