Giornate FAI di Primavera
Caserta e provincia - 23 e 24 Marzo 2024
Comunicato stampa
Tornano sabato 23 e domenica 24 marzo 2024 le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico d’Italia e alle storie inedite e inaspettate che custodisce con visite a contributo libero in 750 luoghi speciali in 400 città, dai grandi capoluoghi ai piccoli comuni, dai centri storici alle province, da Nord a Sud della Penisola .
Caserta
Real Vaccheria ed il Tempietto del SS Sacramento, Scuola di Polizia - Via Eleuterio Ruggiero 14, Sabato: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30), Domenica: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
La famiglia dei Borbone acquistò lo Stato di Caserta in una realtà
piuttosto modesta sia dal punto di vista sociale che territoriale,
dimensioni e densità edilizia, il definitivo salto di qualità della "città
nuova" avverrà soltanto, nella seconda metà del XVIII secolo, con la
realizzazione della Reggia. Il casale di Aldifreda, che prende il nome da
una principessa longobarda di nome Rifredi si trova attualmente nel pieno
centro di Caserta, in direzione nord, ed è situato in adiacenza al parco
della Reggia vanvitelliana.
La Vaccheria Reale, oggi sede della Polizia
di Stato, risale al 1750, anno in cui i Borbone acquistarono il terreno dal
Principe Michelangelo Gaetani di Sermoneta, per realizzarne una stalla per
136 vacche ed una capretteria, con annessa lavorazione di formaggi e di
sostanze che venivano utilizzate nella tessitura della seta. In merito alla
progettazione dell'intero complesso risalente al 1753, rimane indiscusso
l'operato dell'architetto Luigi Vanvitelli, difatti in una lettera scritta
al fratello urbano il 30 ottobre 1753, si legge ..."Questa mattina il re è
andato in giro per tutto il giardino....mi ha dato l'ordine di fare il
disegno della Vaccheria et un Caffeaus per bevere il latte in essa"...
L'edificio, a pianta semicircolare, ha il fronte principale a due piani, in
origine, il primo per uso magazzini e lattiere, il secondo per abitazione
dei vaccari e per altri impianti. La parte interna posteriore ha una forma
ellittica, dove erano situate le stalle, ed in avancorpo tra i due antichi
ingressi vi era il caffeaus, progettato da Luigi Vanvitelli per il
trattenimento della famiglia reale, con ambiente interno ellittico.
L'intero complesso sarà modificato ad Ospedale Militare con Sovrano
Rescritto del 31 ottobre 1850 N° 4100. Il Tempietto del SS. Sacramento,
situato nel cortile, fu costruito quando la Real Vaccheria aveva cessato la
sua attività, sopraelevato rispetto alla quota del cortile, fu costruito
come un tempio greco assemblando i blocchi di pietra senza l'utilizzo di
leganti. La cupoletta, all'interno, è affrescata con una rappresentazione
raffigurante la "Incoronazione della SS. Vergine con coro di Angeli ed
altri accessori" del pittore Gennaro Maldarelli.
La Real Vaccheria ed il
Tempietto del SS Sacramento, attualmente, sono parte integrante della
Scuola Agenti Polizia di Stato, quindi è un luogo normalmente non fruibile.
L'apertura tende quindi a far conoscere un una parte della città, che nasce
come attività produttiva di "supporto" alla Reggia e che negli anni ha
avuto diverse destinazioni d'uso. Durante la visita sarà possibile ammirare
nel locale della ex polveriera alcuni cimeli della Polizia di Stato. Testo
scritto da Delegazione FAi di Caserta
Visite a cura di Liceo" Alessandro
Manzoni" di Caserta
Chiesa di S. Elena, Largo Sant'Elena, 1, Sabato: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30), Domenica: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
La prima fase dello sviluppo urbanistico della Città di Caserta avviene nel
XV Sec. con i Conti della Ratta,nel 1407 il mercato venne spostato da
Casertavecchia al villaggio Torre,incentivando lo sviluppo dell'area
medioevale dell'attuale via Mazzini con il convento di S.Agostino.Tra il
1509/1634,i Principi Acquaviva ampliano l'originario palazzo della
Ratta,realizzano importanti palazzi ,la cappella San Giovanni e il convento
del Carmine, ubicando le principali funzioni religiose,sociali della città
nei pressi della Santella dove sarebbe sorta l'Arc.della Agustissima Croce
di poi Sant'Elena
L'Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa
Croce,una delle più antiche arciconfraternite laiche di Napoli,fu istituita
nel 1290, mentre a Caserta si hanno notizie soltanto quando la Chiesa post-
tridentina incentivò l'attività laica a sostegno di quella religiosa per
aiutare poveri e bisognosi.La Compagnia è documentata nella chiesa di
Sant'Agostino di Torre (poi Caserta) dal primo decennio del Seicento,
mentre risale al 16 dicembre 1612 il Privilegio e Regio exequatur che la
autorizzava a erigere un Monte o Banco pubblico senza fine di lucro,
analogo al Monte della Pietà di Napoli.Tra il 1627-1648 vene edificata la
nuova cappella,che aveva l'icona raffigurante il Mistero dell'invenzione
della Santa Croce ad opera di Sant'Elena sull'altare maggiore. Il Sacro
Monte era ubicato in
La facciata, in stile neoclassico, è delimitata da
un sistema di paraste tuscaniche, articolate mediante l'iterazione
dell'elemento decorativo secondo una sequenza sincopata negli elementi di
chiusura.Lo spazio centrale, accoglie in un'unica partizione il portale e
la finestra a esso sovrapposta; il sistema è concluso da una trabeazione,
distaccata dai capitelli delle paraste; sopra di essa s'imposta un classico
timpano triangolare. In aderenza alla facciata, separato una scalanatura,è
collocato il campanile, impostato su due livelli definiti da robusti
marcapiani e concluso da un cupolino a curvatura convessa,assolutamente
inconsueto nell'area casertana. La cappella ad aula unica, di forma
tendente al quadrato, ha una dimensione limitata (poco più di sei metri per
sei) con uno spazio absidale rettangolare sopraelevato di un gradino, le
mura di fondo ai lati dell'altare sono inclinate verso l'altare maggiore,
accorgimento accentuato dal profondo arco a botte con lacunari trapezoidali
disegnati con lo stucco convergenti verso la sommità dell'arco della
cornice che circondava il quadro di S. Elena; con cantoria soprapposta al
portale d'ingresso, e corrispondente endonartece delimitato da pilastri e
arcate, è attualmente coperta da un solaio piano che ha sostituito il
cassonetto.
