Mostra di Kyle Thompson, Open Stage
Caserta - dal 28 marzo al 4 giugno 2018
Comunicato stampa
Prima italiana, alla Reggia di Caserta, per Kyle Thompson, giovane star
della fotografia statunitense. La mostra è promossa dalla Reggia di Caserta
in collaborazione con la galleria aA29 Project Room, Milano/Caserta e gode
del patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del
turismo e del Comune di Caserta. La mostra è corredata da un catalogo
bilingue.
Ventiseienne, Kyle Thompson ha all’attivo mostre in molti
Paesi, pubblicazioni e Premi, tra cui due edizioni del Photo of the Day di
Vogue Italia.
La sua è una fotografia concettuale dove persone, spesso
lui stesso, e luoghi concorrono a mettere in scena storie, situazioni
apparenti, surreali, oniriche.
Giovanissimo si allontana dai sobborghi
di Chicago, dov’è cresciuto, per andare alla scoperta di luoghi dove
l’umano non è, o non è più, presente: case abbandonate, foreste vuote,
fiumi, laghi. Popola questi luoghi di sé, traendone spesso autoritratti
surreali e bizzarri, ambientati in atmosfere e luoghi pregnanti, talvolta
incombenti e allo stesso tempo effimeri. In questi contesti l’artista
esplora, senza influenze esterne, le proprie emozioni e le sensazioni che
quelle ambientazioni gli suscitano. Interviene sulla scena con acqua, fumo,
effetti di luce e con oggetti della sua quotidianità o della sua storia.
Per rafforzare il racconto o guidare l’osservatore.
Parlando di questi
suoi autoritratti d’inizio, l’artista ricorda: “Necessitavo di un modo per
incanalare le mie emozioni. Sentivo che gli autoritratti le esprimevano.
Senza dover ricorrere alle parole. Avevo una terribile difficoltà nel
rapportarmi con le persone, quindi ho finito per usarmi in quasi tutte le
mie foto, passando parecchie ore ogni giorno nel girovagare da solo
attraverso foreste vuote facendomi autoritratti grazie al timer delle mie
fotocamere”
"Musica, emozioni, qualsiasi cosa accada nella mia vita,
cerco di ispirarmi a tutto, raramente ricordo i miei sogni, ma ho scattato
alcune foto basandomi sui sogni alcune volte", egli dichiara.
E gli
scatti di Kyle ci parlano di sogni, a volte incubi, ricordi e traumi
infantili, sensazioni ed emozioni dal gusto malinconico e nostalgico, che
vanno a sollecitare la parte più intima del nostro inconscio.
La ricerca
di ambienti e di sensazioni lo ha poi spinto in molti altri contesti, sino
a condurlo nell’est Europa, alla ricerca dei luoghi dei suoi antenati.
Nell’ultima serie di foto Ghost Town (2015) Kyle esplora una città
abbandonate e inondate; frammenti di vita e ricordi d’infanzia si fondono
in scatti malinconici e introspettivi in cui l’acqua, che avvolge la città,
rappresenta la depressione infantile del giovane e rappresentano l’unico
mezzo in grado di alterare e deformare la realtà fino a farci riconoscere
in essa. Come in un viaggio onirico Kyle ci guida tra le ombre, le luci e
l'anima di questi luoghi, apparentemente vuoti ma ricchi di ricordi di chi
li ha vissuti e di chi per la prima volta li esplora.
Delicate ma forti
allo stesso tempo, le fotografie di Kyle sono in grado di lasciarci senza
fiato. Nonostante la loro natura surreale, queste immagini – raccolte nel
suo Somewhere Else - ci parlano di emozioni vicine e reali in cui è facile
rivedersi, e così conoscersi e capirsi di più.
Per Caserta, Kyle
Thompson ha dato vita ad un progetto specifico. La mostra ideata per la
Reggia esplora – afferma la curatrice - “il contesto e l’ambiente che
circondano le sue immagini”.
“L’artista è interessato al rapporto tra
ambiente urbano e natura: abitando in una grande metropoli americana,
avverte l’urgenza di ricercare spazi naturali, non-antropizzati per creare
il suo lavoro.
Thompson considera lo spazio naturale come una sorta di
palcoscenico in cui un leggero spostamento dell’obiettivo della camera
distruggerebbe l’illusione creata e metterebbe in luce il vero contesto
della scena. Il progetto da lui ideato per questa esposizione mira a dare
un altro sguardo sul rapporto tra spazio urbano e natura.
Di
conseguenza, le immagini sono concepite in dittici: una di maggiori
dimensioni sarà sempre un autoritratto dell’artista immerso in questi spazi
naturali all’interno di aree urbane, l’immagine più piccola invece sarà
quella che romperà l’illusione e farà vedere il vero ambiente in cui questa
“natura” è immersa. L’interesse è quello di mettere in evidenza non solo
come la città cambia la natura, ma anche come alcune, anche se piccole,
porzioni di natura riescono a mantenersi immutabili”.
“È così bello
essere in grado di creare un momento che non è mai esistito. Qualcosa che è
così reale, ma inventato. Puoi creare un momento che non è mai accaduto, ma
che continua a vivere nel suo stesso stato immutabile, ed è una sensazione
creativa che adoro”, dice Thompson.
La mostra è realizzata anche grazie
al sostegno di International Broker Art, Oliveo.it e Polis.