Informazioni
Generali
Itinerario
Domiziana e Oasi Naturalistica Del Massico
Itinerario
Appia I: dal Garigliano al Volturno
Itinerario
Casilina e Parco di Roccamonfina
Itinerario
Telesina e Parco del Matese
Itinerario
Appia II e Città di Caserta
Itinerario
Sannitica
Itinerario
Asse di Supporto Caserta Sud
Gli itinerari casertani di cultura storica,
architettonica ed enogastronomica proposti in allegato sono stati
definiti dopo aver individuato diversi percorsi turistici che
possono essere proposti a tutti coloro che per diverse ragioni si
trovano a percorrere le strade della provincia di Caserta ed hanno
il tempo e la curiosità di scoprire interessantissimi luoghi di
cultura, storia, natura, trovando tutte le indicazioni su dove
mangiare e dormire, così come sono state raccolte dalle diverse
fonti consultate.
Tracciati i percorsi, secondo le principali
direttrici di traffico, che attraversa la provincia di Caserta e che
si concentrano su punti d’attrazione storico-artistica e/o
naturalistica opportunamente raccolti e sinteticamente descritti
negli itinerari, si sono individuati, lungo gli stessi percorsi,
degli ulteriori punti di forza o attrattive evidenziando il
patrimonio locale di risorse produttive e/o artigianali.
Queste stesse risorse, inoltre, sono state messe
in relazione ad eventuali momenti d’aggregazione e d’attrazione,
quali sagre ed eventi.
In linea con quanto definito nella parte
riguardante gli aspetti metodologici per la definizione di itinerari
turistico-enogastronomici vengono, infine, dati suggerimenti di tipo
logistico, funzionali alla promozione dei singoli itinerari
turistico-enogastronomici.
I luoghi e la storia
Il percorso di questo itinerario interessa tutti
coloro che giungono nella provincia di Caserta dal basso Lazio, ed
in particolare della foce del fiume dal Garigliano, diretti lungo il
mare verso Napoli, e si snoda, in larga misura sul tracciato dell’antica
strada Domiziana, voluta dall’imperatore Domiziano per
abbreviare il viaggio da Roma alle zone predilette per la “villeggiatura”
e gli otia dell’epoca.
Questa grande via litoranea ricalcava il
tracciato dell’Appia Antica fin sotto le pendici del Massico, poi,
seguendo il lido, valicato il Volturno ed il Literno, la strada
giungeva a Cuma. Essa fu abbandonata definitivamente dopo la
distruzione di Cuma del 1207 e venne sepolta dal lento avanzare
della palude e della boscaglia.
A pochi chilometri dal fiume il paesaggio
domiziano è caratterizzato ancora oggi da un arenile di spiaggia
finissima, monti sullo sfondo e una folta pineta. In questo contesto
sono sorti complessi alberghieri e campeggi attrezzatissimi che
costituiscono l’anima di Baia Domizia, moderno centro
turistico residenziale.
Non poco lontano, a Baia Felice, meritano
una visita i mosaici della Villa marittima, costruita in età
Giulia e portata alla luce nella Masseria di S. Limato, a pochi
passi dal mare. L’edificio che costituisce un tangibile esempio
dell’edilizia residenziale di Sinuessa, è diviso in due settori:
quello settentrionale dedicato alle terme con frigidarium,
calidarium e tepidarium; ed il settore meridionale dove si alternano
sale, nicchie, fontane e pavimenti in mosaico e marmo.
Allontanandosi dal litorale per pochi chilometri
si raggiunge Cellole, il cui nome deriva dalla creazione in
epoca romana di “pagus cellularum”, depositi o celle per la
conservazione di generi alimentari, utili per rifocillare i
viaggiatori che percorrevano l’Appia. Qui si consiglia la visita
alla chiesa romanica di S. Marco, con affreschi del primo
medioevo e con dipinti del ‘400.
La storia di Cellole era strettamente legata alle
fortune di Sinuessa e dei suoi domini. Questa antica colonia
romana, fondata nel 296 a.c., divenne famosa per il porto
commerciale e per le terme. All’epoca dei Longobardi iniziò la
sua decadenza che si completò con la distruzione della città anche
a seguito del bradisismo. Il patrimonio delle terme, però, non ha
subito i danni del tempo e delle vicende storiche, ai Bagni di
Mondragone, sgorga, ancora oggi, una sorgente sulfurea calda usata
per bagni e inalazioni.
Siamo arrivati nell’area in cui il tracciato
della Domiziana si separa da quello dell’Appia Antica e si apre la
zona detta dei Mazzoni, dove sorgevano le “mansiones”, le
abitazioni che servivano ad accogliere i viaggiatori e che con le
invasioni barbariche furono abbandonate e sommerse dalla palude.
Rimane il nome Mazzoni a ricordare l’antico
passato ed una tradizione legata a prodotti culinari tipici: la
zuppa di rane e la mozzarella di bufala.
Merita una visita la cittadina di Mondragone dove
si riscontrano le testimonianze dell’antico passato sui
portali, le colonne, i frammenti scultorei sparsi lungo il centro
storico dominato dal Monte Petrino, sulla cui vetta sorgono i resti
della Rocca e le opere di difesa erette probabilmente dai fuggiaschi
di Sinuessa.
Da visitare le antiche chiese di S. Francesco,
S. Rufino e S. Michele Intramoenia.
Mondragone è anche al centro di una variegata
situazione ambientale: da un lato il litorale e la pineta, dall’altro
la campagna ricca di ortaggi ulivi e viti. Ci troviamo nell’area
del Falerno, vino decantato da Virgilio, Orazio e Plinio, che
prestigiose case vinicole hanno prodotto e reso famoso a livello
internazionale.
Per gli amanti delle bellezze naturali, si
consiglia una passeggiata nell’Oasi naturalistica del WWF,
ai piedi del Monte Massico.
Ridiscendendo verso il mare, attraverso la Piana
di Carinola, riconquistiamo la Domiziana e la fascia della pineta
fino a Castelvolturno, cittadina situata alla foce del fiume
Volturno, sul luogo dove sorgeva l’antica Volturnum (si
consiglia la visita ai resti archeologici in località Civita).
Dal centro abitato, interessante per le strutture
della pesca nella foce del fiume e per la chiesa dell’Annunciata,
con il portale marmoreo e un prezioso pulpito di legno dorato del
secolo XVI, parte la grande Pineta di Castelvolturno che si
estende con tutta una serie di amene località balneari (Baia Verde,
Pinetamare, Ischitella, ecc.) fino oltre il Lago Patria, Literna
Palus, laguna salmastra a forma di cuore con un perimetro di 6,5
km. e una superficie di 188 ettari e una profondità massima di un
paio di metri. E' la Literna Palus degli antichi, così detta
perché sulle sue rive, e precisamente a sud ovest, alla foce
dell'antico fiume Clanis, che in questo tratto si chiamava Liternus,
sorgeva la città di Liternum. Successivamente, con la bonifica del
bacino inferiore del Volturno, il corso d'acqua è stato spostato 12
km. più a nord, con la canalizzazione dei Regi Lagni. Il
nome del lago, secondo alcuni, dovrebbe essere ricollegato
all'iscrizione fatta apporre da Publio Cornelio Scipione l'Africano
e riferita da Valerio Massimo: "Ingrata patria, non avrai mai
le mie ossa".
Note Agroalimentari ed enogastronomiche
Seguendo l’itinerario
turistico-culturale-naturalistico, individuato lungo la via
Domiziana, molti sono gli spunti per un itinerario enogastronomico.
Cellole, insieme con Mondragone e Falciano
del Massico, è il cuore dell’ager Falernum. Non può mancare,
dunque, una visita ad un’azienda vitivinicola del luogo per
degustare uno dei vini più antichi della storia, il Falerno.
Questa parte della Provincia è anche rinomata
per la Mozzarella di bufala, prodotta soprattutto tra Mondragone,
Castelvolturno e Cellole. Sarebbe interessante, dunque, la
visita ad un caseificio ed a qualche allevamento bufalino, sia per
assistere alla “mozza” del formaggio, che per provare , dove ce
n’è la possibilità, qualche piatto a base di carne di bufala,
tenera e dall’aroma intenso.
Si potrebbe approfittare della sagra che si
tiene, nella prima decade di Agosto, a Cellole, dedicata al vino
Falerno ed alla mozzarella, piacevole occasione per eventualmente
combinare entrambe le degustazioni.
Nella piana dei Mazzoni, un tempo terreno
completamente paludoso, è possibile assaporare gustosi piatti a
base di rane (famosa la zuppa), anguille
(provenienti dai fiumi Agnona e Garigliano) ed Alose del
Volturno.
Nella zona che si sviluppa lungo la via Domiziana
il terreno, fin dall’antichità votato alla coltivazione agricola,
dona ogni tipo di prodotto: dal granturco, dagli agrumi
e dai cocomeri di Mondragone, ai fagioli,
ai peperoni ed alle melanzane di Cellole,
per finire (ma giusto per citarne alcuni) alle olive
della Piana di Carinola, da cui si ricava un olio
extravergine dal profumo delicato. Piacevole, sarebbe dunque, la
visita a qualche frantoio.
A Bagni di Mondragone (Sinuessa) è anche
possibile bagnarsi nelle sorgenti naturali di acqua
sulfurea calda oppure dissetarsi con la salutare acqua
ferruginosa-alcalina che sgorga in località Le Vagnole.
DOVE MANGIARE E DOVE DORMIRE
BAIA DOMIZIA
RISTORANTI
La Pergola V. d. Botteghe;
Dominique V. d. Oleandri 11;
Zampa di Velluto V. Punta Fiume;
Il Pinguino V.le Risorgimento;
Doc da Arturo V. Combra 44 loc. Carano;
Da Gigi V. delle Monache 1;
Il Gambero (Rustichella) Via Punta Fiume;
Apollonia snc V.le dei Lecci;
Mimosa Vill. La serra;
Montecuollo A. V. delle botteghe , 5;
Nardella F. Via Domiziana Km. 2;
Rendez Vous Via delle Agavi;
Rustichella V. Ponte Garigliano;
Strazzullo R. Paeco Perla 1;
Toraldo G. Via Agavi P.co Trimoletto.
Findomitia S.r.l. Via Pietrabianca;
ALBERGHI
Albergo Park Hotel- Via dei Ciclamini;
Aurhotel Gestione Ascaro Raffaele- Viale dell’Erica1;
Domitia Place Hotel- Viale dei Temerici 2;
Marina Club Hotel S.r.l.- Viale dell’Erica;
Montecuollo Antonio- Via delle Botteghe 5;
Marina Club S.r.l.- Viale dell’Erica;
Albergo Domizia Palace Hotel- Via dei Temerici;
Albergo Hotel della Baia - Via dell’Erica;
Albergo Hotel Giulivo -Viale dei Pini 1;
Albergo Paradiso- Viale Bossi;
Albergo Park Hotel- Via dei Ciclamini;
CELLOLE
ENOTECHE/AZIENDE VINICOLE
Villa Matilde M.E.C. di Biondino Carmine - V. Domizia-Na Km.
4.100;
AGRITURISMO
Fattoria Villa Matilde- S.s. Domitiana km. 4,700 www.fattoriavillamatilde.com
info@fattoriavillamatilde.com;
RISTORANTI
Sora Maria Via Domitiana 5;
Da Gigi Via delle Monache, 12;
Domiziana ristorazione Via Domiziana, Km. 5.900;
Il Pinguino, Via Tevere;
Pizzeria la Domiziana V.le Risorgimento
Montecuollo Via Freda 119.
FALCIANO DEL MASSICO
RISTORANTI
Pizzeria La Cascina V. Direttissima 1;
Verrengia J. A. Via Crocelle, 40.
