Giornate FAI d’Autunno
Caserta - 12 e 13 Ottobre 2024
Comunicato stampa
Sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024 tornano per la tredicesima edizione le
Giornate FAI d’Autunno, uno dei più importanti e amati eventi di piazza
dedicati al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese,
organizzato dal FAI. Da nord a sud della Penisola 700 luoghi straordinari,
poco conosciuti e valorizzati oppure insoliti e curiosi, alcuni dei quali
solitamente inaccessibili, apriranno al pubblico in 360 città (elenco dei
luoghi aperti e modalità di partecipazione dal 3 ottobre). Ad ogni visita
si potrà sostenere la missione del FAI con una donazione.
Chi
parteciperà alle Giornate FAI, animate e promosse dai Gruppi FAI Giovani,
assieme a tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione, avrà
l’occasione di scoprire e conoscere la varietà dei tesori di storia, arte e
natura che costellano l’Italia attraverso storie inaspettate e racconti
inediti. Apriranno le porte e si sveleranno palazzi storici, ville, chiese,
castelli; ancora, saranno visitabili musei, collezioni d’arte, aree
archeologiche, biblioteche, laboratori artigiani, esempi di archeologia
industriale e siti produttivi e saranno in programma itinerari nei borghi e
percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini
storici.
Aversa
Arco dell'Annunziata, Via Roma, 25,
Non
è richiesta prenotazione
Orario. Sabato: 10:00 - 12:00 (ultimo ingresso
11:30). Domenica: 10:00 - 12:00 (ultimo ingresso 11:30)
L'arco
dell'Annunziata o Porta Nuova è sicuramente il Monumento simbolo della
città di Aversa facilmente visibile e riconoscibile all'ingresso della
città prima di imboccare via Roma una delle strade commerciali più
importanti
Costruito nel XVI secolo, l'Arco di Porta Nuova è detto anche
Arco dell'Annunziata perché collegato all'omonimo complesso. Le origini
della nascita della porta vanno ricercate nel fatto che la stessa venne
edificata per ribadire il controllo della potenza angioina sulla città
insieme al campanile e al luogo di culto. L'architettura dell'arco ad oggi
riflette le influenze rinascimentali e barocche, che erano predominanti
nell'arte e nell'architettura dell'epoca. L'arco ha subito alcuni restauri
nel corso degli anni, che ne hanno preservato la struttura e l'estetica
originale. Il Campanile fu costruito nel 1477 in stile rinascimentale,
eretto con impasto di calce e vino crollò rovinosamente colpito da una
saetta.
Nel 1712 fu iniziata la costruzione dell'attuale campanile a
pianta quadrangolare con massiccio basamento in piperno bugnato e due
ordini superiori con lesene doriche e ioniche. Nel 1777 l'architetto
aversano Giacomo Gentile completò la struttura con la costruzione dell'arco
sormontato dall'orologio con lo stesso materiale del Campanile collegandolo
all'Annunziata. L'arco non era soltanto un elemento difensivo; aveva anche
una funzione simbolica, rappresentando l'ingresso nella città e accogliendo
visitatori e pellegrini. Con il passare del tempo, l'Arco di Porta Nuova ha
assunto un ruolo più culturale e turistico, diventando un punto di
riferimento per i residenti e un'attrazione per i visitatori. Esso è
caratterizzato da una maestosa struttura a tutto sesto, con pilastri
robusti e decorazioni in stile classico. Le sue dimensioni imponenti e i
dettagli architettonici, come fregi e cornicioni, testimoniano l'abilità
degli artigiani dell'epoca.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Oggi, il monumento è oggetto di attenzione da parte delle autorità locali e
degli appassionati di storia e architettura. Gli interventi di restauro
eseguiti nel tempo sono stati eseguiti con lo scopo di mantenere
l'integrità dell'arco, preservandone il valore storico e architettonico nel
contesto di una città in continua evoluzione. L'immagine di Porta Napoli è
anche legata ad una leggenda nata dagli scambi di frasi colorite tra gli
aversani e gli abitanti dei paesi limitrofi, ovvero gli aversani sono
tradizionalmente considerati opportunisti e di avere doppia faccia detti
"facciastuorti. L'origine di questa leggenda è da ricercarsi proprio nella
doppia faccia del possente arco-orologio, la cui realizzazione era anche il
tentativo di unificare la "Città murata" segnando il rinnovato limite
meridionale della città, conseguente alla nascita del quartiere Lemitone.
