16
Ottobre 2001. L'estate è trascorsa, per noi vecchi casertani, con un
magone in gola perché i Magazzini UPIM stavano per chiudere: avrebbero
chiuso i battenti il 1° settembre. Noi vecchi casertani, così, ci siamo
incontrati più volte nei corridoi dei Magazzini senza nulla comprare,
pensierosi e silenziosi, quasi a fare visita e/o compagnia ad un nostro
caro amico da tempo ammalato ed ora dato per spacciato dai medici.
L'UPIM, più semplicemente "l'Upimma" per tante donnette che
così la umanizzavano, è stato il primo supermercato sorto a Caserta e
per molti anni è restato l'unico della città.
Il palazzo Giordano, comunemente detto palazzo Upim, sorse agli inizi
degli anni sessanta, in via Cesare Battisti, sull'area del giardino
pensile del dott. Felice Giordano, sulla quale vi erano dei locali che fu
sede, nel primo dopoguerra, del ritrovo "I giardini
dell'Aurora", più brevemente detto "l'Aurora".
In questo ritrovo i soldati U.S.A. (ce n'erano molti a Caserta in quanto
in Palazzo reale vi era la sede del Comando interalleato) ed i giovani
casertani scaricavano la loro vitalità e la loro voglia di vivere in
scatenati balli americani; le nostre signorine si contendevano il titolo
di miss Caserta; i fratelli Palermo affrontarono lì, come anche nel
teatro Comunale allora requisito dagli americani, quotati pugili americani
in divisa, vendicando tutti quegli improvvisati pugili casertani che si
facevano indecorosamente riempire di pugni sul ring pur di sbarcare in
qualche modo il lunario; lì nostrane formazioni di giovani musicisti si
fecero le ossa (musica sempre dal vivo, naturalmente) mangiandosi con gli
occhi cantanti famosi e importanti formazioni musicali d'oltre oceano che
si esibivano all'Aurora, cercando poi di imitarli nelle loro esibizioni.
Fu per loro una bella scuola!
Alla fine degli anni cinquanta gli americani non c'erano più e così le,
a volte facili, A.M. lire (biglietti di banca emesse dagli Alleati nelle
zone liberate). Urgeva per tutti noi casertani stringere ancora i denti, e
da soli, per ricostruirci anche moralmente e l'Aurora trovò sempre meno
persone disposte a spendere le cento lire per acquistare il biglietto
d'ingresso al suo locale. Quindi l'inevitabile chiusura.
Così l'area del giardino pensile fu disponibile per altre attività della
famiglia Giordano, che, nel 1963, vi costruì il palazzo cosiddetto Upim
perché a piano terra s'insediò la UPIM. Essa subito divenne un punto di
riferimento per quei casertani che avevano necessità di cercare di
risparmiare nella piccola spesa, anche voluttuaria; per i giovani che
andavano ad osservare le giovani commesse (altri tempi, naturalmente!);
per i ragazzi che andavano ad adocchiare i quaderni della coloratissima
copertina; per gli anziani che passavano un poco del loro tempo tra luci e
"ricca" mercanzia. Agli inizi dell'anno scolastico, allora, si
entrava nell'Upim con difficoltà; a Natale si doveva lavorare di gomito;
nei giorni precedenti l'Epifania quasi ci si accapigliava; a Pasqua si
usciva carichi di Uova e Colombe; nei restanti giorni dell'anno ci
s'incontrava quasi tutti nei suoi corridoi e ci si scambiava notizie ed
impressioni sugli accadimenti cittadini e non solo.
Sono, poi, arrivati altri supermercati, in città e fuori città, con le
loro novità ed ampie diversificazione delle offerte nonché nuove
tecniche commerciali; si è consolidata l'esigenza di avere parcheggi
sempre più ampi e più comodi e le nuove generazioni hanno guardato
all'UPIM con un poco di puzza sotto il naso. Così la ormai trentennale
Upim si è ammalata e, dopo quasi dieci anni di magra attività, ha
lasciato questa città …confortata dai vecchi casertani che non l'hanno
abbandonata, fino all'ultimo.
L'unico segno ancora tangibile dei quarant'anni di vita dell'UPIM
casertana sono i dodici pannelli dell'atrio, anch'essi malandati in quanto
esposti ai fumi delle auto e all'incuria del tempo e della disattenzione.
I pannelli - gli otto bassorilievi in doppia fila verticale sono Momenti
mentre gli altri quattro, più grandi, rappresentano le Stagioni- sono
opera dell'artista casertana Beatrice Squeglia (di cui riportiamo il
curriculum e note della sezione Arte di questo giornale), che li realizzò
"con una tecnica originale, incidendo cioè prima nella creta il
negativo e poi colando sulle forme la scagliola. Una volta freddata
questa, patinava le superfici d'un bronzo olivastro che dava ai lavori un
aspetto tra il metallico e l'avorio antico", come scrive Giorgio
Agnisola in "Ricognizione dell'arte di Beatrice Squaglia".
La storia della nascita dei dodici bassorilievi me la racconta proprio
l'Artista: " L'opera mi fu commissionata proprio dal dott. Felice
Giordano dopo che ebbe acquistata il mio bassorilievo "Fedeltà"
durante l'esposizione che avevo tenuto al Circolo Ufficiali di Caserta. In
verità il Giordano fece una specie di gara tra vari artisti. Ma io lo
seppi solo molto più tardi. Comunque la realizzazione dell'opera fu
affidata a me e pattuimmo il lavoro per un milione e ottocentomila lire,
non il tema. Io volli rappresentare l'Italia che lavora, sia per gli
entusiasmi connaturati ai miei diciotto anni sia per la solidarietà alle
lotte operaie e sindacali dell'epoca. Raffigurai anche il "grasso
padrone" tra operai in lotta con disappunto del Giordano al quale
dovetti ricordare che mi era stata lasciata intera libertà nella scelta
del tema da rappresentare. Felice Giordano accettò le mie ragioni e così
portai a termine le mie opere dopo un lavoro durato un anno e svolto nel
cantiere di costruzione del palazzo. Che fine faranno ora queste mie opere
già oggi ridotte male? Vorrei tanto restaurarle".
Giriamo domanda e realizzazione del desiderio di Beatrice Squeglia a
quanti hanno veramente a cuore l'Arte in Caserta. |
La
Upim sorse agli inizi degli anni sessanta in via Cesare Battisti.
Lo
stemma della famiglia Giordano, proprietaria del palazzo
I
pannelli - gli otto bassorilievi in doppia fila verticale sono Momenti mentre gli altri quattro, più grandi, rappresentano le Stagioni- sono opera dell'artista casertana Beatrice Squeglia |