MONDRAGONE
ENOTECHE/AZIENDE VINICOLE
Moio Michele fu Luigi Sas -Viale Margherita, 6 www.moio.it
info@moio.it
Tel: 0823/978017, Fax: 0823/972129;
Siciliano Camillo - Via Giardino 6 - Tel: 0823/978364;
AGRITURISMO
S. Pancrazio di Vincenzo Nunzio Giuseppe Via Incaldana 10 - Tel:
0823/772429 333/3390675;
RISTORANTI
Zì Mariuccia SS. Domitiana Km. 14,36 - Tel: 0823/772005;
Zito S. Via Levagnole Km. 14.200. - Tel: 0823/772174;
Antico Casale S.A.S. di Razzino Francesco e C. - Via Padula -
Tel: 0823/979194;
Hotel Riviera S.r.l. - Via Lungomare Sud, 8 - Tel: 0823/972949;
Magic Garden di Tonziello Giacomo & C. S.A.S. - Via Fusco
Tommaso 3 - Tel: 0823/971687;
Pacifico Edoardo - Via Domiziana, 2 - Tel: 0823/978201;
La Fattoria SAS di Di Rosa Francesca& C.-Via Domiziana Km. 26
- Tel: 0823/7612501
Sisina Sapori di Spinosa Orazio - Via Domiziana Km. 14,350 - Tel:
0823/772270 - 772183;
Petrella Attilio - Via Padula - Tel: 0823/979830;
ALBERGHI
Albergo D’Amore- Via Domiziana 142 - Tel: 0823/978222;
Albergo Nuova Riviera S.r.l. Eligio- Via Domiziana km. 15,250 -
Tel: 0823/772003-772104-772431-772456, Fax: 0823/772584;
Alexa Hotel di De Rosa Egidio - Via Domiziana km. 14 - Tel:
0823/772138;
Hotel Riviera di Pagliuca M. - Via Domiziana km. 15,250 - Tel:
0823/772456 - 772104;
Hotel Sinuessa - Via Domiziana km. 14.600 - Tel:
0823/772017-772131-772046;
International Hotel S.p.A.- Via Domiziana km. 14.800 - Tel:
0823/772053;
Nuova Europa S.n.c. di Palombo Antonio e C.- Viale Michelangelo
1- Tel: 0823/978748;
Kur Hotel SRL - Via Domiziana Km. 14.800 - Tel: 0823/772144;
CASTELVOLTURNO
RISTORANTI
Achille V. Napoli - Tel:0823/765817;
Baffone V. Napoli;
Capricciosa V. Porchiera - Tel: 081/5093870;
Da Mimì P.co Saraceno a Pinetamare;
De Mare V. Napoli ;
Griffin V. delle Acacie 19/21
I Quattro Caini V.le Rosemary;
La Bruschetta V. Domitiana - Tel: 081/5094367;
La Bussola V. Consortile;
La Perla s.s. Domitiana km. 38,3;
La Tortuga V. Torre - Tel: 0823/764010 - 765597;
Mozzarelle s.s. Domitiana km. 33,695;
Pescatore V. Domitiana;
Scalzone V. Domitiana al km. 34,200;
Tirreno V. Domitiana km. 33,695;
Zagarella V. Domitiana km. 32,700;
Al Boschetto V. Domiziana Km 31; Boomerang V. Domiziana Km 32 -
Tel: 0823/851121;
Nuova Vittori V. Delle Dune 12;
Colibrì Via Domiziana Km 37.200 - Tel: 081/5095873;
Da Attilio Via Domiziana Km 21 - Tel: 0823/851453;
Del Mare V. Delle Dune 954 - 0823/765831;
Del Sole V. Torre1; Langione V. Delle Dune;
La capricciosa V. Porchiera;
La Capannina V. Domiziana Km. 39.100 - Tel 081/5099010;
ALBERGHI
Albergo Hotel La Perla - Via Domitiana km. 38 Via Domitiana
km..300;
Albergo Ristorante Al Boschetto- Via Domitiana km. 31;
Albergo Sporting Hotel - Via Domitiana km.35.740;
Coal S.r.l. - Via Domitiana km. 30;
Eurohotel Ristorante di Fruttaldo Rossella & C. S.a.s. - Via
Domitiana km. 39;
Gli Eucalipti S.r.l. - Via Domitiana km. 35.400;
Hotel Boomerang - Via Domitiana km. 32.700;
Hotel Holiday Inn - Via Domitiana km. 35.300;
Hotel Ristorante Boomerang - Via Domitiana km. 32.700;
Hotel Ristorante Nuova Vittoria di S. e G. Verde S.a.s. - Via
delle Dune 15;
Hotel Tirreno - Via Domitiana km. 33.700;
Hotel Tiuna - Viale Rossigni 22 e 22/B;
La Torre S.r.l. - Via Leoncavallo 1;
Ristorante La Bruschetta - Via Domitiana km. 37.200;
Scalzone Ge- Mi (S.a.s.) - Via Domitiana km. 34.200;
I luoghi e la storia
Questo itinerario, che parte dalla foce del
Garigliano, interessa tutti coloro che giungono nella provincia di
Caserta dal basso Lazio diretti verso Capua, fermandosi all’altezza
del Ponte di Annibale, sul fiume Volturno, per poi proseguire verso
la città di Caserta.
La via Appia, importantissima via consolare
romana ed indispensabile collegamento con i territori conquistati
nell’Italia Meridionale, fu vissuta intensamente nel periodo
storico contrassegnato dal passaggio di Roma dalla Repubblica all’Impero;
venne, poi, abbandonata per tutto il Medioevo per rinascere dal XIV
al XVIII secolo.
Durante il regno di Napoli si provvide ad una
definitiva sistemazione dell’arteria che, nel 1870, divenne un
mezzo efficace per testimoniare la volontà unitaria del popolo
italiano.
Quasi all’esordio del suo tragitto in
territorio campano l’Appia raggiunge Sessa Aurunca che si
sviluppa su un pendio formato da una colata lavica del Vulcano di
Roccamonfina.
Le testimonianze archeologiche dell’antica Suessa,
città distrutta da Sidicini e Romani, offrono spunti interessanti ,
non meno delle esistenze medioevali e barocche: Palazzo ducale,
il Duomo (con opere di Taddeo da Sessa), l’Annunziata, S. Germano,
S. Giovanni in Villa, S. Maria delle Carceri. Sessa si segnala,
inoltre, anche per il borgo di Cascano, dove la produzione
artistica ha sovrapposto ai modelli rozzi delle ceramiche del
passato la patina di raffinatezza degli smalti, dei colori, dei
paesaggi.
Continuando lungo l’Appia si raggiunge Francolise,
centro agricolo e termale, con il suo massiccio Castello merlato
risalente al XIII secolo., che nella Parrocchiale custodisce una
scultura lignea del Trecento ed una tavola quattrocentesca della
famosa Madonna del Cardellino.
Ai piedi del colle dove si sviluppa il centro
abitato, in località Bagno, sgorga ad una temperatura di 22° l’acqua
termale citata da Plinio.
Proseguendo questo itinerario si giunge a Capua,
che sorge sulle rovine di Casilinum, antico porto fluviale,
allorché i fuggiaschi dell’antica Capua , l’attuale S. Maria
Capua Vetere, abbandonarono la loro città incendiata nell’841dai
Saraceni.
Il suo centro storico raccoglie una straordinaria
varietà di opere, che vanno dall’età romana all’Ottocento. Il
suo stratificato tessuto è ricco di palazzi e giardini, di chiese e
conventi, di castelli e caserme, racchiuso in un ampia ansa naturale
del fiume Volturno e in una possente cinta muraria
cinque-settecentesca.
La ricchezza storica e culturale di Capua è tale
che i giacimenti culturali suddivisi per periodi storici sono
elencati in allegato.
PERIODO LONGOBARDO (856 d.C. - 1061)
Chiesa di S. Martino ad Judaicam (preromanica) ( sec. VI)
Chiesa di S. Marcello Maggiore (sec IX)
Chiesa di S. Silvestro (Duomo) con Torre Campanaria (sec. IX)
Chiesa di Ognissanti e S. Leucio (sec. IX)
Chiesa di S. Salvatore a Corte (sec. X)
Chiesa di S. Michele a Corte (sec. X)
Chiesa e Convento di S. Benedetto (sec. X)
Chiesa dei SS. Rufo e Carponio (sec. X)
Chiesa di S. Maria in Abate (o di S. Anna o di S. Leonardo) (sec
X)
Chiesa di S. Lorenzo ad Crucem (sec. X) (distrutta nel 1594)
Chiesa di S. Bartolomeo ed Arco Aloisio (sec. X)
Chiesa dei SS. Nazario e Celso (sec X)
Chiesa di S. Giovanni a Corte (sec. X)
Chiesa di S. Salvatore Minore (o del Carmine)
Chiesa e Convento di S. Giovanni delle Monache (sec. XI)
Chiesa di S. Giovanni in Audovaldis (sec. IX) (in fase di
restauro)
PERIODO NORMANNO-SVEVO (1062-1266):
Palazzo Antignano (sec. XIII)
Conservatorio della Concezione per donne civili
Palazzo De Capua
Palazzo De Graffis
Palazzo Fazio
Palazzo Rinaldi-Ventriglia
Ospedale e Convento di S. Terenziano (sec. XIII)
Chiesa e Chiostro di Montevergine
Chiesa di S. Domenico (sec. XIII)
Ospedale di S. Lazzaro con Chiesa (sec XIII), sede del Gran
Maestrato di S. Lazzaro
PERIODO ANGIOINO-ARAGONESE-DURAZZESCO (1267-15OO)
Chiesa ed Ospedale dell’Annunziata (sec. XIII/XIV)
Palazzo di Giustizia (sede della Corte della Bagliva)
Palazzo D’Azzia (sec. XIV)
Palazzo Lanza (sec. XV)
Palazzo Abenavolo (sec. XV)
Palazzo Rinaldi-Milano (sec. XV)
Arco dei Commestibili (sec. XIV)
Chiesa e Convento di S. Caterina (sec. XIV)
Chiesa di S. Placida
Chiesa, Convento e Chiostro della Maddalena
PERIODO VICEREGNALE (15OO-17O7)
Chiesa della Concezione
Teatro Campano riedificato nel sec. XVIII
Chiesa dell’Annunziata ampliata nel 1531 su un primo impianto
del XIII sec.
Chiostro del Carmine
Chiesa della Carità (sec. XVIII)
Castello di Carlo V (1537) dell’Arch.to Giacomo dell’Acaya
PERIODO AUSTRIACO E PRIMO PERIODO BORBONICO (17O7-1734)
Palazzo Bivach
Ampliamento della Chiesa di S. Eligio (sec XVIII)
Palazzo Friozzi (sec. XVIII)
Palazzo Marotta-Migliori
Portico di Porta Napoli
Ex-Ospedale Annunziata
Chiesa di S. Giovanni delle Monache (1737)
Notevolissimo il Museo Campano, allocato in
Palazzo Antignano (XIII sec.). Inaugurato nel 1874 e custodisce una
ricchissima documentazione storica, artistica, archeologica e
religiosa della civiltà Campana. Da menzionare la Sala delle “Matres
Matute” (VI-V sec. a.C. e II-I sec. a.C.), raccolta, unica nel
suo genere, di recente esposta nelle maggiori capitali europee. Le
“Matres” sono testimonianze di offerte votive a “Matuta”,
dea della fertilità.
Uscendo da Capua ci si dirige alle pendici del
Monte Tifata dove sorgeva il tempio di Diana Tifatina. Nel X secolo
vi fu eretta una Chiesa poi ampliata e riedificata dai Benedettini
di Montecassino nel 1072-82. La Basilica di Sant’Angelo in
Formis è uno dei monumenti medioevali più interessanti dell’Italia
Meridionale che custodisce importanti opere d’arte.
Si consiglia, poi, una piccola deviazione per
fare una sosta a S. Tammaro (o meglio Carditello) e visitare
la Tenuta Borbonica e l’annesso Museo della Civiltà
contadina.
Proseguendo sull’Appia, ci si dirige verso Santa
Maria Capua Vetere, antica Capua. Fino alla metà del V sec.
a.C. fu insediamento etrusco, poi sannita; infine, nel 343 a.c.,
passò a Roma che la creò “civitas sine suffragio”; e solo nel
58 a.C., al tempo di Cesare, le venne restituita la cittadinanza.
Sotto Augusto ebbe il titolo di “Colonia Iulia Augusta Felix”.
Capua, dopo Roma, fu la seconda città più grande d’Italia.
Vantava l’Anfiteatro Campano che, per ampiezza
e ricchezza, era il terzo in Italia dopo il Colosseo e l’Arena di
Verona.
Di epoca romana e ben conservato anche il Mitreo
(II d.C.) con stupendi affreschi parietali riproducenti i rituali
del culto e l’effigie del Mitra Tauroctono, composti sui
ritmi della dottrina di Zoroastro e una Domus romana
nell’attuale via degli Orti 5. Notevole, sull’Appia, l’Arco di
Adriano, opera primitiva a tre cornici. La Cattedrale si dice sia
stata costruita nel 432, per volere del Vescovo S. Simmaco, sulle
catacombe di S. Prisco, primo Vescovo di Capua Antica. Fu ingrandita
nel 787 da Arechi II e nel XVII sec. da Decio del Balzo.
Interessante il Ciborio rinascimentale e la Cappella di S. Maria
Suricorum.
La Chiesa di S. Pietro in Corpo è costruita su
una preesistente Basilica. Nella moderna “S. Maria delle Grazie”
è incorporata l’antica abside della Basilica di S. Stefano e S.
Agata con dipinti del XIII sec..