Adiacente all'Arco si può ammirare il portale d'accesso (1518) dell'omonima
Chiesa dell'Annunziata (1320) che come attesta una targa sorse insieme al
complesso della Real Casa grazie alle donazioni delle sovrane Giovanna I e
II. (arch. prof.ssa Rosalba Corvino Delegata FAI Gruppo Aversa)
Luogo
solitamente chiuso, proprietà privata
Visite a cura di giovani FAI
Chiesa di S. Francesco, Via Don Peppe Diana,
Non è richiesta prenotazione
Orario. Sabato: 10:00 - 12:00 (ultimo
ingresso 11:30). Domenica: 10:00 - 12:00 (ultimo ingresso 11:30)
Al
centro di Aversa si trova questo storico chiostro
Il Complesso
Monumentale di San Francesco delle Monache costituisce uno dei monumenti
più importanti della città di Aversa per il suo valore artistico e
architettonico. Ebbe origine per volontà di due donne, Artrude e
Margherita, rispettivamente madre e moglie di Riccardo Rebursa, nobile
della città che fu decapitato in Piazza del Mercato a Napoli per essersi
alleato con gli Svevi contro gli Angioini. Risparmiate alla vendetta dei
vincitori, le due donne ottennero di ritirarsi in preghiera nella loro
proprietà ad Aversa, dove tra il 1230 e il 1235, sorgerà il Monastero di
clausura delle Clarisse di S. Chiara.La chiesa, tra le più belle della
città, ristrutturata a partire dal 1645 in fastoso stile barocco, presenta
una ricca decorazione interna, una pianta a croce latina.
Alla bellezza
artistica e architettonica di questo importante complesso si aggiunge
l'interesse per le cavità sotterranee, che saranno aperte al pubblico
durante le Giornate FAI di Autunno. Il percorso di visita alle cavità
sotterranee del Complesso Monumentale di S. Francesco offre la possibilità
al visitatore di conoscere un patrimonio culturale, quello degli ipogei,
poco noto da custodire e valorizzare. In particolare si potrà visitare lo
scolatoio, un ambiente funerario sotterraneo al chiostro, in cui i cadaveri
delle monache defunte venivano collocati entro nicchie lungo le pareti,
seduti su appositi sedili-colatoio in muratura, ciascuno munito di un ampio
foro centrale e di un vaso sottostante per il deflusso e la raccolta dei
liquidi cadaverici.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Un
chiostro di San Francesco inedito in quanto dal cortile del chiostro si
accede a uno stretto passaggio sotterraneo che conduce ad un altro
interessante ambiente ricavato a diversi metri di profondità rispetto al
piano di calpestio; in questo ambiente venivano conservate le riserve
alimentari utili alla vita monastica. Infine nell'ambiente attiguo è
possibile ammirare una grande cisterna, che ancora oggi contiene acqua. A
condurvi alla visita saranno gli studenti della facoltà di ingegneria di
Aversa
prof.ssa Anna Grimaldi Delegata FAI Gruppo Aversa
Luogo
solitamente chiuso, proprietà privata
Visite a cura di Giovani FAI
Caiazzo
Basilica Concattedrale Maria SS Assunta - S.
Stefano Menecillo
Piazza Santo Stefano Menecillo,
Non è
richiesta prenotazione
Orario. Sabato: 09:30 - 13:30 / 15:30 - 18:30
(ultimo ingresso 18:00). Domenica: 09:30 - 13:30 / 15:30 - 18:30 (ultimo
ingresso 18:00)
La concattedrale di Maria Santissima Assunta e Santo
Stefano Vescovo è il principale luogo di culto cattolico di Caiazzo, in
provincia di Caserta. Cattedrale fino al 1986 della diocesi di Caiazzo,
attualmente è concattedrale della diocesi di Alife-Caiazzo.
