Mostra “Boisi | Galindo | Palazzari. Passaggi di stato”
Caserta - Dal 23 febbraio al 20 marzo 2018
Comunicato stampa
Dal 23 febbraio al 20 marzo, la Reggia di Caserta ospita
la mostra “Boisi | Galindo | Palazzari. Passaggi di stato”, a cura di Bruno
Corà e Davide Sarchioni, in collaborazione con MLZ Art Dep, Prometeogallery
e RIBOT arte contemporanea.
Il progetto espositivo riunisce in un inedito
confronto i lavori di tre artiste – Lorenza Boisi, Regina José Galindo e
Valentina Palazzari -, differenti quanto a provenienza, background culturale
e ambiti di ricerca, con l’intento di sperimentare nuove proposizioni
dialogiche e possibilità di relazione, sia tra le opere sia con lo spazio
fisico e storico fortemente connotato delle Retrostanze del ‘700.
Lorenza
Boisi (Milano, 1972) fonda il suo percorso artistico sulla poliedricità e
multiformità di esiti e pratiche culturali. L’approccio pittorico è centrale
nella ricerca di linguaggi ulteriori che assumono un carattere installativo,
facendo ricorso prevalente alla ceramica. Difatti, i suoi interventi
site-specific sono
costituiti dall’accostamento di numerosi elementi
ceramici, diversi per forma, colore e dimensioni, realizzati ad hoc nei
laboratori di Montelupo Fiorentino.
Regina José Galindo (Città del
Guatemala, 1974) utilizza il proprio corpo in azioni performative estreme
sui propri limiti fisici e psicologici per denunciare la violenza sociale,
politica e culturale della società contemporanea. Il video della performance
del 2016 ad Amburgo, “Aún no somos escombros” (Non
siamo ancora macerie),
dialoga con immagini fotografiche e il sonoro del suo recente lavoro “SOS”.
Valentina Palazzari (Terni, 1975) indaga le proprietà fisiche e le qualità
estetiche dei materiali metallici, come le reti elettrosaldate impiegate in
ambito edile, la loro capacità di mutamento e di trasformazione legata ai
processi di ossidazione e di formazione della ruggine, elaborando lavori
inediti e un omaggio
all’imponente Scalone d’Onore di Luigi Vanvitelli
con un’installazione monumentale ripensata per il Vestibolo superiore.
Pur nella diversità, ciò che accomuna le tre artiste è la peculiare
attitudine che le spinge a “forzare il limite” in ogni nuova ideazione, pur
rimanendo coerenti alle rispettive e specifiche ricerche.
Le opere in
mostra sono state concepite appositamente o selezionate in base alle
caratteristiche di ogni ubicazione e mirano a comporre un complesso e
variegato itinerario visivo ed emotivo che, nella successione incalzante tra
gli ambienti, procede per distinte tipologie di sequenze e piani di lettura
stratificati. Si individuano così metaforici passaggi di stato da un
linguaggio all’altro, dalla parete bidimensionale allo spazio oggettuale,
sollecitando un proliferare di tensioni, echi e rimandi estetici, spaziali e
culturali che passano attraverso i vari materiali utilizzati, seguendo un
percorso di andata e
ritorno senza soluzione di continuità, dalla
solidità del ferro alla precarietà della ruggine per Palazzari, dalla
duttilità della ceramica quale naturale estensione della pittura per Boisi,
fino al corpo umano di Galindo coinvolto in azioni performative virtualmente
riproposte dal video e dalla fotografia.
A chiusura della mostra verrà
presentata una pubblicazione che documenterà l’intero progetto espositivo
con i testi critici dei curatori e un esaustivo apparato fotografico.