La chiesa di Sant'Elena, prediletta da Luigi Vanvitelli in
quanto abitava nel contiguo edificio durante la costruzione della Reggia, è
stata oggetto di un recente intervento di restauro che l'ha restituita al
culto dopo circa cinquant'anni. La sua riapertura consente di far conoscere
un ulteriore tassello della città, soprattutto dell'area della Santella che
ha avuto una intensa attività produttiva di "supporto" alla costruzione
della Reggia. Durante la visita sarà possibile visitare la cripta dove tra
gli altri è sepolto il capo mastro di Luigi Vanvitelli, Pietro Bernasconi.
Testo scritto da Delegazione FAI di Caserta
Visite a cura di Liceo
"Alessandro Manzoni " di Caserta
Aversa
Complesso della Maddalena, Via Linguiti, domenica 24 Marzo ore 10-17
Il complesso della Maddalena fu fondato dal 1269 per volere del re Carlo I
d'Angio' all'esterno delle mure angioine, nei pressi dell'antica porta San
Giovanni Linguiti. La destinazione della struttura era di tipo
assistenziale: essa è citata in alcuni documenti con la denominazione di
Hospitaie Leprosorum S.Mariae Magdalenae ed era finalizzata alla cura e
all'assistenza dei malati di lebbra. Il complesso era finalizzata alla cura
e all'assistenza dei malati di lebbra. Il complesso era gestito, dai
cavalieri di San Giovanni che all'apoca avevano la gestione di buona parte
dei lazzaretti d'Europa. Dopo oltre 150 anni dalla fondazione, nel 1420 fu
dismesso e trasferito a S.Eligio. Vi si insediarono i Frati Minori
conventuali, lo ampliarono e trasformarono in convento.
Nel 1430 Jacopo
Scaglione nobile aversano, fece costruire il chiostro a cui Angelo Orabona
anch'egli aversano fece aggiungere il pozzetto con lo stemma del casato che
riporta una cicogna. Dal 1707 in poi furono condotte nella chiesa opere di
restauro; i frati restarono fino al 1813 quando fu designato a "Ospedale
dei pazzi". In questa data furono traferiti i primi 40 folli incurabili di
Napoli, all'epoca era direttore l'abate cavalier Gennaro Maria Linguiti.
Adiacente al Chiostro e visitabile solo dall'esterno, la Chiesa, essa è ad
un'unica navata, si conclude con un breve transetto formato da due cappelle
laterali ed una terza che costituisce l'abside. Su un alto tamburo si erge
la cupola sormontata da un lanternino. Il tamburo è impostato su 4 archi a
tutto sesto, collegati a 4 pennacchi, illuminato da 8 finestroni, che danno
luce al presbiterio.
La facciata della Chiesa con una ricostruzione
grafica delle opere, caratterizzata da due ordini sovrapposti di lesene
binate, che al 1 ordine inquadrano il portale di accesso, e al 2 ordine un
ampio finestrone che si conclude con un timpano triangolare. All'interno vi
erano innumerevoli opere di pregio ora traslate altrove come l' Adorazione
dei Magi del Negroni XVI, S.Pasquale Balon di Marchione XVIII ecct. Il
Chiostro di S.Bernardino con i suoi affreschi, il pozzo originale, una
mostra artistica e fotografica a tema arte e follia
Testo scritto da
Rosalba Corvino delegata FAI Aversa
Visite a cura di CICERONI IIS
LEONARDO DA VINCI LICEO ARTISTICO E UNIVERSITA' VANVITELLI DIP.INGEGNERIA
AVERSA
Ex Manicomio, Via Giovanni Linguiti, 39, Sabato 23 e domenica 24 Marzo ore 10-17
Al posto dell'ex OPG di Aversa sappiamo che è persistito un antico convento
dei cappuccini di cui si hanno poche e frammentarie notizie. Si sa che è
stato edificato verso la fine del XVI sec. e che nella seconda metà del 600
venne utilizzato anche come lazzaretto; ricordiamo la terribile peste del
1656. Il poi successivo e rinomato OPG ad Aversa è stato il primo manicomio
criminale d'Italia. Nato nel 1876 con le sezioni per "maniaci" del carcere,
ben quindici anni prima che il R.D. n°260 disciplinasse la materia.