La
Cattedrale di Maria SS. Assunta, chiesa madre della città di Caiazzo, è
dedicata anche a Santo Stefano, vescovo e patrono della città. Secondo gli
storici Ottaviano Melchiori e Pasquale Iadone, la chiesa sorgeva su un
antico tempio pagano, come suggeriscono i capitelli delle colonne che un
tempo mostravano figure profane. Durante i restauri del ‘700, tali colonne
furono coperte per sostenere meglio la volta della navata centrale. La
struttura attuale fu riedificata in stile gotico-angioino dopo un crollo,
alternando pilastri e colonne decorate con iconografie medievali. La
chiesa, ristrutturata nel corso dei secoli, risale ai primi tempi
cristiani, quando Caiazzo divenne diocesi.
La facciata oggi è scandita
da un doppio ordine di lesene con capitelli ionici, con un portale centrale
sormontato da uno stemma vescovile e decorazioni tipiche. La pianta della
chiesa è a croce latina, con tre navate coperte da volte a botte e
crociera; una cupola centrale con tegole maiolicate sovrasta la zona del
presbiterio. Numerose modifiche furono apportate dai vescovi nel corso del
tempo: il vescovo Vigilante costruì il presbiterio e il coro ligneo, mentre
il suo successore, Piperni, trasformò la volta e innalzò la cupola attuale.
Stefano Zagarolo di Napoli realizzò l'intera decorazione in stucco
dell'interno, su disegno dell'architetto Nicola Tagliacozzi Canale.
Successivamente furono aggiunte le cappelle della Madonna della Speranza e
del SS. Sacramento.La tomba di Stefano Menecillo, vescovo di Caiazzo dal
979 al 1023, divenne patrono della città grazie alle sue virtù spirituali e
ai miracoli attribuitigli. Il suo corpo, sepolto in un modesto sacello
nella cattedrale, venne conteso dai popoli vicini.Nel 1512, il vescovo
Vincio Maffa ritrovò il corpo incorrotto e lo trasferì in una cappella
appositamente costruita. Nel 1752, S. Stefano fu trasferito nell'attuale
cappella, commissionata dal vescovo Costantino Vigilante. Nel 2007, durante
dei lavori, riemerse la tomba
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Durante La ruota degli esposti era un dispositivo cilindrico girevole,
spesso realizzato in legno, suddiviso in due sezioni: una parte rivolta
verso l'esterno e l'altra verso l'interno dell'edificio. A Caiazzo la ruota
era posta nella Piazza principale della Città in uno spazio che, nel 1799
all'inizio del dominio francese, il cittadino Domenico Insero rivendicò
alla Città. Vennero così affrancati dal dominio ecclesiastico la bocca del
pozzo e il largo innanzi all'antico Ospedale, che allora facevano parte del
cortile dell'Episcopio, demolendo il muro che vi esisteva facendovi
costruire, a spese della Mensa Vescovile, l'attuale muro che divide la
piazza dal cortile dell'Episcopio. la visita alla Cattedrale sarà possibile
vedere anche la meravigliosa Ruota degli Esposti.
Delegazione FAI di
Caserta
Luogo solitamente chiuso, proprietà privata
Visite a cura di
Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico e Scientifico "P. Giannone" di
Casera " Sez. Caiazzo" Dipartimento di Lettere e Beni Culturali " DilBec
UniCampania L. Vanvitelli"
Cappella di S. Agnese
Via Aulo Attilio
Caiatino,
Non è richiesta prenotazione
Orario. Sabato: 09:30 - 13:30
/ 15:30 - 18:30 (ultimo ingresso 17:30). Domenica: 09:30 - 13:30 / 15:30 -
18:30 (ultimo ingresso 18:00)
Chiesa di S. Pietro
Vico San Pietro,
Non è richiesta prenotazione,
Orario. Sabato: 09:30 - 13:30 / 15:30 -
18:30 (ultimo ingresso 18:00). Domenica: 09:30 - 13:30 / 15:30 - 18:30
(ultimo ingresso 18:00)
La cittadina di Caizzo sorge su una piccola
collinetta a circa 200m sul livello del mare tra la media e la bassa valle
del Volturno. Il piccolo comune è caratterizzato da un groviglio di piccole
stradine che si aprono su scorci di paesaggi meravigliosi e ricchi di
vegetazione. Lungo vicoli stretti e sinuosi si erge la piccola chiesa di
San Pietro detta del Franco
È dedicata all'Apostolo Pietro in memoria –
secondo la tradizione – del suo passaggio a Caiazzo e della celebrazione,
su un altare primitivo, degli Uffici Divini. Lo storico Nicola De Simone
(1740) affermò che la chiesa fu edificata sulle rovine di un primitivo
luogo di culto. Si è quindi ipotizzato che l'attuale fabbrica sfrutti opere
già esistenti e tali da giustificare il salto di quota tra l'ingresso e la
strada posta a valle del centro storico. La chiesa è anche nota come di S.
