Personale di Mariangela Cacace “La Trama dello Spazio”
Santa Maria Capua Vetere (CE) - fino al 1 Febbraio 2025
Comunicato stampa
“La Trama dello Spazio”, la mostra di Mariangela Cacace alla galleria “Centometriquadri Arte Contemporanea” di Santa Maria Capua Vetere. A curarla Giorgio Agnisola, critico e storico dell’arte. La mostra, che consta di splendidi quadri tutti olio su tela, sarà visitabile fino al 1 febbraio; un’esposizione da non perdere fatta di opere molto intense che generano forti emozioni. Mariangela Cacace è laureata all’Accademia delle Belle Arti a Napoli e insegna arte e immagine.
“Esiste un confine tra l’immaginazione e la realtà? O piuttosto una realtà
immaginata e sognata può coincidere con la realtà fisica, scientificamente
rilevabile e registrabile? Si tratta di interrogativi a cui non è immediato
dare una risposta. Interrogativi che possono inquadrarsi persino in quella
ricerca antropologica che indaga le origini e le forme della cultura
visuale, nello spazio e nel tempo. In questo contesto l’artista assume un
ruolo preminente: è colui che rende visibile l’invisibile, non solo in
senso spirituale ma anche fisico, annettendo al dominio dei sensi ciò che
lo evoca e in qualche misura lo rappresenta. La ricerca recente di
Mariangela Cacace, una ricerca finissima, condotta lungo il crinale della
sensibilità e dell’analisi, dell’afflato d’anima e della elaborazione
tecnica, ne è una preziosa testimonianza. La sua non è una storia
informale, l’artista non insegue un’espressione puramente astratta; ella
cerca indizi estetici in un percorso di amalgama e aggregazione naturale
della forma. Il suo obiettivo è cogliere il segno ispirato nello spazio
mediato di un processo fisico, pensato e persino progettato nei termini di
un’assenza aprioristica di una soluzione certa, di cui si immagina, si
attende, si sogna persino l’esito finale. Sicché l’artista diventa
partecipe del processo, vi si adegua e vi si sovrappone, lucidamente,
intensamente: lo vigila, lo accoPersonale di Mariangela Cacace “La Trama dello Spazio”mpagna senza alterarlo in ciò che
suggerisce ed evoca. Semmai lo integra con una personale cifra espressiva.
E ciò in risonanza con un suo sentire interiore, dove fantasia e scienza
paiono congiungersi nella allusione ad uno spazio cosmico, ad una
dimensione siderale, nella concreta evidenza di una possibile ulteriore
realtà. È questa la bellezza del suo lavoro, in questa sorta di
partecipazione attiva al mistero dello spazio e della vita. Come accade nei
suoi lavori recenti, tutti giocati in una sorta di metafora spaziale, di
attesa cosmica in cui la forma corrugata, cristallizzata, spartita in
rivoli di luce- frammenti e cristalli di materia colorata- diventa il luogo
possibile di uno spazio oltre lo spazio. Il nero, e in generale i colori
notturni, vi appaiono in questo senso i più espliciti, ma anche i bruni,
gli aranci diventano confini di un’avventura siderale. Sicché l’opera non è
solo nel fine, come si è scritto, ma nel processo. È nel suo evolversi che
l’artista interviene con il segno miracoloso, intervenendo in quelle ombre
parcellizzate e in quei canali di luce in cui l’opera si manifesta e si
configura. Alla fine la realtà e l’immaginazione, di cui si accennava in
principio, si fondono senza confondersi, si legano nella fantasia,
recuperano la reale suggestione di un cosmo possibile. Quello a cui la
scienza dedica una diuturna osservazione, da sempre; e che l’artista, da
sempre, accompagna col suo occhio stellare”. Così il critico Giorgio
Agnisola