L’attuale carcere mandamentale è stato
costruito su un criptoportico romano che, all’epoca, era
illuminato da 80 finestre. Nella zona dei ruderi del Teatro e delle
Terme, tombe romane, sculture greco-romane e terrecotte
architettoniche sono conservate nell’antiquarium e
visitabili solo con il permesso della Soprintendenza archeologica di
Napoli.
Note Agroalimentari ed enogastronomiche
Il territorio intorno a Sessa Aurunca è
rinomato per la produzione di un particolarissimo formaggio, il “Caso
Peruto”, ottenuto da latte caprino, con cagliata vegetale
e così detto per le muffe che lo caratterizzano. Per visitare il
paese e gustare questo formaggio, si potrebbe approfittare della Festa
delle “Coccetelle”, che si tiene nel mese di Marzo nel borgo
di Cascano, frazione di Sessa Aurunca. In questa occasione
pani fragranti e tondi vengono cotti nel forno a legna ed
accompagnati ad una “menestella” di ceci e fagioli, servita
intorno ad un grande falò.
Un altro momento favorevole per immaginare una
sosta nel paese ed assaggiare i prodotti locali è quello del
Venerdì Santo, giorno in cui si svolge la Processione dei
Misteri, statue di cartapesta portate in spalla da uomini che,
vestiti col saio, attraversano le vie del paese, seguendo il ritmo
funebre del “Miserere” e terminando il loro percorso vicino al
grande falò, acceso per l’occasione nei pressi del Duomo.
Proseguendo lungo la via Appia, si attraversa una
zona dal paesaggio agricolo dove gli alberi di ulivo
si susseguono ad alberi da frutto, piantagioni di carciofi
e di tabacco.
Si potrebbe prevedere, dunque, una sosta in un
frantoio di Francolise o di Vitulazio, paesi rinomati
per la produzione di olio extravergine d’oliva,
oltre che per quella di tabacco. A Francolise,
in località “Il Bagno”, si può anche programmare una sosta
alla fonte termale da cui sgorga, alla temperatura di
22°, un’ acqua ricca di bicarbonato ed anidride carbonica.
Anche a Bellona si può provare una salutare acqua
minerale, proveniente dalle sorgenti di Triflisco, mentre
nella vicina S. Maria Capua Vetere non si può far a meno di
assaggiare i tipici “Taralli annasprati”.
Non va dimenticato che anche questa è zona di
produzione di mozzarella di bufala, concentrata tra i
comuni di Capua e Vitulazio. Un ulteriore
suggerimento, dunque, potrebbe essere una visita ad un caseificio
del luogo, per degustare il prelibato formaggio.
Occasioni particolari, per provare i prodotti
tipici locali, sono offerte da una serie di sagre ed eventi che si
tengono in questa zona della Provincia. A Francolise, nella
frazione di Camprisco, nella seconda decade di Agosto, si svolge la sagra
del Cocomero, seguita da quella della mela nella seconda decade
di Ottobre.
A Capua, invece, oltre alla sagra del
Carciofo o “Capuanella” che si tiene nel mese di giugno, si
svolgono interessanti eventi dal carattere storico-folkloristico.
Nel mese di Luglio il corteo storico-medievale rievocante l’episodio
della disfida di Barletta e la rievocazione del “Sacco di Capua”,
mentre, nei mesi invernali lo storico Carnevale.
DOVE MANGIARE E DOVE DORMIRE
SESSA AURUNCA
ENOTECHE/AZIENDE VINICOLE
Galardi S.r.l. Fraz. San Carlo www.terradilavoro.net
galardi@napoli.com
AGRITURISMI
Aria Nuova S.s. 430 Loc. San Castrese;
Azienda Agricola Fort Aventura Loc. Fasani;
RISTORANTI
Bencivenga Giuseppe orso Lucio 194;
Flibotto Marcello Corso Lucio 48;
Martino Antonio Via Domitia km. 12;
Melucci Alfredo Strada Sessa;
FRANCOLISE
AGRITURISMI
Az. Agricola Monte della Torre Via Appia km. 184,500;
CAPUA
AGRITURISMI
Masseria La Colombaia- V. Grotte San Lazzaro 9;
Masseria Gio Sole - V. Giardini 31;
ALBERGHI
Hotel Casys S.r.l. - V. Santa Maria La Fossa;
Albergo Hotel Casys S.r.l. - V. Santa Maria La Fossa 34;
Conforti Auriemma Amico Wanda - Via Grotte S. Lazzaro;
Hotel Mediterraneo - Strada Statale Appia 202;
Hotel Mediterraneo - Via Falco Giulio Cesare 2;
Hotel Ristorante Al Cavallino Bianco - Strada per Triflisco 10;
Hotel Valle Verde - Via Tomba dei Garibaldini 11;
Pensionato Suore Immacolatine - Via Salomone Oreste 5;
RISTORANTI
Le Due Lanterne Via Porta Roma 291;
Il Crostone Via Fuori Porta Roma 40;
L'Oasi Piazza Duomo;
Garden Via Brezza 54;
La Fattoria Via Galatina Il Tratto;
La Mangiatoia V. Porta Roma 269;
La Sosta Str. Statale Appia Km. 199; Capua 2000 Via Aeroporto 12.
CARINOLA
RISTORANTI
Al Feudo Via Aurilio 5;
SAN TAMMARO
RISTORANTI
Da Teresa Via Appia 100;
VITULAZIO
ENOTECHE/AZIENDE VINICOLE
Villa San Michele Via Appia km. 198 www.villasanmichelesrl.it- info@villasanmichelesrl.it;
ALBERGHI
New Park Hotel
Hermitage Via Appia km. 195,480;
RISTORANTI
Hermitage Via Appia km. 195,480;
BELLONA
RISTORANTI
La Bruschetta Via Moro 58;
Mulino Rosso V. Nazionale;
Ristorante La Floridita di De Luca Leo Via Pancaro;
Bonaccia Francesco Via Montessori 8;
Charley’ Anglels S.r.l. Via Scipoli 3;
Lamberti Carmine s.s. 264 20;
La collinetta V. Nazionale, 22
Ristorante Villa Palombara S.r.l. Contrada Palombara 22;
Ristorante Pizzeria Grotta Azzurra Via L. Pirandello 4;
TRIFLISCO
ALBERGHI
Hotel Cavallino Bianco Via N. Triflisco;
Hotel La Collinetta Via Triflisco 6;
RISTORANTI
Cotton Hill Birreria Ristorante Via Triflisco 3;
Cavallino Bianco Via N. Triflisco;
Faro Verde L.go Triflisco;
La Collinetta Via Triflisco 6;
Vecchio Mulino Largo Triflisco; Crescione Gabriele Via Triflisco
1;
Falco Antonio Via Triflisco 1;
Garden House Via Triflisco 17;Ristorante Pizzeria Vecchio Mulino
Via Triflisco 1;
Ristorante Miami di Verolla e C. S.a.s. Via Triflisco 18.
SANT'ANGELO IN FORMIS
ALBERGHI
Servizi Sammaritani S.r.l. - V. Galatina 187;
RISTORANTI
La Fattoria V. Galatina II Tratto
SANTA MARIA CAPUA VETERE
ENOTECHE/AZIENDE VINICOLE
Enoteca Il Cantinone di Palombi Maurizio V. Pezzella 25;
Romano Raffaele P. Mazzini 6;
ALBERGHI
Hotel delle Mostre- Strada Statale 7 Bis km. 7;
Hotel Milano- Viale Libertà 1;
RISTORANTI
Pizzeria Ristorante Residence Di Spina T. Via Santella;
Ristorante da Mimì Via De Gasperi Alcide 10;
Ninfeo (V; G)Via Cappabianca Gaetano;
Ristorante Pub Delfino Armando Via Santagata C. 10;
Ristorante Pub Forum Café Via Galatina 172;
Ristorante Real Rose Di Velardo Giovanni Via Santella 21;
I luoghi e la storia
Il tracciato della Via Casilina riguarda coloro
che da Roma via Cassino si dirigono verso Capua in direzione Napoli
e viceversa, rappresentando una valida alternativa,
naturalisticamente più gradevole, al tratto autostradale S.Vittore
- Caianello - Capua.
E’ questo un itinerario di forti contrasti
paesaggistici, segnato com’è dalla presenza del Vulcano di
Roccamonfina, dalle sorgenti termali, dall’agricoltura, dalle
emergenze architettoniche di stile ed epoche differenti.
Il primo luogo da segnalare è Mignano
Montelungo, paese al confine con il Lazio, che ha origini
medioevali (attestate dal Castello), ma l’interesse
maggiore lo raggiunge con il Sacrario ai Caduti della
Battaglia di Monte Lungo (8 dicembre 1943), dove si conservano anche
i resti di ben duemila persone appartenenti ai gruppi di
liberazione, simbolo di quanti hanno lottato per la libertà del
nostro paese. Di notevole interesse anche la settecentesca Parrocchiale.
Anche se all’interno, merita una deviazione la
visita al Parco Naturale Regionale di Roccamonfina, nonché alla
cittadina di Roccamonfina, centro abitato che prende il nome
dal vulcano spento con l’altezza massima dei 1600 metri di Monte
Santa Croce. Il paesaggio è particolarmente ricco di verde (vite,
ulivo e castagno), il terreno è invece ricco di tracce dell’antica
attività vulcanica. Da visitare il bellissimo Santuario gotico
di Santa Maria dei Lattani, che custodisce pregevoli opere, le
sorgenti termominerali (Caldarelle, Sezze e Suio) e gli
impianti di Rocca Terme.
Ritornando sulla Casilina si raggiunge facilmente
(SS 608) Teano, città di origine sidicina, che offre
occasione di visita archeologica con i resti del Teatro, con
la Necropoli e con le Mura Preromane. Interessanti
anche la Chiesa di S. Benedetto, il Duomo e l’Ave Gratia Plena.
Da Teano, riprendendo la Casilina, ci si sposta
verso Calvi Risorta, l’antica Cales aurunca, che
conferma nell’archeologia (i resti del Teatro, delle Mura e
dell’Anfiteatro) le proprie lontane origini e la sua
movimentata storia. Non vanno , però, dimenticati i più recenti
giacimenti culturali: il Castello, la Grotta dei Santi, la Grotta
delle Formelle (con pitture parietali dell’XI secolo) e la
Cattedrale, la cui architettura si richiama sia a quella
benedettina di Cassino e sia a quella arabo-sicula di Amalfi.
A questo punto si consiglia di raggiungere Caianello,
importante punto di snodo per nuovi ed interessanti itinerari.
C’è da dire che tutti i centri abitati
attraversati, dispongono di ottimi servizi e di buone attrezzature
ricettive e ristorative. Prevale, naturalmente, la Dieta
Mediterranea, con un forte richiamo alla cucina contadina e
montanara; i vini di riferimento sono il “Falerno” ed il “Galluccio”,
nobilitati dal marchio D.O.C. .
Note Agroalimentari ed enogastronomiche
La parte della Provincia attraversata dalla via
Casilina, immersa in un paesaggio dai forti contrasti, presenta un
territorio prevalentemente alto-collinare e, di conseguenza, offre
spunti enogastronomici differenti rispetto alle altre zone della
provincia.
Lungo il tratto di strada che si sviluppa tra Conca
della Campania, Roccamonfina, Vairano Patenora e Teano,
infatti, le produzioni tipiche ruotano intorno a noci,
nocciole e soprattutto castagne, che
regnano indiscusse sugli altri prodotti locali.
Testimonianza ne sono una serie di eventi come l’ormai
consolidata sagra della castagna “Primitiva” di Roccamonfina
(prima e seconda decade di Ottobre), preceduta da quella di Conca
della Campania (nel mese di Settembre).
Anche Galluccio è zona di produzione di
castagne, ma il nome di questo paese è sicuramente immediatamente
associato al vino Galluccio doc, bianco e rosso,
proveniente rispettivamente da uve di Falanghina e Aglianico,
vitigni che assumono caratteristiche particolari, grazie alla terra
ricca di minerali, influenzata dal vulcano spento di Roccamonfina,
delineante l’area di confine tra la produzione di Falerno e di
Galluccio e, dunque, favorevole alla coltivazione della vite.
Diverse sono le aziende che producono,
imbottigliano ed etichettano oltre al Galluccio doc, altre tipologie
di vino, ricavate dalle medesime uve o provenienti da vitigni non
per forza autoctoni. Non può che mancare, dunque, una visita ad una
casa vitivinicola (da scegliere tra i comuni di Galluccio, Rocca
d’Evandro e Roccamonfina), magari approfittando della
sagra dell’uva e della festa della Vendemmia che si svolgono a Galluccio
nell’ultima decade di Settembre. Questo stesso paese ha guadagnato
un posto di rilievo nel panorama produttivo casertano, non solo in
ambito enologico, ma anche gastronomico ed artigianale. Vi si
possono provare, infatti, taralli, miele e pecorino con la “pepenella”,
così come acquistare oggetti lavorati in ferro battuto,
legno di fico e ceramica. Si segnalano, altresì, gli allevamenti
bufalini presenti in zona in località Colle Lepre per la
produzione di carne e di salumi di bufalo particolarmente rinominati
per la ridottissima quantità di colesterolo. Anche questo prodotto,
così come gli altri segnalati, si possono acquistare presso i
maggiori punti vendita alimentari.