Trasformato in OPG dopo la soppressione dei manicomi, ha cessato di
esistere il 31 marzo 2015 in seguito alla L. n.9 del 2012 che ha disposto
la chiusura di questi Istituti. L'applicazione della norma ha subito varie
proroghe, di cui l'ultima prevista dal D.L. n.52/2014
Ricordiamo che
questa struttura ha ospitato criminali "famosi" come Leonarda Cianciulli,
la "saponificatrice di Correggio", e Andrea Rea, il cd. "mostro di
Posillipo". C'è un piccolo museo, ospitato in due ambienti del primo piano,
che accoglie oggetti appartenente ad un recente passato; testimoniano
l'inferno che gli internati, spesso persone affette solo da qualche
disturbo che oggi non desterebbe alcun allarme, hanno vissuto. Nell'attuale
carcere di reclusione si è realizzata una Casa Lavoro che attualmente
ospita circa 60 detenuti affetti da patologie psichiatriche, anche gravi.
In seguito ad una supervisione di un reggente, si è ritenuto opportuno
incrementare in tutti gli Istituti le attività di laboratorio e le attività
culturali, ricreative, nonché i percorsi didattici formativi con finalità
di risocializzazione dei detenuti, anche e soprattutto per evitare che i
detenuti trascorrano l'intera giornata del periodo detentivo all'insegna
della noia, della passività, del non far nulla.
Nella struttura, sorta
all'interno di un convento cinquecentesco, ha trovato sede nel 1876 il
primo manicomio giudiziario. - Testo scritto da Ilaria Rita Motti delegata
FAI Aversa
Visite a cura di CICERONI LICEO SIANI E ITS ANDREOZZI AVERSA
Chiesa di San Rocco, Via San Francesco di Paola, Sabato: 10:00 - 13:00 / 15:00 - 17:00
Appartenente alla confraternita di San Rocco. Questa chiesa nasce nel
periodo delle pesti che ci sono state ad Aversa (dal 1600 fino all'inizio
del 1900 dopo di cui ci fu il vaiuolo). Questo ha anche costituito il luogo
della sepoltura dei morti. Nella confraternita si curavano e si
seppellivano gli appestati. E' sorta nel ‘600. Riguardo la statua interna
della Madonna Addolorata, nell'800 s'inserì la confraternita dei serviti
(servi di Maria) che molto probabilmente provenivano da Firenze e lì si è
istituito il culto della Madonna Addolorata.
L'Addolorata e' un'immagine
importante. Non è un'immagine solita ma è diversa dalle altre. Questa è
stata una delle confraternite più nobili di Aversa. Si attribuisce infatti
alla confraternita omonima la fondazione dell'edificio religioso a metà del
XVII sec. anche se di questo si hanno poche notizie documentarie.
L'impostazione architettonica è però quella tipica barocca: la navata
unica, una grande arcata a separare l'area absidale dal resto della navata,
elementi che quindi ci fanno credere nella veridicità della fondazione –
comunque costruzione dell'edificio attuale – nel ‘600. Sulle pareti
laterali sono posizionati quattro altari minori, due per parte; i primi
due, ai lati adiacente l'ingresso, sono in stucco e risalgono al XVIII sec.
Al centro del soffitto a cassettoni è conservato un dipinto di San Rocco di
Montpellier mentre sulla controfacciata è presente un ampio finestrone
ovale che illumina l'aula. La cantoria è sorretta da due colonne in
prossimità dell'unico ingresso (è ancora presente un piccolo organo).
