Personale di Vettor Pisani
Santa Maria Capua Vetere (CE) - Dal 16 maggio al 26 giugno 2019
Comunicato stampa
Giovedì 16 maggio 2019, alle ore 19,00, presso la
Galleria Centometriquadri Arte Contemporanea, sarà inaugurata la mostra di
Vettor Pisani a cura di Antonello Tolve.
Il brillante e generoso
itinerario intellettuale di Vettor Pisani si configura sotto il segno di un
camaleontismo formale e di un cannibalismo linguistico che crea mondi
paralleli, che attraversa il tempo, la storia, la mitologia e la mistica,
l’antropologia e l’antroposofia, l’androginia, la geografia e la
pornografia, l’astuta e tagliente persuasione pubblicitaria come pure tutti
quegli «ombrosi territori della sragione, quei territori che ora reclamano
di essere ascoltati» con una particolare actividad paranoico-crítica che
abbandona la materia plumbea (l’aurum vulgi) per spingere lo sguardo verso
l’aurum philosopharum, verso l’aurea apprehensio che si può ottenere
soltanto mediante la pratica dell’arte .
Artefice mitico della
contemporaneità o meglio artiere del pensiero umano, volendo utilizzare un
termine che risale alla radice del nome Δαίδαλος (δαιδάλλω, ovvero lavoro
con arte), da cui questa mostra prende le mosse, Pisani è «sottile e
intrepido psiconauta» – così lo definisce Mimma, sua compagna di strada per
una intera vita – che travolge e stravolge i diritti elementari e primari
dell’interpretazione con lo scopo di avviare una esecuzione capitale e
capillare delle banalità, di produrre un riflusso regolatore che converte il
linguaggio in un bildhafte Denken teso a dilapidare il mondo, la
quotidianità, la vita vera: quella reale che si consuma sotto gli occhi
assetati dell’artista e allo stesso tempo anche quella virtuale che viene
chiassosamente emessa dai canali di massa.
Come un ragazzo che apre il
proprio vaso di Pandora per costruire Gegenbilder utili a scardinare il
vissuto e a porre al centro dell’attenzione un nuovo modo di pensare l’arte,
Vettor Pisani apre dunque impareggiabili racconti, e con la sicurezza d’un
procedimento mai pago, volto a coniugare in una stessa acrobazia riflessiva
i paesaggi della storia dell’arte ai «campi elisi della filosofia» . Il suo
è, e questa esposizione lo dimostra appieno mediante una studiata selezione
di opere realizzate dall’artista tra gli anni Novanta del Novecento e
l’inizio del nuovo millennio, un rapporto sui saperi, una visione
inarrestabile che trasforma il locus in logos, che traveste e investe di
nuovo senso le cose, che gioca con il gioco stesso dell’arte – entretien
infini che salta il fosso del tempo e costruisce la nostalgia fragile e
irrequieta del futuro. L’arte per l’artista è appunto un gioco, uno spazio
ludico attraverso il quale crivellare l’idioma, formulare il lavoro di un
linguaggio sul linguaggio che si compie (e non si chiarifica ma anzi si
amplifica in una dedalica peripezia) secondo una modalità sinonimica, ovvero
secondo un intrattenimento che ripiega il significante sui propri fondamenti
semici fino a spingere la riflessione su nastri di equivalenza e di identità
a livello profondo, i quali «compromettono le articolazioni differenziali e
oppositive delle strutture semiche di superficie» . In maniera esuberante
l’artista pensa e trasforma, dipana e ripercorre i fondamenti dell’arte e
della critica, del vissuto quotidiano e della storia: sceglie un viaggio
che, per dirla con Julia Kristeva, formalise pour déconstruire .
Pietra
filosofale, Isola d’Ischia, Doppia visione, Vanitas, Mercurio e Piramide
Cestia sono sculture bronzee che, accanto a collage quali Virginia, Eva
futura o Santa Teresa del cassonetto, a una splendida serie di disegni
legati ai Racconti della catastrofe e all’importante installazione Manichino
con aringhe (2012), rappresentano alcuni passaggi di un paesaggio costruito
per ritornare all’originario, all’ancestrale. Si tratta di un piccolo ma
prezioso dedalo nel quale si asconde e si mostra al contempo un programma
alchemico e ironico, così come pure fantastico e sensuale, che tratteggia
oggi, in questa esposizione, alcune linee tracciate da un maestro del
pensiero e lanciate sulla prateria dell’arte per diventare punti fermi di un
discorso, di un progetto. babelico che non smette di essere attuale.
BIOGRAFIA
Artista totale, Vettor Pisani nasce a Bari nel 1935,
anche se ha sempre giocato sulla propria origine per creare una sorta di
biografia ad arte – «figlio di un ufficiale della Marina e di una ballerina
dello strip-tease nasce a Napoli nel 1934» si legge in una presentazione del
1985, «architetto e muratore, Rosacroce: diciottesimo grado dello scozzesismo è
nato nell’Isola d’Ischia», fa scrivere in un catalogo del 1991 realizzato in
occasione della mostra Trenta anni di avanguardie romane.
