Viviani e le sue alterne fortune
Raffaele Viviani –che in vita subì l’umiliazione di essere trascurato dal mondo degli intellettuali perché solo nella giovinezza, da autodidatta, riuscì a superare il suo analfabetismo senza conseguire alcun titolo di studio e, dopo la morte, cadde quasi nell’oblio fino alla sua riscoperta dalla compagnia Milo e Pagani- sembra che ancora oggi, a cinquant’anni dalla morte, avvenuta a Napoli il 22 marzo 1950, non riesca ad essere accettato compiutamente a Napoli. Infatti
la sola manifestazione ufficiale, a Napoli, in ricordo di Viviani si terrà
domani sera, 22 marzo, alle ore 21, al teatro Politeama con “La Napoli
di Viviani”. Isa Daniele e Pino De Maio saranno i protagonisti dello
spettacolo. Toni Servillo e Mario Martone stanno lavorando per mettere in scena I dieci comandamenti, dieci atti unici, uno per comandamento, scritti da Viviani e mai rappresentati. Molto facilmente lo spettacolo sarà dato al teatro Argentina di Roma. Raffaele Viviani: biografia Raffaele Viviani (Castellammare di Stabia 1888-Napoli 1950) fu figlio darte ed iniziò la carriera prima nei teatrini rionali e poi nei caffè-concerto di maggior prestigio. Nel 1917 iniziò la sua attività di drammaturgo con la presentazione della commedia O Vico per poi proseguire con un produzione abbondantissima di opere per la sua compagnia (Zingari, Piscature, Circo Sgueglia, Fatto e cronaca, Morte di Carnevale, Guappo e cartone, I vecchi di san Giacomo, etc.). Nelle opere di Viviani elementi comici, tragici, grotteschi e patetici contribuiscono a dare unimmagine di vita napoletana colta nella sua realtà.
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Sabato 18 Marzo conferenza su RAFFAELE VIVIANI
Raffaele Viviani al quinto
"Incontro dellUmanesimo" Nella presentazione del relatore, il prof. Tommaso Pisanti ha ricordato i suoi primi incontri con Sarnelli a Telecaserta negli anni settanta. Anche quelle esperienze, aggiunge Pisanti, furono tesaurizzate da Sarnelli e trasferite poi in una vera e propria attività teatrale nel Teatro Popolare Casertano. Umberto Sarnelli attribuisce la propria facilità di immedesimazione nel teatro di Viviani anche alla sue prime esperienze di vita in via san Carlo, per tanti versi analoga a quella dei vichi di Napoli, che in Viviani trovarono il loro "cantore", capace di utilizzare la lingua del popolo, la vera lingua dei vicoli, non quella di Di Giacomo e Russo che, più il primo che il secondo, si avvalgono sempre di accorgimenti letterali. Questo assunto è evidenziato dal confronto tra "Maggio" di Di Giacomo e " o raggio e sole" di Viviani, recitate con bravura da Pierluigi Tortora. Anche se è sempre difficile confrontare due liriche di autori diversi, non si può non constatare la staticità delle immagini, anche se belle, di "Maggio" con la dinamicità delle immagini e dei suoni de " o raggio e sole". E Viviani - che quasi per necessità divenne autore dopo le limitazioni degli orari dei caffè concerto in seguito alla disfatta di Caporetto; che per necessità fu costretto a scrivere e rappresentare cose e personaggi che poco conosceva per adeguarsi alle "regole" fasciste contro luso del dialetto e la presenza di miseri e derelitti sulle scene dovette subire, in vita, lumiliazione di essere trascurato dal mondo degli intellettuali e, dopo la morte, di cadere quasi nelloblio. Finalmente negli anni settanta la compagnia Milo-Pagani ebbe il coraggio di rappresentare "Io, Raffaele Viviani", quando tutti guardavano ad Edoardo e Scarpetta. Da allora il mondo poetico di Viviani è stato riscoperto e rappresentato; i suoi poveri, gli emarginati dal contesto urbano, i suoi guappi, le sue prostitute, gli scugnizzi sono rappresentati quando soffrono, quando hanno fame e sono capiti ed accettati