L'edificio religioso è comunicante con la sacrestia ed i locali della
confraternita. Nella chiesa oltre alla nota statua lignea dell'Addolorata –
donata da un fedele nel 1850 e portata in processione in tutta la città nel
periodo che precede la Pasqua – custodiscono anche altre interessanti opere
pittoriche. Testo scritto da Rosalba Corvino delegata FAI Aversa
Visite
a cura di CICERONI ITE A.GALLO AVERSA
Chiesa dell'Immacolata Concezione, Via San Nicola, Sabato: 10:00 - 13:00 / 15:00 - 17:00, Domenica: 10:00 - 13:00 / 15:00 - 17:00 (ultimo ingresso 16:00)
Si trova nei pressi di piazza Santulli e ai limiti del centro storico
vicino via Drengot
La Chiesa dell'Immacolata Concezione ad Aversa, sede
dell'omonima confraternita, sfoggia una facciata settecentesca con un
campanile a vela. Fondata nel 1582 dal vescovo Giorgio Manzolo, l'edificio
originale è stato ampliato e abbellito nei secoli, come evidenziato dal suo
pavimento in marmo del 1739 e dalle cappelle laterali aggiunte nel 1744. Fu
fondata nel 1582 fuori le mura della città di Aversa (a pochi metri dalla
chiesa di San Nicola), per ospitare la congrega della Madonna Immacolata
che precedentemente aveva sede presso la Maddalena. In questa cappella vi
era la tradizione, a partire
Oggi si presenta in stile barocco con una
campata unica e una balaustra in marmo che delimita l'area absidale,
decorata con stucchi della scuola del Vaccaro e un altare maggiore in marmo
policromo di Aniello Gentile. Non mancano richiami agli stilemi di Cosimo
Fanzago, il più importante architetto Napoletano. La facciata della chiesa
è tardo-barocca, in cui è particolare l'andamento della trabeazione del
primo ordine che si incurva verso l'alto. Si tratta di un'ideazione a fini
costruttivi infatti in questo modo si lasciava spazio alla nicchia che
ospita una statua raffigurante l'Immacolata Concezione
L'impianto è di
piccole dimensioni e presenta una navata unica con quattro cappelle
laterali, aggiunte nel 1744, poco profonde mentre una ricca decorazione
settecentesca in stucco riveste le pareti e incornicia i quadri dei quattro
altari laterali, tutti attribuiti al pittore aversano Nicola Mercurio. La
piccola chiesa, è caratterizzata da un'originale scelta di colori e
materiali e di tecniche architettoniche, contraddistinta dall'esuberanza,
dalla fantasia e dalla gioia di vivere: vediamo un grande movimento
pluridirezionale delle masse, audaci scorci prospettici, forti contrasti
chiaroscurali, luci improvvise, e giochi "illusionistici" che allargano lo
spazio architettonico.
Testo scritto da Rosalba Corvino delegata FAI
Aversa
Visite a cura di CICERONI LICEO JOMMELLI E ISIS VOLTA
Chiesa ed convento di S.Antonio, Piazzetta Lucarelli, Sabato: 10:00 - 13:00 / 15:00 - 17:00
Centro storico via Seggio
La Chiesa ed il convento di S.Antonio
risalenti al 13 sec detiene il primato di essere la prima chiesa intitolata
al santo dopo la canonizzazione. La prima testimonianza dell'edificio è
datata 1231, quando la chiesa era dedicata a Sant'Antonio Abate. Il cambio
di titolo avvenne l'anno successivo, quando arrivarono in città i Frati
Minori bene accolti dal Vescovo Aversano Giovanni IV Lamberto, che era
amico personale di San Francesco. Essi presero in gestione la Chiesa e la
dedicarono al Santo Francescano: il 1232 fu l'anno in cui Antonio venne
canonizzato. Viene detta "al Seggio" perché affianco sorgeva il Seggio di
Sant'Andrea, uno dei sedili di Aversa dove, al pari di Napoli, si tenevano
le riunioni popolari
Ovviamente in origine aveva forme gotiche, fu
completamente restaurata secondo il gusto barocco per via dei danni subiti
col terremoto del 1694, quando il campanile crollò travolgendo e
distruggendo l'altare maggiore. Nel 1805 ci furono nuovi lavori per il
cedimento del muro esterno. Venne così alla luce un portale gotico
affrescato, probabilmente una entrata secondaria alla chiesa, che ora funge
da cappellina esterna. È ancora un altro terremoto, quello del 1980, a
costringere i frati a fare un ulteriore restauro, grazie al quale vengono
eliminate le sovrastrutture barocche e riportare la struttura verso il
gotico originario.
L'interno è a navata unica con tre cappelle per lato,
dove troviamo tele del XVI e del XVII secolo. Uno dei quadri più belli è
senza dubbio la Immacolata Concezione tra i simboli Mariani, della scuola
di Massimo Stanzione, la cui particolarità è la parte bassa, dove compare
una veduta secentesca di Aversa. C'è anche, a sinistra dell'ingresso, un
affresco cinquecentesco con una Madonna con Bambino tra San Giacomo e San
Ludovico da Tolosa. Troneggia infine sull'altare maggiore la settecentesca
statua del Santo titolare. Le originarie forme gotiche furono in seguito
completamente cancellate da successivi interventi. A partire dagli ultimi
anni del ‘500, la chiesa venne ridotta alle attuali dimensioni ed assunse
il definitivo aspetto
Testo scritto da Rosalba Corvino delegata FAI
Aversa
Visite a cura di Apprendisti Ciceroni Liceo "Fermi" e ISSIS
"Mattei" Aversa
Carinola
Chiesa dell'Annunziata, Via Annunziata, 41, Sabato: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00, Domenica: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00
Nella parte orientale della città di Carinola,in posizione decentrata
rispetto all'abitato al di là dell'antico fossato, all'esterno della cinta
muraria ed ai margini dell'ampia distesa agricola, è sita la chiesa
dell'Annunziata, la cui fondazione, a cura dell'università di Carinola, risale
alla seconda metà del XV secolo a seguito di un voto per l'apparizione, in tal
sito, della Madonna ad una giovanetta.