Nel 1970 si
trasferisce a Roma dove tiene Maschile, femminile e androgino. Incesto e
cannibalismo in Marcel Duchamp, la sua prima mostra personale presso la Galleria
La Salita che pone l’artista al centro del dibattito artistico e critico del
momento. Sin dal questo suo primo ingresso pubblico l’artista conquista la
critica d’arte nazionale (nel ’70 vince, tra l’altro, la seconda edizione del
Premio Nazionale Pino Pascali conferito dalla Galleria nazionale d’arte moderna
di Roma) mostrando progetti straordinari, strazianti, catastrofici, dissacranti
– Suzanne in uno stampo di cioccolato (ossia la testa della Venere di Milo in
cioccolata), Carne umana macinata (carne macinata avvolta in plastica
trasparente) e Giavellotto per un eroe da camera ne sono alcuni esempi
brillanti.
Nel triennio 1971-1973 Pisani partecipa, accanto all’invito per
Documenta 5 diretta da Harald Szeemann, a due mostre collettive esemplari curate
da Achille Bonito Oliva che disegnano il panorama artistico del momento
(Vitalità del negativo nell’arte italiana e Contemporanea Arte 1973-1955) e nel
1975 presenta, negli spazi della Galleria Sperone di Roma, l’azione Il coniglio
non ama Joseph Beuys dove la lezione di storia dell’arte sussurrata alla lepre
morta crolla in un’analisi critica radicale. Nel 1976, invitato alla 37.
Biennale di Venezia, apre le danze ad un progetto, Theatrum, che annuncia un
ciclo di lavori – Il Teatro di Edipo, il Teatro della Vergine, l’Isola Azzurra,
Il Teatro della Sfinge, Il Teatro di Cristallo – prolungati lungo tutto il corso
della sua carriera artistica in cui l’opera diventa «la maniera e la misura
umana di oscillare tra la presenza della domanda e l’assenza della risposta»
(Bonito Oliva). Ricca di riferimenti alla tradizione della storia dell’arte e
della cultura, la sua attività è caratterizzata da richiami all’esoterismo,
alla simbologia dei Rosacroce e della Massoneria, ad una forma di teatro
comico-didattico e a un regressum in utero che conduce costantemente al tema del
labirinto. Oltre alla Biennale di Venezia del 1972, Pisani partecipa alle
Biennali del 1976, 1978, 1984, 1986, 1990, 1993, 1995, alle Quadriennali di Roma
del 1973, 1986, 1992 e a mostre come Italian Art Now: an american Perspective al
Guggenheim Museum di New York (1982), Arte Italiana 1960-1982 alla Hayward
Gallery di Londra (1982), Terrae Motus e Terrae Motus 2 a Villa Campolieto ad
Ercolano (1986), Beuys zu Ehren alla Stadtische Galerie in Lenbachhaus di Monaco
(1986), Mythos Italien al Bayerische Staatsgemaeldesammlungen di Monaco (1988).
Nel 1982 il Museum Folkwang di Essen ha dedicato all’artista una mostra
antologica seguita da quelle organizzate nel 1990 a Valencia e dalla Galleria
Civica d’Arte Contemporanea di Trento nel 1992. Nel 1997 è presente alla mostra
Pittura italiana da Collezioni Italiane presso il Castello di Rivoli. Nel 2005
partecipa con tre opere alla mostra Il Bello e le bestie. Metamorfosi, artifici
e ibridi dal mito all’immaginario scientifico presso il MART di Rovereto e, nel
2007, con L’Isola interiore. Isolamenti e Follia, a cura di A. Bonito Oliva,
partecipa, con un evento collaterale, alla Biennale di Venezia.
Nel 2009
partecipa con l’opera Concerto invisibile di Gino De Dominicis alla mostra di
apertura della Fondazione Galleria Civica di Trento e con Venere di Cioccolato
alla mostra Inganni ad arte. Meraviglie del trompe l’oeil dall’antichità al
contemporaneo a Palazzo Strozzi di Firenze. Nel 2012, dopo la sua scomparsa, il
MACRO di Roma gli dedica un omaggio riproponendo alcuni dei lavori che lo
imposero all’attenzione internazionale tra il 1970 e il 1980. Nel 2013 il museo
MADRE di Napoli organizza, a cura di A. Viliani e E. Viola, la prima e più
ampia retrospettiva sul suo lavoro dal titolo EROICA / ANTIEROICA: una
retrospettiva. Nel 2018, l’appena costituito Archivio Vettor Pisani coordina al
Museo Bilotti (Aranciera di Villa Borghese) Il cibo interpretato, una
esposizione – a cura di Mimma Pisani – dedicata interamente a una delle origini
mitiche dell’arte che appartiene all’ordine del nutrimento e a cui Pisani ha
costantemente guardato sin dal 1958.
Galleria Centometriquadri Arte Contemporanea, Indirizzo:
Via C. Santagata, n.14, Santa Maria Capua Vetere
Genere: arte contemporanea,
inaugurazione, personale, solo show
Quando: il 16/05/2019 fino al 26/06/2019
Orari di apertura: nei giorni di sabato 18 e domenica 19 successivi
all’inaugurazione, la galleria resterà aperta dalle ore 10,00 sino alle ore
12,30. Successivamente la galleria sarà aperta il martedì e il giovedì (ore
10,00-12,30 e ore 16,30-19,00) e il sabato (ore 10,00-12,30). Gli altri giorni
previo appuntamento telefonico al 339 438 7214.