Anche in questa parte della provincia si produce olio
extravergine d’oliva, particolarmente nei
comuni di Mignano Montelungo, S. Pietro Infine, Teano
e Rocca d’Evandro. Per visitare un frantoio si può
approfittare di una serie di eventi organizzati lungo tutto l’arco
dell’anno, tra questi particolarmente affascinanti sono la sfilata
medievale con palio delle contrade di Migliano Montelungo (nella
prima decade di agosto), la sagra dei formaggi di S. Pietro Infine
(seconda decade di agosto) e la sagra dei sapori contadini dell’alto
casertano con rivisitazione degli antichi mestieri, di Teano (mese
di luglio).
Un itinerario enogastronomico lungo la via
Casilina, inoltre, non può non prevedere un assaggio dell’acqua
minerale di Riardo (Ferrarelle e Natìa) e Rocchetta
e Croce (S. Agata)e dei prosciutti di maiale di Calvi
Risorta e Roccchetta e Croce, magari approfittando della
sagra del prosciutto che si tiene in quest’ultimo paese nel mese
di Settembre.
Da segnalare, infine, altre importanti
rievocazioni storiche come, nell’ultima decade di luglio, la Fiera
della Madonna di S. Giovanni di Pietramelara, introdotta nel
Medioevo dai Cavalieri dell’ordine di S. Giovanni di Malta oppure
il Palio Ippico dei Cavalieri del Gaudo di Vairano Patenora che si
svolge nell’ultima decade di Agosto.
DOVE MANGIARE E DOVE DORMIRE
MIGNANO MONTELUNGO
AGRITURISMO
De Angelis;
RISTORANTI
Il Rustico V. Nazionale;
La Lanterna V. Casilina 111;
GALLUCCIO
ENOTECHE/AZIENDE VINICOLE
Cooperativa Lavoro e Salute Roccon Patrice
V. Roma 23 www.vinitelano.it info@vinitelano.it;
RISTORANTI
Lavoro e Salute S.c.a.r.l. Via Cinque pietre;
Di Internazionale S.r.l. Via Provinciale Sipicciano Roccamonfina;
AGRITURISMO
La Starza Via Cinque Pietre Contrada Calabritto;
Masseria Starnali Via Sessa Mignano;
La Chianella Via Cupara 1 Loc. La Starza.
ALLEVAMENTI BUFALINI
Buffalo Beef srl Località Colle Lepre Tel. 0823/998020 F.
0823/998828
Stabilimento sede: Via Galatina S. Angelo in Formis (CE)
CONCA DELLA CAMPANIA
AGRITURISMO
La Palombara Via I Novembre 149;
ROCCAMONFINA
ALBERGHI
Hotel dei Boschi Scialone S.r.l.- Vl. Delle Terme 15;
Albergo dei Mori- V. Roma 89;
Albergo Ristorante Bellavista- V. Roma 89;
RISTORANTI
Bellavista V. Roma, 89 ;
Il Castagneto V. Prov. Sessa Mignano;
Dei Mori Via Roma 89;
Dei Boschi Via delle Terme 15;
Il Focolare Via XXIII Settembre 22;
Pinocchio Vi aRoma 22;
La Roccia Via Torrione 3;
TEANO
AGRITURISMO
Fattoria Torone di Torone Gabriele, Via Monticelli
ALBERGHI
Autogrill Motta- Via Autostrada del Sole;
La Nuova Pescheria di Tommaso Madia S.a.s.
RISTORANTI
Gliottone Giuseppe Viale Europa 6;
Alemagna Corso Mazzini 6;
Mancini Mario Via Salvo D’Acquisto 10;
Pilotti Carmine Viale Carmine Viale Europa;
Ristorante La Pergola Contrada Torricielli 1;
Ristorante La Rosa Via Casilina km. 178;
Autogrill Motta S.p.A Autostrada del Sole;
Al Vecchio Mulino Via Bocca Ladroni- Furnolo 1;
CALVI RISORTA
RISTORANTI
Calzano Franco Via Enrico Rossi 37;
Le.Sta. S.a.s. di Carmine Stagno & C. Via Bizzarri 10;
ROCCHETTA E CROCE
ALBERGHI
La Roccia Via Cavour 39;
RISTORANTI
Ristorante Pizzeria Il Trombettiere Via A. Izzo 19;
La Roccia Via Cavour 39;
RIARDO
RISTORANTI
Verdi Follie S.r.l. V. San Leonardi 37
PIETRAMELARA
RISTORANTI
Albergo Rosso di sera Via Pantani 9
VAIRANO PATENORA
RISTORANTI
Ristorante Vairo del Volturno di martino Renato (V; G)Via IV
Novembre 1;
Taverna Catena Viale della Libertà 16
ROCCA D'EVANDRO
RISTORANTI
La Roccia Via Torrione 3;
I luoghi e la storia
Questo itinerario, partendo da Caianello e
percorrendo la Telesina (SS372), interessa tutti coloro che si
dirigono verso le montagne del Matese, fino a Bocca della Selva,
località sciistica a confine con la provincia di Benevento.
Da Caianello, prima di raggiungere Alife
si suggerisce una piccola deviazione per visitare Pietravairano,
citato anche in una bolla papale del 1193. Da vedere il Castello
fondato nel 1483 da Ferdinando d’Aragona ed il Santuario di S.
Maria della Vigna, così detto perché nel Seicento fu eretto nel
luogo dove era stato ritrovato un affresco della Madonna con Bambino
in una vigna sotto un albero di ciliegio.
Ritornando sulla Telesina, si incrocia la SS158.
Qui si pone una duplice scelta proseguire sulla SS158 verso Isernia
oppure imboccare la SS158dir per dirigersi verso Piedimonte Matese.
Nel primo caso si raggiunge Alife,
cittadina che, in antichi tempi, fu contesa dai Romani e dai
Sanniti. Dell’epoca restano mura romane del 326 a.C. su tessuto
urbano sannitico.
Conserva la pianta del “castrum” romano e le
fortificazioni risalgono al I sec. a.C. Altre testimonianze romane
sono la Necropoli i resti del Criptoportico, delle Terme, del
Teatro, dell’Acquedotto e le Porte. I resti del Mausoleo degli
Acili Glabrioni sono stati inglobati nella Cappella di S. Giovanni
Gerosolimitano (XIII sec.) e poi, nel 1924, in un tempio votivo per
i Caduti in guerra.
Il Duomo del 1200 di cui restano il portale e la
cripta, fu rifatto nel XVII sec.
Proseguendo si passa per Sant’Angelo d’Alife
con le sue memorie, il castello di origine longobarda, il borgo, le
mura bastionate e Raviscanina, denominata un tempo Rupecanina,
circondata da fitti boschi, custode dei ruderi del suo Castello
medioevale e della Grotta di S. Michele con la Chiesa Rupestre.
A Pratella, luogo termale e di
villeggiatura, si trovano i ruderi di un antico borgo sannitico,
anche se la maggiore attrazione turistica è data dall’acqua di
Lete, ricca di bicarbonato, calcio e magnesio nonché le sorgenti
sulfuree e ferruginose.
Di grande richiamo è anche la cittadina di Prata
Sannita, di origine longobarda, che conserva nella parte antica
dell’abitato una massiccia rocca risalente al sec. XIV, con
murature e torre cilindriche angolari. Il castello ospitò Federico
II di Svevia e Alfonso d’Aragona. Da queste rovine si può
ammirare la Valle del Lete e il nucleo abitato con la Parrocchiale,
che vanta un interessante chiostro del quattrocento, decorato con
capitelli fogliati di stile gotico.
Si consiglia di proseguire l’itinerario
imboccando il bivio per Fontegreca, che fu feudo dei Sangro e
degli Aragona, che ha nell’agricoltura un prezioso patrimonio di
cultura contadina e di tradizioni e dove è possibile visitare il
Santuario della Madonna dei Cipressi, proseguendo, addentrandosi nel
Massiccio del Matese verso i laghi di Gallo e Letino
fino a raggiungere il Lago del Matese, attraversando il campo
delle secine che costeggia il fiume Lete.
Un’alternativa a questo percorso è
rappresentata dall’itinerario che, partendo sempre da Alife,
percorrendo la SS158dir, porta ai Monti del Matese.
La prima località che si raggiunge è Piedimonte
Matese dove, oltre alla bellezza del paesaggio naturale si
potranno trovare interessanti opere archeologiche e monumentali da
visitare. Alcuni esempi: resti di mura megalitiche e di un tempio,
forse, dedicato ad Apollo; nell’Abbazia Benedettina di S.
Salvatore (VIII sec.) è conservata un’icona lignea di S. Maria
della Neve; nel 1414, sui resti di un tempio romano, fu costruita la
Chiesa di S. Domenico; il Palazzo Ducale, secentesco, ha belle
finestre ogivali e due notevoli portali di cui uno durazzesco; il
Santuario dell’Annunziata (1600) ha facciata barocca con tre
portali e, all’interno, un Coro ligneo del Giordano (1700).
Tra le bellezze architettoniche sono da
segnalare:
la Chiesa di S. Tommaso d’Aquino,
impreziosita da una Tavola del Corenzio ed affreschi di Giuseppe e
Bernardino Cesari;
la Chiesa di S. Biagio del 1400
la Basilica di S.Maria Maggiore (1700) nel cui
interno è conservata una splendida “Madonna in Trono tra i
Santi” della scuola di Antoniazzo Romano.
Convento e Chiesetta di S. Maria Occorrevole
(1400), bellamente affrescata.
Continuando sulla SS158dir c’è Castello
Matese, un paese fortificato all’epoca dei normanni, feudo dei
D’Aquino e degli Aragona. Suggeriamo una visita alle torri
medioevali e ai resti delle mura che sorgono ai margini del centro
abitato.
San Gregorio risale all’VIII sec., anche se
le prime testimonianze si possono ritrovare in una bolla del Papa
Pasquale I nell’817. Il centro storico si arrampica sul versante
della montagna, affiancato da un vasto parco comunale tranquillo,
ombroso con attrezzature sportive.
Il percorso prosegue verso il Lago del Matese,
passando per il passo di Miralago. Ci troviamo al confine tra
Campania e Molise, circondati da una successione straordinaria di
cime, tutte le principali del Massiccio: da Monte Miletto alla
Gallinola, al Monte Porco. La vista è incantevole: d’inverno con
le vette innevate, d’estate con gli alberi e i pianori verdi. Il
lago è ricco di trote, tinche e carpe.
Note Agroalimentari ed enogastronomiche
Seguendo l’ itinerario individuato da Caianello
in direzione Alife-Letino (SS372-SS158), molti sono i suggerimenti
da un punto di vista enogastronomico.
Alife e S. Angelo d’Alife, sono zone
di produzione di olio extravergine d’oliva, insieme
con Raviscanina , Pietravairano e Prata Sannita.
Si consiglia la visita ad un frantoio, da far coincidere, magari, se
svolta nel mese di dicembre, con la “Giornata dell’olio”, che
si tiene annualmente a Raviscanina.
Alife è anche zona di produzione di miele
e di rinomatissime cipolle, per cui sarebbe
interessante una visita a qualche apicoltore locale oppure una sosta
in un ristorante del luogo dove poter gustare piatti a base di
cipolle.
Interessante sarebbe anche una visita ad uno dei
tanti caseifici, produttori di deliziosi formaggi bovini e
pecorini, che si incontrano lungo il percorso (S. Angelo
d’Alife, Raviscanina, Prata Sannita, Letino e Gallo del
Matese).
Nel periodo di agosto, inoltre, si potrebbe
approfittare della sagra del formaggio che si tiene a Letino
mentre, a cavallo tra settembre ed ottobre, delle giornate sulle “Vie
del latte”, in cui molti dei caseifici campani (diversi
dei quali casertani) organizzano momenti speciali per i visitatori.
Raviscanina, è anche zona di produzione di grano
e lo testimonia una sagra della pannocchia che si tiene nella metà
di agosto e che pure potrebbe essere interessante momento d’attrazione
per dei potenziali turisti-visitatori.
Letino, infine, potrebbe essere una sosta
importante, non solo per i formaggi, ma anche per visitare i
laboratori di lavorazione della lana o le rinomate
sorgenti di acque sulfuree e ferruginose.
