Sabato,
19 maggio 2001, si è tenuto il settimo “Incontro dell’Umanesimo” di
questo nono anno sociale della “Nuova Accademia Olimpia”- organizzato
con la collaborazione dell’Istituto Italiano per gli studi Filosofici,
Legambiente e la Mathesis, Società Italiana di Scienze
Matematiche e Fisiche- sul tema “L’infinito in matematica e i
paradossi” . Relatore è stato il prof. Roberto Tortora ,
presentato dal professore Rao come “una delle colonne fondamentali della
didattica della Matematica in Napoli”.
Ed
il professore Roberto Tortora ha mostrato all’attento e partecipe
uditorio che il prof. Rao aveva detto il vero, giacché nella sua
conduzione dell’Incontro è stato anche un maestro della Didattica della
Matematica, alleviando le difficoltà dei concetti espressi e gli stupori
dei paradossi dell’infinito con sapienti esempi.
La
conversazione del prof. Tortora ha preso le mosse dalla difficoltà di
formulazione e comprensione del V postulato di Euclide ( per semplificare,
“quello delle rette parallele”) proprio perché si impatta con l’infinito
e dai paradossi di Zenone, tra cui quello famoso che Achille non
raggiungerà mai una tartaruga che gli è lì davanti, contro ogni
evidenza …sperimentale.
Le
apparenti dei paradossi scaturiscono, secondo Galileo, dalle «difficoltà
che derivano dal discorso che noi facciamo col nostro intelletto finito
intorno agli infiniti., dandogli quegli attributi che noi diamo alle cose
finite e terminate», come aveva mostrato notando che i numeri naturali
sono tanti quanti i loro quadrati, pur essendo i quadrati solo una parte
propria dei naturali.
Queste
difficoltà, questi paradossi furono accettati dal Dedekind nella
definizione degli insiemi infiniti: “dicesi insieme infinito un insieme
che può essere messo in corrispondenza biunivoca con una sua parte
propria (equipotenza)”.
Analizzando
i risultati di questa definizione sugli insiemi infiniti, si arrivò alla
scoperta di vari tipi di insiemi; ad equipotenze tra insiemi che sono
difficili da digerire, anche se perfettamente dimostrabili; a generare, da
un insieme infinito, altri più grandi. Quindi i risultati della
speculazione matematica, e quella scientifica e filosofica, sono stati
grandi . Anche nell’arte ci sono stati tentativi di rappresentare il
concetto di infinito, rilevabile con i paradossi visivi delle stampe ed
incisioni di Escher, alcune delle quali mostrate dal prof. Tortora per una
discussione.
La
relazione del professore Tortora si è poi chiusa coinvolgendo gli uditori
nei paradossi classici: l’albergo di Hilbert, i due risparmiatori, del
mentitore. |
Un celebre
paradosso grafico. La foto riproduce "la cascata" di M.C.Escher:
l'acqua sale o scende? |