Pietro del Franco e prende il nome da Landolfo Franco, uno degli ultimi
Conti Longobardi di Caiazzo, che ne curò la fondazione prima del 1061.
Nelle antiche pergamene di Caiazzo si legge nell'anno 1176: "ecclesiam
Sancti Petri qui dicitur de Franco".
L'aspetto attuale risale a metà
'700 e rispecchia le caratteristiche del sito a margine del tessuto storico
ed in forte declivio. Questi elementi ne hanno condizionato l'estensione
comportando, in modo particolare, un modesto sviluppo longitudinale della
fabbrica. L'edificio risulta inserito in uno spazio quadrato e presenta uno
sviluppo planimetrico a croce greca. Gli ambienti della chiesa sono tutti
delimitati superiormente da volte a botte ad eccezione della zona centrale
della croce dove è presente una cupola a sesto pieno sormontata da una
lanterna cieca non visibile dall'interno. Il fonte posteriore ed il
campanile mostrano cortine di tufo a vista. Il prospetto principale e le
pareti interne hanno decorazioni a stucco, realizzate a metà del Settecento
dal canonico Luigi Foschi, fratello di Mons. Giuseppe Foschi Vescovo di
Lucera. Si legge infatti in un manoscritto dell'archivio capitolare che la
chiesa fu ripristinata a "cura et studio" dal canonico Foschi. Tanto il
prospetto principale, con portale in pietra inserito tra due lesene e
sormontato da un finestrone ad arco tra due volute, quanto le pareti
interne, gli archi, ed i pilastri sono interessati da decorazioni a stucco,
che ricordano molto da vicino quelli della chiesa dell'Annunziata.
COSA
SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
La visita del piccolo borgo di
Caiazzo e delle sue piccole opere architettoniche permetterà al visitatore
di trascorrere una giornata d'Autunno immerso nel verde , a spasso nei
vicoli stretti sarà possibile osservare scorci di paesaggi lussureggianti e
godere anche del buon cibo e vino che questi luoghi conservano gelosamente.
(Delegazione FAI Caserta)
Luogo solitamente chiuso, proprietà privata
Visite a cura di Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico e Scientifico "P.
Giannone" di Caserta "Sez. Caiazzo"
Chiesa e Chiostro di S. Francesco
Via Aulo Attilio Caiatino, 7,
Non è
richiesta prenotazione
Orario. Sabato: 09:30 - 13:30 / 15:30 - 18:30
(ultimo ingresso 18:00). Domenica: 09:30 - 13:30 / 15:30 - 18:30 (ultimo
ingresso 18:00)
La Chiesa e il Convento di San Francesco, costruiti tra
la fine del XIII e la metà del XIV secolo, rappresentarono uno dei
principali poli di sviluppo urbano di Caiazzo durante il tardo medioevo,
dopo la cattedrale e il palazzo vescovile. Gli edifici furono eretti su una
vasta area donata dai decurioni della città, in luogo di una precedente
cappella situata presso la porta principale, tipica posizione per i frati
mendicanti.