Seguendo, invece, il secondo itinerario
individuato da Caianello in direzione Piedimonte Matese
(SS372-SS158dir), i suggerimenti da un punto di vista
enogastronomico si concentrerebbero soprattutto intorno al pecorino
del Matese, prodotto principalmente a S. Gregorio Matese
e a Piedimonte Matese, dove potrebbe essere ben accompagnato
dai taralli locali.
Piedimonte è conosciuta anche per la
produzione di vino Pallagrello e per la lavorazione
del maiale da cui si ricavano gustosi insaccati. Una
buona occasione per degustare le sue prelibatezze, sarebbe il
periodo di Gennaio, quando si svolge un corteo di carnevale
settecentesco.
DOVE MANGIARE E DOVE DORMIRE
CAIANELLO
ALBERGHI
Hotel Re di Cuori
RISTORANTI
Del Sole Uscita A1 160;
Maracuja Via Cesarelle 30;
ALIFE
RISTORANTI
De Felice Pizzeria Il Focolare Raffaele Via Marmarulo 1;
Iannelli Piera Via Torrione 1;
Ristorante La Cava di Paone Vincenzo Strada Piedimonte 1;
Ristorante La Panoramica di Iasalvatore G. Via Forma;
Sansone Giuseppina Via Provinciale per Piedimonte;
Cotton Hills V. Triflisco
SANT’ANGELO D’ALIFE
RISTORANTI
Ristorante La Masseria Via Nazionale km. 72;
RAVISCANINA
AGRITURISMO
Barone Gabriella Località Sagliutella;
PRATELLA
RISTORANTI
Tomasone Rita Via AcqueMinerali 32;
PRATA SANNITA
AGRITURISMO
Le Roverelle Agriturismo Via Piana 10;
CIORLANO
AGRITURISMO
Il Teologo- Loc. Castagna;
PIETRAVAIRANO
RISTORANTI
Nuova ABF S.r.l. Via Rivozzo 7;
La Caveja di Bernardino Lombardo & C. S.n.c. Via Ss.
Annunziata 10;
La Caveja S.n.c. (V; G;) Via Roma 1;
LETINO
AGRITURISMO
Coop. Arituristica Matese Le Fossate- Contrada Lucia 1;
ALBERGHI
Albergo Ristorante Villaggio Serramonte S.r.l.- Via Ponticello 1
RISTORANTI
Villaggio Serramonte Via Belvedere 1;
Albergo Ristorante Villaggio Serramonte S.r.l. Via Ponticello 1;
SAN GREGORIO MATESE
AGRITURISMO
Fa.Lo.De Coop. Agricola Zootecnica Agrituristica Fraz. Acqua di
S. Maria;
La Baita;
ALBERGHI
Albergo Montemiletto- Via Nazionale 49;
Loffreda Pasquale- Via Matese 35;
Albergo Montemiletto- Via Nazionale 49;
Loffreda Pasquale- Via Matese 35;
RISTORANTI
Da Carmela Difesa Lago Matese
S. Donato SS. 158;
Da Lorenzo Piazza B. Caso, 17;
CASTELLO MATESE
RISTORANTI
Da Giovanino V. Nazionale;
Le Due Torri s.s. 158;
Faiella Via Nazionale Matese 158/D;
PIEDIMONTE MATESE
ALBERGHI
Hotel del Sole- S.s. 158;
RISTORANTI
Joyland Via Matese 3;
Lazzari Via Montemuto 60;
SAN POTITO SANNITICO
AGRITURISMO
Quercete S.r.l.Via Provinciale per Gioia Sannitica;
San Cassiano Via San Cassiano 9;
RISTORANTI
Quercete S.r.l. (V; G) Via Provinciale per Gioia Sannitica
I luoghi e la storia
Questo itinerario interessa tutti coloro che da
Caserta,imboccano l’Appia in direzione Benevento, in prossimità
dell’uscita dell’A1 di Caserta Nord. Prima di proseguire lungo
questo secondo tratto dell’Appia si suggerisce di prevedere una
sosta nel capoluogo di provincia nonché di effettuare una visita al
Belvedere di San Leucio ed al borgo medioevale di Casertavecchia.
Città di Caserta
Le origini dell’odierna Caserta (il nome
deriverebbe da “Casa hirta” - Casa erta) vanno ricercate
in una borgata che sorge a Nord-Est della città, e a circa 7 km di
distanza, cioè nella piccola borgata di Casertavecchia, minuscolo
centro abitato (257 ab.), che, a 400 m. s.l.m., si trova sul pendio
del Monte Virgo (620 m), in quel gruppo di alture che è compreso
tra il Monte Tifata e il Monte Longano e al quale alcuni danno per l’appunto
il nome di monti di Caserta, ma che i più distinguono con il nome
di monti Tifatini.
La nuova Caserta sorse nel piano, al posto
dell’antico villaggio chiamato “La Torre”. Essa si sviluppò a
scapito del vecchio centro, da cui scese, col nome del paese, una
parte della popolazione e in cui finirono col trasferirsi (nel 1842)
i vescovi di Caserta, i quali avevano pur essi abbandonato il
vecchio paese ormai in piena decadenza, ma si erano per lungo tempo
fermati nel casale di Falciano, in prossimità del villaggio La
Torre.
La vecchia Caserta, la “Casahirta”
dai Longobardi, da questi, probabilmente nel sec. VIII, costruita o
ricostruita sull’antico centro d’epoca romana (Saticola),
sorgeva sul fianco meridionale del Monte Tifata. La sua popolazione,
dal sec. XII in poi, cominciò a sparpagliarsi per le fertili
pianure ai piedi del Tifata. Assegnata al ducato di Benevento, fra l’847
e l’848, ma orientata, per le necessità del traffico, verso
Napoli e verso Salerno, Caserta si trovò intricata nella rete dei
rapporti pacifici e guerreschi tra le vicine Benevento, Napoli,
Salerno, Capua, ecc.
Governata da un vassallo del duca di Benevento
nella prima metà del sec. IX, passò in signoria, nella seconda
metà dello stesso secolo, dei conti di Capua; poi del proprio
vescovo di Landolfo, proclamatosi conte di Caserta, e signore di
Caiazzo e di Suessula, e infine (873) metropolita di Capua. Lui
morto (879), Caserta tornò ai conti di Capua.
Fu tra le prime città di cui si impadronirono i
Normanni (1057). Quando Ruggiero d’Altavilla divenne Re di Napoli
e Sicilia, Caserta divenne un feudo di Roberto di Lauro, conte di
quella città, e del figlio Ruggiero conte di Tricarico e poi di
Marsico e di S. Severino. Il nuovo conte di Caserta, Guglielmo,
durante le lotte della minorità di Federico II, tenne condotta
oscillante: ora fu per Tancredi, ora per Enrico VI, ora favorevole,
ora contrario al Papa. Incondizionatamente fedele alla causa
imperiale e valido aiuto di Federico II fu invece Roberto II, il cui
figlio Riccardo sposò Violante, figlia naturale dell’imperatore.
Da allora il destino del conte di Caserta fu legato alla fortuna
degli Svevi. Il figlio di Riccardo, Riccardo, imprigionato in Castel
del Monte, fu privato della contea di Caserta e di Tricarico, che
venne concessa da Carlo I d’Angiò a un francese, Guglielmo di
Belmonte. Alla morte di lui ritornò alla Real camera, dalla quale
fu, al tempo di Carlo II, di nuovo venduta a Pietro Bracherio e da
questi al fratello di Bonifacio VIII, Roffredo Caetani; da questi ai
Ratta, di mano in mano agli Acquaviva e di nuovo ai Caetani di
Sermoneta.
Rimase, dunque, città feudale sempre, salvo per
qualche mese del 1734, all’arrivo di Carlo di Borbone quando fu
governata da ministri regi. Acquistata dalla regina Amalia, passò
definitivamente nel demanio della corona, e il 20 gennaio 1752 Carlo
di Borbone iniziò la costruzione della Reggia. Il luogo incantevole
divenne ben presto famoso per l’ospitalità di Maria Carolina e
per la vicina colonia di S. Leucio.
La Reggia Vanvitelliana
La progettazione ed i lavori per la costruzione
della Reggia (20/1/1752 Cerimonia della posa della prima pietra)
furono affidati dai Borbone a Luigi Vanvitelli e, alla sua morte
(1773), al figlio di lui, Carlo.
La Reggia, che è l’opera più significativa
del tardo barocco napoletano, conta 1.200 stanze e 2.000 finestre.
Le decorazioni e gli affreschi della volta furono eseguiti dai
maggiori artisti dell’epoca: G. Salomone, M. Rossi, G. Bonito,
Guglielmo Tischbein, D. Mondo, F. Fischetti, A. Dominici, A. Violani,
P. Persico, T. Bucciano, Tommaso e Pietro Solari e G. Starace. L’imponenza
della Scala Regia, del Vestibolo, delle Sale di rappresentanza e
degli appartamenti reali, la preziosità del Teatro e del Presepio,
l’austerità della Cappella, l’eleganza della ricca Biblioteca
fanno riscontro alla bellezza del grandioso parco arricchito con
fontane, cascate e laghetti alimentati dall’Acquedotto Carolino
che il genio Vanvitelliano predispose nel viadotto dei Ponti della
Valle.
Particolare attenzione meritano il Giardino
Inglese, ricco di piante rare, realizzato per volere della Regina
Maria Carolina, dal botanico Giovanni Andrea Graefer e l’Aperia
Reale oggi adattata a teatro all’aperto.
All’interno del Palazzo il Museo dell’Opera,
nel cui sottosuolo sono state rinvenute alcune tombe sannite ed il
Museo del Territorio.
All’esterno, attigua al giardino della Flora,
sorse una piccola Cappella dedicata alla B. Vergine Assunta. Ciò
avvenne per volere di Ferdinando l che, colpito dalla devozione
degli abitanti della contrada di S. Elena per un’effigie della
Madonna del Carmelo, dipinta su una rustica pietra di lavagna,
decise, con dispaccio del 23/11/1805, di concedere 6 passi quadrati
del Real Boschetto perché fosse eretto un piccolo tempio. Il
disegno fu eseguito dall’architetto Ferdinando Patturelli; l’altare
marmoreo fu donato dallo stesso Re e, su di esso, il delicato
pennello dello Schmidt dipinse “Nostra Donna Assunta in Cielo”.
Sull’altare di destra Francesco Hil rappresentò la venerata
Vergine del Carmelo e, su l’ultimo altare, il Villareale dipinse l’Arcangelo
S. Raffaele su commissione di Don Raffaele Laudieri.
In fondo alla strada più antica di Caserta, via
S. Carlo, si erge una piccola Cappella del 1600, voluta da Don Carlo
Acquaviva d’Aragona e da lui dedicata a S. Eugenio Vescovo e
Martire, discepolo di S. Dionisio Areopagita.
Nella stessa strada il palazzo settecentesco dei
principi Paternò, che fu sede vescovile.
Sotto il Regno di Ferdinando I altamente
apprezzati furono i manufatti della Real Fabbrica delle Faenze che
operò, sempre in via S. Carlo, dal 1753 al 1756 allorché fu
trasferita alla Marinella di Napoli. Purtroppo il complesso delle
Reali Fornaci che comprendeva i magazzini per la conservazione e
lavorazione del guado e gli alloggi per il personale, fu
ristrutturato per ricavarne abitazioni. E’ andato così distrutto
un interessante esempio di organizzazione del lavoro in cui l’artigianato
raggiungeva un alto livello artistico.
Casertavecchia
Situata sul pendio del Monte Virgo e
pittorescamente affacciata sulla pianura, presenta notevoli avanzi
di un castello (IX sec.) edificato dal longobardo Landone I, forse
su una precedente costruzione bizantina. In origine aveva sei torri
e un mastio; rimane quest’ultimo, alto circa 30 metri e cilindrico
nella parte superiore, ancora grandioso e molto pittoresco, oltre ad
avanzi minori (muri e basi di altre strutture).
La costruzione della Cattedrale (S. Michele)
romanica fu iniziata nel 1113 (XII sec ) per volere del Vescovo
Rainulfo. I contrasti bicromatici del Tiburio, in tufo giallo e tufo
nero, riportano alla mente analogie con il Duomo di Amalfi.
La torre campanaria, fatta costruire dal Vescovo
Andrea (1237) porta, murata, una lapide che il Mommsen asseriva
essere stata eseguita nel 557. Essa poggia su un arco ogivale
sovrastato da 3 piani e abbellito da graziose bifore.
L’interno della Cattedrale, a croce latina,
lungo 46 metri, a 3 navate divise da 18 colonne monolitiche, di cui
alcune tolte al tempio di Giove Tifatino, e altro materiale di
spoglio. Le volte a costoloni ed i mosaici ricordano lo stile
siculo-arabo; la vasca battesimale è del IV sec.; il pulpito risale
al XIII secolo; l’affresco della Vergine con il Bambino è
trecentesco come quello che sovrasta il sepolcro del Vescovo
Giacomo.
