Carnevale & Tradizioni casertane: 'a Zeza
Casola (CE), 2 Marzo 2000
Articolo e foto di Lorenzo Di Donato
"La Zeza", in Casola, quartiere di Casertavecchia, è uno spettacolo carnevalesco incentrato sul contratto di matrimonio tra Pulcinella Cetrulo, padre di Vicenzella, e don Nicola Pacchesecche, fidanzato di Vicenzella. Lo spettacolo, che non veniva rappresentato da quarant’anni, ha avuto un felice ritorno due anni fa ad opera degli stessi attori che la interpretarono l’ultima volta: Francesco Petrillo (Pulcinella), Antonio Diodato (la Zeza, sua moglie, maternamente furba e ruffiana, per sua figlia), Luigi Bergantino (Vicenzella, sua figlia, innamorata e sfaticata), Giuseppe Petrillo (don Nicola Pacchesecche, fidanzato di Vicenzella e spiantato in cerca di dote), Francesco Iadevaia, il Caporale, LA LEGGE!).
Abbiamo detto volutamente "la Zeza" in Casola, in quanto lo spettacolo, pur svolgendosi su un canovaccio tradizionale, subisce variazioni dovute al tempo ed al luogo dove esso viene rappresentato. Così, ad esempio, la figlia di Pulcinella e Zeza (vezzeggiativo di Lucrezia) ha a Casola nome Vicenzella, mentre nella traduzione ha nome Tolla, diminutivo di Vittoria, e nel "la Zeza" di Casola non è presente il personaggio dell’abate Nicola, che in altre rappresentazioni è il paciere del contrastato matrimonio.
I tagli all’antico canovaccio, operati dal regista Renato De Micco, hanno conferito scioltezza e modernità allo spettacolo. Merito del De Micco è stato anche il rispetto della tradizione di far interpretare da maschi le parti femminili di Zeza e di Vicenzella e di identificare in un azzeccatissimo, truce Saddam - in tuta mimetica e fucile a tracolla sempre pronto ad essere impugnato come la sciabola dell’altrettanto tronfio Maresciallo dei Dodici Mesi- l’antica maschera del Caporale, l’autorità bieca e violenta.
Nonostante gli otto lustri trascorsi, la verve e la bravura degli attori non appare diminuita né invecchiata e la loro voce –"la Zeza" è tutta cantata- ha ben modulato la ritmica semplice e popolare del canto.Pregevole l’essenziale accompagnamento del maestro Giuseppe Farina, che, con la sua sola fisarmonica, è riuscito sottolineare e guidare le antiche e rituali cadenze. Peccato che i cinque antichi amici non si sono più ritrovati.