Mariagrazia De Luca: il soprano casertano Guest Artist all’Alexandria Opera House

Caserta - Settembre 2021

Intervista a cura di Maria Pia Dell'Omo


Intervistiamo per i lettori Mariagrazia De Luca, soprano casertana da pochi giorni rientrata dall’Egitto, dove ha rappresentato con molti plausi ed encomi la cultura italiana in occasione del gran galà “Musicals and Famous Songs”, tenutosi lo scorso agosto all’Alexandria Opera House e in cui la De Luca era Guest Artist.

D. Mariagrazia, presentati ai nostri lettori e raccontaci di questo evento, per cui sei stata attesissima ospite.
Sono nata a Roma, ma da sempre vivo a Caserta. Qui ho conseguito la maturità classica e, poi, la laurea in Filologia Classica. Sono diplomata al conservatorio di Salerno, e ho avuto il piacere di essere stata alunna del maestro Morace. Proseguendo nei miei studi, ho conseguito delle masterclass con grandi nomi del settore lirico, tra cui nomino con piacere Giovanna Casolla (ndr, soprano Falcon, una straordinaria variante di soprano drammatico), Maria Dragoni (ndr, di cui attualmente De Luca è pupilla), Mariella Devia, Anna Vandi.
Ho avuto modo di lavorare come cantante lirica professionista in meravigliosi teatri, come il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Argentina di Roma, il Teatro Vittorio Emanuele di Messina, il Teatro Alfonso Rendano di Cosenza e il Teatro Statale di Flensburg, legato allo Staatsoper Hamburg, l’Opera di Amburgo, dove ho avuto una bellissima esperienza con la “Manon Lescaut”.
Oltre a questa, ho preso parte a varie produzioni e tour di opere, tra cui la “Turadot” e la “Cavalleria Rusticana”.
Sono stata invitata dal Teatro San Carlo all’Ambasciata d’Egitto e all’Accademia d’Egitto di Belle Arti (ndr, per rappresentare Napoli e l’Opera) a Roma per un concerto con alcune arie.
In tale occasione ho conosciuto la direttrice artistica dell’Opera d’Egitto e, grazie al favore di un caro amico, che si chiama Fathy, sono stata selezionata come Guest Artist per un concerto promosso dall’Opera del Cairo, che però si è svolto all’Alexandria Opera House.
Le ragioni di questa scelta constano nel fatto che l’organizzazione ha reputato più adeguato l’Alexandria Opera House, che ospita gli spettacoli artistici delle compagnie del Teatro dell’Opera del Cairo e gli artisti che seleziona per eventi interazionali, perché era loro desiderio ospitarmi in un teatro antico, che risale infatti ai primi del Novecento e nell’estetica sembra un piccolo San Carlo, dall’ottima acustica e dai meravigliosi colori, in oro e in rosso.
Il concerto cui ho preso parte, con l’Orchestra diretta da Davide Dellisanti, è un concerto all’avanguardia, in cui l’organizzazione ha voluto presentare le più famose arie di Opera Moderna.
Nella prima parte, ho cantato un’aria erroneamente reputata da Musical, ma che in realtà è la prima Opera Jazz al mondo: Summertime da “Porgy & Bess” (1935) di George Gershwin.
Gli altri artisti hanno cantato nella prima parte Musical e Opere Moderne, mentre nella seconda parte della serata io ho voluto rappresentare Napoli con O’Sole mio (Capurro, Capua, Mazzucchi, 1898).