Notevole il Sepolcro di Francesco della Rath,
Conte di Caserta, con belle sculture alla base: la Fede, la Speranza
e la Carità, attribuite a Tino da Camaino. Rinascimentali il
Tabernacolo ed il Sepolcro di Ortensio Giaquinto.
Al di là del fianco destro della Cattedrale
sorge la Chiesa dell’Annunziata (1350) ha un portale marmoreo del
1700 con stemma nobiliare.
Altre costruzioni interessanti, che si possono
vedere percorrendo le vie e i suggestivi rioni della cittadina,
sono:
la facciata dell’ex Seminario, con sempilice ed
austero portale in marmo cipollino; lo stesso palazzo presenta nel
lato che prospetta sulla via S. Michele Arcangelo, tre magnifici
portali in tufo;
la Casa Ferragiuolo, del sec. XIII, con eleganti
bifore;
la case Farina, con un portale seminterrato del
XII sec. e due interessanti finestrelle;
la casa Uzzi, con un bel cortile con sovrastante
loggetta;
la casa Pisano, che presenta un portale del sec.
XII, un bel loggiato e una bifora;
la cappella dell’Addolorata, con tracce di
arabeschi seicenteschi e resti di affreschi.
A pochi chilometri da Casertavecchia, si trova
“S. Pietro ad Montes”, affidata nel 1800 ai PP. Dottrinari ma,
di esso, già si parlava in un Diploma del Conte Roberto di Caserta
datato 1165. La Badia sorge su un antico tempio di Giove Tifatino di
cui sono stati usati i materiali di spoglio: colonne e capitelli.
Gli affreschi sono di sicura impronta bizantina a testimonianza
della presenza di artisti venuti da Costantinopoli.
A pochi passi si ergono la Torre Campanaria ed il
“Conventino” in cui, a seguito delle molte ristrutturazioni, non
è più possibile ritrovare l’antica struttura. Attualmente la
Badia è in fase di restauro.
Poco lontano da S. Pietro ad Montes, la Chiesetta
di S. Rufo (X sec.) con affreschi bizantini raffiguranti scene del
ciclo di S. Giorgio ed il drago, una mandorla con il Cristo
Pantocratore ed un’acquasantiera; del 1700 sono, un altare, un
organo, una tela ed un pavimento maiolicato della bottega dei Massa
di Maddaloni. Una “riggiola” del pavimento porta la data (1700)
ed il nome del committente: Rev Jannelli. Sempre del 1700 lo stemma
gentilizio degli Alois sormontante una lapide e la pietra tombale di
famiglia.
Nella ricorrenza dell’Ascensione, a S. Rufo, si
celebra la benedizione dell’acqua, rito che si innesta su un
preesistente, antichissimo culto pagano. S. Rufo, ma soprattutto S.
Pietro ad Montes, rappresentano, per i “Villaggi del Carolino”,
i centri che presiederono alla educazione degli abitanti alle
pratiche agricole, allo sviluppo artigianale ed all’insegnamento
della catechesi.
Dei Villaggi del Carolino si legge nella Bolla di
Sennete (1113), Metropolita di Capua, che attestava al Vescovo
Rainulfo la conferma dei possessi della Chiesa Casertana; di essi si
parla anche nel “Privilegio” di Papa Alessandro III del 1178.
Molti dei Villaggi hanno toponimi di origine
longobarda, come ad esempio:
Puccianiello: da “Puczanelli” con la Chiesa
di S. Andrea, il Palazzo Vescovile, il Convento dei Cappuccini e,
più su, la Chiesa di S. Angiolillo.
Casolla, toponimo che compare in un documento
notarile del 1298, si dice sia derivato da “casa-ulla”, cioè
il villaggio delle “olle” che servivano alla rimestatura della
colla, e dove, già nel 1635, vi era una “spezeria di medicina”.
La Chiesa di S. Lorenzo M. è del 1620 su un primo impianto molto
più antico; imponente il campanile con orologio il cui quadrante
è formato da mattonelle maiolicate.
Del XVI sec. il Palazzo Cocozza di Montanaro
ed il Palazzo Pallozzi con copertura a “collèra”. S. Barbara
(al Monte): con una Chiesa di cui ormai non vi è più traccia.
Rimane il Villaggio con una Chiesa del sec. XVIII dedicata a S.
Nicola di Bari. Rilevanti sono la Cappella, sede della “Congrega”
ed il Palazzo D’Ambrosio, con annessa Cappella di S. Ambrogio in
stile neo-romanico, nonché altri palazzi.
Tuoro: il toponimo, Torus, è di origine
longobarda e fa riferimento alla morfologia del luogo.
E’ menzionato in una carta capuana del 1052
mentre Sennete nel 1113 lo chiama “torum” e nomina la Chiesa di
S. Stefano che oggi presenta una pregevole pala d’altare del XVII
sec., l’acquasantiera e l’Altare Maggiore in marmi policromi. Di
pregio il Palazzo de Franciscis ed i palazzi Brignola e Cutillo.
Garzano: menzionata nella Bolla di Sennete. In
località “Pioppi” si trova una vallata dove - si racconta - sia
stato accampato Annibale. La Chiesa di S. Pietro, restaurata,
conserva tele del XVIII sec. ed un bel fonte battesimale.
Riprendendo l’Appia, da Caserta, si raggiunge
facilmente la cittadina di Maddaloni. Le origini del nome
della città sono discusse: alcuni sostengono che Maddaloni derivi
da “Màgdalo”, il longobardo che fu signore della città;
altri dicono che derivi dall’arabo “Mata Luna”: mezza
luna.E’ certo, comunque, che i superstiti della distrutta “Calatia”
si ricoverarono in collina, lì dove era la Torre longobarda a
pianta quadrata. Ulteriore struttura difensiva era una Torre
cilindrica alla quale poi fu aggiunto il castello di forma
irregolare, di epoca medioevale, chiamato “Castrum Kalato
Màddala”. Attualmente vi sono ruderi del Castello e le due
Torri che dominavano strategicamente le strade dei 3 mari già nel
XII sec. Poco lontano la piccola Chiesa di S. Agnello con la Torre
Campanaria e, alla base, massi di epoca romana.
Maddaloni ha belle chiese antiche di cui si
elencano le più importanti:
La Chiesa e Monastero di Montevergine (1208);
La Chiesa della “Annunziata” (XVII sec.)
con i Sepolcri dei Carafa
La Chiesa de “Il Corpus Domini” dal disegno
del Vanvitelli;
La Chiesa di “S. Francesco d’Assisi” con
una riproduzione, all’interno, della S Casa di Loreto;
La Cappella di S. Luca (XIV sec.) con un
dipinto del Cristo Pantocratore con la Vergine ed i Santi;
La Chiesa di S. Margherita (XIV sec.) con
affreschi tardo gotici.
La Chiesa di S. Michele, in cima all’omonimo
monte, con Torre Campanaria ed un bel portico;
La Chiesa di S. Maria de Commendatis con l’affresco
della Vergine in trono.
A pochi chilometri da Maddaloni c’è Santa
Maria a Vico. In epoca romana in questi luoghi sorgeva un vicus
detto “ad Novas” un posto di ristoro con taverne e cambio di
cavalli. Il nome attuale della cittadina deriva dalla
quattrocentesca Chiesa dell’Assunta, ampliata da Ferdinando I d’Aragona
in osservanza di un voto per la vittoria sui baroni guidati da
Matteo Boffa.
Da ultimo, percorrendo l’Appia antica, si
segnala una sosta a Valle di Maddaloni per vedere i grandiosi
Ponti della Valle che collegano il Monte Longano con il Monte
Garzano, progettati e costruiti dal Vanvitelli per l’Acquedotto
Carolino, con tre ordini di archi sovrapposti e che costituiscono il
viadotto delle acque che dal Sannio vengono convogliate alle cascate
della Reggia di Caserta.
Al lato dei Ponti si segnala l’Ossario dei
Garibaldini e la tomba di Nino Bixio.
Note Agroalimentari ed enogastronomiche
Prima di riprendere la Via Appia, la sosta
prevista, nell’ambito degli titnerari storico-artistici a Caserta
e dintorni, può essere accompagnata da piacevoli degustazioni di
prodotti tipici locali, magari sfruttando l’occasione di eventi
particolari, quasi sempre organizzati lontano dal centro, nei borghi
periferici che fanno di Caserta un luogo dai tanti volti.
Nella frazione di Garzano, nella seconda
decade di agosto, si tiene la sagra delle Pannocchie, mentre
a Caserta Vecchia quella molto antica, del pane giallo. A Pozzovetere,
all’inizio di maggio, si svolge la sagra dell’Asparago di
montagna, ed a S.Leucio, a cavallo tra giugno e luglio,
si svolge la sagra delle “Pallottole”, così detta dal
nome delle tipiche crocchette di patate servite durante lo storico
palio.
A Casagiove, infine, nell’ultima
settimana di Carnevale viene offerta l’occasione di partecipare
alla sagra del migliaccio, in cui salsicce di maiale vengono
accompagnate dal tipico formaggio pecorino al pepe.
Riprendendo la Via Appia, da Caserta in direzione
Benevento si incontrano una serie di paesi dove, come lungo il lato
Nord della stessa strada, le produzioni tipiche si concentrano
soprattutto su tabacco, olio extravergine d’oliva
e mele annurche.
Oltre a suggerire un assaggio dei torroni
di Casapulla, si raccomanda una sosta in un frantoio
scelto tra i comuni di Curti, S. Prisco, Maddaloni,
S. Maria a Vico o Cervino, dove , inoltre, nella terza
decade di Novembre si svolge una sagra dell’olio
extravergine d’oliva di prima spremitura.
Attraversando questa parte della provincia non
può mancare una sosta a Valle di Maddaloni per provare le mele
annurche , magari approfittando della sagra che si
svolge lì nel mese di Novembre.
Questo stesso paese è famoso per la produzione
di asparagi di montagna e di atri tipi di frutta come ciliegie,
amarene e fichi; mentre ortaggi, come finocchi,
melanzane e carciofi sono prodotti
soprattutto a Maddaloni, dove nel mese di maggio si svolge
anche una sagra dedicata al carciofo e dove si potrebbe
degustare il liquore di anice, fatto in un’antica
distilleria del luogo.
DOVE MANGIARE E DOVE DORMIRE
CASERTA
ALBERGHI
Hotel Belvedere- km. 31, s.s. 87 Sannitica
Grand Hotel Aurelio- V. Nazionale 18
Hotel Amadeus di Roberti Lazzaro- V. Verdi 72/76
M.G.A. S.r.l.- V. Roma 19
Hotel Baby di Pasquariello G.- V. Verdi Giuseppe 41/43
De Vincentis Astianatte- C.so Trieste 37
De Vincentis Ubaldo- V. Renella Fulvio 7
Eden S.r.l.- V. Verdi Giuseppe 26
Albergo Hotel Belvedere V. Nazionale
Albergo Limone di Sogliocca F. Via Verdi Giuseppe 50
Hotel Jolly- V.le Vittorio Veneto 9
Hotel Marconi- Via Renella Fulvio 7
Kemihospital- Centro Residenziale S. S. P. A. S.r.l.- Corso
Trieste 2
S.I.A.M. S.r.l.- Via Roma 29
RISTORANTI
Casa Hirta V. Ruggiero;
La Leccese P.zza Vanvitelli;
A' Lampara V. Vico;
La Taverna dei Mannesi V. XXV Aprile;
La Tegola V. Mondo;
La Toppa Rossa V. Case Sparse;
Le Colonne (V;G; M) V. Appia, 7/13;
Boccaccio;
Il Rugantino V.le Lincol 12;
San Carlo V. San Carlo 138;
Angolo Verde V. Redentore 21;
Ciacco (V) V. Maielli 39;
Mulini Reali V. Mulini Reali;
Rebus V. Appia 5;
Italia Corso Trieste 108;
O' Pignatiello V. Torretta 2;
L'Eclissi V. Collecini 10;
La Nuova Perla V. Gasparri 12/14;
Soletti L.go San Sebastiano 1;
Via Roma (V; G; M) Via Roma 21;
Innarone Via San Pietro ad Montes 11;
Chalet delle Ville (V) Via delle Ville 47/49.
Massa (V) Via Mazzini 55;
Le Macine V. Santoro;
Giardino di Giada Via Verdi, 48;
Piccadilly V. Roma, 1;
Ristorante Pizzeria Colli Tifata, Via Tifatina Santa Barbara.
