Ass. Bianconiglio: eventi
S. Benedetto (CE)- Aprile 2021
Comunicato stampa
martedì 12 Aprile, ore 21, discussione sul racconto “La
morte della Pizia” di Friedrich Dürrenmatt.
Di cosa parla il racconto?
«Stizzita per la scemenza dei suoi stessi oracoli e per l’ingenua credulità
dei Greci, la sacerdotessa di Delfi Pannychis XI, lunga e secca come quasi
tutte le Pizie che l’avevano preceduta, ascoltò le domande del giovane
Edipo, un altro che voleva sapere se i suoi genitori erano davvero i suoi
genitori, come se fosse facile stabilire una cosa del genere nei circoli
aristocratici, dove, senza scherzi, donne maritate davano a intendere ai
loro consorti, i quali peraltro finivano per crederci, come qualmente Zeus
in persona si fosse giaciuto con loro». Con queste parole spigolose e
beffarde ha inizio "La morte della Pizia" e subito il racconto investe
alcuni dei più augusti miti greci, senza risparmiarsi irriverenze e furia
grottesca. Ma Dürrenmatt è troppo buono scrittore per appagarsi di una
irrisione del mito. Procedendo nella narrazione, vedremo le storie di Delfi
addensarsi in un «nodo immane di accadimenti inverosimili che danno luogo,
nelle loro intricatissime connessioni, alle coincidenze più scellerate,
mentre noi mortali che ci troviamo nel mezzo di un simile tremendo
scompiglio brancoliamo disperatamente nel buio». L’insolenza di Dürrenmatt
non mira a cancellare, ma a esaltare la presenza del vero sovrano di Delfi:
l’enigma
martedì 26 Aprile, ore 21, gruppo di
lettura del Ritrovo del lettore dicute sulla raccolta di racconti “Cronache
marziane”, capolavoro di Ray Bradbury.
Dalle prime fallimentari
esplorazioni umane all'invasione e infine al declino: Cronache marziane
(1950) è il resoconto della conquista e della colonizzazione di Marte da
parte dei terrestri.
Tutto avviene in meno di trent'anni, tra il 2030 e
il 2057, quando lo scoppio di una guerra atomica costringe i terrestri a
rientrare e Marte, pianeta antichissimo, resta nuovamente abbandonato. Sui
suoi immensi mari di sabbia privi di vita passano i grandi velieri degli
ultimi marziani, creature simili a fantasmi, ombre e larve di una civiltà
che gli ingombranti terrestri venuti da un mondo sordo e materialista non
hanno saputo vedere né comprendere. Capolavoro della fantascienza, Cronache
marziane è in realtà molto di più: in queste pagine ricche di inventiva e
di poeticissime immagini, Bradbury travolge i limiti della letteratura di
genere, ritrovando l'universalità simbolica della fiaba e dell'epos: «
Cronache marziane » scrive infatti nell'Introduzione «sono Tutankhamon che
esce dalla tomba quando avevo tre anni, le saghe norrene quando avevo sei
anni, e gli dèi greco-romani che mi affascinavano tantissimo quando avevo
dieci anni: insomma mito puro». Ma non solo: Bradbury sente l'urgente
bisogno di parlare del mondo che lo circonda: il "suo" Marte è il
ricettacolo dei fantasmi dell'epoca, un pianeta dell'immaginario americano
degli anni Quaranta che racchiude sogni, desideri, speranze di un Paese
partito alla conquista dello spazio che assiste allo sgretolarsi delle
proprie ambizioni e illusioni.
Ass. Bianconiglio, via S. Antonio, S. Benedetto (CE)