Giornate Fai D'Autunno
Caserta e provincia - 14 e 15 Ottobre 2023
Comunicato stampa
Sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 tornano le Giornate
FAI d’Autunno, l’amato e ormai atteso evento di piazza che il FAI – Fondo
per l’Ambiente Italiano ETS dedica, da dodici anni, al patrimonio culturale
e paesaggistico del nostro Paese. Durante il fine settimana, animato e
promosso con entusiasmo dai Gruppi FAI Giovani, assieme a tutti i volontari
della Rete Territoriale della Fondazione, saranno proposte speciali visite
a contributo in centinaia di luoghi straordinari in tutta Italia,
selezionati perché solitamente inaccessibili oppure perché curiosi,
originali o poco valorizzati e conosciuti.
Il pubblico potrà
meravigliarsi di fronte alla ricchezza e alla varietà dei tesori di storia,
arte e natura che si celano, inaspettati e stupefacenti, in ogni angolo
della Penisola: tra questi si scopriranno palazzi storici, ville, chiese,
castelli, e ancora esempi di archeologia industriale, musei, collezioni
d’arte, aree archeologiche, biblioteche, laboratori artigiani e siti
produttivi. Saranno in programma, inoltre, itinerari nei borghi e percorsi
in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici.
Le Giornate FAI d’Autunno sono organizzate nell’ambito della campagna di
raccolta fondi della Fondazione "Ottobre del FAI", attiva per tutto il
mese.
Caserta
REAL VACCHERIA E TEMPIETTO DEL SS. SACRAMENTO, Scuola di
Polizia - Via Eleuterio Ruggiero 14, Aldifreda, CASERTA
Orario
-
Sabato: 09:00 - 13:30 (ultimo ingresso 13:30)
- Domenica: 09:00 - 13:30
(ultimo ingresso 13:30)
Durata visita: 20 minuti
Luogo accessibile
In caso di particolare affluenza l'ingresso al luogo potrebbe non essere
garantito.
La famiglia dei Borbone acquistò lo Stato di Caserta in una
realtà piuttosto modesta sia dal punto di vista sociale che territoriale,
dimensioni e densità edilizia, il definitivo salto di qualità della "città
nuova" avverrà soltanto, nella seconda metà del XVIII secolo, con la
realizzazione della Reggia. Il casale di Aldifreda, che prende il nome da
una principessa longobarda di nome Rifredi si trova attualmente nel pieno
centro di Caserta, in direzione nord, ed è situato in adiacenza al parco
della Reggia vanvitelliana.
La Vaccheria Reale, oggi sede della Polizia
di Stato, risale al 1750, anno in cui i Borbone acquistarono il terreno dal
Principe Michelangelo Gaetani di Sermoneta, per realizzarne una stalla per
136 vacche ed una capretteria, con annessa lavorazione di formaggi e di
sostanze che venivano utilizzate nella tessitura della seta. In merito alla
progettazione dell'intero complesso risalente al 1753, rimane indiscusso
l'operato dell'architetto Luigi Vanvitelli, difatti in una lettera scritta
al fratello urbano il 30 ottobre 1753, si legge ..."Questa mattina il re è
andato in giro per tutto il giardino....mi ha dato l'ordine di fare il
disegno della Vaccheria et un Caffeaus per bevere il latte in essa"...
L'edificio, a pianta semicircolare, ha il fronte principale a due piani, in
origine, il primo per uso magazzini e lattiere, il secondo per abitazione
dei vaccari e per altri impianti. La parte interna posteriore ha una forma
ellittica, dove erano situate le stalle, ed in avancorpo tra i due antichi
ingressi vi era il caffeaus, progettato da Luigi Vanvitelli per il
trattenimento della famiglia reale, con ambiente interno ellittico.
L'intero complesso sarà modificato ad Ospedale Militare con Sovrano
Rescritto del 31 ottobre 1850 N° 4100. Il Tempietto del SS. Sacramento,
situato nel cortile, fu costruito quando la Real Vaccheria aveva cessato la
sua attività, sopraelevato rispetto alla quota del cortile, fu costruito
come un tempio greco assemblando i blocchi di pietra senza l'utilizzo di
leganti. La cupoletta, all'interno, è affrescata con una rappresentazione
raffigurante la "Incoronazione della SS. Vergine con coro di Angeli ed
altri accessori" del pittore Gennaro Maldarelli.
La Real Vaccheria ed il
Tempietto del SS Sacramento, attualmente, sono parte integrante della
Scuola Agenti Polizia di Stato, quindi è un luogo normalmente non fruibile.
L'apertura tende quindi a far conoscere un una parte della città, che nasce
come attività produttiva di "supporto" alla Reggia e che negli anni ha
avuto diverse destinazioni d'uso. Durante la visita sarà possibile ammirare
nel locale della ex polveriera alcuni cimeli della Polizia di Stato.