La chiesa dell'Annunziata, o
dell'A.G.P. (Ave Gratia Plena), risale certamente alla seconda metà del XV°
secoloPer chi proviene dall'abitato, dalla strada che fiancheggia il castello,
due elementi architettonici ne richiamano l'attenzione: la cupola cuspidata del
campanile, coperta da embrici maiolicati di colore giallo e verde, ed un piccolo
ambiente il cui prospetto ad elementi archiacuti, peculiari dell' architettura
gotico-catalana, preannunciano l'interno di tal gusto e la facciata racchiusa
tra il campanile – che si eleva dalle strutture del piccolo corpo di fabbrica
sporgente e l'altro corpo di fabbrica allineato con la facciata, sede della
congregazione laica della SS. Concezione, le cui regole furono sottoposte al
reale assenso nel 1777.
L'edificio, con struttura portante in pietra di tufo
e copertura a due falde con capriate in legno, ripropone l'impianto ad aula, con
un monumentale arco trionfale a sesto ribassato sostenuto da pilastri polistili,
conclusa con un'abside quadrata coperta con volta a crociera; da quest'ultima, a
destra, si accede alla sacrestia. Nelle pareti laterali dell'unica navata si
aprono pseudocappelle con archi ogivali su piedritti polistili e capitelli a
motivi vegetali. Lungo il fianco sinistro, comunicante con la chiesa, si
sviluppa un piccolo edificio, costruito presumibilmente sull'area di un
preesistente ospedale; esso è formato da due ambienti: il primo coperto con
volta a crociera, il secondo con volta a botte .La facciata, che presenta un
portale rinascimentale con lunetta affrescata del XV° secolo non in asse con il
sovrastante rosone, risulta racchiusa a sinistra dal suddetto edificio ed a
destra dalla mole del campanile maiolicato costruito dopo il 1552, per volere di
Luigi Carafa principe di Stigliano e feudatario della città, nonché da un
piccolo ambiente che sporge dal campanile (forse una porta di accesso
all'abitato poi ampliata per destinarla a cappella).
Durante le Giornate FAI
scoprirete una Chiesa poco conosciuta di cui molti ignorano addirittura
l'esistenza, poco studiata anche dagli esperti, eppure una Chiesa bellissima,
importante per la storia dell'arte, suggestiva ed affascinante per l'intreccio
tra fede e storia che la caratterizza. La chiesa gravemente danneggiata dagli
ultimi eventi bellici fu restaurata e riaperta al culto fino agli anni ottanta,
quando, a seguito dei danni causati dal terremoto, è stata oggetto di nuovi
interventi di ristrutturazione e restauro che da poco sono stati completati.
Testo scritto da Delegazione FAI di Caserta
Visite a cura di Istituto
Salesiano" Sacro Cuore di Maria" di Caserta Animazione musicale: Istituto Isiss
"Taddeo da Sessa" di Sessa Aurunca
Palazzo Marzano, Corso Umberto I, Sabato: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00, Domenica: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00
Palazzo Marzano, esempio notevole di architettura catalana nel Regno di
Napoli sorge nel cuore dell'antica Carinola, nella parte nord della Regione
Campania. Il borgo, da sempre definito come la Pompei del Quattrocento per
le sue bellezze artistiche ed architettoniche, si trova a 38 Km da Caserta
tra il Monte Massico e il Fiume Savone ed è ubicato con le sue numerose
frazioni, nella zona centrale dell'Ager Falernus,il fertile territorio
della Campania Felix che produceva il Falerno, uno dei vini più apprezzati
dagli antichi romani e la cui produzione è giunta fino a noi.
La
dimora,opera dell'architetto catalano Guillem Sagrera,fu edificata nel XV°
secolo per volere di Marinello Marzano, duca di Sessa, esponente di una
potente famiglia baronale, marito di Eleonora, figlia del re di Napoli,
Alfonso V d'Aragona. La posizione sociale del duca richiese l'edificazione
di una magione che fosse all'altezza del prestigio raggiunto ,venne così
eretta Casa Marzano. La fabbrica rimase intatta fino allo scoppio della
seconda guerra mondiale, quando gli eventi bellici del 1943 e di un ciclone
del 1947 ne provocarono la distruzione parziale che nel tempo la ridussero
allo stato di rudere, solo un intervento d'urgenza del 1985 e di restauro
del 1990, si è cercato di porre rimedio. Oggi il Palazzo è di proprietà del
Comune di Carinola ed è sede di eventi culturali
La struttura,
realizzata in tenero tufo grigio campano, presenta l'impianto della casa a
corte, tipico della residenza catalano-aragonese, e conserva il cortile con
lo scalone d'onore, il cui patio trova confronto con quello del Palacio
della Generalitat di Valenza. Gli elementi architettonici di maggior
rilievo, laddove si concentrano e si sviluppano quei caratteri peculiari
del lessico scultoreo-decorativo dell'arte catalana, come i capitelli
fitomorfi riccamente intagliati, sono visibili nel patio, insieme ad
importanti tracce della corte d'onore con il corpo di guardia e le
scuderie. Un maestoso scalone porta al piano nobile di rappresentanza da
dove, attraverso un loggiato, si accedeva da un lato agli appartamenti
privati e dall'altro, tramite un bellissimo portale bicuspidato, sormontato
da stemmi araldici, simile a quello di Palazzo Antignano a Capua, al salone
d'onore oramai scomparso. Non più esistente anche l'antico portale esterno
a sesto ribassato sormontato dallo stemma dei Marzano. La ricostruzione
parziale, sul finire degli anni 80, è riuscita a conservare l'unità
stilistica dell'edificio, gioiello del passato aragonese.