Si ritiene che il complesso sia stato fondato direttamente
da San Francesco d'Assisi durante il suo viaggio in Terra di Lavoro nel
1222. Secondo la tradizione, il santo chiese ai decurioni di Caiazzo
un'area per costruire un convento, ottenendo la piccola chiesa di Santa
Maria del Popolo con l'adiacente spazio di patronato. Tuttavia, questa
tradizione non è supportata da documenti. La prima menzione certa della
chiesa di San Francesco risale al 21 settembre 1306, quando Giovanni,
figlio di Roberto di Simone, lasciò nel suo testamento sette tarì e mezzo
per lavori di ristrutturazione, a conferma l'esistenza della chiesa già da
tempo. Ulteriori conferme provengono da atti del 1312 e da una donazione
del 1348 per la costruzione di un sopportico e del chiostro
Nei primi
decenni del Trecento, la primitiva cappella, probabilmente inglobata nel
coro alla destra dell'altare maggiore, si trasformò nell'attuale complesso
francescano, come dimostrano sia lo stile architettonico che ulteriori
documenti storici. Il convento, abitato da una comunità di 4-10 frati,
divenne un centro nevralgico della vita cittadina e, a inizi del Seicento,
era il luogo dove si svolgevano le elezioni dei sindaci e dei giudici
annuali, come scritto da Ottaviano Melchiori. Nel 1710 furono effettuati
importanti interventi di decorazione della chiesa, tra cui un soffitto
ligneo dipinto da Tommaso Giaquinto e una trasformazione della facciata con
due ordini di paraste e un timpano triangolare. La struttura interna, con
aula unica e cappelle laterali, mantenne il suo assetto gotico, ma furono
aggiunti elementi decorativi tipici del Settecento, come stucchi, capitelli
corinzi, altari in marmo con nicchie per statue o dipinti e una balaustra
intagliata in marmi policromi. Gli arredi degli altari riflettevano le
caratteristiche ornamentali del Settecento. Nel 1809, con il decreto di
Gioacchino Murat, la chiesa di San Francesco venne soppressa e divenne un
carcere.Nel 1883,il complesso divenne sede degli uffici comunali,
abbandonando i vecchi locali della curia.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE
GIORNATE FAI?
La visita guidata dai giovani Apprendisti Ciceroni,
permetterà al visitatore di conoscere e approfondire gli aspetti
architettonici e artistici della Chiesa e del Chiostro di San Francesco.
Sarà un viaggio nel tempo scandito dalle modifiche apportate e i restauri
successivi che hanno permesso infine di avere un quadro chiaro delle
diverse epoche storiche e influenze artistiche. (Delegazione FAI Caserta)
Luogo solitamente chiuso, proprietà privata Visite a cura di Apprendisti
Ciceroni del Liceo Classico e Scientifico "P. Giannone" di Caserta "Sez.
Caiazzo"
Palazzo Mazziotti
Via Umberto I,
Sito in via Umberto
I ed edificato nel XV secolo dal vescovo Giuliano Mirto Frangipane, divenne
in seguito proprietà dei Mazziotti. Nell’androne del Palazzo è murata una
lapide in cui viene ricordata la nomina del Vescovo Giuliano Mirto
Frangipane, Cappellano Maggiore e Consigliere Reale, nonché Governatore dei
Regi Studi di Napoli. Tali cariche gli furono conferite dal Re Ferdinando I
d’Aragona nel 1492.
Parco botanico-faunistico Giardini del Volturno
Via Rognano Loc.
Pantaniello
Non è richiesta prenotazione
Orario. Domenica: 09:30 -
13:30 / 15:30 - 18:00 (ultimo ingresso 18:00)
Caiazzo, centro di
origine romana dell'entroterra casertano, sorge su una collina che degrada
verso il fiume Volturno in una campagna fertile e verde. La edificazione
estensiva della zona è riconducibile alla tipologia ricorrente della casa
rurale in tufo con tetto a due falde con coppi; basamento in pietra e scale
esterne.