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO perché sede di una istituzione o di un ente
Visite a cura di Liceo "A. Manzoni" Caserta
Aversa (CE)
CHIESA DELLE ANIME DEL PURGATORIO, Via Roma, 249, AVERSA,
Orario
- Sabato: 09:00 - 12:00 (ultimo ingresso 11:00)
-
Domenica: 09:00 - 12:00 (ultimo ingresso 11:00)
Note: Gli orari potranno
subire qualche modifica in funzione della liturgia domenicale.
Durata
visita: 60 minuti
In caso di particolare affluenza l'ingresso al luogo
potrebbe non essere garantito.
Situata a via Roma corso principale di
Aversa difronte la più nota Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo
La
piccola chiesa nacque probabilmente verso la fine del XIII secolo presso un
piccolo borgo esterno alla murazione normanna, chiamato "Mercato del
Sabato", che risulta già citato in un documento del 1303, ma della
primitiva struttura non restano che pochissime tracce. Attualmente
evidenzia uno stile rococò con accoppiamenti di stili succedutisi nel
tempo. Il diminutivo "Parrocchiella" vuol ricordare che la Chiesa fu sede
della parrocchia santi Filippo e Giacomo che in seguito occupò una chiesa
più grande. Nel 1700 era sede della Congrega di S.Francesco Saverio e sia
di quella del Purgatorio. La seconda prevalse e ai confratelli fu concessa
la sepoltura come testimoniato da diverse lapidi.
Struttura isolata
adibita a chiesa con alle spalle una piazzetta. Dal 1300 a 1700 la chiesa
ha subito poche mofiche, fino al 1700 quando è prevalso il gusto rococò, la
facciata poggia su una base di piperno, mentre l'interno è addobbato con
stucchi. Entrando a sx si nota una cappella con altare, un tempo
funzionante per i confratelli, ed un locale suddiviso che funge da
sacrestia. La facciata barocca, convessa e scandita da colonne nel primo e
unico ordine, e conclusa in altezza da un coronamento mistilineo, richiama
soluzioni di ascendenza borrominiana simili a quelle adottate da Ferdinando
Sanfelice nella chiesa napoletana di S. Maria Succurre Miseris. Sulla
parete esterna del corpo di fabbrica che si innesta sul lato sinistro della
chiesa, un altorilievo in stucco raffigura la Madonna Addolorata tra angeli
recanti i simboli della Passione di Cristo, con in basso delle Anime
Purganti, secondo una variante dell'iconografia della Madonna del
Suffragio. All'ingresso, un portale tardo cinquecentesco in piperno
racchiude due battenti lignei coevi in cui sono intagliate le figure dei
Santi titolari della chiesa. L'interno si presenta a pianta longitudinale a
navata unica, scandita dagli archi a tutto sesto che delimitano gli altari
laterali.
Degno di nota è anche il bel pavimento maiolicato della
navata, decorato con motivi azzurri e neri forse provenienti dalla
manifattura napoletana dei Giustiniani, interrotto da tre lapidi datate
1645.L'interno presenta raffinate decorazioni vaccariane.
Visite a cura
di Volontari FAI
CHIESA DI SAN DOMENICO, Piazza San
Domenico, AVERSA
Orario
- Sabato: 09:00 - 12:00 (ultimo ingresso
11:00)
- Domenica: 09:00 - 12:00 (ultimo ingresso 11:00)
Note: Gli
orari potranno subire qualche modifica in funzione della liturgia
domenicale
Durata visita: 60 minuti
Luogo accessibile
In caso di
particolare affluenza l'ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Situata nel centro più antico della città, sull'omonima piazza, venne
edificata nel 1278 al di sopra di una struttura ancora più antica.
La
bella chiesa di San Domenico fu fondata da Carlo I d'Angiò nel 1278 su di
un'altra antichissima, Sant'Antonino (poco dopo il re vi fondava anche il
convento), e completata da suo figlio Carlo II. La parte trecentesca è
visibile all'esterno dell'abside della chiesa ove si trova il grande
finestrone tra due contrafforti quadrangolari e in alcuni ambienti terranei
del convento con monofore lobate. La chiesa in origine presentava uno
schema di grande aula rettangolare, simile al Sant'Antonio nella stessa
Aversa, fino a quando, nel 1742, l'Ordine monastico, pensò ad un suo
radicale restauro incaricando, senza alcun dubbio, l'architetto beneventano
Filippo Raguzzini.
La magnifica facciata barocca, realizzata nel 1742,
secondo alcune fonti, su progetto del noto architetto napoletano Filippo
Raguzzini (passato alla storia per la teatrale sistemazione di piazza
Sant'Ignazio in Roma), è quanto ci è dato oggi ammirare dell'antica chiesa
di San Domenico, fondata da Carlo I d'Angiò nel 1278 e dedicata dallo
stesso allo zio San Luigi IX re di Francia. Completamente devastata da
ripetuti furti, infatti, quasi nulla rimane delle opere che arricchivano il
suo interno, al momento non visitabile. La facciata concava, di gusto
borrominiano, seppur segnata dal grave stato di abbandono, mantiene ancora
un certo fascino per la ricca e fantasiosa decorazione formata da gruppi di
colonne sporgenti, nicchie con statue (quella posta in cima è appunto di
Luigi IX), sfarzosi fregi. Sembra che nell'occasione il Raguzzini
utilizzasse, con qualche variazione, il progetto messo a punto per il
concorso (1731) della facciata di San Giovanni in Laterano in Roma,
assegnato poi all'architetto Alessandro Galilei.