D. Non sei certamente nuova alle trasferte, ma ogni esperienza immagino regali sempre nuove emozioni. In particolare, come è stato per te riprendere dopo i mesi di stallo causati dalla pandemia e dalle restrizioni sanitarie?
È stata un’esperienza davvero molto costruttiva. Era la mia prima volta in Egitto, terra da me agognata da molto perché l’ho studiata con curiosità e passione sui testi universitari. Ne sono stata affascinata: vedere di persona le Piramidi mi ha aperto un mondo, è stata una grande emozione per me poter cantare lì.
Sono molto felice, inoltre, del fatto che questa sia stata la mia prima esperienza professionale in ambito ultracontinentale.
L’Egitto è una terra ricca di cultura e le persone sono state tutte molto gentili con me, essendo loro dei ferventi amanti dell’Opera Classica e, soprattutto, dei cantanti italiani.
Mi hanno dato grande lustro e risonanza a livello mediatico e a livello umano: sono venute molte persone anche dopo l’esibizione, mi hanno aspettato per fare delle foto, per avere il mio autografo. È stato molto bello.
Si sono emozionati fortemente nel sentir cantare O’ sole mio perché, nonostante sia bellissima Summertime, quando le persone sentono O’ sole mio vedono Napoli. Io sono cresciuta qui, in Campania e per me è stata una grande emozione potere rappresentare Napoli, Caserta, la nostra Campania, con una canzone ormai diventata icona e culto per tutto il mondo. È stato come portare il sole della nostra terra – certamente non manca il sole in Egitto, ma è un sole diverso.
Il sole che vogliamo tutti quanti sul nostro viso, perché è come un abbraccio. Questo è quello che ho sentito dopo aver cantato questa canzone: il dono dell’abbraccio.
Infatti quando cantavo io allargavo le braccia e pensavo che quello fosse il nostro abbraccio per loro. Siamo in un momento controverso, pieno di difficoltà nelle nostre terre, e io invece cantando pensavo “vi offro un abbraccio di pace e di amore”. Perché esistono due categorie di persone: chi ama e chi non ama, e noi che siamo artisti amiamo in maniera incondizionata, perché diamo alle persone quello che abbiamo di più sacro per noi, quello che abbiamo di più intimo, è questa la cosa più bella. Questa è stata davvero la mia grande emozione: voler dare alle persone che erano lì presenti una parte di me e io questo amore lo davo come italiana, come campana e orgogliosamente napoletana, casertana: con tutta me stessa ho cercato di trasmettere loro il nostro calore. Un calore che è riconosciuto a trecentosessanta gradi in tutto il mondo ed è bello che, oltre a farci conoscere per le cose brutte, ci si faccia riconoscere anche per le cose belle, soprattutto per le cose belle. Noi culturalmente siamo ammirati proprio per questo. Abbiamo forse troppe cose belle da poter offrire al mondo – e abbiamo il dovere di farlo, umanamente.
In quel momento li ho abbracciati tutti, li ho voluti irradiare. Ho pensato: “O’ sole mio non sta solo in fronte a me, ma sta in fronte a te, a tutti. Quindi siete tutti con il sole di Napoli, il sole di Caserta, il sole della Campania e dell’Italia, siete tutti che potete godere del calore umano della mia voce e del sole e della bellezza della nostra terra”. Per me è stato un simbolo, il sole che irradia le anime e l’amore che dobbiamo trasmettere agli altri.

D. Puoi anticiparci qualcosa dei tuoi progetti futuri?
Non posso svelare molto, perché sono in fase di audizioni. Questo è un periodo di ripresa per tutti; siamo in fase di preparazione, ci sono molti discorsi da riorganizzare e progetti messi in pausa da riprendere.
Posso solamente anticipare che ho avuto dalla direttrice Iran Mustafa numerosi ringraziamenti e complimenti, nonché dalla ministra della cultura egizia, oltre a una emozionante standing ovation dopo la seconda canzone. Visto il consenso e il plauso, anche degli arti artisti, che mi hanno apprezzato come persona e cantante, Iran Mustafa ha avuto l’idea di continuare la nostra collaborazione in futuro futura. Ma non sveliamo troppi segreti...
Posso solo dire che tutto ciò che ho fatto fino ad ora lascia ben presagire.

Per seguire le attività del soprano De Luca, rimandiamo alla sua pagina artistica: https://www.facebook.com/MariagraziaDeLucaOfficial 
Articolo precedente su De Luca: http://www.casertamusica.com/rubriche/articoli/2021-A/210331_intervista_mariagrazia_de_luca.asp

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