Anfiteatro Campano e il Museo archeologico dell'antica Capua: eventi
Santa Maria Capua Vetere (CE) - Agosto 2021
Comunicato stampa
La Direzione Regionale Musei Campania, nell’ambito del Piano di
Valorizzazione 2021, organizza un’apertura straordinaria per sabato
21 agosto 2021 presso l’Anfiteatro Campano e il Museo archeologico
dell'antica Capua di Santa Maria Capua Vetere.
L’iniziativa si svolgerà
prolungando l’apertura dell’Anfiteatro Campano e del Museo archeologico
dell'antica Capua di tre ore con l’acquisto del biglietto cumulativo.
L’apertura straordinaria si concluderà alle ore 22,00 con ultimi ingressi
alle ore 21,30.
L'evento in programma all'Anfiteatro campano è:
-
alle ore 19,30 narrazione teatralizzata “Minotauro: storia di Eros e
Thanatos”
Lo spettacolo itinerante si svolgerà tra i suggestivi
ambulacri dell'anfiteatro, che rievocheranno il labirinto di Minosse.
Lo
spettacolo, a cura del “La Chiave di Artemisia”, per la regia e
drammaturgia di Livia Berté, invita, tra musiche ed ombre, echi e racconti,
ad aprire il vaso di Pandora del mondo simbolico ed ancestrale del Mito,
all’interno dei suggestivi cunicoli degli scavi sotterranei dell’Anfiteatro
Campano di Santa Maria Capua Vetere.
"La Natura è un tempio dove incerte
parole mormorano pilastri che sono vivi, una foresta di simboli che l'uomo
attraversa nei raggi dei loro sguardi familiari”. “L’eternità è innamorata
dei frutti del tempo”
Più di duemila anni fa qualcuno alla luce fioca
delle stelle raccontava di come di come l’Arte vincesse la malìa del tempo.
Qualcun altro raccontava di un Mostro che abitava in una prigione senza
porte e sbarre e di come un Eroe giunse a porre fine alle sue pene.
Storia immortale. Storia che, inspiegabilmente, parla anche a noi veloci
uomini contemporanei.
Testimonianza di un tempo arcaico in cui la Natura
era Tempio del Divino ed ogni sua manifestazione era simbolo.
Strano
come a distanza di millenni un evoluto dottore viennese abbia dovuto far
ricorso ad un mito greco per poter spiegare l’attrazione tra madre e figlio
e tra padre e figlia. Racconto immortale dunque, enigmatico, ma immortale.
Chi non si è mai domandato riguardo alla natura dell’Eros? Gli antichi
hanno dato risposta a questi quesiti molto prima di noi.
Centro della
piece teatrale la figura del toro, del Minotauro, dai culti Misterici di
Mitra fino alla mitologia greco-romana, osservato però da un punto di vista
ribaltato: quello tanto egregiamente spiegato da Jorge Luis Borges.
Uomo
con la testa di toro, personaggio deforme e cattivo, perchè costretto,
dalla sua ambigua natura, a mangiare essere umani, esseri mortali in così
gran parte simili a lui, costretto… appunto costretto dalla vita, dalle
circostanze, dalla sua “malformazione”. Chi è qui il vero mostro? Lui, il
Minotauro, nato diverso, nato da un amore sbagliato, costretto a vivere ai
limiti della società, o coloro che lo hanno emarginato?
Le parole finali
del racconto del Minotauro di Borges racchiudono in maniera perfetta questa
condizione, attualissima, di paura e distruzione del diverso, essere
incompreso ed impotente: “Ci crederesti Arianna? Il Minotauro non s’è
difeso”.
Gli scavi dell’Anfiteatro diventano il labirinto, dove attori
abituati al teatro danza, sfrecciando tra le antiche pietre e sbucando dal
buio, raccontano la sua storia.
La formula della messa in scena è quella
della visita guidata teatralizzata: gli spettatori vengono raccolti
all’interno del Museo Archeologico e lì viene fornita loro una spiegazione
dettagliata del sito e del mito.
Vengono poi accompagnati agli scavi,
dove ha luogo la rappresentazione vera e propria.
Coreografie e
movimenti scenici a cura di Luisa Leone.
In scena gli attori: Livia
Berté, Rossella De Martino, Valerio Lombardi, Luisa Leone, Diana Bevilacqua
Spettacolo gratuito. Ingresso al circuito archeologico dell'antica
Capua, comprendente l'anfiteatro, il museo dei gladiatori e il museo
archeologico dell'antica capua: 2,50 euro presso la Biglietteria
dell'Anfiteatro campano
Sabato 28 Agosto “start day” del nuovo progetto artistico
Genius Loci del duo TTOZOI. In collaborazione con la Direzione Regionale
Musei Campania, gli artisti avranno il privilegio di allestire le ormai
famose “Art Area” nello spazio sottostante l’Arena dell’Anfiteatro Campano
di Santa Maria Capua Vetere. Qui le opere verranno lasciate a dimora
all’interno di speciali teche per circa 40 giorni, per essere
successivamente prelevate e rielaborate artisticamente dal duo.