Durante le
Giornate FAI di Primavera scoprirete un vero gioiello architettonico, una
delle più ricche espressioni del quattrocento, di influenza catalana,
nell'antico regno di Napoli. Una fastosa dimora abitata da Eleonora, figlia
naturale e amatissima di Alfonso d'Aragona il Magnanimo, moglie del potente
duca di Sessa, Marinello Marzano. In questo palazzo Eleonora, coccolata dal
padre, amante del territorio di Carinola che con i suoi ruscelli ,il suo
lago e le sue colline era un luogo ideale per la sua passione venatoria,
visse gli anni più belli e felici della sua vita e diede alla luce alcuni
suoi figli. Tutto purtroppo cambiò dopo la morte del padre e al trono
aragonese subentrò il fratellastro Ferrante che nutriva per la sorellastra
un'insana passione e quando il cognato fu accusato di aver preso parte alla
Congiura dei Baroni, non esitò a farlo giustiziare. In questo palazzo, in
questo bel cortile, in queste belle scale, si respira arte, storia, potere
e dramma.
Testo scritto da Delegazione FAI di Caserta
Visite a cura
di Apprendisti Ciceroni Liceo Artistico " Don Gnocchi " di Maddaloni
Attività Laboratoriali : Analisi chimiche del vino Falerno a cura
dell'Istituto Tecnico Superiore" Francesco Giordani" di Caserta
Palazzo Petrucci-Novelli, Corso Umberto I, Sabato: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00, Domenica: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Nell borgo di Carinola, un piccolo centro della provincia di Caserta, lungo
l'asse principale castello-cattedrale, in prossimità di quest'ultima, sorge
il Palazzo dei Conti di Carinola, detto anche Casa Novelli per aver dato i
natali al giurista Giovanni Novelli. Il palazzo quattrocentesco, la cui
origine resta incerta, si pone tra gli esempi più significativi del
linguaggio architettonico catalano nella Campania settentrionale.
Fu la
dimora di Francesco Petrucci, segretario personale del re Ferrante
d'Aragona, che coinvolto nella Congiura dei Baroni perse tutti i suoi beni,
compreso il palazzo. Nessuna notizia si ha di esso nel 500,se ne ritrova
traccia nel 600 quando fu acquistato da Elena Aldobrandini, duchessa di
Mondragone che alla sua morte lo lasciò in eredità alla figlia Anna Carafa
e nel 1644,passò al figlio Nicola duca di Sabbioneta, ma alla morte di
questi nel 1689,non essendoci eredi ,fu devoluto alla Regia Corte.
Marc'Antonio Grillo marchese di Clarafuentes, nuovo duca di Mondragone, ne
prese possesso nel 1692 e lo utilizzò fino all'Ottocento, quindi l'edificio
divenne di proprietà della famiglia Novelli.
L'impianto architettonico
della fabbrica non è frutto di un disegno organico ma ha subito nel tempo
una serie di interventi che ne hanno più volte modificato la struttura fino
ad acquisire ,forse nel XV secolo, con i nobili Petrucci, quella attuale
che si sviluppa e si articola intorno a due cortili. Attraverso un portale
durazzesco con arco a sesto ribassato ed un androne voltato a botte, si
accede ad un primo cortile dal quale parte la scala aperta che conduce ai
piani superiori e porta ad un loggiato caratterizzato da colonne ottagonali
con archi depressi e da un soffitto a panconcelli ricco di affreschi
rinascimentali. Sulla facciata di tutto il palazzo, si aprono le
caratteristiche finestre finemente ornate, opera di scalpellini di
provenienza catalana, che ne costituiscono il segno distintivo e che si
diversificano l'una dall'altra per i particolari decorativi. Nel 600,i
marchesi Grillo potevano servirsi anche di un giardino coltivato con alberi
da frutta .Con la famiglia Novelli, si è conservata la funzione abitativa
che ha impedito il degrado ma non delle gravi manomissioni. Poi è stato
acquistato dal Comune e nel 2000 ristrutturato ed ora è un centro
culturale.