All'interno è presente
una statua del ‘600 a cui la città di Aversa è molto legata per il prodigio
della peste nel 1660, tanto è vero che veniva chiamata anche la Madonna dei
Ceri perché Aversa aveva fatto un patto con l'Immacolata di offrire 100
libbre di cera, una funzione presente tutt'ora. L'usanza vuole che l'8
dicembre si offre al rettore della chiesa una cera, infatti dovrebbe essere
accesa sempre una lampada in ricordo della liberazione dalla peste.
Anticamente questa immagine si trovava alla Maddalena, poi alla
Confraternita dell'Immacolata e poi a San Domenico.
Visite a cura di
Volontari FAI
CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PIETA, via
Vittorio Emanuele III, AVERSA
Orario
- Sabato: 09:00 - 12:00 (ultimo
ingresso 11:00)
- Domenica: 09:00 - 12:00 (ultimo ingresso 11:00)
Note: Gli orari potranno subire qualche modifica in funzione della liturgia
domenicale.
Durata visita: 60 minuti
In caso di particolare affluenza
l'ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
La Chiesa di Santa
Maria della Pietà, rettoria e sede della Confraternita dell'Angelo Custode,
fu edificata nel 1597 fuori le mura della città. Sorge sul lato orientale
di Piazza vittorio Emanuele, vicino borgo Savignano della città di Aversa.
Chiamata così, perché qui i condannati a morte (incarcerati nel vicino
castello di Savignano e impiccati nella citata piazza) venivano a
confessarsi prima dell'esecuzione. Senza dimenticare che sorge vicino
all'ex Tribunale. E' conosciuta anche come cappella dell'Angelo Custode, in
quanto sede dell'omonima confraternita. La Cappella, che godeva del
patronato della famiglia Martucci passò successivamente alla famiglia
Lombardi nell'800. Nel 1656, dopo la peste, gli economi della chiesa
restaurarono il sacro edificio ed abbellirono l'interno.
La facciata,
con timpano e piccolo campanile con due campane, è posta su un piccolo
basamento di piperno, semplice e protetta da un'artistica cancellata di
ferro e delimitata da piccole paraste sormontate da capitelli corinzi e
termina con un timpano mistilineo, affiancato dal piccolo campanile a
bandiera. L'edificio è a due piccole navate con due altari. Le due navate,
comunicanti da tre archi a tutto sesto, hanno entrambe accesso all'esterno.
Nell'area presbiteriale è collocato un pregevolissimo altare; nella navata
destra, un altare del Novecento. Alla navata principale è affiancato un
volume secondario (sede della Confraternita dell'Angelo Custode). Seguendo
la riforma liturgica allo spazio presbiteriale è stato aggiunto un ambone
(attualmente le celebrazioni sono officiate Coram dei). Il pavimento
maiolicato riveste per intero l'area di calpestio della chiesa, fatta
eccezione per la sacrestia.
La chiesa conserva un affresco
quattrocentesco della Vergine Addolorata con Cristo morto, nascosto dietro
la tela dell'altare maggiore . Nell'ipogeo della chiesa di Santa Maria
della Pietà, altrimenti conosciuta come cappella dell'Angelo Custode in
piazza Vittorio Emanuele, è stata scoperta, durante la compilazione
dell'inventario dei beni culturali ecclesiastici della diocesi di Aversa -
un'urna cineraria d'epoca romana. L'antico manufatto, databile al I secolo
d.C. in età flavia
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO: Apre solo un giorno a
settimana per la messa a cura della congrega dell'Angelo custode
Visite
a cura di Volontari FAI
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
SAVIGNANO, Piazza Savignano, AVERSA,
Orario
- Sabato: 09:00
- 12:00 (ultimo ingresso 11:00)
- Domenica: 09:00 - 12:00 (ultimo
ingresso 11:00)
Note: Gli orari potranno subire qualche modifica in
funzione della liturgia domenicale.
Durata visita: 60 minuti
Luogo
accessibile
In caso di particolare affluenza l'ingresso al luogo
potrebbe non essere garantito.
La Chiesa sorge nell'antichissimo borgo
omonimo a sud-est della città.
La fondazione della chiesa è di
antichissima origine, precedente all'anno mille. Gli storiografi locali
ritengono la chiesa coeva alla villa Savignani, documentata dal X secolo.
Savignano è stato sempre un rione popolato a sé e quindi, molto
probabilmente, doveva far parte dell'antica Diocesi di Atella. Secondo
alcuni storici verrebbe addirittura citata in documenti dell'anno 900
unitamente al castello ed al borgo di Savignano. Quest'ultimo fu unificato
al nucleo storico di Aversa solo verso il 1310, ma sappiamo con certezza
che entrambe le strutture già esistevano prima della fondazione della
città.
L'interno a tre navate è a croce latina con il soffitto a volta.
