“Ereditare”: 5 artisti dalla Spagna al PalArti di Capodrise
Capodrise (CE) - dall'11 Maggio al 9 giugno 2018
Comunicato stampa
Siamo il raccolto della semina di altri, che hanno arato campi di
polvere. Di altre generazioni, di stagioni, di luci e di ombre, di sogni e
di utopie, di viaggi arcaici e supersonici. Siamo i sedimenti di tutti i
segni, orme umide e profonde, impressi nelle pieghe della vita; siamo perché
altri sono stati, siamo perché ereditiamo.
Cinque artisti dalla Spagna
(Virginia Bernal, Gines Vincente Fernandez, Pepe Yagües, Enzo Trepiccione e
Salvator Torres) hanno accolto l’invito del curatore d’arte Michelangelo
Giovinale e del giornalista Claudio Lombardi, consulente editoriale del
progetto, di rileggere tre archetipi della mitologia classica, Icaro, Edipo
e Telemaco, figli di un’eredità al tramonto in fuga verso una libertà
acefala, pulsionale. La collettiva, dal titolo “Ereditare”, sarà inaugurata
l’11 maggio, alle 18:30, al Palazzo delle Arti di Capodrise, in provincia di
Caserta, e rimarrà in esposizione fino al 9 giugno. Gli artisti hanno
trascritto il pensiero mitologico attraverso molteplici chiavi di lettura.
Le opere sono una sorprendente antologia visiva, scaturita dal silenzio di
una pausa che riecheggia nell’intervallo fra lettura e pittura; un’indagine
sul rapporto di filiazione in relazione all’eredità paterna, riflessa nella
persistente crisi moderna, nella difficile trasmissione della vita, intesa,
al culmine dell’atto di ereditare, come il desiderio verso l’altro.
«Bernal, Fernandez, Yagües, Trepiccione e Torres – dichiara Giovinale –, pur
mantenendo differenti identità stilistiche, offrono un confronto dialettico
che investe la sfera della razionalità e dell’illogico, della coscienza e
dell’inconscio, dell’istinto e della ragione. Mondi confusi e misteriosi, di
slittamento del pensiero umano, di cui le opere sono l’esatta trascrizione».
Sulle pareti di Palazzo, opere, in prevalenza, figurative mostreranno una
consistente maturità stilistica, recuperando alcune caratteristiche della
pittura che, nell’era della post-modernità, conferiscono una profonda
valenza espressiva; un alto senso del colore, l’impiego di materie diverse,
la qualità di certi segni grafici, strumenti utili del “narrare”. La valenza
non sarà tanto nella rappresentazione iconica in sé, quanto nell’atmosfera
che pervade la personalità di ogni singola opera. Ossia: «Nel tema del
viaggio – aggiunge Giovinale –, esperienza totalizzante nella vita di Enzo
Trepiccione, che nelle scomposizioni e nelle stilizzazioni appunta gli
elementi mitologici che saranno oggetto di sorti drammatiche e fatali.
Nell’universo fantastico, spinto ai limiti dell’immaginazione, di Gines
Vincente Fernandez, dove il mito è traslato in un altro mondo.
Nell’immaginario poetico di Pepe Yagües, in cui pittura e scultura si
convertono in collage polimaterici, laboratorio di linguaggi e di metafore,
fra mito e attualità. Nelle opere dal gusto americano di Salvator Torres,
che muove l’occhio dello spettatore su un doppio piano, in cui realtà e
inconscio, a seconda della lettura, si compongono o si scompongono, in
significati tanto reali, quanto immaginari. Nell’ambientazione domestica
borghese di Virginia Bernal, teatro familiare di piccoli e grandi drammi che
riflettono le leggende mitologiche».
L’immersione nelle storie dei miti
consente il recupero, in superficie, di figure arcaiche, esemplari assoluti
e autonomi della nostra civiltà figurativa, che gli artisti ricollocano
nella contemporaneità. Appartenenza ed erranza. Sentire le radici, ma pure
il bisogno di intraprendere un viaggio, quinta essenza di “Ereditare”.
La mostra, inserita nella rassegna “In cerca del padre”, voluta dal sindaco
Angelo Crescente e dall’assessore alla Cultura Antonella Marotta, è visitabile
il martedì, il giovedì e il sabato, dalle 16:30 alle 18:00. Ingresso gratuito.
Info: 3245583137.