Il lotto, di quattro ettari, si sviluppa in leggero declivio ed
è fittamente alberato in sommità. L'intervento ha interessato il
completamento di un rustico di cemento armato esistente [la Casa Rossa]; la
realizzazione di un corpo di fabbrica distinto in due parti (la Casa e il
Padiglione); un corpo servizi esterno. Sull'edificio esistente il progetto
si è limitato allo zoccolo di blocchi di pietra bianca di Calizia a fasce
alternate; alla definizione delle bucature e delle ringhiere; al
trattamento della superficie esterna con intonaco a calce rosso. Il corpo
di fabbrica della casa con padiglione si sviluppa in pianta su un
rettangolo allungato [di 12 x 34 metri, 12 x 24 il padiglione e 12 x 10 la
casa] il cui asse longitudinale è allineato con quello trasversale del
rettangolo di sedi
La casa è organizzata su due livelli [più uno
interrato usato come cantina, con accesso dall'esterno]; il padiglione è a
doppia altezza ed è segnato da una rete irregolare di pilastri rivestiti da
involucri tronco-piramidali. Una piastra di mattoni con registri di
travertino perimetra il corpo di fabbrica. Un sistema di scale ancora
rivestite di travertino diventa basamento degradante verso il prato,
delimitato (sostenuto/schermato) da un muro basso e da una siepe.Il tufo è
utilizzato in maniera diffusa: nel formato 12 x 25 x 40 (pietra di tufo);
di piatto come tamponatura di coltello come rivestimento , a giunti
sfalsati e stilati. Le coperture sono a due falde con manto di coppi e
canali (quella del corpo servizi con mattoni). Due pensiline di rame
coprono il collegamento, dall'esterno, casa-padiglione.Nel 2007 sono stati
previsti: ampliamento dei servizi all'esterno, sovrapposizione al fronte
breve di ingresso al padiglione di un porticato rivestito di ottone,
pensiline sui fronti lunghi, risistemazione del padiglione.La Casa
rossa:Pre-esistente alla Casa con padiglione giaceva sul lotto uno
scheletro di cemento armato con tetto a falde. Questa è stata completata,
conservandone però l'impianto strutturale.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE
GIORNATE FAI?
In questo spazio accogliente convivono amabilmente le
piante del Bacino del Mediterraneo con le piante provenienti da altri
continenti. All'inizio del grande viale dei pioppi, sulla destra, si
possono ammirare le zebre di Grant, i marabù africani e una miriade di
tartarughe acquatiche, sulla sinistra invece la voliera con le cicogne di
Abdim, le cicogne europee, gli ibis sacri.Nella speranza che la visita al
Parco non sia soltanto per i visitatori una bella giornata da trascorrere
con la famiglia all'aria aperta, ma sia anche un'opportunità per poter
conoscere ed osservare una piccola parte del patrimonio faunistico della
Terra (Delegazione FAI di Caserta)
Luogo solitamente chiuso, proprietà
privata
Visite a cura di Gruppo FAI Giovani di Caserta
Caserta
Real Vaccheria e Tempietto del SS: Sacramento
Scuola di Polizia - Via
Eleuterio Ruggiero 14, Aldifreda
Non è richiesta prenotazione
Orario.
Sabato: 09:30 - 13:30 (ultimo ingresso 13:00). Domenica: 09:30 - 13:30
(ultimo ingresso 13:00)
La famiglia dei Borbone acquistò lo Stato di
Caserta in una realtà piuttosto modesta sia dal punto di vista sociale che
territoriale, dimensioni e densità edilizia, il definitivo salto di qualità
della "città nuova" avverrà soltanto, nella seconda metà del XVIII secolo,
con la realizzazione della Reggia. Il casale di Aldifreda, che prende il
nome da una principessa longobarda di nome Rifredi si trova attualmente nel
pieno centro di Caserta, in direzione nord, ed è situato in adiacenza al
parco della Reggia vanvitelliana.
La Vaccheria Reale, oggi sede della
Polizia di Stato, risale al 1750, anno in cui i Borbone acquistarono il
terreno dal Principe Michelangelo Gaetani di Sermoneta, per realizzarne una
stalla per 136 vacche ed una capretteria, con annessa lavorazione di
formaggi e di sostanze che venivano utilizzate nella tessitura della seta.
In merito alla progettazione dell'intero complesso risalente al 1753,
rimane indiscusso l'operato dell'architetto Luigi Vanvitelli, difatti in
una lettera scritta al fratello urbano il 30 ottobre 1753, si legge
..."Questa mattina il re è andato in giro per tutto il giardino....mi ha
dato l'ordine di fare il disegno della Vaccheria et un Caffeaus per bevere
il latte in essa"...