La chiesa dové acquisire la forma attuale in successivi rifacimenti dal XVI
al XVII secolo. Nel 1661-62 fu finanziato il rinnovamento del transetto e
la sostituzione con una volta di fabbrica del tavolato della navata
centrale. La chiesa di San Giovanni Battista presenta con una facciata
dalle linee semplici priva di decorazioni e suddivisa in tre registri
scanditi da cornici marcapiano terminante con timpano triangolare. L'unico
elemento di pregio è il portale in piperno del XVIII secolo. Il campanile è
visibile sul lato sinistra della facciata e si presenta scandito in tre
registri da cornici marcapiano. La pianta, a tre navate, è a croce latina
coperta da una volta a botte lunettata nella navata centrale e da volte a
crociera nelle navate laterali. All'incrocio una cupola priva di tamburo.
la pavimentazione è in cotto.
Recentemente restaurata, a questa Chiesa è
legato il culto devozionale dell'Addolorata "ricca" che va in processione
sin dall'800, a cui il quartiere Savignano è molto legata.
Visite a cura
di Volontari FAI
CHIESA DI SAN ROCCO, Via San Francesco
di Paola, AVERSA
Orario
- Sabato: 09:00 - 12:00 (ultimo ingresso
11:00)
- Domenica: 09:00 - 12:00 (ultimo ingresso 11:00)
Durata
visita: 60 minuti
Luogo accessibile
In caso di particolare affluenza
l'ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
La chiesa si trova
nel Centro Storico di Aversa
Appartenente alla confraternita di San
Rocco. Questa chiesa nasce nel periodo delle pesti che ci sono state ad
Aversa (dal 1600 fino all'inizio del 1900 dopo di cui ci fu il vaiuolo).
Questo ha anche costituito il luogo della sepoltura dei morti. Nella
confraternita si curavano e si seppellivano gli appestati. E' sorta nel
‘600. Riguardo la statua interna della Madonna Addolorata, nell'800
s'inserì la confraternita dei serviti (servi di Maria) che molto
probabilmente provenivano da Firenze e lì si è istituito il culto della
Madonna Addolorata. E' un'immagine importante. Non è un'immagine solita ma
è diversa dalle altre. Questa è stata una delle confraternite più nobili di
Aversa.
La chiesa di San Rocco sorse nel luogo in cui già esisteva
un'altra chiesa dedicata alla Madonna della Neve. Di quest'ultima si hanno
testimonianze documentarie a partire del XV secolo. Nel secondo quarto del
XVI secolo trovò sede in questa chiesa la congrega di San Rocco, santo a
cui si votò la popolazione aversana durante la peste del 1526. In seguito a
questo evento, la congrega decise di ampliare la chiesa e di dedicarla a
San Rocco. L'effigie del Santo fu riprodotta in maiolica nel 1854
all'esterno della chiesa, accanto al portale. Nel corso del XX secolo
l'interno dell'edificio fu più volte riparato. Nel 1907 la navata fu
prolungata; dopo il sisma del 1980 la chiesa divenne inagibile per un
decennio; in seguito fu riparata dai danni subiti e riaperta al culto nel
1990. L'impianto della chiesa di San Rocco è a navata unica conclusa da una
profonda abside semicircolare e con due piccole cappelle su ogni lato. La
navata della chiesa è coperta da un soffitto cassettonato ligneo che
nasconde una copertura a falde visibile all'esterno. Il presbiterio è
coperto da una volta a botte. La facciata, in stile neoclassico, si
articola in due livelli sormontati da timpano finale. La torre campanaria è
addossata sul lato destro della chiesa, in posizione leggermente arretrata
rispetto all
La scelta di questo sito cade per un scelta di culto
religioso popolare che rientra nella tradizione della città di Aversa, si
potrà visitare la Chiesa e vedere la statua dell'Addolorata, alla quale è
dedicata una processione che si tiene il 13 marzo e vede sfilare il
simulacro custodito presso la Chiesa di San Rocco, ubicata nel vecchio
rione di S.Andrea. la stessa chiesa è curata ed abbellita continuamente
dalle offerte dei devoti, di cui fa parte la Congreca di San Rocco (i
Confratelli sono vestiti di verde) e la Pia associazione femminile Maria SS
Addolorata, le cui zelanti sfilano con una fascia nera che sta a
simboleggiare il lutto, dove sopra è impressa la frase "Non v'è dolore
uguale al mio". La bellissima statua dell'Addolorata di S.Rocco, fu donata
da un privato nel 1850 e, divenne "La povera" a causa del suo patrimonio
esiguo. Ironicamente, la sorte ha voluto che le parti si invertissero,
difatti, oggi "la povera" gode di una Processione molto più pomposa
rispetto alla "ricca" di Savignano (altro quartiere aversano, dove esiste
altra Addolorata). Il forestiero che passa per Aversa, potrà osservare la
modernità dei tempi, non abbia scalfito la tradizione.