Durante le Giornate Fai di Primavera vedremo uno tra i più
interessanti edifici nell'arco della produzione architettonica del 400 in
stile durazzesco-catalano, in cui arte e storia si intrecciarono. Fu la
residenza di Francesco Petrucci, segretario personale del re Ferrante
d'Aragona, che con il padre Antonello ed il fratello Giovanni ,fu
giustiziato per ordine del re, perchè sospettato di aver preso parte alla
Congiura dei Baroni e privato di tutti i suoi beni. Nel palazzo che vide
l'avvicendamento di vari proprietari, dimorò nel 600 Donna Anna Carafa,
principessa di Stigliano, considerata all'epoca, una delle donne più belle
d'Europa. Alla fine del XIX secolo vi nacque Giovanni Novelli, l'eminente
giurista che nel periodo fascista divenne Direttore Generale degli Istituti
di Prevenzione e Pena del Ministero di Grazia e Giustizia e fondatore di
una rivista di diritto penitenziario. Oggi è sede del Museo del Territorio
ed ospita la cerimonia di premiazione del Premio Giornalistico Matilde
Serao.
Testo scritto da Delegazione FAI di Caserta
Visite a cura di
Liceo Artistico " Ferraris-Buccini" di Marcianise Animazione: Istituto
Comprensivo Carinola-Falciano
Cattedrale di Carinola, Piazza Vescovado, 1, Sabato: 09:30 - 13:00 / 15:00
- 18:00
Note: Nella giornata di Domenica 24 Marzo le visite saranno
sospese alle ore 11:00 per consentire le funzioni religiose
Domenica:
09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
La Cattedrale di Carinola sorge nell'omonimo comune che sorge ai piedi del
M. Massico, verso Nord si rivolge a Roccamonfina e, verso Sud sull'ampia
pianura attraversata dal basso Volturno. Carinola ha origine medievale
(Carinulum) ed è dal 1094 sede vescovile.La Cattedrale fu edificata per
volontà del vescovo S.Bernardo di Capua , che volle spostare la sede
episcopale da Forum Claudii (attuale Ventaroli) alla vicina Carinola, su
suolo donato dal Conte normanno di Carinola.
I lavori per la
realizzazione della cattedrale di Carinola si protrassero dal 1084 al
1095,le iscrizioni sulle porte d'ingresso lo attestano.La Cattedrale,che fu
dedicata alla Vergine e a S. Giovanni Battista, subì dall'XI al XVIII sec
molti interventi di ristrutturazione che mutarono notevolmente
l'impostazione originaria. Esistono comunque tracce della struttura
originaria consistenti in strisce di marmo bianco nel pavimento che
individuano la vecchia perimetrazione della Chiesa.La più importante
ristrutturazione avvenne dopo la morte di Bernardo.Nel 1200 si aggiunse un
pronao e le coperture in legno delle due navate laterali furono sostituite
da volte a crociere. Nel XVI sec il vescovo Capranica completò il pronao e
aggiunse tre stanze,nel 700 fu eretto il campanile.
La cattedrale in
origine a forma basilicale con tre navate ingloba resti di un sacello
paleocristiano. A questa fase risalgono il portale d'ingresso e
probabilmente uno dei capitelli del portico con particolari decorazioni
leonine.Lungo tutto l'intradosso di in arco è stato rinvenuto un mosaico
policromo del VI- VlI sec con croce latina dorata entro un clipeo
tondeggiante e le lettere apocalittiche a e '. La cappella di S.Bernardo
che in un sarcofago di età romana conserva il corpo del Santo,è a cupola su
pianta quadrata e arco trionfale decorata con affresco dell'
Annunciazione.La muratura a pietre di piccolo taglio non squadrate e
pavimento cosmatesco riportano a costruzioni coeve(Basilica di S.Angelo in
Formis).Tra il 1109 /1118 vi fu un primo ampliamento,furono aggiunti il
transetto ed una quarta navata con modifica del portico che ha colonne
monolitiche.I portali d'ingresso sono sormontati da archi con lunette in
cui si ammirano antichi affreschi della Vergine fra S.Bernardo ,S.
Martino,il Battista e S. Marco.Nel XVI sec il vescovo Capranica curò la
sistemazione del pronao a tre archi e della parte superiore che fu
abbellita con quindici statuette di terracotta maiolicata (Museo dell'Opera
e del Territorio a Caserta). Il campanile è a cuspide maiolicate gialle e
verdi.
La Cattedrale conserva caratteristiche architettoniche ,
affreschi e mosaici che vi permetteranno di fare un viaggio nel tempo. Il
mosaico del VI/VII sec rinvenuto è paragonabile a quello delle Basiliche
del Ravennate, gli affreschi antichi sono di particolare interesse, così
come le statuette maiolicate e i capitelli con teste leonine e umane che
risalgano alla fase iniziale di costruzione della Cattedrale.
Testo
scritto da Delegazione FAI di Caserta
Visite a cura di Dipartimento di
Lettere e Beni Culturali "DiLBeC" Università degli studi della Campania
Luigi Vanvitelli
Riardo
Parco Sorgenti, Contrada Ferrarelle, Sabato: 00:00 - 00:00
Un impegno che si concretizza attraverso opere di restauro di manufatti
architettonici di pregio e interventi sulla vegetazione e l'agricoltura.
All'interno del Parco Sorgenti di Riardo (dove ha origine la naturale
effervescenza di Ferrarelle), Ferrarelle ha fondato la società Masseria
delle Sorgenti, azienda agricola che coltiva in regime di agricoltura
biologica.
