Sit-in del Coordinamento Casertano per lo Spettacolo

Caserta - 1 maggio 2021

Comnicato stampa

 Sabato 1 maggio alle ore 11.00, nella piazza antistante la Prefettura (in caso di pioggia, il porticato sotto il Palazzo del Comune) sit-in degli artisti e lavoratori dello spettacolo per rivendicare i diritti del mondo dello spettacolo.
NB: Per chi vuole sottoscrivere il documento troverà un banchetto con disinfettante oppure può inviare un messaggio privato alla pagina https://www.facebook.com/CoordinamentoCasertanoperloSpettacolo

Per chi volesse intervenire si consiglia la doppia mascherina e, al momento del sit-in un distanziamento di almeno 1,5 mt. Ci saranno 10 minuti di silenzio alla fine dei quali i partecipanti sono invitati a ritornare a casa


DOCUMENTO DEL COORDINAMENTO CASERTANO:
La pandemia ha fatto emergere le fragilità di un settore privo di tutele da troppo tempo.
Da ormai più di un anno, i lavoratori dello spettacolo sono senza reddito e nello sconforto più totale, restando privi di un adeguata guida istituzionale.
Come tanti altri lavoratori autonomi e liberi professionisti viviamo in una condizione di precarietà strutturale, fatta di protezioni inesistenti. Soprusi, sfruttamento, fondi pubblici distribuiti secondo criteri escludenti, meccanismi quantitativi basati su profitto e iperproduttività: un sistema che nega la cultura, la funzione essenziale di costruzione e cura della collettività e che mina le nostre stesse esistenze.
Abituati ad una vita da precari, siamo costretti a barcamenarci tra occupazioni saltuarie, lavoro in nero, e sussidi insufficienti, riappropriandoci a fatica, di una vita degna. Reinventandoci, ancora una volta, altri modi per sopravvivere.
Adesso è arrivato il momento. Il momento di impegnare le energie e le riflessioni di tutti, verso un obiettivo comune. E' il tempo di intrecciare i nostri percorsi, di uscire dall’invisibilità, dall'esclusione sociale, dai disagi derivanti dalle difficoltà di accesso al mondo lavorativo , e prendere possesso della parola.
Abbiamo l’urgenza di continuare questo processo di condivisione con tutta la provincia di Caserta, perché l’onda si allarghi e diventi la più ampia possibile.
Non abbiamo bisogno di riaprire i teatri e gli spazi culturali, se non esistono le condizioni per farlo, in sicurezza e per tutti. La ripartenza indiscriminata penalizza i lavoratori autonomi e alimenta la competizione, aggravando un sistema già al collasso. Scegliere tra salute e lavoro non è un'opzione discutibile.
Abbiamo bisogno, invece, di ripensare strutturalmente le condizioni del nostro vivere e lavorare, dando la possibilità a tutte le soggettività che si muovono nei territori provinciali di farlo con spirito di confronto. Immaginiamo modelli di walfare fondati su pratiche collaborative che partono dal basso, che aprono ponti e rivendicano equità.
La situazione è insostenibile. Non possiamo più rimandare la parola a domani, quando il tempo è adesso.
Quello che viviamo sulla nostra pelle in questi mesi è solo l’inevitabile tracollo di un sistema che finirà presto nel desertificare l’intero panorama. Rivendichiamo il diritto a un reddito continuo, a una formazione retribuita e permanente, a un tempo di ricerca e studio che sia considerato lavoro. Sta emergendo chiaramente il bisogno di nuovi diritti sociali e di nuove tutele, di strumenti contro le discriminazioni e le disuguaglianze tra soggetti, di accesso all'arte alla cultura, per tutti.
𝗦𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗳𝗳𝗮𝗺𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝘁𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼, 𝗺𝘂𝘀𝗶𝗰𝗮, 𝗽𝗶𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮, 𝗱𝗮𝗻𝘇𝗮, 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝘀𝘀𝗲𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱’𝗮𝗿𝘁𝗲. 𝗣𝗲𝗻𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗰𝗶𝗯𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹'𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮, 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝘂𝘁𝗿𝗲 𝗲𝗱 𝗮𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮. 𝗣𝗲𝗻𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗿𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮. 𝗣𝗲𝗻𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗹𝗹'𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮.
La cultura educa le nostre emozioni, orienta i comportamenti, guida la politica. L’arte è politica! E la politica ha bisogno dell'arte. Per arrivare a tutti.
Dopo il silenzio, tocca alla parola, tocca alla cittadinanza, a noi. Invitiamo a costruire un discorso collettivo, iniziando subito a puntare sugli obiettivi, inseguendo insieme nuovi paradigmi, nuovi statuti, nuovi diritti sociali, per il lavoro precario, autonomo, intermittente.
Proponiamo di:
- pensare ad azioni dimostrative sul territorio per portare l’arte e la cultura in vari luoghi, dai centri alle periferie;
- di rivendicare una gestione partecipata alla spesa sulla cultura degli enti locali, per esempio in ogni comune a fianco agli assessorati preposti dovrebbe essere costituita una commissione fatta solo di artisti;
- di rivendicare la capacità di gestire spazi pubblici per lo spettacolo (teatri, arene, ecc.) e chiederne la gestione, con finanziamenti pubblici.
- di chiedere l’organizzazione di laboratori artistici in tutti i comuni (per esempio per giovani disagiati) e scuole di ogni ordine e grado coinvolgendo veramente gli artisti del territorio.

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