Visite a cura di
Volontari FAI
CHIESA DI SANTA MARTA MAGGIORE, Via Santa
Marta, AVERSA
Orario
- Sabato: 09:00 - 12:00 (ultimo ingresso 11:00)
- Domenica: 09:00 - 12:00 (ultimo ingresso 11:00)
Durata visita: 60
minuti
Luogo accessibile
In caso di particolare affluenza l'ingresso
al luogo potrebbe non essere garantito.
Situata in via S. Marta 50 di
fronte al palazzo detto della "ghiacciera", la chiesa sorse come
"Purificazione di Maria Vergine", costituita in stile gotico. Nel 1324
viene rinominata "S.Marta".
Nel 1597 il vescovo Ursino decretava di
aprire una porta dietro l'altare con accesso alla via principale via
Drengot, per cui dal popolo detta "scalella", questo nome è importantissimo
perchè ricorda gli abitanti di Scala (la più antica cittadina della
Costiera) che in tempo di persecuzione da parte dei saraceni migrarono in
questa strada. La confraternita omonima ha in custodia la chiesa.
Lunga
18 m x 6.25 la chiesa, non conserva più lo stile originario, perchè nel
1745 fu ristrutturata. Ne risulta in generale un'imitazione di gusto
rinascimentale, ne è prova il soffitto a cassettoni. La facciata non ha
particolari ornamenti
Sono da ammirare tele di pregio artistico
custodite all'interno della Chiesa.
Visite a cura di Volontari FAI
QUARTIERE COSTANTINOPOLI (CHIESA DI S.GIOVANNIELLO, PARROCCHIA DI
S.MARIA DI COSTANTINOPOLI), Via Costantinopoli, AVERSA
Orario
- Sabato: 09:00 - 12:00 (ultimo ingresso 11:00)
- Domenica: 09:00 -
12:00 (ultimo ingresso 11:00)
Durata visita: 45 minuti
Luogo
accessibile
In caso di particolare affluenza l'ingresso al luogo
potrebbe non essere garantito.
Incorporata nell'edificio eretto dagli
eredi Tirozzi, l'antica Cappella seicentesca fu ridotta nelle dimensioni
nel 1850, sorge in via Costatinopli,26
Tale diminutivo "San
Giovanniello" le fu dato per distinguerla dalla omonima san Giovanni
Battista in Savignano, dai documenti atorici si evince che con i terreni
adiacenti era una sorta di monastero-fattoria, detto dal francese "grancia"
dipendente dal priorato di S.Vincenzo di Capua. Un tempo il luogo sorgeva
fuori le porte della città, infatti tutti i fabbricati di via
Costantinopoli sono sorti dopo il 1600. I Cavalieri di sa Lazzaro
prestarono soccorso agli appestati di San Giovanniello, infatti , la chiesa
fu ribenedetta (archivio vescovile 23.07.62). Parrocchia celebrante messa
fino al 1980 su ceduta dai Tirozzi alla famiglia Pirozzi, attualmente alla
famiglia Emini.
L'interno presenta un unico ambiente voltato molto
semplice. Unico elemento architettonico che attesta l'antichità del luogo è
l'apertura semicircolare sul portale e il portale esterno con la
trabeazione in piperno. Molto interessante è invece un affresco della
Madonna Lactans, simbolo di iconografia mariana, inizialmente presente
sull'Altare Maggiore.
L'immagine dell'icona mariana risale al ‘300 . La
parte più antica che si vede della Madonna è il volto, il bambino e il
seno; le aureole della Madonna e del bambino sono le più originali. Tutto
il resto è stato aggiunto, come ad esempio, il manto celeste, la collana e
gli orecchini. Riguardo l'autore del dipinto si ipotizza che si tratti di
un pittore di ambito giottesco napoletano, trasferitosi ad Aversa
probabilmente, su invito di un nobile che dimorava ad Aversa e che gli
commissionò l'opera. Un recente convegno tenutosi su iniziativa del Gruppo
FAI Aversa (Delegata I.R.Motti e Giovani FAI) con la Diocesi aversana (Don
M.Salato) ha messo in rilievo il bene oggi oggetto di restauro.
Rosalba
Corvino e Ilaria Rita Motti, Delegate FAI
Visite a cura di Volontari FAI
Capua
CHIESA DELLA SS. ANNUNZIATA, Corso Appio Capua Caserta,
CAPUA,
Orario
- Sabato: 09:00 - 13:00 / 15:00 - 18:00
- Domenica:
09:00 - 13:00 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 18:00)
Note per la
visita: Parzialmente accessibile ai disabili
Durata visita: 20 minuti
In caso di particolare affluenza l'ingresso al luogo potrebbe non essere
garantito.
La Chiesa e il Complesso della SS Annunziata con Chiostro e
Belvedere, si ergono nel cuore del centro storico di Capua , maestoso, il
complesso monumentale della SS. Annunziata, la principale chiesa cittadina
per impatto urbanistico. La sua slanciata cupola si nota su tutti gli altri
edifici già a grande distanza dalla città. Essa è considerata - per la sua
struttura - la più bella chiesa del tardo rinascimento napoletano fuori
Napoli.