CASERTA VECCHIA
RISTORANTI
Il Borgo V. Sopra le Mura;
Il Rifugio S.Com. per Casola;
La Castellana V. Torre 4;
Rocca di S. Andrea V. Torre 8;
Tana del Lupo V. Lupara;
Taverna dei Falconieri V. della Dalle 2; Belvedere V. SS.
Sannitica Km. 31
La Brace P.zza Madonna delle Grazie
Mastrangelo (V) P.zza Duomo 5
Medioevale V. della Valle 10
Da Teresa Villa Irta V. Torre
Ritrovo dei Patriarchi V. C. landolfi 14
CASAGIOVE
ENOTECHE/AZIENDE VINICOLE
Enoteca La Botte Via Nazionale Appia 168;
AGRITURISMI
I Caprioli Via Case Sparse Casagiove
ALBERGHI
Cappella Via Casapulla 34;
Hotel Regina Via Nazionale Appia 34;
Hotel I Due Pini Via Torrino 6;
RISTORANTI
La Rustica Via Appia 10;
Le Quattro Fontane Via Quartiere Vecchio 70;
Plaza Via Appia 157; Capparella Via Casapulla, 34.
CASAPULLA
ALBERGHI
Hotel Aurelio Via Nazionale Appia 18;
Hotel Coccinelle Via Nazionale Appia 89;
Appia Hotel;
RISTORANTI
‘O Caprettaro Via G. Orsi 14;
La Caraffa Via Appia 271/B;
CURTI
ENOTECHE/AZIENDE VINICOLE
Di Rauso Raffaele Via Rosato 48; Fiorillo Antonetta
SAN NICOLA LA STRADA
ENOTECHE/AZIENDE VINICOLE
Grauso Giovanni Via Gentili 88;
ALBERGHI
Serenella Viale Carlo III;
Nuova Serenella Viale Carlo III;
Hotel Pisani Viale Carlo III;
SAN MARCO EVANGELISTA
ALBERGHI
Grand Hotel Vanvitelli Viale Carlo III;
RISTORANTI
Grand Hotel Vanvitelli Viale Carlo III;
Pade S.a.s. di Passero Ferdinando Via della Libertà 1;
Di Maio Via Cantone 1;
MADDALONI
RISTORANTI
Add' O' Napulitano V. Napoli 84;
Caracas V. Nazionale Montedecoro 126;
Antico ristorante Pizzeria Il Grottino P. Umberto I, 1;
La Perla Via Napoli, 1;
Marino Via Napoli, 80;
L'Aragosta Via Appia 217;
Le petit Maison Via Carrarone, 36;
Le Magnolie Via Feudo, 63.
VALLE DI MADDALONI
RISTORANTI
Pizzeria Ristorante Leoni D’Oro Via IV Novembre 2;
Rizzo Anna Ristorante Via Quercia Cupa 13;
CERVINO
ALBERGHI
Hotel Guarda Napoli Via Provinciale Forchia- Durazzano;
RISTORANTI
Sun’s Royal Park Via Cervino;
La Gondola Via Zampani 32;
Ristorante Pizzeria La Rosa Alessandro Via Cervino 33;
SANTA MARIA A VICO
AGRITURISMI
La Nuova Peschiera di Tommaso Madia S.a.s., S. P. Teano-Caianello
Loc. Peschiera;
ALBERGHI
Antica Quercia Hotel Ristorante V. Nazionale;
Albergo Antica Quercia - V. Appia 141;
RISTORANTI
Vicoletto V, Nazionale 236;
Antica Quercia V, Nazionale 347;
Michelangelo Vl. Libertà, 23.
I luoghi e la storia
Questo itinerario riguarda in particolare coloro
che da Caserta, zona uscita casello A1 di Caserta nord, si dirigono
verso Caiazzo per poi proseguire o verso il Parco del Matese o verso
Telese direzione Benevento. Imboccando la SS87 (Sannitica), si trova
San Leucio (vedi riquadro) e ad 1 Km. dal Belvedere, in
località Vaccheria, sorge il tempio di S.Maria delle Grazie che
Ferdinando I volle con facciata di stile gotico, altari di marmo e
quadri di Saja, de Focatiis e Brunelli, proseguendo verso Caiazzo si
suggerisce un’interessante deviazione verso Castel di Sasso, dove
si incontra la località di Pontelatone con i resti di epoca
sannita sul Monte La Colla, nonché i ruderi del Castello con
Torre cilindrica e l’interessante Chiesa di San Rocco (XVI
sec.) e l’antico Convento di S. Agostino (XVI sec.),
nonchè in località “Le Grotte”, i ruderi di Piscina romana.
S. Leucio e la Vaccheria
Merito di Ferdinando I delle Due Sicilie è l’aver
completato la fondazione della Regal Colonia di S. Leucio, iniziata
già da Re Carlo per la manifattura delle Seterie. Filanda e case
per i setaioli, istruzione per tutti, dote per le fanciulle: questo
fu il primo esempio di organizzazione industriale regolamentata dal
“Codice Leuciano”, alla compilazione del quale il Re, per
consiglio del ministro Tanucci, chiamò Gaetano Filangieri. Il Re
invitò maestri dell’arte serica Lionese per addestrare le
maestranze. Le macchine dell’opificio serico erano animate da un
rotore, disegnato dal Patturelli, posto nel sotterraneo e azionato
da un ramo dell’Acquedotto Carolino appositamente dirottatovi,
ancora oggi visibili.
La lavorazione iniziò nel 1776 sotto la
direzione del Sig. Francesco Bruetti; macchinista era il Sig. Paolo
Scotti.
Nel medesimo anno Re Ferdinando ordinò all’architetto
Collecini il restauro del “Belvedere” che, già nel 1500,
appartenne agli Acquaviva; al piano superiore fece costruire una
piscina detta, “il bagno della Regina” e, ad affrescare la
volta, fu chiamato Filippo Hackert, pittore di Corte. Il complesso
fu dotato della Chiesa Parrocchiale di S. Ferdinando Re.
Ritornando sulla statale, attraversando la Piana
di Monte Verna, si arriva a Caiazzo, antica Caiatia, che
ebbe origini Osche, passò ai Sanniti e poi ai Romani. Esistono
resti del centro fortificato di epoca sannita sul monte S. Croce. Da
vedere è il Castello (IX sec.) che vide le lotte tra Pandone
il Rapace e Pandone il Giovane, ampliato, in epoca successiva, dai
feudatari che seguirono. Alfonso I d’Aragona ne volle il restauro.
Altrettanto interessanti sono: la “casa di
Pier della Vigna”, del XIII sec. e la Chiesa di S.
Francesco con annesso Chiostro, del XIV sec..
Da visitare, inoltre, la Chiesa della SS.
Annunziata, del sec. XV, con un’opera pittorica del De Mura;
il Duomo, dedicato alla B.V. Assunta, che fu completamente
restaurato nel XVI sec. su un primo impianto del 1200.
Da Caiazzo si può anche deviare verso la SS158
in direzione Matese, raggiungendo il paese di Alvignano. Tale
paese è ricordato dal sec. VIII; si ritiene che il nome derivi da
una villa gentilizia appartenente, pare, a un Marcus Aulus Albinus,
ch’ebbe potere sul territorio (da Albinus si ebbe il nome Albinianum,
poi Alvignano e volgarmente Levignano). Si pensa,
inoltre, che il centro originario abbia tratto incremento dalla
distruzione, ad opera dei Saraceni, della vicina città sannitica di
Compulteria o Kompulternum, di cui si possono vedere
dei resti.
La cittadina è dominata da un Castello
medievale (VIII sec.) di cui restano una pianta quadrilatera e
robuste torri cilindriche; notevole, anche, la Chiesa di S.
Ferdinando costruita sui resti di una basilica paleocristiana, a
sua volta costruita su un antico tempio dedicato a Giunone.
Continuando sulla SS158 si arriva a Dragoni
dove si consiglia la visita ai resti di fortificazioni megalitiche
di epoca sannita sul Monte Castello.
A questo punto ci si può dirigere verso
Caianello ritornato verso l’autostrada A1 oppure proseguire sulla
SS158 direzione Piedimonte Matese.
Da Caiazzo, immettendosi nuovamente sulla
Sannitica si prosegue per Ruviano, piccolo centro del medio
Volturno, dove si consiglia di visitare il centro storico con la
Torre dell’orologio e la Chiesa di S. Leone Magno, e sposatndosi
di pochi chilometri, ad Alvignanello, visitare il Convento di
S. Maria degli Angeli.
Come ultima tappa sulla SS87, prima di entrare
nel territorio del beneventano, consigliamo la località di Castel
Campagnano, un paesino di quasi 2000 abitanti immerso nel verde
dove, nel centro storico, si può visitare il palazzo ducale, ma,
per gli amanti della natura una tappa obbligatoria è il parco di
Selvanova.
Note Agroalimentari ed enogastronomiche
Il tracciato della Via Sannitica, un po’ come
quello della Via Casilina, attraversa un territorio prevalentemente
collinare dove gli spazi sono contesi tra alberi di ulivo e filari
di viti.
Principali frutti di questa terra, infatti, sono vino
ed olio extravergine d’oliva, prodotti in quasi
tutti i paesi incontrati lungo il percorso .
Partendo da Caiazzo, si ha la
possibilità, infatti, di degustare un rinomato olio,
ricavato da olive “caiazzane” o “caiatine”, magari
approfittando della sagra dell’olio che si tiene nella prima
decade di Ottobre, in occasione della festa di S. Giovanni e Paolo,
ed in cui si organizzano visite a frantoi locali.
Una sosta al paese permette anche un assaggio dei
tipici taralli, apprezzati ancor di più se
accompagnati da un bicchiere di Pallagrello , ottenuto da uve
provenienti da un vitigno autoctono, fino a pochissimo tempo fa
erroneamente confuso con la “Coda di volpe” ed attestato sin dai
tempi più antichi soprattutto nel territorio compreso tra
Piedimonte Matese ed Alife. Oggi è nella zona compresa tra Caiazzo,
Ruviano, Castel Campagnano (dove a Settembre si svolge la
decennale sagra della Vendemmia) e Conca della Campania che
si sta lavorando attentamente per ridare al Pallagrello lo splendore
di un tempo.
Una curiosità che caratterizza il paese di Ruviano
è la singolare festa che si tiene il giorno di S. Martino (11
novembre). Una particolare processione di tutti uomini in costume e
con i caratteristici copricapo percorre le vie del paese: i
partecipanti sono i soci dell’A.C.R. (Associazione Cornuti
Ruvianesi) che conta più di 100 iscritti dal Veneto alla Sicilia.
Notevole attenzione sta destando, un altro
vitigno, il Casavecchia, allevato tra i comuni di Pontelatone
, Liberi e Castel di Sasso, da cui si produce un vino rosso (a
detta di Luigi Veronelli ) “completo ed armonico”.
Una degustazione di questo vino in una delle
aziende di Pontelatone, offre anche la possibilità di
assaggiare, a seconda della stagione scelta per la visita, altri
frutti di questa terra: olio, ciliegie, mele annurche e
castagne, a cui sono dedicati una serie di eventi
enogastronomici. La sagra dell’uva e del vino, della seconda
settimana di Settembre, infatti, è seguita da quella della castagna
della seconda decade di Ottobre.
Gli altri suggerimenti enogastronomici lungo la
via Sannitica, riguardano prosciutti paesani e formaggi
pecorini e bovini, da assaggiare nei paesi di Liberi,
Castel di Sasso e Piana di Monte Verna.
