Mostra di Paolo Ventriglia: Quadri per un'esposizione
Capua (CE) - dall'8 al 29 Ottobre 2022
Comunicato stampa
Sembra il titolo di una pièce teatrale, invece è un capitolo della
complessa vicenda che è la vita reale, più affascinante della più intricata
trama dei copioni teatrali.
Paolo Ventriglia, terminata l’esposizione
“BROC-ART, detournement int’a puteca' ” è uscito dall’antro
dell’alchimista/restauratore del sottospazio17, scavalcando strumenti
arcaici, oggetti e libri dismessi, per lo più dalla loro stessa inutilità,
ma grazie a lui per breve tempo vivificati dal tocco curioso dei visitatori
dell’esposizione. A distanza di tre anni, giunge nel nobile Palazzo Fazio
di Capua, ospite dell’Associazione Capua Nova, per questa nuova personale
esposizione. Due spazi così diversi, alternativi ma con un dato
qualificante in comune, si offrono all’arte e alla cultura
disinteressatamente.
Già, perché Paolo Ventriglia è un artista, un
operatore culturale, non fa l’artista come mestiere perché, pur non
disdegnando di vendere le sue opere, non produce a fini commerciali.
Un
artista che vive il quotidiano, leggendone nel profondo comportamenti e
significati, scontrandosi, inevitabilmente con una socialità a volte vacua,
banale e disonesta, a volte sofferente e bisognosa.
Il suo “sguardo
vagabondo” sulla città è una rivalutazione in chiave moderna del mondo dei
flaneurs, cari a Baudelaire. Un concetto, quello della flanerie,
espressamente richiamato nel titolo di alcune sue opere, da intendersi come
capacità di interpretare i “luoghi”, girovagare senza una meta precisa,
mossi solo dal desiderio di sperimentare la vita nei suoi caratteri più
autentici, pratiche di vita alternative che per essere analizzate nella
loro completezza richiedono una sensibilità poetica e una capacità
narrativa propri di artisti e scrittori.
Riuscire ad affrancare gli
occhi, cioè la mente, dagli avvilenti e martellanti stereotipi che ci
propone un regime indefinito, consente a Paolo di intervenire, esprimendosi
con la pittura ma non solo, utilizza, infatti, come si può apprezzare in
questa esposizione, ogni mezzo di espressione possibile.
Oltre che sulle
tele interviene su oggetti di uso comune e produce intriganti ceramiche e
cortometraggi, come quello che viene proiettato nella esposizione, in cui
sono aggregate tante piccole storie, immagini, suoni, momenti e sensazioni
raccolti dall’errante flaneur. Contiene temi che tratta anche in alcune
delle sue opere pittoriche. E non sfugge, dalla visione del film, la
percezione di una sua profonda conoscenza del linguaggio cinematografico.
Inoltre, in questa operazione, ad ulteriore conferma di una poetica che
predilige il sociale, Paolo Ventriglia chiama alla collaborazione amici
pittori, musicisti, attori in una performance che assume un alto valore
(simbolico) culturale.
Con queste sue ultime opere, in cui si evidenzia
tutta l’ irriverente ironia di matrice patafisica, sempre presente nel suo
fare arte e, in questo caso, organicamente relativa alla filosofia della
flanerie, Paolo Ventriglia mette in luce le contraddizioni di una società
che non è risolta e, quindi, non risolve.
Sempre più marcata
nell’evoluzione semantica delle sue opere, resta la costante del
riferimento sociale, mentre il significato della sua poetica trova la
naturale rappresentazione nella contorsione innaturale dei corpi
(femminili), costretti ad adattarsi ad “uno spazio di costrizione” mentale
oltre che fisico, in un mondo rappresentato metaforicamente perimetrato
nella forma delle tele.
Ma altri e sempre interessanti personaggi
animano le tele di Paolo e questa esposizione. Sono folletti o
disarticolati saltimbanchi che ruotano in un aspirale, attratti da un punto
nero al centro di un bacile o confinati in una “casa folle”, chiaro
richiamo al lockdown della pandemia; una donna che si confronta con la
realtà, riflettendola da uno specchio, rivendicando il suo non essere
reale, e c’è un mondo libero e beato che galleggia tra onde di pace di
tanti colori. Ma da gli spazi non usuali della tela, altri personaggi hanno
la possibilità di gridare, in modo esplicito e diretto il loro NO alla
guerra.
Il finale di questa storia ci vedrà tutti insieme protagonisti a
Capua nel Palazzo Fazio dall’8 ottobre 2022 ore 18.30 (LORENZO RIVIELLO)
Vernissage sabato 8 ottobre ore 18.30, Palazzo Fazio via Seminario Capua
visitabile fino al 29 ottobre
Giorni di visita: venerdì e sabato 18.30 -
20.30
gli altri giorni su appuntamento, chiamare 366 602 8030