La chiesa della SS Annunziata sorge sull'impianto di una
primitiva fabbrica angioina risalente all'epoca di Carlo II D'Angiò
(1285-1309).L'edificio attuale fu eretto tra il 1531 e il 1574 e presenta
una veste rinascimentale, conservatasi nonostante gli interventi operati
tra Seicento e Settecento, che hanno investito soprattutto l'interno e la
facciata. Essa è caratterizzata da un alto basamento lapideo, realizzato
forse con materiale di spoglio proveniente dall'anfiteatro Campano. A
fianco della chiesa, sul corso Appio, è presente la struttura arcuata di un
cavalcavia, che costituisce l'antico passaggio di cui si servivano le suore
per raggiungere,il convento con annesso Chiostro cinquecentesco possente
sia nella struttura modulare che ornamentale,soluzioni tardo
rinascimentali.
Al di sopra del basamento si eleva un ordine gigante con
paraste corinzie che sorreggono una forte trabeazione con cornice
aggettante a modiglioni e rosetta, che scandiscono la facciata dividendola
in tre campate: quella centrale presenta un finestrone ad arco sormontato
da una cornice aggettante, mentre le laterali sono caratterizzate da
nicchie, forse già presenti nel disegno cinquecentesco, cui furono
aggiunti, nel Seicento, i forti timpani ricurvi e le mensole inferiori,
oltre alle vibranti statue in stucco di S. Antonio e S.Lucia; tra i
capitelli vi sono decorazioni a stucco con teste di putti. Il portale di
accesso alla chiesa presenta in sommità un timpano curvilineo. La facciata
è conclusa, nella parte superiore da un grosso timpano triangolare dotato
di una finestra ad arco al centro.La parete laterale è anch'essa scandita
da paraste corinzie binate su alto basamento che separano finestre con
profilo ad arco ribassato, dotate di una cornice aggettante su lesene a
riquadri interni.Nel Settecento l'intero complesso venne investito da una
serie di interventi, alcuni dei quali promossi dai Borbone: il Cavalcavia
che sovrasta Corso Appio,la scala coclea concentrica di matrice
vanvitelliana che conduce al "belvedere" il cui terrazzo domina a 360 gradi
tutta Capua. trecen
L'apertura nelle Giornate FAI vi permetterà di
scoprire attraverso la guida di giovani Ciceroni le meraviglie nascoste di
questa Chiesa e del complesso conventuale con il Chiostro e il "belvedere"
Visite a cura di: Visite Chiesa SS Annunziata: Apprendisti Ciceroni Liceo
"L.Garofano" Capua indirizzo Scientifico Animazione musicale Liceo"L.
Garofano" Capua indirizzo Musicale Chiostro e Belvedere Complesso della SS.
Annunziata: Apprendisti Ciceroni ITIS "Giulio Cesare Falco" Capua
FORTIFICAZIONI, Via Appia Capua Caserta, CAPUA
Orario
- Sabato: 09:00 - 13:00 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 18:00)
-
Domenica: 09:00 - 13:00 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 18:00)
Note per
la visita: Parzialmente accessibile
Durata visita: 50 minuti
In caso
di particolare affluenza l'ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Le antiche e possenti fortificazioni militari che circondano la città -
fortezza di Capua, da sempre considerata la porta del Regno di Napoli verso
Settentrione, nei secoli diventata la "Chiave del Regno" sono ancora ben
conservate.Di epoca romana è senza dubbio il Ponte sul fiume Volturno e la
Porta Napoli che fa parte del complesso delle fortificazioni ed è ispirata
a Porta Capuana di Napoli
A sud verso la campagna, dalla parte non cinta
dal Volturno, il sistema di difesa di Capua era formato da fossati e mura
bastionate.Le cortine murarie a scarpa della cinta sono opera, sia in fase
di impianto che di rifacimento, di Spagnoli ed Austriaci durante il
viceregno. Ciò che ancora si vede della fortificazione, risale ad un
periodo che va dall'inizio del Cinquecento alla metà circa del Settecento e
presenta, appunto, bastioni, torri e polveriere.Il maestoso complesso dava
la possibilità di sviluppare la difesa frontale (ficcante), la difesa
piombante (o radente) e quella fiancheggiante (a mezzo delle torri) ed è
ancora oggi visibile provenendo da Napoli o da Roma, attraverso le Torri di
Federico sul Volturno o visitando la zona di Santa Caterina su piazza San
Francesco. .
L'impianto delle mura ha un tracciato poligonale con
diversi fronti che, a partire dal lato orientale della città, sono
chiamati: Sperone (o di Santa Maria), Olivares, del Conte, d'Aragona e, sul
fronte occidentale, Eugenio e Daun, diventati poi Carlo e Amalia per
onorare il sovrano Carlo di Borbone che ne volle il restauro (sec. XVIII).
Questi ultimi due bastioni, più vicini al fiume Volturno, custodivano la
cittadella con il forte eretto tra il 1542 ed il 1552 (nel luogo detto la
portella) dall'imperatore Carlo V. Infine, sull'ansa interna del Volturno,
nella zona detta la limata, si erge il bastione Sapone.