DOVE MANGIARE E DOVE DORMIRE
SAN LEUCIO
RISTORANTI
Antica Locanda (V; M; G) V. Piazza Seta 8/10;
Casina Vecchia V. Casino Vecchio 6;
Giardini Reali Giardini di S. Leucio;
La Paratella V. Giardini Reali 1;
Leucio (V; M) Via Panoramica;
La Vignarella Via Vaccheria;
A Brace Via Madonna delle Grazie Vaccheria 9;
Dodici apostoli V. Cappuccini Vaccheria;
Il Borbone Vl. I Ottobre;
La Padella V. Sannitica - Vaccheria;
S. PRISCO
AGRITURISMI
Azienda Agricola Del Tifata;
CASTEL DI SASSO
AGRITURISMO
Le Campestre Via Campestre -Loc. Case Sparse;
Torre Rossa Loc. La Starsa;
RISTORANTI
Del Sasso Via IV Novembre 2;
Volturno Via Ponte dell’Olivo 32;
PONTELATONE
AGRITURISMO
Colleverde Via Colleverde (ex Salomoni);
Marinella di Scirocco L. Luigi- Via Ponte Pellegrino 36;
Granata Rosanna Via Concezione 91;
Di Biasio Maria Teresa Via Masseria Starnali;
ENOTECHE/AZIENDE VINICOLE
Fattoria Ponte Pellegrino di Michele Alois via Ponte Pellegrino
Loc. Pezza www.trebulanum.com info@trebulanum.it;
RISTORANTI
Green Garden V. Salomone 20;
Il Cacciatore Via Mulino A Ponte;
Mare e Monti Via Ponte Pellegrino 10;
PIANA DI MONTE VERNA
RISTORANTI
Carpe Diem (V; M; G) Masserie Corte 101;
Monte Verna Via Villanova 16;
La Roccia Via Scalzatoio 14;
Ponticello Via S. Maria A Marciano 20;
Nuovo Millennio Love Story Via Polizzano 6;
CAIAZZO
ALBERGHI
San Ferdinando di Fernando de Angelis S.a.s.- Via Selvetelle
AGRITURISMO
Eden- V. Montemilo 3, La Selvetella- V. Casa Rizzi,
Le Campanelle- V. Cameralunga,
Masseria La Soppuntata- V. Santa Lucia 6,
L'Uliveto- V. Guadagnelle
ENOTECHE/AZIENDE VINICOLE
Tommasina Vestini Campagnano Via Barracone 5 Fraz. SS. Giovanni e
Paolo www.vestinicampagnano.it info@vestinicampagnano.it;
RISTORANTI
Il Generale (G) V. Umberto I 2;
La Taverna degli Amici V. Giovannicci;
Bellavista V. S. Cristina 55;
San Bartolomeo Casa in Campagna Via Ragnano Loc. Pantaniello;
Le volte di Annibale e Bacco (V; M) Via Monte 1.
La Roccia V. Scalzatoio, 14.
ALVIGNANELLO
AGRITURISMO
Le Olive di Nedda di Ida Schioppa e Luigi Lucarelli Via Crocelle
Superiore 14 Fraz. Alvignanello info@olinedda.it;
CASTEL CAMPAGNANO
AGRITURISMO
P.co Selvanova- V. Fusco Squille parco@selvanova.parcoselv.@tin.it;
Azienda Torone- Loc. Monticello Fraz. Squille;
RISTORANTI
La Collinetta Via Marrocchelle;
LIBERI
AGRITURISMO
De Luca Pasquale Via Mazzini;
ALBERGHI
Mont'Etna Via Strada Provinciale;
ALVIGNANO
AGRITURISMO
Le Torri Aragonesi Via Terminiello 3;
Agriturismo Verde Oliva Via Pratillo 10;
Agriturismo Genovesi Via Genovesi 12;
Zullo S. V. Terminillo;
RISTORANTI
Capanna Miglio 25 Pratillo Villa ortensia;
La Lucciola di Zullo Edda v. Fontanelle;
La Maison de Campagne (V) di Camerota Filomena C. Umberto trav
III;
L'Americano Ristorante Pizzeria V. Moleta, 19;
Ristorante dei Fiori Via Miglio XXV.
DRAGONI
ALBERGHI
Villa De Pretis Via Ponti 57;
RISTORANTI
D'Agostino Giovannina Via Valle Franco 12
I luoghi e la storia
Questo Itinerario, che parte da Marcianise, in
prossimità dell’uscita A1 di Caserta Sud, si dirige a Villa
Literno, concludendosi verso il mare nella Pineta di Castelvolturno,
dove si congiunge con la Domitiana. Questo itinerario offre la
possibilità di una breve visita ai centri dell’Agro Aversano
ciascuno con peculiarità e richiami turistici di notevole
interesse.
A Marcianise è possibile visitare l’Annunziata
che costudisce un imponente patrimonio artistico: arte che va dal
‘500 a tutto il ‘700, con opere di De Majo, Storace,
Malinconico, Solimena, Stanzione ed altri. Il Duomo,
risalente al XVI secolo e con interno a tre navate, custodisce tele
settecentesche, un miracoloso Crocefisso ligneo ad altezza
naturale del Colombo, opere di Di Domenico e De Majo.
A parte scorci di intensa emotività
naturalistica, l’Itinerario si propone particolarmente per
soddisfare le più esigenti richieste del turismo culturale.
Aversa, la seconda città dopo Caserta per
popolazione, con i suoi monumenti ne è un esempio. La
città, sorta nel 1030 ad opera del principe normanno Rainulfo, è
ricca di chiese seicentesche e di monasteri e i rioni antichi sono
un intrigo di viuzze e un succedersi di piazze e slarghi, dominati
da monumentali palazzi. Da visitare la Cattedrale dedicata a
S. Paolo eretta nel 1053 (dipinti del XIV secolo, una riproduzione
seicentesca di S. Maria di Loreto,bassorilievi del X secolo); il Convento
di S. Francesco ( con il suo Chiostro medioevale), la chiesa di
S. Maria a Piazza con affreschi di scuola grottesca, la Chiesa di S.
Biagio con il chiostro barocco, ecc..
Il Castello costruito dal normanno Rainulfo,
distrutto dal terremoto e ricostruito dagli Aragonesi nel 1760, è
un edificio quadrato con facciata settecentesca.
Ai margini del complesso e articolato centro
storico sorge il Convento benedettino di S. Lorenzo. Fondato nel
1050 da una principessa normanna, conserva oltre il portale marmoreo
romanico della Chiesa, il chiostro rinascimentale con portico e
loggia.
Ritornando nell’Agro Aversano suggeriamo di
visitare il piccolo centro di S. Arpino, antica Atella ancora
oggi ricordata nel mondo letterario per le “fabule atellane”. Ha
una Chiesa Del XVII sec. ed un Palazzo Ducale (1592) che deve essere
restaurato.
Ma S. Arpino, Trentola Ducenta, Lusciano,
Casal di Principe ed altri piccoli centri dell’area aversana
devono la loro fama soprattutto alla produzione del vino Asprino. La
particolarità di questo vitigno è la sua simbiosi con il pioppo,
così detta “alberata”. La probabile spiegazione del perché le
popolazioni di questa regione hanno scelto questo tipo di
coltivazione si deve cercare nella necessità di destinare i suoli
alla produzione degli ortaggi. Si creano così delle vere e proprie
muraglie verdi, alte fino a quindici metri e si possono ricavare
fino a quattro quintali di uva per ceppo.
L’ultima tappa di questo itinerario è Villa
Literno, antica colonia romana Liternum che da cittadina osca,
dopo la seconda guerra punica, ricevette da Roma trecento coloni per
fortificare la costa. Della cittadina ricordata da Cicerone
rimangono il Foro a pianta rettangolare con pavimentazione in tufo,
un podio del Tempio italico, la Basilica a una sola navata con
semicolonne addossate alle pareti. Nella piazza del Foro la
Domiziana, che rappresentava anche il cardine dell’impianto viario
urbano della cittadina, terminava il suo percorso.
Note Agroalimentari ed enogastronomiche
Anche in questa parte della Provincia, meglio
conosciuta come “Terra di Lavoro”, alberi da frutto, si
susseguono a piantagioni di tabacco e filari di viti. Questa è la
terra del vino Asprinio, della mozzarella di
bufala e dei pomodori (coltivati soprattutto
ad Aversa), tre prodotti che sembra si sposino egregiamente
in un connubio di freschezza e acidità.
Sicuramente una sosta nel Sud del Casertano non
può non prevedere, dunque, la visita di un caseificio bufalino o
una passeggiata tra i pochi vigneti di Asprinio ancora allevati ad
alberata, sviluppati verso l’alto e sorretti da alberi di pioppo.
Si potrebbe provare questo vino a bacca bianca,
“asprigno” spumante campano, in abbinamento a funghi, così come
viene proposto a Lusciano nella sagra che si svolge nel mese di
giugno, oppure alla mozzarella in occasione della sagra dedicata a
questi due prodotti, organizzata a Teverola nel mese di Settembre.
In questa parte della Provincia è ancora forte
la tradizione di produrre, secondo un antico rito, uva e vino
fragola, in onore dei quali a Capodrise nel mese di
Settembre (seconda decade) si organizza una sagra.
Anche la Mozzarella di bufala qui
regna sovrana. Prodotta, infatti, soprattutto nei comuni di Aversa,
Villa Literno, Cancello e Arnone, Lusciano, Trentola Ducenta e
Teverola, rappresenta una vera ricchezza per l’economia del
luogo.
Per assaggiare questo delizioso latticino si
potrebbe approfittare di un singolare evento enogastronomico,
organizzato a Cancello e Arnone nella seconda decade di Agosto e
dedicato non solo alla mozzarella, ma anche alla carne di bufalotto
alla brace.
Altri prodotti che vale la pena provare durante
una visita in questa parte della provincia sono la pasta
artigianale di Capodrise, i taralli- se
ne trovano di particolarmente gustosi a S. Arpino- ed il Casatiello,
preparato soprattutto a Marcianise e S. Arpino, dove,
nel mese di Aprile, viene anche organizzata una sagra.
Un ultimo suggerimento riguarda la visita al
Tarì dove sono presenti le botteghe artigiane dei principali orafi
campani, e dove tra l’altro, il Venerdì Santo, si svolge
una suggestiva processione in costume.
DOVE MANGIARE E DOVE DORMIRE
CAPODRISE
ALBERGHI
Novotel Caserta Sud;
MARCIANISE
RISTORANTI
La Pergola Piazza Principe Napoli 39;
Boccaccio Via De Sanctis 10;
Prosit (G; V; M) Via Raffaele Musone 10/12;
AVERSA
ALBERGHI
Albergo del Sole S.n.c. P.zza Mazzini Giuseppe 27
RISTORANTI
Cicciotto V.le Kennedy 156;
Pizzeria Vitalele Piazza V. Emanuele 50;
Ristorante Pizzeria Nobel V. Nobel 3;
De Curtis V. Tiziano 59 ;
La Contrada (V) P.zza Marconi, 14/15;
Ristorante del Sole V. Mazzini, 27;
ENOTECHE/AZIENDE VITIVINICOLE
Enoteca Il Vino 2 Sas V. S. Audeno 44;
Menale Carlo Enoteca Il Vino V. Belvedere 52;
SANT’ARPINO
RISTORANTI
Birreria Il Faré Str. Prov. Aversa - Caivano;
Di Mauro Anna Via Rodari 56;
Ristorante La Castellana Giaovanni Via Marina Serena 6;
LUSCIANO
ALBERGHI
Cappuccetto Rosso V.le della Libertà 71
RISTORANTI
Ristorante Cappuccetto Rosso di Orabona Oreste Via Gramsci 3;
Ristorante Charly e Angel S.r.l. (V) Via della Libertà 10;
Ristorante Viviani Via della Libertà 87;
Ristorante-Pizzeria D’Angelo Via della Libertà 128;
Titos S.a.s. di Caiazza Gennaro e C. Via della Libertà 83;
Ve.Mo. di Carmela Vessella & C. S.a.s. Via della Libertà
118;
ENOTECHE/AZIENDE VITIVINICOLE
I Borboni Srl Via Maceonia 38 www.iborboni.it info@iborboni.it
TRENTOLA DUCENTA
ALBERGHI
Mottola Umberto Via Circumvallazione 101
RISTORANTI
Ristorante Pizzeria Le Anfore Via Circumvallazione 40;
Vassallo Vincenzo Via IV Novembre 275;
ENOTECHE/AZIENDE VITIVINICOLE
Soc. Agricola Magliulo Sas Via G. Manna 29 www.vinimagliulo.it info@vinimagliulo.it
VILLA LITERNO
ALBERGHI
Martino Giuseppe- V. delle Dune 44;
Colomba D'Oro;
RISTORANTI
Verde Artibio Via delle Dune 57;
Green Apple S.n.c. di Giliberto Fratta & Antonio Oliviero Via
Aversa 4;
Martino Giuseppe Via delle Dune 44;
Ristorante La Cenerentola Via S. Maria A Cubito 1;
Ristorante La Spiga D’Oro di Ciaramella Raffaellina Via S.
Maria A Cubito 8;
CANCELLO ARNONE
RISTORANTI
Ristorante La Campagnola di Caputo Angelo V. Prov. Per Cappella
Reale 43;
Mariniello Guido Via Roma 210;
FRIGNANO
ENOTECHE/AZIENDE VITIVINICOLE
Magliulo s.a.s. di Raffaele Magliulo & c. Via G. Manna 29 www.vinimagliulo.it- info@vinimagliulo.it
TEVEROLA
ENOTECHE/AZIENDE VITIVINICOLE
Cantine Caputo Via Garibaldi 64 www.caputo.it
cantine@caputo.it;
Cantine Cicala s.n.l. Via Macedonia 38 www.cicalawines.it- info@cicalawines.it
CARINARO
ENOTECHE/AZIENDE VITIVINICOLE
Cantine Caputo Via Consortile Zona ASI Aversa Nord
www.vinimagliulo.it- info@vinimagliulo.it; CIB Italia S.r.l.; |