L'edificio, a pianta semicircolare, ha il fronte
principale a due piani, in origine, il primo per uso magazzini e lattiere,
il secondo per abitazione dei vaccari e per altri impianti. La parte
interna posteriore ha una forma ellittica, dove erano situate le stalle, ed
in avancorpo tra i due antichi ingressi vi era il caffeaus, progettato da
Luigi Vanvitelli per il trattenimento della famiglia reale, con ambiente
interno ellittico. L'intero complesso sarà modificato ad Ospedale Militare
con Sovrano Rescritto del 31 ottobre 1850 N° 4100. Il Tempietto del SS.
Sacramento, situato nel cortile, fu costruito quando la Real Vaccheria
aveva cessato la sua attività, sopraelevato rispetto alla quota del
cortile, fu costruito come un tempio greco assemblando i blocchi di pietra
senza l'utilizzo di leganti. La cupoletta, all'interno, è affrescata con
una rappresentazione raffigurante la "Incoronazione della SS. Vergine con
coro di Angeli ed altri accessori" del pittore Gennaro Maldarelli.
COSA
SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
La Real Vaccheria ed il Tempietto
del SS Sacramento, attualmente, sono parte integrante della Scuola Agenti
Polizia di Stato, quindi è un luogo normalmente non fruibile. L'apertura
tende quindi a far conoscere un una parte della città, che nasce come
attività produttiva di "supporto" alla Reggia e che negli anni ha avuto
diverse destinazioni d'uso. Durante la visita sarà possibile ammirare nel
locale della ex polveriera alcuni cimeli della Polizia di Stato.
(Delegazione FAI Caserta)
Luogo solitamente chiuso, proprietà privata
Visite a cura di Apprendisti Ciceroni del Liceo Statale " A. Manzoni" di
Caserta
Riardo
Parco Sorgenti Ferrarelle
Contrada Ferrarelle snc
Orario Sabato:
10:00 - 13:00 (ultimo ingresso 12:00)
Note: Sabato 12 ottobre Ottobre
dalle ore 10 in gruppi organizzati ogni 45 minuti. Ogni gruppo è costituito
da massimo 20-25 persone.
Un impegno che si concretizza attraverso
opere di restauro di manufatti architettonici di pregio e interventi sulla
vegetazione e l'agricoltura. All'interno del Parco Sorgenti di Riardo (dove
ha origine la naturale effervescenza di Ferrarelle), Ferrarelle ha fondato
la società Masseria delle Sorgenti, azienda agricola che coltiva in regime
di agricoltura biologica. L'azienda agricola Masseria delle Sorgenti ha la
sua dimora all' interno della Masseria Mozzi le cui origini si perdono
nella storia fin dal Medioevo.
Le terre, a quel tempo possedimenti
agricoli dei Monaci benedettini dell'Abbazia della Ferrara, erano meta del
soggiorno estivo dei monaci, che qui vi trovavano frescura nei mesi più
caldi e un terreno particolarmente fertile e ricco di sali minerali per
l'agricoltura. Sono proprio i monaci a dare il nome "Le Ferrarelle" a quei
luoghi disseminati di fonti d'acqua di origine vulcanica.
COSA
SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
La Masseria vuole continuare a
svolgere il proprio ruolo nel territorio, migliorando continuamente i
propri standard produttivi e la sostenibilità delle proprie attività.
Inoltre, l'ambizione del progetto porta a rappresentare un esempio virtuoso
delle buone pratiche agricole per le altre aziende locali. In questo modo
puntiamo a creare una rete di imprese che tutelano e valorizzano il
patrimonio unico a nostra disposizione. Il Parco Sorgenti Ferrarelle di
Riardo è patrocinato dal FAI, che ne tutela lo straordinario contesto
paesaggistico e architettonico. Un paradiso tutto naturale per custodire le
fonti delle acque minerali Ferrarelle, Natìa, Santagata e Roccamonfina.
All'interno del Parco Sorgenti di Riardo (dove ha origine la naturale
effervescenza di Ferrarelle), Ferrarelle ha fondato la società Masseria
delle Sorgenti, azienda agricola che coltiva in regime di agricoltura
biologica. Il sito è aperto solo sabato 12. Per partecipare e ricevere
maggiori informazioni scrivere a: segreteriafaicampania@fondoambiente.it
DELEGAZIONE FAI CASERTA
Luogo solitamente chiuso, proprietà privata
Visite a cura di Volontari FAI