Le Giornate FDAI
d'Autunno vi permetteranno di passeggiare nel polmone verde della città
alla scoperta della città fortezza, di ammirare la maestosa cinta muararia
che circondava e circonda la città
Visite a cura di Dipartimento di
Lettere e Beni Culturali "DiLBeC"
REALE SALA D'ARMI, EX CHIESA
DI SAN GIOVANNI DELLE MONACHE, Via Giovanni Andreozzi, 30, CAPUA
Orario
- Sabato: 09:00 - 13:30 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
- Domenica: 09:00 - 13:30 / 15:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note
per la visita: Parzialmente accessibile ai disabili
Durata visita: 30
minuti
In caso di particolare affluenza l'ingresso al luogo potrebbe non
essere garantito.
La città di Capua fu fondata dai Longobardi sul sito
dell'antica Casilinum romana in seguito alla distruzione dell'antica Capua
,ed è stato il principale centro del Regno di Napoli e di Terra di Lavoro
in virtù della sua posizione strategica sul fiume Volturno e sulle antiche
Via Appia e Casilina. In epoca medievale è stata sede del potente
Principato normanno di Capua, in seguito acquisito dal Regno di Sicilia ad
opera di Guglielmo I.Successivamente divennè città demaniale, quindi non
soggetta ad alcun dominio feudale.
La Reale Sala d'Armi è il risultato
della ristrutturazione avvenuta nel 1830-43, durante il periodo borbonico,
della chiesa di San Giovanni delle Dame Monache fondata nel 1737 e
consacrata nel 1753. Secondo lo storico Roberto Pane fu progettata e
realizzata dagli architetti Ferdinando Sanfelice e Domenico Antonio
Vaccaro, su un preesistente impianto benedettino fondato nel X Sec., con
annesso monastero di clausura che restò al governo dei padri cassinesi fino
al 1574.
La chiesa settecentesca è a pianta centrale con forma
ottagonale circondata da un deambulatorio che collega le cappelle ed è
sovrastata da una cupola che si eleva su un tamburo sempre di forma
ottagonale. A seguito della soppressione degli ordini religiosi attuate
agli inizi dell' 800, il monastero fu destinato ad usi militari diventando
sede del Corpo del Genio e successivamente nel 1815 a Scuola di
Applicazione del Genio ed Artiglieria, mentre la chiesa fu adibita a
magazzino. A seguito di un progetto redatto dalle autorità militari nel
1819, la chiesa subì una radicale trasformazione mediante la demolizione
sia della già lesionata cupola, mentre venne preservato il tamburo
ottagonale, sostituita da una copertura con tetti spioventi, che del
prospetto principale, lasciando dell'edificio religioso settecentesco
soltanto l' impianto planimetrico. Quindi, secondo ordini sovrani, si
decise di costruire ed architettare una gran Sala d' Armi, nella quale
vennero comodamente disposte diverse migliaia di fucili, con altrettante
bajonette e corte sciabole dette cauciarri. La realizzazione della Reale
Sala d' Armi comportò la completa abolizione dell'apparato decorativo
interno della chiesa per consentire la realizzazione delle rastrelliere in
legno e una scala elicoidale.
La Reale Sala d' Armi situata nel centro
storico della città, è parte integrante di quella struttura urbana nella
quale sono rimaste parte dei circuiti bastionati e dei numerosi conventi e
monasteri trasformati in caserme, pertanto si auspica di istituire al suo
interno un museo di armi che si ricollocherebbe alla storia militare di
Capua.La Reale Sala d'Armi, è un luogo normalmente non visitabile ed
accessibile, l'apertura prevista nelle Giornate FAI d'Autunno pone
l'obiettivo di far conoscere un sito davvero singolare e poco noto, che
seppur trasformato è stato opera di due grandi architetti del Settecento ed
appartiene aduna realtà storica che è stata una delle più influenti del
meridione d'Italia.
Delegazione FAI di Caserta
Visite a cura di
Apprendisti Ciceroni Liceo Statale "S. Pizzi" Capua Animazione musicale
I.C. " Pier delle Vigne" Capua
CASTELLO DI CARLO V, Via
Mezza Appia, CAPUA
Orario
- Sabato: 09:00 - 13:00 / 15:00 - 17:00
(ultimo ingresso 16:30)
- Domenica: 09:00 - 13:00 / 15:00 - 17:00
(ultimo ingresso 16:30)
Note per la visita:
Parzialmente accessibile
La visita al Castello
Durata visita: 50 minuti
In caso di
particolare affluenza l'ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Dietro una massiccia ed anonima cinta muraria che protegge da sguardi
indiscreti l'attuale impianto produttivo del Pirotecnico Militare di Capua,
in provincia di Caserta, è nascosto uno dei tesori architettonici più
importanti della Campania realizzati durante il XVI secolo: il Castello di
Carlo V. Non una fortezza principesca e neanche una precipua struttura
fortificata, bensì un vero e proprio edificio ossidionale costruito per
arginare qualsiasi tentativo di assedio del centro capuano, chiamato
"Clavis Regnii" già da Federico II di Svevia.