L’esposizione di una selezione delle opere realizzate sarà fruibile nel
corso delle “Giornate Europee del Patrimonio”, il 25 settembre 2021 con un
vernissage alle ore 18:30 nel portico del Museo dei Gladiatori
all'Anfiteatro Campano. Dopo il successo alla Reggia di Caserta, al Parco
Archeologico di Pompei, gli artisti opereranno all’Anfiteatro Campano di
Santa Maria Capua Vetere. Il progetto GENIUS LOCI, patrocinato dal MiC, è
stato concepito per realizzare opere d’arte direttamente nei luoghi storici
prescelti, attraverso l’originale tecnica della proliferazione naturale di
muffe su juta….“concetto” e “forma”, “tempo” e “materia”, sta diventando
portavoce di una piccola rivoluzione nel campo sperimentale della pittura,
un momento di inclusione tra antico e contemporaneo. TTOZOI è artefice del
cosiddetto “vuoto d’intervento”, una vera e propria attesa, successiva
all’azione simultanea a quattro mani sulla tela, durante la quale la Natura
– nella sua fioritura fra le trame della tela sotto forma di muffa -
diventa puro codice linguistico; scrive il curatore Gianluca Marziani: “una
nuova grammatica – viva – che dal momento in cui le muffe vengono bloccate,
rende l’impronta materica sull’opera un segno definitivo, un inizio che
conduce al conseguente epilogo, generando una nuova superficie capace di
metabolizzare la metafora e la somiglianza mimetica”. Gli artisti creano le
opere in situ: il processo informale, realizzato a quattro mani, prevede
l’utilizzo di materie organiche (farine varie), acqua e pigmenti naturali
su tele di juta. Implementano poi una «Art Area» dedicata, formata da
diverse installazioni di teche sigillate, all’interno delle quali vengono
riposte le tele e lasciate a dimora per circa 40 giorni. Il Tempo e la
Natura fanno il resto, favorendo le condizioni per la naturale
proliferazione di muffe sulla tela, con manifestazioni sempre diverse, in
quanto condizionate dalle variabili esterne specifiche del luogo di
esecuzione. Le spore interagiscono con l’opera iniziata dagli artisti -
conquistando lo spazio da questi concesso - seguendo un istinto di
sopravvivenza, nutrendosi della sola parte organica. TTOZOI monitora la
progressione del processo e TTOZOI_GENIUS LOCI lascia che la tela catturi
l’humus, l’anima – il GENIUS - del luogo, fin quando decide di
interromperlo, secondo una declinazione di “salvataggio dall’estetica in
purezza”: è così che la memoria della vita resta impressa sulla tela e
diviene una finestra dentro l’archeologia del tempo. Una perfetta sinergia
tra l’imponenza architettonica del luogo e il cuore caldo che abita
idealmente le sue fondamenta ….. oltre il visibile.
RINGRAZIAMENTI Si
ringraziano per la disponibilità e proficua collaborazione il Direttore
Dott.ssa Marta Ragozzino e la Responsabile Dott.ssa Ida Gennarelli del
Museo Archeologico dell’antica Capua, Mitreo e Anfiteatro Campano.
https://www.beniculturali.it/luogo/anfiteatro-campano Si ringrazia il Dott.
Stefano Marzotto e Santa Margherita Wines, sponsor del progetto artistico
GENIUS LOCI e Mac Management Solution, Calcestruzzi Irpini, Progress, De
Matteis-Grano Armando, in qualità di partner tecnici.
TTOZOI_Biografia
Stefano Forgione (Avellino, 1969) e Giuseppe Rossi (Napoli, 1972) sono il
duo artistico operante con lo pseudonimo TTOZOI dal 2010, anno della
personale a Napoli presso Castel Dell’Ovo (a cura di Luca Beatrice).
Stefano (Laurea in Architettura) e Giuseppe (Laurea in Economia) sono
entrambi autodidatti. Fin dall’adolescenza sperimentano varie tecniche
artistiche (carboncino, china, acquerello, acrilico, olio, spray,
collage...) e si avvicinano alla Storia dell’Arte di matrice Informale,
assecondando la loro vocazione estetica e concettuale. Nel dicembre 2006
sarà la comune passione per l’Informale a riavvicinare i due, dopo anni
vissuti in varie città d’Italia. Al centro del loro confronto c'è la
consapevolezza che “l’Arte sia sempre stata Contemporanea” e che “l’Artista
non può operare prescindendo dal passato”: da qui l’elaborazione di un
progetto - basato su “concetto” e “forma”, “tempo” e “materia” – che sta
diventano portavoce di una piccola rivoluzione nel campo sperimentale della
pittura. TTOZOI è artefice del cosiddetto “vuoto d’intervento”, una vera e
propria attesa, successiva all’azione simultanea a quattro mani sulla tela.