da tutti gli spettatori; il suo mondo di esperienze fatto teatro diventa patrimonio universale; la musica in aggiunta al testo riesce a fare giungere più immediatamente lo spettatore il messaggio di Viviani; "Zingari" e "Musica dei ciechi" sono unanimemente giudicate belle ed apprezzate per il loro grande spessore poetico. La lettura finale di " a caranava" , di "Fravacature" ed infine della gustosissima " a capera" é sottolineata da applausi scroscianti rivolti alla interpretazione di Pierluigi Tortora ed allamorevole sapienza espositiva di Umberto Sarnelli. Il prossimo Incontro dellUmanesimo della Nuova
Accademia Olimpia si terrà sabato, 15 aprile 2000, alle ore 18:30, presso lIstituto
Tecnico per Geometri "M. Buonarroti", in viale Michelangelo, Caserta. Il il
filosofo Aldo Fasullo tratterà il lattualissimo tema "Giordano Bruno e
noi". Non mancheremo di presentarlo tempestivamente. Da diversi anni, a Caserta, la Nuova Accademia Olimpia svolge un ruolo di approfondimento di svariati temi teso all’arricchimento della cultura scientifica di contenuti umanistici, come era nei voti del gruppo di amici che iniziarono a riunirsi a casa di qualcuno di loro per discutere e riflettere insieme già nel 1993. L’iniziativa somigliava a quella, altrettanto spontanea, organizzata da Albert Einstein e dai suoi due amici Konrad Habicht e Maurice Solvine. Questi ultimi si riunivano per discutere di filosofia e fisica, nonché di letteratura e di qualsiasi argomento che colpisse la loro fantasia: nasceva così, nel 1902, l’Accademia Olimpia. Le riunioni avevano luogo nell’appartamento di Einstein e incominciavano con una frugale cena e spesso si protraevano fino a tarda notte, tra accese discussioni, che li divertivano un mondo. Poiché quel gruppo di amici del 1993 era animato dallo stesso spirito, si decise di far rivivere quell’atmosfera di puro amore per la cultura e a quel sodalizio culturale fu dato il nome di Nuova Accademia Olimpia. Docenti e ricercatori del mondo accademico di grosso spessore culturale sono coinvolti per tenere le relazioni degli Incontri dellUmanesimo della Nuova Accademia Olimpia e cresce sempre di più il numero di nuovi amici e cultori dell’umano sapere... Perciò la Nuova Accademia Olimpia ha da
quest’anno la sua veste giuridica, il suo Statuto , il suo Consiglio
Direttivo ed il suo Presidente, il prof. Renato Fedele. Ma lo spirito ed il
gusto del dibattito è rimasto immutato così come quello di non disdegnare
di prolungare la discussione davanti ad una allegra pizza. (lorenzo
di donato)
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Umberto Sarnelli Umberto Sarnelli dopo essere stato componente di una delle tante filodrammatiche dellOratorio Salesiano di Caserta, agli inizi degli anni 70 fonda, con Michele Diglio, Gianni Gugliotta e Fernando Tornusciolo, il Teatro Popolare Casertano, con il quale partecipa, quale regista e/o attore agli allestimenti di numerosi spettacoli ancora ricordati a Caserta: "La Cantata dei pastori", "Napoli ieri ed oggi", "La ciucceide", "Tubba, catubba e nania nà", "QuannEi fu crocefisso", "Nascere un dì dovrai", "Le intellettuali", "Il borghese gentiluomo", "Volgata" e partecipa a diverse edizioni della "Canzone di Zeza". Il dottor Umberto Sarnelli che dagli anni Ottanta si dedica al giornalismo e, dopo aver condotto rubriche di cultura teatrale presso diverse televisioni locali, ha collaborato in qualità di critico teatrale con vari giornali locali. Oggi collabora, sempre in qualità di critico teatrale, con "Il Mattino". Non da ultimo, è da sottolineare che il dott. Sarnelli
ha collaborato con il "Teatro Incontro" di Franco Carmelo Greco, con il quale ha
mantenuto, fino alla recente scomparsa del cattedratico, rapporti di amicizia e di scambi
culturali. |