Il suo cantiere venne
inaugurato nel 1542 ed i primi interventi vennero finanziati con il denaro
devoluto al governo locale da Carlo V, l'imperatore di un "impero sul quale
non tramontava mai il sole". L'idea gli era venuta dopo aver visitato la
città, nel 1536, mentre era diretto a Roma per conoscere di persona
l'appena eletto al soglio pontifico Papa Paolo III Farnese. L'imperatore
soggiornò per una notte a Capua, dove gli tributarono feste ed onori e per
rinfrancarlo dal viaggio di ritorno da Napoli dove era stato per risolvere
alcune controversie tra l'aristocrazia partenopea e l'allora viceré don
Pedro de Toledo.
Ben 4000 ducati vennero impiegati nella fase iniziale
del progetto e per la sua esecuzione vennero coinvolti i più validi
ingegneri militari del vice-regno. Per più di duecento anni il castello ha
svolto il ruolo di "cittadella militare". Con la fine della dominazione
austriaca e l'avvento dei Borbone, nel 1734, da piazzaforte ossidionale
divenne prima carcere e successivamente "polveriera". Ancora oggi
attraverso le sue strutture è possibile leggere parte della storia
militare, fatta di assedi e di conquiste, che ha riguardato oltre Capua
anche l'intera nazione.
Riscoprire il Castello di Carlo V vuol dire
ripercorrere le vicende marziali che hanno interessato il lungo periodo
vicereale napoletano. La sua lettura consente inoltre di rivelare la
singolarità architettonica di un monumento che, al momento della sua
costruzione, venne concepito come un tutt'uno con il centro cittadino, la
confinante area rurale e il fiume Volturno, al fine di creare un nuovo
sistema urbanistico dove andavano ad armonizzarsi paesaggio, edifici civili
e religiosi e strutture militari aventi funzioni di difesa e di controllo
del territorio circostante.
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO perché sede di una
istituzione o di un ente
Visite a cura di Apprendisti Ciceroni ISIS "
Federico II" Capua Animazione musicale in Piazza dei Giudici : IC. "
E.Fieramosca-Martucci" di Capua
Riardo
MASSERIA DELLE SORGENTI - OASI FAI FERRARELLE, Via
Sant'Agata, 28, RIARDO
Orario
- Sabato: 10:00 - 13:00 (ultimo
ingresso 13:00)
Durata visita: 50 minuti
Luogo accessibile
In caso
di particolare affluenza l'ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Un impegno che si concretizza attraverso opere di restauro di manufatti
architettonici di pregio e interventi sulla vegetazione e l'agricoltura.
All'interno del Parco Sorgenti di Riardo (dove ha origine la naturale
effervescenza di Ferrarelle), Ferrarelle ha fondato la società Masseria
delle Sorgenti, azienda agricola che coltiva in regime di agricoltura
biologica.
L'azienda agricola Masseria delle Sorgenti ha la sua dimora
all' interno della Masseria Mozzi le cui origini si perdono nella storia
fin dal Medioevo. Le terre, a quel tempo possedimenti agricoli dei Monaci
benedettini dell'Abbazia della Ferrara, erano meta del soggiorno estivo dei
monaci, che qui vi trovavano frescura nei mesi più caldi e un terreno
particolarmente fertile e ricco di sali minerali per l'agricoltura. Sono
proprio i monaci a dare il nome "Le Ferrarelle" a quei luoghi disseminati
di fonti d'acqua di origine vulcanica.
La Masseria vuole continuare a
svolgere il proprio ruolo nel territorio, migliorando continuamente i
propri standard produttivi e la sostenibilità delle proprie attività.
Inoltre, l'ambizione del progetto porta a rappresentare un esempio virtuoso
delle buone pratiche agricole per le altre aziende locali. In questo modo
puntiamo a creare una rete di imprese che tutelano e valorizzano il
patrimonio unico a nostra disposizione.
Il Parco Sorgenti Ferrarelle di
Riardo è patrocinato dal FAI, che ne tutela lo straordinario contesto
paesaggistico e architettonico. Un paradiso tutto naturale per custodire le
fonti delle acque minerali Ferrarelle, Natìa, Santagata e Roccafina.
All'interno del Parco Sorgenti di Riardo (dove ha origine la naturale
effervescenza di Ferrarelle), Ferrarelle ha fondato la società Masseria
delle Sorgenti, azienda agricola che coltiva in regime di agricoltura
biologica.
Delegazione FAI di Caserta
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO perché
di proprietà privata
Iniziative speciali
Sabato 14 ottobre sono
previste le visite dello Stabilimento Ferrarelle e della Masseria Mozzi,
Bene patrocinato FAI presso l'Azienda Agricola Masseria delle Sorgenti
Ferrarelle. Le visite sono previa prenotazione obbligatoria da effettuarsi
al numero 3454138940. Sarà inoltre possibile pranzare presso l'agriturismo
Masseria Mozzi, previa prenotazione telefonica al numero 3454138940 email:
info@masseriadellesorgenti.it
Visite a cura di Volontari FAI
Scopri i luoghi visitabili e come partecipare qui:
https://bit.ly/GiornateFAIdAutunno2023