L'azienda agricola Masseria delle Sorgenti ha la sua dimora
all' interno della Masseria Mozzi le cui origini si perdono nella storia
fin dal Medioevo. Le terre, a quel tempo possedimenti agricoli dei Monaci
benedettini dell'Abbazia della Ferrara, erano meta del soggiorno estivo dei
monaci, che qui vi trovavano frescura nei mesi più caldi e un terreno
particolarmente fertile e ricco di sali minerali per l'agricoltura. Sono
proprio i monaci a dare il nome "Le Ferrarelle" a quei luoghi disseminati
di fonti d'acqua di origine vulcanica.
La Masseria vuole continuare a
svolgere il proprio ruolo nel territorio, migliorando continuamente i
propri standard produttivi e la sostenibilità delle proprie attività.
Inoltre, l'ambizione del progetto porta a rappresentare un esempio virtuoso
delle buone pratiche agricole per le altre aziende locali. In questo modo
puntiamo a creare una rete di imprese che tutelano e valorizzano il
patrimonio unico a nostra disposizione.
Il Parco Sorgenti Ferrarelle di
Riardo è patrocinato dal FAI, che ne tutela lo straordinario contesto
paesaggistico e architettonico. Un paradiso tutto naturale per custodire le
fonti delle acque minerali Ferrarelle, Natìa, Santagata e Roccamonfina.
All'interno del Parco Sorgenti di Riardo (dove ha origine la naturale
effervescenza di Ferrarelle), Ferrarelle ha fondato la società Masseria
delle Sorgenti, azienda agricola che coltiva in regime di agricoltura
biologica.
Testo scritto da Delegazione FAI di Caserta
Ventaroli
Basilica di Santa Maria ad Forum Claudii, Via degli Innocenti, Sabato: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30), Domenica: 09:30 - 13:00 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
La Basilica di Santa Maria ad Forum Claudii sita in Ventaroli nel comune di
Carinola, presso Caserta, si erge a circa 100 m dalla via Appia ed
anticamente era situata lungo la Via Sacra Langobardorum attraversata dai
pellegrini che da Roma si recavano al santuario di S. Michele sul Gargano e
alla tomba di S. Nicola a Bari.
Sorta su un precedente tempio pagano, la
basilica paleocristiana del V sec d. C. è stata a lungo la prima chiesa
cattedrale della diocesi di Carinola, da cui Episcopio di Ventaroli, dal
momento dell'istituzione di questa fino a quando, intorno al 1100, il
vescovo san Bernardo trasferì la cattedrale nella vicina Calinulum, a pochi
chilometri. In origine il sito è quello di Forum Claudii difatti la
basilica conserva l'antica denominazione di Santa Maria in Foro Claudio, a
memoria della città romana di Forum Claudii, fondata sull'area del più
remoto insediamento della città pelasgica di Caleno
La cattedrale
ripete, nell'architettura, lo schema di chiese coeve. L'interno è a tre
navate con absidi divise da 14 colonne di recupero e capitelli corinzi. La
facciata aveva in origine un nartece eliminato nel ‘400 col rifacimento del
portale d'ingresso. Come in altre basiliche tutte le pareti dovevano essere
affrescate ,le immagini servivano per istruire il popolo. Sicuramente la
parte più interessante dell'intera raffigurazione è rappresentata dagli
affreschi dell'abside centrale con la Madonna assisa in Trono e, ai lati,
due Angeli. Sul registro inferiore è, al centro, San Michele Arcangelo e i
Dodici Apostoli.Stilisticamente le immagini dipinte si riferiscono al
repertorio coevo dei mosaici. Niente viene concesso al naturalismo. I volti
sono piatti, i corpi rigidi e frontali, le vesti ricchissime Di notevole
interesse, e sicuramente desunti dalla cultura islamica, è la stoffa
"rotata" con l'inserimento di figure di elefanti, simmetricamente dipinti
secondo uno schema compositivo mediato dal repertorio dei tessitori
bizantini e musulmani. La curiosità di questi affreschi è sicuramente la
raffigurazione dei Mestieri nella navata destra in quanto documento storico
unico ed autentico delle corporazioni artigianali note nel 1400 .
Lontano da occhi indiscreti e immersa nel verde la Basilica di Ventaroli,
sebbene sia meno conosciuta rispetto ad altre coeve, è un piccolo tesoro
pittorico-architettonico che potrete visitare durante le Giornate FAI di
Primavera. La basilica è la testimonianza di numerose stratificazioni,
segno del passaggio di varie generazioni che si sono succedute nei secoli.
Il ciclo di affreschi, in essa ben conservati, è di grande valore, passiamo
dalla pittura romanica ad elementi bizantini fino ad arrivare a
testimonianze tardo gotiche, quasi rinascimentali. Diverse sono le
particolarità che la distinguono dalle altre basiliche , il luogo non è
sempre accessibile ma merita assolutamente una visita.
Testo scritto da
Delegazione FAI di Caserta
Visite a cura di Dipartimento di Lettere e
Beni Culturali "DiLBeC" Università degli Studi della Campania Luigi
Vanvitelli