Gli Eroi di “Contrada Lepore”

di Paolo Pozzuoli

Piana del Volturno, 13 Settembre.  Con amarezza e sdegno registriamo l’ennesima “dimenticanza” dei nostri amministratori: la ricorrenza del 58° anniversario dell’eccidio di sei nostri concittadini, prime vittime della escalation sempre più violenta e barbara da parte delle truppe tedesche, in affannosa ritirata dalla Valle del Volturno, avvertendo ormai sul collo il fiato degli avanzanti genieri americani del 6° Corpo d’Armata.

L’estremo sacrificio della vita, l’essersi immolati per le riacquistate democrazia e libertà non hanno smosso più di tanto dal loro “torpore” i nostri amministratori. Delle due l’una: o sono senza memoria storica o hanno considerato questi nostri fratelli figli di un dio minore.

Comunque, in un caso o nell’altro - vergogna a parte - per essi (amministratori) dovrebbe essere a questo punto precluso ogni futuro, non solo politico. In mancanza dell’ufficialità della ricorrenza (non una menzione, né una commemorazione e nemmeno una targa), convinti e certi che un posto sia stato loro riservato ed assegnato nell’Olimpo degli Eroi, riportiamo i tragici eventi.

Nei giorni 13 e 14 Settembre del 1943, tutta la Piana del Volturno, in particolar modo il nostro territorio, allora Villa Volturno comprendente Vitulazio e le frazioni Bellona e Triflisco, veniva invaso e saccheggiato dalle truppe tedesche in ritirata; le quali, oltre a perpetrare questi obbrobriosi atti di barbarie, davano libero sfogo a quella stoltezza propria degli sconfitti, riversando la loro indole assassina anche su cittadini inermi ed indifesi. Il primo a cadere sotto il piombo tedesco (siamo nel pomeriggio del 13 Settembre 1943) fu il quattordicenne Gaetano Di Maio, coevo del generale Armando Scialdone, alunni entrambi - come lo è stato, in tempi più recenti se così si può dire di mezzo secolo fa, chi scrive - del mai abbastanza compianto ed indimenticato Maestro Giovanni Cennamo. Un vero e proprio eroe l’adolescente Gaetano Di Maio: venne, infatti, trucidato per essersi categoricamente rifiutato di svelare ad un soldato tedesco il rifugio di civili e militari non tedeschi letteralmente a ramengo ed allo sbando considerate le contingenti incertezze e confusioni dovute al particolare momento anche politico vissuto. Gli altri cinque (Gentile Armando di anni 34, Gentile Ciro di anni 67, Giacobbone Domenico di anni 43, Santoro Ferdinando di anni 36 e Scialdone Antimo di anni 60), invece, scoperti a saccheggiare un deposito di armi e munizioni delle truppe tedesche (l’intento era nobile e temerario al tempo stesso in quanto prevedeva, una volta in possesso delle armi e munizioni sottratte dal deposito, di fare resistenza - per quanto possibile - all’attuale nemico oppressore, poc’anzi alleato ed amico; successivamente, dei tedeschi, per il proprio “particulare”, simulando con molta abilità, riuscirono nell’intento di sfruttare alcuni locali: approfittando della loro ingenuità, spacciandosi per amici, avevano fatto breccia nel loro buon cuore) in Contrada Lepore, ora in agro del Comune di Vitulazio, furono all’istante passati per le armi. Era la tarda mattinata del 14 Settembre 1943!

Questi tragici eventi, pur rappresentando in assoluto la PRIMA RESISTENZA ed il PRIMO ECCIDIO della seconda grande guerra mondiale, ignorati, trascurati e mai celebrati, sono stati soppiantati da tutti gli altri, ben pubblicizzati, che si sono succeduti in tutt’Italia. Anche gli eroi hanno bisogno di avere fortuna!

Da parte nostra, sfiorati dagli orrori di cotanta guerra, sentiamo il dovere di riflettere ed inchinarci reverenti davanti alle ideali stele di siffatti Uomini dei quali ci sentiamo gli eredi più prossimi.

In quanto tali, non possiamo - di conseguenza - esimerci dal ricordare e tramandare alle future generazioni il significato, l’importanza e la valenza dell’estremo sacrificio della vita di questi “Eroi di campagna”: una volta, infatti, affrancati dall’oppressore e dalla dittatura continuiamo a vivere - e la speranza è che ciò possa durare quanto più a lungo possibile - in regime delle mai tanto amate libertà e democrazia!

Paolo POZZUOLI

Vitulazio 

 

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